martedì 13 gennaio 2015

Tra le conseguenze dell'attacco false flag ai danni del giornale "satirico" * Charlie Hebdo non potevano mancare anche i provvedimenti volti ad inasprire la censura. Già perché mentre si manifesta per il diritto alla libera espressione, si introducono provvedimenti liberticidi. Con quali criteri sarà stabilito chi rappresenta una minaccia alla democrazia? In Italia  i Notav sono considerati terroristi e sotto questa definizione possiamo far rientrare chiunque sia scomodo al potere, ossia a quel coacervo di interessi malavitosi criminali massonici.
Vedi Da Alfano una stretta alla libertà del Web, dove si intende concedere la possibilità di scavalcare l'autorità giudiziaria quando vi siano siti web da bloccare. Peccato che la stessa autorità giudiziaria abbia accusato 4 ragazzi notav di terrorismo per aver danneggiato un compressore.
E' strano però, se si pubblica o commenta qualcosa di non consono già oggi ad esempio Facebook ti blocca. Non è certo la prima volta che un intero sito viene bloccato perché evidentemente l'autorità riteneva che un articolo sulla medicina alternativa piuttosto che uno spezzone di un filmato di un tg rai o mediaset fossero una evidente minaccia alla democrazia.
Il caso vuole che, proprio su FB ad esempio certe pagine inneggianti alla Jhiad siano ancora lì in bella vista. Che siano usate o state create all'uopo per chiedere più controllo e censura da rivolgere contro chiunque  per motivi ben diversi dalla "minaccia alle libertà" senza alcun processo?

Altri aspetti sono ben illlustrati negli articoli sotto, il più rilevante forse è proprio quello della ripresa di una guerra totale globale contro il "terrorismo", a cominciare dalla Siria. Basta leggere il FQ, che ovviamente dal solito punto di vista politically correct e umanitarista, attribuisce ogni responsabilità delle atrocità ad Assad che invece combatte il terrorismo dei cosiddetti ribelli democratici, proprio gli stessi estremisti tagliagole che l'Occidente ha addestrato e armato contro la popolazione siriana.



L'ANNUNZIATA HA FATTO BOOM di Emmezeta
11 gennaio


Mentre il macellaio Netanyahu sarà oggi alla testa della manifestazione di Parigi la Annunziata fa la chiamata alle armi... contro l'Islam.
«Prendere atto della Terza Guerra Mondiale»: l'Annunziata c'è andata piano. Certo, i titoloni sparati sono uno dei due punti di forza dell'Huffington Post (HP). L'altro sono i finanziamenti dell'Eni.
La sua tesi è tutta in quella «presa d'atto». Chi ne volesse ricercare le argomentazioni a supporto clicchi QUI: troverà il vuoto assoluto.


Insomma, la «grande» giornalista ha fatto boom. Può capitare, ma il tema non è di quelli su cui si possa sparacchiare a casaccio per raggranellare qualche pugno di clic.
Dire Terza Guerra Mondiale (d'ora in poi TGM) è cosa impegnativa. Dire che è già iniziata pure. Che il mondo sia sull'orlo del baratro siamo i primi a dirlo, ma non lo si può fare in maniera così generica. Passi per una discussione al bar, ma da una giornalista di lungo corso come Lucia Annunziata ci si aspetterebbe qualcosa di più.E sì che i temi reali non mancherebbero. Tra i fattori in grado di spingere realmente verso una grande guerra se ne potrebbero indicare almeno tre:


1) la crisi sistemica che il capitalismo non riesce a risolvere con altri mezzi;


2) l'aggressività della NATO nei confronti di una grande potenza nucleare come la Russia;


3) l'interventismo armato dell'Occidente in tanti paesi del Medio oriente e dell'Africa.


