Improvvisamente, tutti a parlare di gas di scisti. Non certo per il mio post ( http://petrolio.blogosfere.it/2010/11/fratturiamo-leuropa.html ) di martedì scorso sull'avvento del fracking in Europa, più probabilmente per l'assurdo editoriale di Massimo Mucchetti uscito sul Corriere ( http://www.corriere.it/editoriali/10_dicembre_03/alcune-domande-su-eni-e-mosca-editoriale-massimo-mucchetti_bed39922-fea4-11df-b6f8-00144f02aabc.shtml ) di venerdì. Ne avevamo già accennato qui ( http://petrolio.blogosfere.it/2010/12/berlusconi-non-e-mattei-e-il-taxi.html ) .
In sintesi, l'articolo sostiene che comprare gas dalla Russia è inutile perché gli americani hanno scoperto... l'America: ovvero una fonte di gas ubiqua e pressoché infinita. Quanto si parla di energia in questi termini, è già di per sé obbligatorio diffidare. Ancora più obbligatorio, se poi chi ci racconta la faccenda da un autorevole quotidiano omette accuratamente quelli che sono gli aspetti più controversi della questione. Mezzo nordamerica si rivolta contro l'estrazione di shale gas, e Mucchetti lo dipinge come un dono degli dei facile ed economico. Sembra un piazzista, che diamine. Non ci credete? Ecco qua:
in America inizia una rivoluzione tecnologica che rende abbondante il gas, e dunque riduce in prospettiva la centralità dei fornitori storici, Russia, Algeria e Libia (traduzione: gli americani hanno risolto il problema con mirabolanti tecnologie, e noi ancora nella tenda con Gheddafi)
In tre anni questo gas non convenzionale emancipa gli Usa dalle importazioni e fa crollare i prezzi sul mercato (traduzione: lo shale gas è praticamente regalato, perché dar soldi ai russi?)
perché l'Eni si impegna in un investimento miliardario per raddoppiare le onerose importazioni dalla Russia quando c'è tanto gas più a buon mercato nel mondo (traduzione: lo shale gas è convenientissimissimo e l'ENI è incompetente o corrotta)
Non è un articolo, è uno spot. Soprattutto quando si sostiene che il gas di scisti sia economico: è invece costosissimo, tanto è vero che per implementarlo in USA si è atteso che il prezzo del barile salisse al punto da renderlo conveniente. Inoltre, la tecnica del fracking non è MAI stata praticata al di fuori degli Stati Uniti, e sarebbe assai sorprendente che l'ENI rinunciasse ad importare gas per la Nazione, in favore di una tecnologia che da noi è puramente sperimentale (e coperta per soprammercato da brevetto ( http://earthblog.org/content/halliburton-lies-omission-re-gulf-spill-uncovered-should-we-be-trusting-these-guys-fracking ) Halliburton, che occorrerebbe quindi pagare profumatamente). Per tacere poi dello spreco di acqua dolce e della devastazione ambientale che il fracking puntualmente garantisce ai territori che hanno la disgrazia di ospitare l'estrazione del gas di scisti, al cui confronto un semplice gasdotto è un giardino di rose.
A proposito di Halliburton, c'è chi invece fa loro una pessima pubblicità. Come l'attore Mark Ruffalo, che ha organizzato al Sundance Film Festival la proiezione di Gasland -poi premiato vincitore-, un film sui disastri prodotti dall'estrazione del gas di scisti in Pennysylvania (eh sì, ci fanno su persino i film). Ebbene, il povero attore, su pressione Halliburton, è stato bollato ( http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/mark-ruffalo-terrorista-halliburton-pennsylvania-662030/ ) nientemeno che come "terrorista" ed è finito nella "watch list" della Polizia dello Stato.
Debora Billi
Petrolio
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giovedì 9 dicembre 2010
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