il cosiddetto partito
antisistema, talmente anti sistema che non solo vuole che la Grecia rimanga nell’euro,
nella Ue etc, si è rimangiato già la famosa promessa di cancellare l’ultimo
Memorandum e per giunta, ha silenziato l’opposizione interna del 30% che era
per l’uscita dell’ero. La solita democrazia de sinistra, se lo avesse fatto
qualsiasi altro partito non si sarebbe certo avuto paura di usare il termine
fascista, ma quando gli stessi metodi sono usati dai buoni è normale dialettica
democratica. Davvero un resoconto interessante, sembra la nascita del PD, ma
cantiamo Bella Ciao come quando arrivò Monti
ps l'altro "fenomeno" del yes we can de noantri
QUELLO CHE NON
SAPETE DI TSIPRAS di Stathis Kouvelakis*
21 gennaio.
Mancano oramai pochi giorni alle
elezioni in Grecia. Secondo l'ultimo sondaggio SYRIZA ha aumentato il suo
vantaggio su Nuova Democrazia. L'altro giorno abbiamo dato notizia della lista della
sinistra no-euro.
Riteniamo utile, allo scopo di
comprendere cosa SYRIZA sia, ripubblicare il racconto del Congresso
del luglio 2013 quando, in fretta e furia, SYRIZA si
trasformò in partito unico. Kouvelakis è uno degli esponenti più noti di
"Piattaforma di sinistra", la sinistra interna no-euro, che
rappresenta il 30% di SYRIZA.
La svolta, moderata, di
Syriza
2. Annunciando il congresso del partito a maggio, la direzione puntava a un
solo obiettivo: fare della costituzione di
Syriza in partito unico, l’occasione per “riprendere il controllo” cercando
allo stesso tempo di marginalizzare l’opposizione interna e di stabilizzare una forma partitica in
rottura con aspetti decisivi della cultura politica e organizzativa della
sinistra radicale. Detto altrimenti, l’obiettivo era di arrivare
velocemente a una “forma partito” ritagliata su misura per ancorare nella
realtà organizzativa la linea del “riposizionamento” che la direzione segue con
determinazione dall’autunno 2012. [1]
Per questo, la direzione del
partito ha imposto un congresso a tappe forzate (con una distanza inferiore a
un mese tra la pubblicazione dei testi preparatori e il voto delle sezioni) e
un’agenda interamente dedicata alle questioni interne, lontana dalle
preoccupazioni strategiche e dall’imperativo di un’elaborazione programmatica
che la congiuntura impone.
Questa
agenda “introversa” si è strutturata attorno a tre punti chiave:
-
la questione delle “componenti” con l’ultimatum di due o tre mesi per il loro
scioglimento nel quadro del processo di “unificazione”;[2]
-
un diritto di tendenza svuotato di sostanza con la soppressione delle “liste
separate”, un modo per designare la rappresentanza proporzionale delle
minoranze nelle istanze di direzione;
-
modalità di elezione del presidente del partito, derivante dal congresso e non
dalle istanze di direzione (comitato centrale).
3. Questa agenda interna non
avrebbe senso se non fosse collocata nel contesto più ampio della percezione di
Syriza da parte dei rappresentanti del blocco di potere e nell’evoluzione interna che questo partito conosce da circa
un anno.
Per i media e le forze politiche di sistema, le “componenti” e le “tendenze” di Syriza, la sua famosa “cacofonia”, rappresentano un codice per designare il radicalismo di Syriza, incarnato dalle sue correnti a fronte di una direzione (quella di Tsipras) che invece rappresenta il “realismo” e la linea del “riposizionamento”. La direzione, in particolare Tsipras, è dunque sottoposta a una pressione costante da parte del sistema per “ripulire” il partito e affermare la sua autorità (“Tsipras, taglia le teste”, è una delle affermazioni ricorrenti sui media) sbarazzandosi delle voci in dissenso. In particolare, sono indicati quelli che la criticano da sinistra e che vengono presentati come ostacoli “all’immagine” di Syriza come “partito responsabile di governo”.
