Ecco gli effetti della globalizzazione impostaci. Il titolo è otimistico, in realtà sono andate perdute definitivamente più della metà delle varietà orticole e fruttifere. Lo posso affermare per esperienza diretta in quanto me ne sono occupato attivamente. Da ricordare inoltre la perdità di più della metà delle varietà di cereali conservate nella banca dei semi dell’università di Bari a causa di un sabotaggio agli impianti di refrigerazione. Abbiamo postato un articolo in merito esattamente 2 anni fa a firma di Nicoletta Forcheri.
Da Sa pompia sarda al carrubo siciliano fino alla patata blu trentina [2]In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro e su una larga percentuale di quelle rimaste grava il rischio estinzione, mentre manca all’appello una trentina di razze tra mucche, maiali e pecore e il 95 per cento delle antiche varietà di grano è andato perduto. E’ quanto emerge dal primo dossier sul fenomeno dei “F armers Market in Italia” presentato alla prima assemblea nazionale degli Agrimercato di Campagna Amica della Coldiretti. In Italia nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Ma negli ultimi cinquant’anni – evidenzia Coldiretti – si è persa anche [3]una trentina di razze di animali domestici, tra cui cinque tipologie di bovini, dieci tra pecore e maiali e tre caprini. E altre settantuno sono a rischio estinzione, secondo i dati Eurostat.
In questo modo non solo si rischia di impoverire la scelta a tavola con la rinuncia a determinati sapori e prodotti di un territorio, ma – sostiene la Coldiretti – si perde un patrimonio importante di biodiversità e con esse parte dell’identità ambientale e culturale di un territorio. Un’azione di recupero importante si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori di Campagna Amica attivi in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero [4]mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Ad esempio – spiega la Coldiretti – prodotti ortofrutticoli venduti nei mercati degli agricoltori si conservano in media una settimana in piu’ perché non devono subire i lunghi trasporti e questo consente di mettere in vendita anche varietà piu’ deperibili che non troverebbero spazio sugli scaffali degli ipermercati.
Si stima che – sostiene la Coldiretti – almeno 100 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 30 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Numerosi sono gli esempi provenienti dalle diverse regioni d’Italia. In Friuli si coltiva l’Aglio di Resia, di grande qualità, molto aromatico e particolarmente adatto alla produzione di salumi mentre è piemontese il Cardo gobbo di Nizza con cui si prepara la bagnacauda. Ma nei Mercati di Campagna Amica sono stati salvati anche la Patata blu del Trentino e la Zucca Berettina dell’Emilia Romagna. Dagli agricoltori veneti si può trovare il pregiato Miele di Barena, prodotto dal Limoniun, pianta caratteristica delle terre che si trovano a ridosso della laguna, chiamate appunto le barene. E’ ligure, invece, – continua la Coldiretti – il Chinotto, che può essere preparato in vari modi: sciroppato, candito, al liquore, in elisir, come marmellata e come mostarda. In Toscana è stato recuperato un antico grano tenero, il Verna, noto per i contenuti elevati di antiossidanti come polifenoli e flavonoidi e di vitamina E, col quale si fa un pane rustico. Se dalla Lombardia vengono i Figadei, un tipo di carne sul genere della salama da sugo, nelle Marche si trova la Tortella suina, fatta con carne di maiale, alloro, mistrà, mandorle, pistacchi, pinoli, mentre i Fagioli del Purgatorio sono una specialità laziale dall’alto valore nutrizionale. Nei mercati degli agricoltori umbri è stata recuperata la Roveja di Cascia, antica varietà di legume ottima nelle zuppe, ma anche per preparare la polenta. In Abruzzo si è recuperato il Vino Pecorino, che si ricava dalla varietà di uva Pecorino, così chiamata perché presente nelle zone storiche di transumanza dei pastori. Anche la Muscisca – sottolinea la Coldiretti – è legata alla pastorizia, stavolta pugliese: si tratta di strisce di carne di pecora o di capra aromatizzate con finocchio, aglio e peperoncino e lasciate essiccare. In Campania si trova la Cicerchia, legume adatto alla preparazione di molti piatti. La Mela Gaetanella, bassa, panciuta e profumatissima, è una specialità dei farmers market del Molise, mentre la Melanzana rossa di Rotonda Dop appartiene alla tradizione della Basilicata. Ha proprietà antitumorali l’Annona, un tipo di frutta che si produce in Calabria. Dagli agricoltori siciliani viene il rilancio delle Carrube sono tornate sulle tavole per essere utilizzate anche nelle diete come sostitutivo del cioccolato. In Sardegna è stata poi recuperata Sa Pompia, sorta di cedro dalla buccia spessa e ruvida usato – spiega