sabato 30 ottobre 2010

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Il Punto di Monia Benini sulle lotte per l'ambiente e la salute, Terzigno, Notav etc

Botte per l'ambiente e vere priorità 
di Debora Billi
In questa settimana di rivolte a Terzigno, mi è sovvenuta all'improvviso una riflessione che voglio condividere. Una riflessione sulle priorità.

Quando si chiede ai cittadini, a volte tramite sondaggi, quali siano le loro principali priorità per il Paese e per se stessi le risposte sono sempre le medesime, quelle più prevedibili: lavoro e ancora lavoro, sicurezza, la casa, la sanità, l'istruzione. La preoccupazione per l'ambiente raramente si trova ai primi posti, qualche menzione per lo smog e per il traffico e poco altro.

La politica obbedisce e segue, i Verdi in Italia fanno percentuali da zerovirgola e i partiti se ne fregano bellamente di avviare politiche ambientali di un qualche peso. Al contrario: si propongono inceneritori, centrali nucleari e a carbone, continue devastazioni del territorio per opere pubbliche inutili ma che "portano posti di lavoro". In fin dei conti, appunto, i cittadini chiedono questo.
Contemporaneamente, però, in Rete e altrove ci si stupisce di continuo per come il popolo italiano sia propenso a subire senza ribellarsi. Il lavoro è sì al primo posto, ma precari e disoccupati in piazza non scendono mai, malgrado la situazione sia in molti casi davvero disperata. "La rivoluzione? Aspetta e spera! Mica siamo francesi!" è il commento più diffuso, "Finché hanno la pancia piena nessuno si ribella!"

Capite ora dove voglio arrivare? Qui, ovvero: l'unico motivo per cui i cittadini italiani sono scesi in piazza e hanno preso le botte, negli ultimi anni, è l'ambiente. In Valsusa, contro la TAV; a Vicenza, contro l'aeroporto militare; a Terzigno e a Chiaiano, contro le discariche; a Scanzano Jonico, contro i depositi di scorie nucleari; e altre decine di altre realtà più piccole.

Questa improvvisa consapevolezza mi ha sbalordito. Non si scende in piazza per la priorità numero 1, il lavoro, ma si è disposti a farsi rompere la testa con assoluta determinazione, mamme nonni e contadini, per la priorità numero 10. Siamo schizofrenici forse? Perché succede questo, come è possibile?

Una risposta, forse la più semplice, è che i problemi ambientali sono sempre territoriali. Riguardano la situazione locale, e spesso in piccole realtà, dove è comunque più semplice organizzarsi e coordinare un'azione di dissenso. Ma rimane aperta la questione dell'inaspettata volontà di combattere, che per altri temi non si manifesta neppure remotamente. Non sarà allora che, quando l'ambiente è il nostro, quando si parla del parco sotto casa o del monte davanti alla nostra finestra o del mare dove sguazzano i nostri bimbi viene fuori la vera, millenaria priorità che gli italiani hanno da sempre nel cuore, ovvero "la salute"?

Per il lavoro (e i soldi...) non siamo disposti neppure ad uscire di casa, ma per la salute ci facciamo spaccare la testa dal manganello. Qualcosa vorrà dire. Qualcosa su cui dovrebbero riflettere sia i benaltristi che considerano le questioni ambientali come secondarie, sia la politica, sia soprattutto gli ambientalisti. I cittadini stanno dando a tutti una lezione sulle priorità sostanziali, faremmo bene ad ascoltare.

Petrolio Blogosfere

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