Bene, nessuno di questi temi è evidentemente degno della preziosissima penna dell'Annunziata. Che infatti non gli dedica neppure una parola di sfuggita. Per lei il segno che laTGM è arrivata tra noi viene dai fatti francesi, capitolo europeo di un conflitto globale iniziato l'11 settembre.
Dunque, tre persone, che per tre giorni hanno messo in scacco la Francia, per  un bilancio globale di 20 morti sarebbero il segno inequivocabile della TGM. Nella sola Siria, secondo fonti ONU, le vittime sono state oltre 76mila soltanto nel 2014... Dove sia andato a finire il senso delle proporzioni proprio non si sa... 


Vi dice niente la parola "eurocentrismo"?
E sempre a proposito di proporzioni (e di "titoloni") altri hanno parlato di un "11 settembre europeo". Parole già sentite dopo gli attentati ai treni di Madrid (marzo 2004) ed alla metropolitana di Londra (luglio 2005). Nel primo caso vi furono 191 morti e 2.057 feriti, nel secondo 55 morti e circa 700 feriti.


Dunque, se davvero volessimo seguire gli sragionamenti di certi giornalisti, saremmo ora arrivati (11x3) al "33 settembre europeo". Un di più propagandistico che forse dovrebbe far riflettere.
Ma non pretendiamo troppo, e poniamoci invece una domanda. Quante vittime ha avuto l'Occidente, sul proprio territorio, da quell'11 settembre che per l'Annunziata rappresenta la fatale dichiarazione di guerra della TGM? Il numero esatto non lo conosciamo, ma esso è comunque nell'ordine delle poche centinaia. Solo in Iraq, invece, l'occupazione americana ha prodotto centinaia di migliaia di vittime. E questo è l'ordine di grandezza dell'Afghanistan. Vogliamo poi parlare della Libia? O magari dei tanti paesi africani dove i militari occidentali (francesi in primo luogo) bombardano ed uccidono ogni giorno? E perché non parlare del sistematico killeraggio tecnologico operato con i droni, ad esempio in Pakistan, nello Yemen, in Somalia? E perché non ricordare, almeno per una volta, la strage di Gaza, dove ora, a causa dell'assedio che continua, i bambini muoiono addirittura di freddo?


 L'Annunziata elenca queste guerre, ma solo per dimostrare che la TGM è in atto e va semplicemente combattuta. Stranamente, però, tutti questi conflitti si combattono quasi esclusivamente sul suolo nemico. Quel nemico che è invece presentato come aggressore. Che ci sia qualcosa che non torna nel discorso della direttrice dell'HP?


Se proprio vogliamo chiamare TGM quella in atto dal 2001, allora dobbiamo concludere che essa consiste di fatto nella somma delle varie aggressioni perpetrate dall'occidente in questo periodo. Ma sappiamo benissimo che non è certo questa l'intenzione della giornalista, il cui punto di vista è totalmente eurocentrico, o se si preferisce occidentalo-centrico.


Se le parole hanno ancora un senso, per dire TGM bisognerebbe saper indicare quali forze (stati, alleanze militari, eccetera) la stanno combattendo e per quali obiettivi. Di tutto ciò non c'è traccia nell'articolo di Lucia Annunziata. Ma questo non deve stupire, perché il suo non è un articolo, è una dichiarazione di guerra in pieno stile fallaciano. 


Ora si dirà che, al di là di tutto ciò, qui sono in gioco dei valori irrinunciabili, in primo luogo la libertà d'espressione del pensiero. A dire il vero i primi ad aver rinunciato a questo diritto sono stati spesso proprio i giornalisti occidentali, troppe volte ben felici di essersi ridotti a scribacchini embedded del pensiero unico imperiale. E quando qualche collega non embedded ha perso la vita sul campo, magari per documentare la barbarie delle guerre occidentali e sioniste (pensiamo, ad esempio, ai reporter uccisi a Gaza nell'estate 2014) le lacrime sono state solo di circostanza. Mica come per i disegnatori di Charlie Hebdo, e ben lo si capisce, dato che le loro penose vignette avevano solo un bersaglio: i musulmani.


