So venute li francise di F. Pasquale (Sindacato OrSa Toscana)
Certamente non è più il tempo di questo tradizionale canto napoletano del 1799 ma questo ci è venuto in mente, paradossalmente, per illustrare quanto sta succedendo in Italia in seguito alle politiche di liberalizzazione e privatizzazione: ecco alcuni esempi di questa “colonizzazione” nel settore dei trasporti.
So venute li francise
aute tasse n’ci hanno mise
Libertè … egalitè …
tu arruobbe a mmè
io arruobbo a ttè
Sona sona
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Li francise so’ arrivate
ci hanno bbuono carusate
E vuolà e vuolà
cavece ‘n culo alla libbertà
(Nuova Compagnia di Canto Popolare – RARE LP 55015 – Tradizionale Canto dei Sanfedisti)
Certamente non è più il tempo di questo tradizionale canto napoletano del 1799 ma questo ci è venuto in mente, paradossalmente, per illustrare quanto sta succedendo in Italia in seguito alle politiche di liberalizzazione e privatizzazione: ecco alcuni esempi di questa “colonizzazione” nel settore dei trasporti. In primis citiamo la società franco-lussemburghese NTV che presto farà circolare i propri treni sulla rete ad AV italiana sfruttando, a canoni irrisori, l’infrastruttura ferroviaria costruita con le tasse degli italiani, oltreché con una sorta di dumping sul costo del lavoro; poi c’è la società Grandi Stazioni, anche questa partecipata da SNCF (ferrovie statali francesi); rimanendo in Toscana ricordiamo anche la RATP (azienda parigina leader nel trasporto ferroviario e metropolitano controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti transalpina) che partecipa nella società Li-NEA dell’area fiorentina oltre ad essere gestore (per i prossimi 35 anni) della tranvia di Firenze attraverso la società GEST. RATP, che ha siglato recentemente un accordo con Veolia Environnement per prendere in carico attività appartenenti ai gruppi TRANSDEV e VEOLIA TRANSPORT al fine di stabilirsi anche nel Regno Unito e in Svizzera, rafforzerà la propria presenza in Italia dove è già diventata il primo operatore urbano straniero, rafforzando così la volontà di espandersi a livello mondiale (infatti è fra le prime cinque imprese di trasporto pubblico). In Italia RATP si è mossa acquisendo Transdev Italia e le controllate AMT Genova (41,%) e DOLOMITI BUS di Belluno (39,5%), ma già controllava la società di trasporto della provincia di Modena ATCM (49%) in cordata con la FER, e AUTOLINEE TOSCANE (100%). Sarà un caso … ma le rispettive Regioni di queste città pensano a future società regionali di trasporto ferroviario. Proprio in Toscana i francesi di RAPT hanno grandi ambizioni. Socia della società aretina LFI, attraverso ALEXA, recentemente RAPT è uscita dal contenitore LFI per acquisire, attraverso un cambio azionario, il 35% di TFT (Trasporto Ferroviario Toscano). “Questo perché RAPT si finalizza al trasporto ferroviario, in una collaborazione che vede anche Trasporto Ferroviario Toscano cedere il 5% delle proprie azioni per favorire l’ingresso di TRENITALIA e redistribuire il restante 60% del pacchetto azionario da LFI ad altri soci pubblici fra cui Provincia di Arezzo e Provincia di Siena, che dopo RAPT procederanno anche ad un cambio delle rispettive azioni, uscendo da LFI, che rimane dedicata al trasporto su gomma […]”.
“Ciò finalizza l’interesse delle Province all’ingresso in TFT, per gestire un’espansione del trasporto su ferro che dalle linee tradizionali, Pratovecchio-Stia, Sinalunga-Arezzo, porti a Siena, Chiusi, Empoli, Faenza, e quindi a tutta la rete regionale, con la possibilità di cedere una parte del nuovo pacchetto di partecipazioni di Siena ed Arezzo ad altre Province toscane, che in relazione all’espansione di questa società saranno interessate al trasporto ferroviario.” (Deliberazione del Consiglio Provinciale di Arezzo n°2 del 21.01.2010).