All’interno, gli eccezionali successi elettorali della primavera 2012 si sono tradotti in una dinamica contraddittoria. Da un lato, un’ondata significativa di adesioni (con il raddoppio delle iscrizioni balzate a 35 mila) ma anche successi in alcuni settori, in particolare nel movimento sindacale, tradizionale punto debole di Syriza (successi relativi visto che l’influenza sindacale resta significativamente inferiore a quella del Pc greco, Kke, che ha ottenuto meno del 5%). Questa ondata, però, comporta anche un altro aspetto, ben più ambiguo. In una società traumatizzata dalla depressione economica e plasmata da decenni di “partitocrazia”, l’adesione a un partito che sembra alle porte del potere può prendere la forma della ricostituzione di un rapporto clientelare unito a un rapporto di obbedienza al leader carismatico.
Per i media e le forze politiche di sistema, le “componenti” e le “tendenze” di Syriza, la sua famosa “cacofonia”, rappresentano un codice per designare il radicalismo di Syriza, incarnato dalle sue correnti a fronte di una direzione (quella di Tsipras) che invece rappresenta il “realismo” e la linea del “riposizionamento”. La direzione, in particolare Tsipras, è dunque sottoposta a una pressione costante da parte del sistema per “ripulire” il partito e affermare la sua autorità (“Tsipras, taglia le teste”, è una delle affermazioni ricorrenti sui media) sbarazzandosi delle voci in dissenso. In particolare, sono indicati quelli che la criticano da sinistra e che vengono presentati come ostacoli “all’immagine” di Syriza come “partito responsabile di governo”.
All’interno, gli eccezionali successi elettorali della primavera 2012 si sono tradotti in una dinamica contraddittoria. Da un lato, un’ondata significativa di adesioni (con il raddoppio delle iscrizioni balzate a 35 mila) ma anche successi in alcuni settori, in particolare nel movimento sindacale, tradizionale punto debole di Syriza (successi relativi visto che l’influenza sindacale resta significativamente inferiore a quella del Pc greco, Kke, che ha ottenuto meno del 5%). Questa ondata, però, comporta anche un altro aspetto, ben più ambiguo. In una società traumatizzata dalla depressione economica e plasmata da decenni di “partitocrazia”, l’adesione a un partito che sembra alle porte del potere può prendere la forma della ricostituzione di un rapporto clientelare unito a un rapporto di obbedienza al leader carismatico.
Un momento del Congresso di
SYRIZA del luglio 2013
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4. Questo fenomeno, in parte
spontaneao e perfettamente prevedibile per chi conosce la realtà greca,
nondimeno è stato chiaramente incoraggiato, in nome del necessario
“allargamento”, dalla direzione del partito a partire dall’autunno 2012.
Le scelte operate da quel momento – assenza
di una vera strategia di intervento militante e di costruzione del partito,
scelta del congresso e di conferenze nazionali organizzate frettolosamente con
un numero di delegati pletorico, etc. – conducono inevitabilmente a un partito
“prendi-tutto”. In altri termini, un partito elettoralista, dalla vita interna
atrofizzata, che si raccoglie attorno al proprio leader con un discorso calato
dall’alto e rivolto principalmente, tramite i media, a un
“uditorio nazionale” ma sempre modulato in modo tale da piacere a
“pubblici” diversi (più radicale quando ci si rivolge ai militanti, più “sobrio
e pragmatico” quando si tratta di incontrare Schoeble o l’Fmi).
5. Gli aspetti più problematici
del congresso fondatore della “nuova Syriza”, partito ormai unificato,
discendono da queste tendenze che portano al suo mutamento in “partito di governo”; un numero di votanti
sproporzionati rispetto ai partecipanti alle discussioni interne, un corpo
ingestibile di 3500 delegati, assenza di discussione strutturata durante le
prime due giornate (quelle in cui I delegati potevano prendere la parola),
assenza di relazioni sull’attività delle istanze uscenti, discorso di apertura
di Tsipras adatto più alle esigenze di un meeting elettorale che non rivolto a
un’istanza deliberativa del partito.
A questo si è venuto ad aggiungere il clima particolarmente
aggressivo nei confronti dell’opposizione interna (riunita nella Piattaforma di sinistra, n. 3) che è
culminata la sera dell’ultima sessione del congresso, durante i voti sui tre
punti riguardanti il funzionamento interno. Si sono così succedute scene
scioccanti per un congresso della sinistra radicale (rappresentanti della
Piattaforma di sinistra fischiati, insulti, Tsipras applaudito ogni volta che
saliva in tribuna anche prima che iniziasse a parlare) che hanno portato a
uscire dalla sala i delegati della Piattaforma e un numero significativo di
delegati della maggioranza.