Libertà di espressione si dice. D'accordo nel difenderla sempre e comunque, ci mancherebbe. Ma siamo davvero sicuri che l'Occidente sia su questa strada? Provate allora ad immaginarvi come avrebbe reagito la laicissima Francia se Charlie Hebdo avesse cambiato obiettivo, deridendo gli ebrei anziché i musulmani. Antisemitismo! Antisemitismo! Antisemitismo! E perché mai, chiediamo ai difensori senza macchia e senza peccato della libertà di bestemmia elevata a massimo valore occidentale, questo doppiopesismo così scandaloso?


In realtà il motivo è semplice, ed esso risiede in una visione apertamente razzista. Che è poi quella della signora Annunziata. La quale non lo potrà mai ammettere, ma la sua TGM altro non è che la Guerra di civiltà di Oriana Fallaci. Una guerra da combattere dunque non semplicemente contro uno stato (che infatti non viene indicato) od una politica, bensì da scatenare contro un'intera religione. D'altronde, l'idea di definire Terza Guerra Mondiale quella contro l'Isis od al Qaeda sarebbe semplicemente ridicola. Il nemico di Lucia Annunziata è dunque l'Islam in quanto tale.


Naturalmente, nella realtà delle cose, l'imperialismo è assai più duttile di un pensiero così rozzo. Esso non può dichiarare guerra all'intero Islam. Piuttosto, cerca di curare i propri interessi incuneandosi nelle fratture interne allo stesso mondo islamico. E' quel che fece l'occidente alimentando la guerra Iran-Iraq negli anni '80 del secolo scorso. E' quanto cerca di fare oggi inserendosi, con un sistema di alleanze a geometria variabile, nello scontro tra sciiti e sunniti che insanguina da anni il Medio Oriente. E siccome queste fratture attraversano dall'interno anche il campo sunnita (basti pensare allo scontro tra la Fratellanza Musulmana e l'Arabia Saudita wahhabita), le potenze imperialiste - USA in primis - non disdegnano affatto di partecipare a quel gioco.


Nella realtà delle cose il fanatismo fallaciano serve "solo" alla propaganda. Laddove il "solo" è abbondantemente virgolettato, perché la propaganda è ovviamente una parte, a volte addirittura decisiva, della guerra stessa. La volgarizzazione fallaciana ha dunque una funzione ben precisa: quella di preparare i popoli alla guerra, quella vera, facendogli vedere un nemico terribile quanto sfuggente: l'islamico.


Questo nemico non ha da essere uno tra i tanti, ha da essere invece l'unico nemico. Una semplificazione assai utile per i gruppi dirigenti occidentali, per la cricca oligarchica che muove il mondo della finanza, per non parlare dei veri pianificatori della guerra. Quelli che risiedono alla Casa Bianca ed al Pentagono, quelli che stanno ai vertici della NATO, non certo nelle banlieue delle città francesi.Lucia Annunziata non è l'ultima arrivata. E' invece persona "informata dei fatti". La sua sfrontatezza va dunque denunciata. La sua non è una "presa d'atto", è piuttosto una dichiarazione di guerra che la mette nella scia di Oriana Fallaci, la primatista indiscussa dell'incitamento all'odio razziale e religioso.


Questi campioni dell'Occidente dovrebbero qualche volta fermarsi davanti allo specchio, e magari capirebbero il perché della crisi del modello che vogliono imporre a tutti i popoli, non solo come il "migliore", ma come l'unico accettabile. Non lo faranno mai: glielo impedisce certo il loro fanatismo, glielo impediscono i loro interessi materiali. E a volte viene da pensare che glielo impedisca anche lo specchio. 