Come si legge le ambizioni sono quelle di trasformare “una sonnolenta società di provincia in uno dei grandi gruppi del comparto dei treni regionali, probabilmente il più grosso, un gigante le cui dimensioni si stagliano oltre i confini toscani. ” (La Nazione 5/7/2010). Infatti se noi prendiamo l’atto aggiuntivo all’intesa generale quadro tra Governo e Regione Toscana, nella quale si afferma di predisporre lo studio di fattibilità, sotto il coordinamento del ministero e con il coinvolgimento delle Regioni Umbria e Toscana, di “una nuova ferrovia di circa 20 chilometri che colleghi la stazione di Arezzo con la stazione di testa delle Ferrovie Centrali Umbre a Sansepolcro” (Corriere di Arezzo 7/5/2010), si possono ben intuire le future strategie.
Strategie che sono ben sostenute oltre che dalle politiche locali anche dalla politica regionale. Sono infatti note, fin dalla campagna elettorale, le intenzioni del Presidente della Toscana Enrico Rossi che vuole assolutamente scorporare dal contratto di servizio con Trenitalia i servizi delle “tratte Siena-Firenze, Siena-Grosseto, Siena-Arezzo, Pisa-Lucca e la Faentina che collega Firenze e Faenza passando per gli Appennini. In totale TFT avrebbe così in mano il 20% di tutto il traffico su rotaia in Toscana; in questi giorni si stanno trovando le giuste intese con Trenitalia, che le suddette linee deve concederle in subappalto.” (Corriere di Arezzo 23/3/2010).
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il nuovo Assessore ai trasporti della Toscana Luca Ceccobao, “pronti ad aprirsi alla concorrenza sulla gestione del traffico ferroviario.” (l’Unità 3/6/2010).
I tagli della manovra Tremonti sono presi a pretesto per riassetti organizzativi in tutte le aziende pubbliche locali, compresi i trasporti; sangue e lacrime sono previsti tra i lavoratori ferrovieri e autoferrotranvieri, una girandola di operazioni societarie sono in corso per abbattere il costo del lavoro utilizzando fusioni, scissioni e cessioni di ramo d’azienda.
In una intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica (11/9/2010) il Presidente Rossi ha dichiarato che “[…] servono aziende competitive di livello regionale. L’alternativa non è lo status quo, è la colonizzazione da parte delle multinazionali.” Vero! Ma questa colonizzazione è già in corso da tempo…favorita dalla stessa politica della Regione Toscana, sia di questa giunta che delle precedenti!! Tra gli addetti si vocifera: dato che l’attuale presidente di LFI risulta essere un ex assessore ai trasporti della Regione Toscana…anche il futuro presidente di TFT sarà un ex assessore ai trasporti della Regione Toscana??? E le altre poltrone?!? Per i francesi? Per Trenitalia?
Insomma, il trasporto ferroviario nelle tratte locali non brilla in termini di puntualità, pulizia, comfort, informazioni e controllo a bordo, ma ciò è avvenuto in seguito alla progressiva riduzione degli investimenti e dei costi, in particolare il costo del lavoro, pertanto non saranno certo le scelte liberiste a migliorare le ferrovie toscane. La liberalizzazione/privatizzazione delle ferrovie inglesi ha ampiamente dimostrato la negatività della logica concorrenziale nella gestione del servizio ferroviario. A rimetterci non saranno solo gli utenti (viaggiatori e pendolari) ma anche i lavoratori che, dopo aver subito la distruzione dei rispettivi contratti nazionali di lavoro (ferro e autoferro), subiranno ulteriori arretramenti economici, normativi e previdenziali a causa delle nuove e imminenti cessioni o scissioni di ramo d’azienda, “cambi di casacca” che nessun nuovo contratto della mobilità potrà garantire: ATAM e TIEMME docet!
E nessuno potrà dire “io non sapevo”, compresi quelli che oggi vedono la pagliuzza e non la trave...
“Ciò finalizza l’interesse delle Province all’ingresso in TFT, per gestire un’espansione del trasporto su ferro che dalle linee tradizionali, Pratovecchio-Stia, Sinalunga-Arezzo, porti a Siena, Chiusi, Empoli, Faenza, e quindi a tutta la rete regionale, con la possibilità di cedere una parte del nuovo pacchetto di partecipazioni di Siena ed Arezzo ad altre Province toscane, che in relazione all’espansione di questa società saranno interessate al trasporto ferroviario.” (Deliberazione del Consiglio Provinciale di Arezzo n°2 del 21.01.2010).