6. Qual è il bilancio del
congresso? Dal punto di vista del contenuto programmatico e dell’elaborazione
strategica piuttosto magro o meglio inesistente. I documenti
adottati si limitano semplicemente a ripetere le formulazioni adottate alla
scorsa conferenza nazionale. Testi di compromesso con formulazioni ambigue e
contorte (…) Ad esempio, lo scorso dicembre, qualche giorno dopo l’adozione
alla conferenza nazionale della posizione sull’annullamento immediato del
Memorandum tramite voto parlamentare in caso di vittoria elettorale, i
responsabili delle questioni economiche e i principali dirigenti dopo Tsipras
si sono dilungati in dichiarazioni per precisare che Syriza “non agirebbe in
modo unilaterale” evitando sistematicamente di utilizzare i termini di
“annullamento” o di “abrogazione” rimpiazzati da riferimenti irenici alla
“negoziazione” con i “nostri partner europei” (…)
7. La Piattaforma di sinistra ha
tentato di imprimere un contenuto politico a un dibattito programmatico quasi inesistente e
ha depositato quattro emendamenti riferiti ai punti strategici più sensibili: debito (rimessa in discussione della
legittimità del debito in quanto tale, denuncia delle convenzioni esistenti e
ricorso, se necessario, alla cessazione del pagamento per ottenere
l’annullamento); eventualità dell’uscita dalla zona euro; nazionalizzazione del
settore bancario nella sua totalità, impegno chiaro
ad annullare l’insieme delle privatizzazioni in corso e rinazionalizzazione,
sotto controllo popolare, di settori strategici dell’economia
(telecomunicazioni, energia, infrastruttura stradale e aeroportuale);
strategia
delle alleanze riaffermando la linea del governo anti-austerità con
l’esclusione dell’apertura al “centro” o ad altre forze della destra
nazionalista.
L’insieme di
questi emendamenti è stato rigettato ma ha raccolto tra un terzo e il 40% dei
voti, con il sostegno più ampio agli emendamenti sul
debito e l’euro. Sulla questione della linea politica, dunque, si deve
ammettere che
la direzione ha imposto il proprio orientamento.
8. Con riferimento agli obiettivi posti, questo congresso rappresenta una sconfitta. L’agenda in tre punti già evocata e focalizzata sulla “rimessa in ordine” all’interno del partito, è uscita malconcia dall’appuntamento. Sulla questione dello scioglimento delle componenti e dell’ultimatum loro rivolto, la direzione si è dovuta attestare su un compromesso (la formulazione adottata parla di “scioglimento in un tempo ragionevole e in seguito a concertazione”) anche in virtù della posizione molto ferma adottata da Manolis Glezos.
8. Con riferimento agli obiettivi posti, questo congresso rappresenta una sconfitta. L’agenda in tre punti già evocata e focalizzata sulla “rimessa in ordine” all’interno del partito, è uscita malconcia dall’appuntamento. Sulla questione dello scioglimento delle componenti e dell’ultimatum loro rivolto, la direzione si è dovuta attestare su un compromesso (la formulazione adottata parla di “scioglimento in un tempo ragionevole e in seguito a concertazione”) anche in virtù della posizione molto ferma adottata da Manolis Glezos.
Figura emblematica della Resistenza, forte di un prestigio enorme e di una statura all’altezza dell’eroe nazionale qual è, Glezos non si è accontentato di difendere il diritto all’autonomia delle componenti. Ma ha attaccato Tsipras in modo diretto e personale e rigettato con forza il modello di partito “presidenzialista” minando così l’autorità morale e simbolica della direzione e del suo leader. Sulla vicenda della rappresentazione delle minoranze (…) dopo aver proposto un sistema che accordava, con un sotterfugio “tecnico” un vantaggio automatico alla lista maggioritaria, il blocco di maggioranza ha imposto alle tendenze (minoritarie) che volessero presentarsi l’obbligo di costituire delle liste separate, pubblicate su bollettini separati (…) Un modo per far apparire le minoranze come un “corpo estraneo” e per conferire alla lista di maggioranza uno statuto simbolico di detentore unico della legittimità partitica.