PS - Apprendiamo che il signor Netanyahu, più noto come il macellaio di Gaza, sarà oggi alla testa della manifestazione di Parigi. Una vergogna, che tuttavia non deve sorprendere. Essa è il frutto della logica dei due pesi e delle due misure. Della pretesa "superiorità" dell'occidente, che Israele rappresenta degnamente a suon di bombe in Palestina. 
Sollevazione





Si palesano i veri obiettivi del “siamo tutti Charlie”
di Luciano Lago


Si è finalmente conclusa in un diluvio di retorica e di proclami (che prosegue anche oggi) la grottesca marcia per le vie di Parigi che ha visto sfilare assieme tutti i rappresentanti del grande capitale e della NATO, con in testa il primo ministro israeliano Netanyahu il quale, come leader dell’entità sionista, anche simbolicamente, era il capo in testa di tutta la manifestazione assieme con Francois Hollande, il presidente francese che faceva gli onori di casa agli importanti ospiti: dal leader britannico David Cameron, alla tedesca Angela Merkel, allo spagnolo Marano Rajoy, all’ex presidente Nicolas Sarcozy, a Matteo Renzi, al Re di Giordania, ed a tutti gli altri responsabili politici dei paesi europei e non, incluso Poroshenko, il presidente golpista ucraino, nota marionetta degli USA. Tutti hanno sfilato in segno di solidarietà con la Francia e con le vittime del giornale satirico Charlie Hebdo e del supermercato di alimenti ebraici.


Alla sfilata non sono mancate neppure le rappresentanti del gruppo “Le Femen”, quello finanziato da George Soros, nonchè di altre ONLUS notoriamente impegnate nella diffusione del Pensiero Unico laicista, radicale e relativista, in solidarietà con i vignettisti rimasti vittime degli jihadisti islamici.


Tutti “assieme appassionatamente” abbracciandosi e stringedosi le mani, molte delle quali sporche di sangue, come nel caso dell’Ucraino Poroshenko il quale è notoriamente il diretto responsabile dei recenti massacri di civili avvenuti nel Donbass (est dell’Ucraina) con oltre 5.000 vittime, fra cui molte donne, bambini e vecchi, bombardati e fucilati dall’esercito e dai reparti neo nazisti ucraini agli ordini di Kiev ed armati dagli Stati Uniti (crimini oscurati dai media atlantisti). Non mancava nel gruppo delle importanti personalità il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, cioè proprio il rappresentante di un paese, la Turchia, che è accusato, con prove inoppugnabili, di aver appoggiato e sostenuto i terroristi jihadisti dell’ISIS e degli altri gruppi che combattono in Siria ed in Iraq, per le proprie finalità geopolitiche.


Anche il turco si è dedicato a marciare per le strade di Parigi per condannare l’attentato di quei terroristi che il suo governo sostiene. Vedi: Qamishli, i curdi accusano la Turchia: aiuta l'”ISIS


D’altra parte non hanno provato certo imbarazzo a stringere la mano al premier turco gli Hollande ed i Cameron i quali a loro volta, assieme ai padroni statunitensi, da circa tre anni inviano massicci aiuti in armi, equipaggiamenti ed addestramento militare ai miliziani jihadisti della Siria, quelli stessi che, rientrando in Francia hanno iniziato a colpire obiettivi francesi, come il giornale satirico Charlie, reo di aver diffamato il profeta.


Tuttavia gli Hollande ed i Cameron sanno bene quali siano le responsabilità della Turchia, visto che sono alleati nella NATO ed assieme alla Turchia (ed all’Arabia Saudita ed al Qatar) hanno cooperato nel sostegno alle milizie dei combattenti islamici. Inoltre i due leader, con l’appoggio di tutti i media del sistema occidentale, hanno giustificato il loro appoggio qualificando i miliziani jihadisti quali “ribelli democratici” mentre questi operano in Siria per rovesciare il governo di Bashar al-Assad, da loro detestato, al contrario definiscono i miliziani come “terroristi”, quando gli stessi rientrano in Europa, almeno quelli che non ci lasciano la pelle in Siria e rientrano ai loro paesi in Europa per proseguire la Jhad in Occidente. Vedi: Il presidente Hollande riconosce che la Francia ha armato le milizie antisiriane…


Un incredibile doppio gioco che ormai non regge e viene denunciato dagli analisti indipendenti quelli che non sono stipendiati dalle centrali di propaganda dei media della NATO e di Israele, altro stato pienamente coinvolto nell’appoggio ai miliziani Jihadisti.