Come si legge le ambizioni sono quelle di trasformare “una sonnolenta società di provincia in uno dei grandi gruppi del comparto dei treni regionali, probabilmente il più grosso, un gigante le cui dimensioni si stagliano oltre i confini toscani. ” (La Nazione 5/7/2010). Infatti se noi prendiamo l’atto aggiuntivo all’intesa generale quadro tra Governo e Regione Toscana, nella quale si afferma di predisporre lo studio di fattibilità, sotto il coordinamento del ministero e con il coinvolgimento delle Regioni Umbria e Toscana, di “una nuova ferrovia di circa 20 chilometri che colleghi la stazione di Arezzo con la stazione di testa delle Ferrovie Centrali Umbre a Sansepolcro” (Corriere di Arezzo 7/5/2010), si possono ben intuire le future strategie.
Strategie che sono ben sostenute oltre che dalle politiche locali anche dalla politica regionale. Sono infatti note, fin dalla campagna elettorale, le intenzioni del Presidente della Toscana Enrico Rossi che vuole assolutamente scorporare dal contratto di servizio con Trenitalia i servizi delle “tratte Siena-Firenze, Siena-Grosseto, Siena-Arezzo, Pisa-Lucca e la Faentina che collega Firenze e Faenza passando per gli Appennini. In totale TFT avrebbe così in mano il 20% di tutto il traffico su rotaia in Toscana; in questi giorni si stanno trovando le giuste intese con Trenitalia, che le suddette linee deve concederle in subappalto.” (Corriere di Arezzo 23/3/2010).
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il nuovo Assessore ai trasporti della Toscana Luca Ceccobao, “pronti ad aprirsi alla concorrenza sulla gestione del traffico ferroviario.” (l’Unità 3/6/2010).
I tagli della manovra Tremonti sono presi a pretesto per riassetti organizzativi in tutte le aziende pubbliche locali, compresi i trasporti; sangue e lacrime sono previsti tra i lavoratori ferrovieri e autoferrotranvieri, una girandola di operazioni societarie sono in corso per abbattere il costo del lavoro utilizzando fusioni, scissioni e cessioni di ramo d’azienda.
In una intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica (11/9/2010) il Presidente Rossi ha dichiarato che “[…] servono aziende competitive di livello regionale. L’alternativa non è lo status quo, è la colonizzazione da parte delle multinazionali.” Vero! Ma questa colonizzazione è già in corso da tempo…favorita dalla stessa politica della Regione Toscana, sia di questa giunta che delle precedenti!! Tra gli addetti si vocifera: dato che l’attuale presidente di LFI risulta essere un ex assessore ai trasporti della Regione Toscana…anche il futuro presidente di TFT sarà un ex assessore ai trasporti della Regione Toscana??? E le altre poltrone?!? Per i francesi? Per Trenitalia?
Insomma, il trasporto ferroviario nelle tratte locali non brilla in termini di puntualità, pulizia, comfort, informazioni e controllo a bordo, ma ciò è avvenuto in seguito alla progressiva riduzione degli investimenti e dei costi, in particolare il costo del lavoro, pertanto non saranno certo le scelte liberiste a migliorare le ferrovie toscane. La liberalizzazione/privatizzazione delle ferrovie inglesi ha ampiamente dimostrato la negatività della logica concorrenziale nella gestione del servizio ferroviario. A rimetterci non saranno solo gli utenti (viaggiatori e pendolari) ma anche i lavoratori che, dopo aver subito la distruzione dei rispettivi contratti nazionali di lavoro (ferro e autoferro), subiranno ulteriori arretramenti economici, normativi e previdenziali a causa delle nuove e imminenti cessioni o scissioni di ramo d’azienda, “cambi di casacca” che nessun nuovo contratto della mobilità potrà garantire: ATAM e TIEMME docet!
E nessuno potrà dire “io non sapevo”, compresi quelli che oggi vedono la pagliuzza e non la trave...
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