L’operazione, nondimeno, si è
ritorta contro i suoi ispiratori. Invece di indebolirsi, la Piattaforma si è rafforzata
e, aiutata dalla presenza di piccole liste “indipendenti” ha ridotto la lista
di maggioranza al 67,5%, cioè sette punti in meno di quanto raccolto alla
scorsa conferenza nazionale. Infine, sulla questione dell’elezione del
presidente del partito direttamente dal congresso (…) la direzione ha ottenuto
il risultato ma con l’adozione di una disposizione “flessibile” che autorizza
ogni congresso a decidere liberamente. Nel voto segreto, poi, Tsipras ha
ottenuto il 72% (…)
9. La principale sconfitta della direzione sta dunque nel rafforzamento della Piattaforma di sinistra che ha superato la soglia simbolica del 30% cioè una progressione di 5 punti rispetto alla scorsa conferenza nazionale (30,16 contro 25,6%) e questo in un quadro altamente conflittuale (…)
9. La principale sconfitta della direzione sta dunque nel rafforzamento della Piattaforma di sinistra che ha superato la soglia simbolica del 30% cioè una progressione di 5 punti rispetto alla scorsa conferenza nazionale (30,16 contro 25,6%) e questo in un quadro altamente conflittuale (…)
Questo ha provocato un vero choc
in seno alla direzione che ha evitato qualsiasi commento ufficiale (…)
Da parte sua, la Piattaforma ha reso
pubblico, per la prima volta, un comunicato distinto precisando il proprio
sforzo per ottenere “la radicalizzazione e l’ancoraggio a sinistra di Syriza e
per l’unità dell’insieme della sinistra radicale”. Segno che il suo successo è
inteso come un incoraggiamento a dispiegare un intervento in maniera più
visibile all’interno del partito e anche al di fuori.
9+1. In conclusione, si può dire che questo congresso fondatore ha creato più problemi di quanti ne abbia risolti o tentato di farlo. Costituito ormai in partito unificato, dotato di uno statuto, di documenti dal carattere programmatico e di una direzione eletta, Syriza appare comunque come un partito profondamente diviso su punti strategici essenziali, che sono al centro del dibattito nazionale ed europeo.
E’ evidente che lo scontro tra i sostenitori di un approccio “realista” desideroso di accedere al potere “a freddo”, di non rompere con il quadro europeo e di padroneggiare i settori strategici delle forze dominanti e coloro che auspicano lo scontro aperto e la rottura con l’attuale quadro della Ue, tocca il nervo delicato delle questioni che riguardano la sinistra nel Vecchio continente.
Il congresso di Syriza sarà stato senz’altro utile in quanto avrà permesso di formulare i termini dei problemi in modo più chiaro e più agilmente percepibile dalle forze sociali e politiche impegnate in un progetto di emancipazione.
9+1. In conclusione, si può dire che questo congresso fondatore ha creato più problemi di quanti ne abbia risolti o tentato di farlo. Costituito ormai in partito unificato, dotato di uno statuto, di documenti dal carattere programmatico e di una direzione eletta, Syriza appare comunque come un partito profondamente diviso su punti strategici essenziali, che sono al centro del dibattito nazionale ed europeo.
E’ evidente che lo scontro tra i sostenitori di un approccio “realista” desideroso di accedere al potere “a freddo”, di non rompere con il quadro europeo e di padroneggiare i settori strategici delle forze dominanti e coloro che auspicano lo scontro aperto e la rottura con l’attuale quadro della Ue, tocca il nervo delicato delle questioni che riguardano la sinistra nel Vecchio continente.
Il congresso di Syriza sarà stato senz’altro utile in quanto avrà permesso di formulare i termini dei problemi in modo più chiaro e più agilmente percepibile dalle forze sociali e politiche impegnate in un progetto di emancipazione.
NOTE
1. Sull’evoluzione di Syriza
leggere l’articolo di Baptiste Derickebourg, “Prendere il potere senza perdere
l’anima” su Le Monde diplomatique di giugno 2013 così come il testo di Philippe
Marlière, “Alexis Tsipras entre radicalisme et réalisme” suhttp://blogs.mediapart.fr/blog/philippe-marliere/220313/alexis-tsipras-e….