Tutto questo lascia molti dubbi circa la “spontaneità” dell’attacco jihadista a Parigi e, prescindendo dalle ambigue modalità di svolgimento e dall’inusuale comportamento di polizia e servizi di intelligence, rimane aperta la questione di considerare a chi torni utile tutta la drammatica vicenda.


Bisogna avere chiaro che gli attentati islamici e l’imponente sfilata di Domenica a Parigi, con la valanga di retorica conseguente (che ci sommergerà per settimane) indipendentemente dal fatto che siano “spontanei” o pilotati (false flags), hanno avuto delle finalità precise:


1) compattare nell’opinione pubblica un fronte “democratico” filo atlantista e filo Israele (destra e sinistra) in appoggio ai governi, complici delle guerre della NATO, per nuove prossime iniziative militari contro i paesi arabi ed africani che non vogliano adeguarsi alle direttive di Washington,


2) emarginare i partiti o gruppi estremisti che non siano conformi a tali politiche (questo spiega l’esclusione del Front National della Marine Le Pen).


3) Impedire ai governi europei, mediante l’intimidazione del terrorismo islamico, di riconoscere lo Stato Palestinese (quello che la Francia ed altri governi europei si apprestavano a fare),


4) evitare che i governi europei rivedano le sanzioni alla Russia (cosa che anche la Francia, in crisi economica, cercava di ottenere ).


Possiamo aspettarci nelle prossime settimane nuovi episodi simili in altre città europee (Roma e Milano incluse) e nuove iniziative belliche da parte del comando NATO. In particolare nella lista dei paesi sotto minaccia di intervento sono inclusi la Siria, l’Iraq, il Libano, lo Yemen, il Sudan e la Somalia. A tale scopo i comandi NATO si stanno predisponendo (secondo informazioni da fonti attendibili) ad interventi non soltanto dal cielo ma anche da terra e dal mare con obiettivo di rovesciare governi non conformi e mettere sotto controllo paesi che dispongono di importanti risorse naturali.


Il terrorismo salafita/wahabita, alimentato dagli alleati sauditi, turchi e qatariani, serve precisamente a questo, a fornire la giustificazione degli interventi come lo è stata la “Global War Against Terrorism” inaugurata da Bush, Dick Cheney e Tony Blair dopo l’11 Settembre del 2001, data che ha segnato lo spartiacque per l’inizio degli interventi militari diretti  (Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia, ecc.) e della successiva strategia del caos di Obama che ancora oggi perdura.


Gli aerei da guerra ed i droni senza pilota stanno già rullando sulle piste con il loro carico di bombe e missili, attendono soltanto di sapere quali saranno i prossimi obiettivi.
Nel frattempo a Parigi si sventolano bandiere e cartelli, si proclama “siamo tutti Charlie” e si marcia fianco a fianco con i massacratori di popoli.


Controinformazione

* nel mondo "libero" di oggi accade anche questo, che per satira si intenda il dileggio e l'offesa verso milioni di credenti in qualsiasi religione. Non deve essere imbavagliata, altrimenti ci si abbassa al livello dei censori del politically correct che adora questo tipo di "satira", sarebbe quanto meno equo abolire i reati di opinione in genere ancora oggi perseguiti.
Triste che la blasfemia sia considerata "divertente" o "cultura da difendere", se la nostra civiltà reputa il rispetto per la fede in qualunque religione come limitativo della libera espressione, non è rimasto molto della civiltà, tantomeno non vi è niente di superiore.

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