Correa liberato dal popolo e dall'esercito
Correa: “Esto fue un intento de golpe de Estado fracasado”
TP
Allo scadere dell'ultimatum, reparti speciali dell'esercito dell'Ecuador hanno liberato il presidente Correa, con una operazione d'assalto all'ospedale in cui era mantenuto in ostaggio dal gruppo golpista. I militari hanno sofferto 27 feriti, riuscendo a mettere in salvo Rafael Correa su una macchina blindata. Non si trattava di una rivendicazione salariale degenerata in un atto sedizioso, ma un piano di colpo di Stato preparato per destabilizzare il Paese e ribaltare con la forza delle armi quello che era stato deciso con cinque elezioni.
Nel corso del pomeriggio la gente aveva circondato l'ospedale per proteggere la vita di Correa, l'assedio civico coinvolgeva forze crescenti che avanzavano per entrare nell'istallazione, ma i golpisti rispondevano con un gran volume di gas lacrimogeni e colpi d'arma da fuoco. Questo tira e molla -che è costato vari feriti- si è protratto fino alle dieci della notte. Poi le forze speciali hanno circondato l'intera area e hanno messo in salvo Correa.
Nell'allocuzione agli ecuadoriani, Correa ha confermato che è stato fatto oggetto di vessazioni e violenza fisica da parte dei poliziotti sediziosi, e degli infiltrati civili con il passamontagna che li dirigevano. Si tratta di seguaci di Lucio Gutierrez -ex colonnelo e uomo degli americani- cioè della fazione più oltranzista, eversiva e golpista dell'opposizione. Costoro, non hanno esitato a sparare contro i civili e contro i militari istituzionali. "Pagheranno i loro crimini, per loro non ci sarà nessuna amnistia, nè perdono" ha chiarito Correa.
Gli ecuadoriani hanno vissuto una giornata storica in cui -per la prima volta- anzichè mettere in fuga presidenti felloni fedeli al Pentagono o al FMI, sono andati a liberane uno. Per rimetterlo al posto in cui era stato designato nelle urne. Ben cinque predecessori di Correa -tra cui il bieco Lucio Gutierrez- furono scacciati da rivolte popolari e costretti a riparare negli Stati Uniti. Questo è il segno della trasformazione in corso nella nazione sudamericana, osteggiata dalle elites oligarchiche, dagli estremisti del "tutto e subito" e da Washington.
La condanna del fallito golpe è stata generale ed unanime, sia all'interno che all'estero. Le uniche voci ambigue, neutrali e conniventi sono quelle di alcune organizzazioni politiche e sociali (o vari dei loro leader) note per aver ricevuto finanziamenti da USAID e NED.
SELVAS
Correa: “Esto fue un intento de golpe de Estado fracasado”
TP
Allo scadere dell'ultimatum, reparti speciali dell'esercito dell'Ecuador hanno liberato il presidente Correa, con una operazione d'assalto all'ospedale in cui era mantenuto in ostaggio dal gruppo golpista. I militari hanno sofferto 27 feriti, riuscendo a mettere in salvo Rafael Correa su una macchina blindata. Non si trattava di una rivendicazione salariale degenerata in un atto sedizioso, ma un piano di colpo di Stato preparato per destabilizzare il Paese e ribaltare con la forza delle armi quello che era stato deciso con cinque elezioni.
Nel corso del pomeriggio la gente aveva circondato l'ospedale per proteggere la vita di Correa, l'assedio civico coinvolgeva forze crescenti che avanzavano per entrare nell'istallazione, ma i golpisti rispondevano con un gran volume di gas lacrimogeni e colpi d'arma da fuoco. Questo tira e molla -che è costato vari feriti- si è protratto fino alle dieci della notte. Poi le forze speciali hanno circondato l'intera area e hanno messo in salvo Correa.
Nell'allocuzione agli ecuadoriani, Correa ha confermato che è stato fatto oggetto di vessazioni e violenza fisica da parte dei poliziotti sediziosi, e degli infiltrati civili con il passamontagna che li dirigevano. Si tratta di seguaci di Lucio Gutierrez -ex colonnelo e uomo degli americani- cioè della fazione più oltranzista, eversiva e golpista dell'opposizione. Costoro, non hanno esitato a sparare contro i civili e contro i militari istituzionali. "Pagheranno i loro crimini, per loro non ci sarà nessuna amnistia, nè perdono" ha chiarito Correa.
Gli ecuadoriani hanno vissuto una giornata storica in cui -per la prima volta- anzichè mettere in fuga presidenti felloni fedeli al Pentagono o al FMI, sono andati a liberane uno. Per rimetterlo al posto in cui era stato designato nelle urne. Ben cinque predecessori di Correa -tra cui il bieco Lucio Gutierrez- furono scacciati da rivolte popolari e costretti a riparare negli Stati Uniti. Questo è il segno della trasformazione in corso nella nazione sudamericana, osteggiata dalle elites oligarchiche, dagli estremisti del "tutto e subito" e da Washington.
La condanna del fallito golpe è stata generale ed unanime, sia all'interno che all'estero. Le uniche voci ambigue, neutrali e conniventi sono quelle di alcune organizzazioni politiche e sociali (o vari dei loro leader) note per aver ricevuto finanziamenti da USAID e NED.