2. Dal 2004, data della sua
creazione, fino alla conferenza nazionale dello scorso novembre, Syriza
esisteva in quanto alleanza di una dozzina di componenti distinte, che
coprivano la quasi totalità della sinistra radicale. La componente più
importante era Synaspismos, il partito di Alexis Tsipras, partito anch’esso
costituito da correnti distinte che vanno dalla social-democrazia moderata ai
neo-comunisti della Corrente di sinistra (vedi nota seguente)
3. La Piattaforma di sinistra si è costituita sotto la sua
forma attuale durante la conferenza nazionale di novembre 2012 per la
convergenza delle due principali componenti, esistenti da più di un decennio:
1) la Corrente
di sinistra del Synaspismos, essenzialmente formata da militanti che hanno
lasciato il Kke alla scissione del 1991. Questa controlla la maggioranza delle
sezioni di impresa, il settore sindacale e conserva una forte presenza in
alcune sezioni e federazioni regionali, soprattutto nel nord della Grecia; 2)
le tre componenti di origine trotskysta (Kokkino, Dea e Apo) ormai riunite
sotto l’ombrello di Rproject/Rete rossa. Durante il congresso ha aderito alla
Piattaforma una componente uscita dal Pasok, Dikki, così come un’organizzazione
di quadri sindacali che avevano lasciato il Kke nel 1995 (Keda). Circa una
dozzina di parlamentari di Syriza, su un totale di 70, si riconoscono nella
Piattaforma, tra cui uno dei tre portavoce del gruppo parlamentare. Panayiotis
Lafazanis, già dirigente del Kke e deputato da lungo tempo dell’emblematica
circoscrizione del Pireo, la più operaia del paese, ne rappresenta la figura
pubblica più conosciuta.
* Stathis Kouvélakis è membro di Syriza e uno tra gli
animatori della Corrente di sinistra, di cui il più famoso personaggio
pubblico è Panagiotis Lafazanis. Il sito della Corrente di sinistra è: www.iskra.gr. Stathis Kouvélakis è
intervenuto al congresso di fondazione di Syriza e ha partecipato alla riunione
congiunta, nel corso del congresso, della Piattaforma a sinistra, che ha
riunito in gran parte i delegati della Corrente di sinistra e di Rproject, cioè
DEA, Kokkino e Apo. Alla riunione, convocata rapidamente alle ore 22 di Venerdì
12 luglio 2013, hanno partecipato circa 1000 persone, quindi anche non membri
delle due “correnti” di cui sopra, vale a dire i delegati che hanno afferrato
laportata reale del Congresso sotto la direzione Tsipras: ovverosia il
“colpo di stato”, formula usata da Stathis Kouvélakis in quella riunione, di
Tsipras al fine di rompere la coalizione di 14 organizzazioni che compongono
Syriza e fare un partito detto “unificato” con una dissoluzione delle
organizzazioni in nome di una “democrazia” composta da un insieme di individui.
Pertanto, l’unica “frazione organizzata” sarebbe stato il nucleo intorno a
Tsipras. Ciò convalida la caratterizzazione fatta da Stathis Kouvélakis del
tentativo di colpo di forza della direzione Tsipras, che è ampiamente fallito.
Tuttavia, una specie di guerra di
bassa intensità continuerà certamente contro la sinistra di Syriza. Nondimeno,
quest’ultima nel contesto della mobilitazione sociale, può rafforzare e mettere
alcuni sassolini nelle scarpe di quelli che Antonis Ntavanellos ha chiamato
“nuovigolden boys di
Syriza,” che pensano di poter vendere il loro realismo alle élite dominanti
Grecia senza neanche menzionare la
Troika o Wolfgang Schäuble. Quest’ultimo ha imposto, in
stretta collaborazione con il governo Samaras, un enorme controllo poliziesco
del centro di Atene e il divieto di tutte le manifestazioni durante la sua
visita, il 18 luglio.
Stathis Kouvélakis ha pubblicato,
tra gli altri, per la
Presses Universitaires de France, il libro Filosofia e rivoluzione: da Kant a Marx,
2003. Insegna al King College di
Londra.
FONTE: ilmegafonoquoditidiano.it
FONTE: ilmegafonoquoditidiano.it
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