SELVAS
Il popolo ecuadoriano sta con il Presidente
- CORREA SEQUESTRATO, FERITO, NELLE MANI DEI GOLPISTI - AEROPORTI CONTROLLATI DAI GOLPISTI- MOBILITAZIONE del POPOLO NELLE STRADE PER LIBERARE CORREA - UNASUR e OEA al LATO di CORREA - ISOLAMENTO INTERNAZIONALE dei GOLPISTI - LA VITA di CORREA E' IN SERIO PERICOLO - SILENZIO degli STATI UNITI che NON CONDANNA IL GOLPE - PERÙ e COLOMBIA CHIUDONO LA FRONTIERA -
Ecuador: il Ministro degli Esteri denuncia settori golpisti che stanno “dietro la protesta della polizia”.
Quito – Il Ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño, nelcorso di un'intervista a TeleSur ha sottolineato che “si tratta della insurrezione di alcuni gruppi di poliziotti che sono male informati”, e che “il popolo di Ecuador sta con il presidente Correa”. Il Governo argetino, per mezzo del suo cancelliere Héctor Timerman, da dichiarato il suo “totale appoggio” al governo del presidente Rafael Correa.
Il Ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño, ha sostenuto oggi che dietro le proteste di qualche gruppo di poliziotti, che reclamano benefici e provilegi salariali, ci sono mire golpiste.
“Ci sono gruppi golpisti cje già abbiamo identificato (…) che pensiamo siano stati preparati per questo”, ha sottolineato Patiño nell'intervista in esclusiva a TeleSur. Patiño ha anche dichiarato che la manifestazione dei poliziotti corrisponde a un atto “di insubordinazione assolutamente naccettabile da parte di alcuni gruppi di poliziotti, non di tutti”.
Inoltre ha anche detto che “non sempre le persone che pensano ai golpe poi li fanno davvero”.
Patiño ha detto che il Governo già sapeva dell'esistenza di settori dell'estrema destra che si stanno unendo alla protesta della polizia per propriziare scenari destabilizzanti. Da quando si è avuta la Rivolta Cittadina in Ecuador, “la Polizia e le Forze Armate hanno avuto importanti aumenti di stipendio grazia a questo Governo”.
Con la Legge del Servizio Pubblico, quelal a cui si oppongono i poliziotti in protesta, “si vuole omologare gli stipendi di quanti lavorano nel servizio pubblico, si vuole fare ordine”, ha chiarito Patiño, ragione per cui ha insistito nel dire che i manifestanti sono male informati.
“L'unica cosa che questo Governo vuol fare è restituire dignità ai suoi stipendiati”, ha ribadito il Ministro degli Esteri.
La legge del servizio Pubblico “stabilisce giustizia salariale, giustizia nel lavoro. Si tratta solo di mettere i punti in ordine”.
Un gruppo di poliziotti ha preso oggi con la forza il commissariato n.1 di Quito per protestare contro il “no” al veto alla legge del Servizio Pubblico che contempla l'eliminazione di benefici e promozioni. Il presidente dell'Ecuador Rafael Correa si è recato sul luogo per cercare di aprire un dialogo ma è stato costretto ad allontanarsi dalle violenze esplose nella zona. (ricevuto da Diaspora Chilena)Selvas
Quito – Il Ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño, nelcorso di un'intervista a TeleSur ha sottolineato che “si tratta della insurrezione di alcuni gruppi di poliziotti che sono male informati”, e che “il popolo di Ecuador sta con il presidente Correa”. Il Governo argetino, per mezzo del suo cancelliere Héctor Timerman, da dichiarato il suo “totale appoggio” al governo del presidente Rafael Correa.
Il Ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño, ha sostenuto oggi che dietro le proteste di qualche gruppo di poliziotti, che reclamano benefici e provilegi salariali, ci sono mire golpiste.
“Ci sono gruppi golpisti cje già abbiamo identificato (…) che pensiamo siano stati preparati per questo”, ha sottolineato Patiño nell'intervista in esclusiva a TeleSur. Patiño ha anche dichiarato che la manifestazione dei poliziotti corrisponde a un atto “di insubordinazione assolutamente naccettabile da parte di alcuni gruppi di poliziotti, non di tutti”.
Inoltre ha anche detto che “non sempre le persone che pensano ai golpe poi li fanno davvero”.
Patiño ha detto che il Governo già sapeva dell'esistenza di settori dell'estrema destra che si stanno unendo alla protesta della polizia per propriziare scenari destabilizzanti. Da quando si è avuta la Rivolta Cittadina in Ecuador, “la Polizia e le Forze Armate hanno avuto importanti aumenti di stipendio grazia a questo Governo”.
Con la Legge del Servizio Pubblico, quelal a cui si oppongono i poliziotti in protesta, “si vuole omologare gli stipendi di quanti lavorano nel servizio pubblico, si vuole fare ordine”, ha chiarito Patiño, ragione per cui ha insistito nel dire che i manifestanti sono male informati.
“L'unica cosa che questo Governo vuol fare è restituire dignità ai suoi stipendiati”, ha ribadito il Ministro degli Esteri.
La legge del servizio Pubblico “stabilisce giustizia salariale, giustizia nel lavoro. Si tratta solo di mettere i punti in ordine”.
Un gruppo di poliziotti ha preso oggi con la forza il commissariato n.1 di Quito per protestare contro il “no” al veto alla legge del Servizio Pubblico che contempla l'eliminazione di benefici e promozioni. Il presidente dell'Ecuador Rafael Correa si è recato sul luogo per cercare di aprire un dialogo ma è stato costretto ad allontanarsi dalle violenze esplose nella zona. (ricevuto da Diaspora Chilena)
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