la Coldiretti – nella preparazione di un dolce tipico dei matrimoni, oltre che preparato candito o come ingrediente di liquori. Nei mercati degli agricoltori è anche spesso possibile acquistare erbe selvatiche dimenticate, da utilizzare in cucina, nella cura del corpo o della salute. Un esempio – spiega la Coldiretti – è l’Ortica che può essere impiegata in cucina per zuppe, frittate, torte salate, ripieni per pasta fresca e risotti, anche se la ricetta che più ne esalta il gusto è quella degli gnocchi verdi. Per realizzarli occorre semplicemente aggiungere alle patate dell’impasto classico della buona ortica precedentemente lessata e tritata, uova e farina. Una volta cotti possono essere serviti con un sugo di taleggio e noci. La Malva, invece, nota per i suoi fiori viola possiede notevoli qualità benefiche utili per curare molti fastidi. I fiori e le foglie infatti sono particolarmente ricche di mucillagini, potassio, calcio e vitamine che le conferiscono proprietà emollienti e lassative. Utilizzata fresca per curare gli ascessi dei denti (bastano 5 o 6 foglie fresche riscaldate in un padellino, pestate e avvolte in una garza da applicare sulla parte dolente) può anche risolvere mal di pancia e costipazioni intestinale, ma anche tosse e raffreddore se usata in decotto (basta far bollire 30 grammi di foglie e fiori secchi in un litro d’ acqua per 3 minuti, lasciare riposare e berne almeno 2 tazze al giorno). Lo stesso decotto, può essere, inoltre un ottimo rimedio per la faringite se utilizzato per sciacqui e gargarismi. La Calendula, invece, ha eccellenti proprietà antisettiche, cicatrizzanti e antinfiammatorie, soprattutto per risolvere piccoli fastidi della pelle come eruzioni cutanee, dermatiti o semplici arrossamenti. Per fare tutto questo – conclude la Coldiretti – basta solo far essiccare fiori e foglie di calendula vicino una fonte di calore e poi preparare un infuso, facendo bollire 6 grammi di calendula secca in 100 ml d’acqua, da applicare con delle garze di cotone sulla parte dolente o screpolata.
ALCUNI DEI PRODOTTI SALVATI DAI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA
regione | prodotto | Descrizione |
Lombardia | Figadei | Salume fatto con fegato di maiale e simile alla salama da sugo |
Piemonte | Cardo Gobbo Nizza | E’ l’ortaggio protagonista della Bagnacauda, la tipica salsa piemontese |
Veneto | Miele di Barena | Prodotto dal Limoniun, pianta caratteristica delle terre che si trovano a ridosso della laguna, chiamate appunto le barene. |
Trentino Alto Adige | Patata Blu | Patata dalla caratteristica polpa di colore blu, recentemente riscoperta e usata in abbinamento a molti piatti tradizionali |
Friuli Venezia Giulia | Aglio di Resia | E’ una varietà di aglio di grande qualità, molto aromatico e particolarmente adatto alla produzione di salumi |
Liguria | Chinotto | Frutto che può essere preparato in vari modi: sciroppato, candito, al liquore, in elisir, come marmellata e come mostarda |
Toscana | Pane di Verna | Fatto con un antico grano tenero, il Verna, noto per i contenuti elevati di antiossidanti come polifenoli e flavonoidi e di vitamina E |
Emilia Romagna | Zucca Berettina | Varietà di zucca dalla polpa gialla ottima per la preparazione dei primi |
Umbria | Roveja di Cascia | Antica varietà di legume ottima nelle zuppe, ma anche per la polenta |
Marche | Tortella suina | Salume simile alla coppa è fatto con carne di maiale, alloro, sale, pepe nero, olive verdi, bucce di arancio, mistrà, mandorle, pistacchi, pinoli |
Lazio | Fagioli del Purgatorio | Hanno la caratteristica di cuocere senza bisogno di essere messi in ammollo e un buon contenuto di proteine, vitamina B, calcio e ferro |
Abruzzo | Vino Pecorino | Si ricava dalla varietà di uva Pecorino, così chiamata perché presente nelle zone storiche di transumanza dei pastori |
Campania | Cicerchia | Legume ormai quasi dimenticato, è ottimo per la preparazione di zuppe |
Molise | Mela Gaetanella | Mela bassa, panciuta e dall’odore molto aromatico tanto che veniva conservata negli armadi e nei cassettoni per profumare la biancheria |
Basilicata | Melanzana rossa di Rotonda Dop | Varietà caratteristica di melanzane; è particolarmente indicata per essere consumata sottolio |
Puglia | Muscisca | Specialità della pastorizia: strisce di carne di pecora o di capra aromatizzate con finocchio, aglio e peperoncino e lasciate essiccare |
Calabria | Annona | Frutto dal sapore simile alla fragola. Secondo gli ultimi studi ha importanti proprietà antitumorali |
Sicilia | Carruba | Legume dal sapore dolciastro che viene utilizzato anche nelle diete |
Sardegna | Sa Pompia | Sorta di cedro dalla buccia spessa e ruvida usato nella preparazione di dolci tipici, ma anche candito o impiegato per fare liquori |
Valle d’Aosta | Lardo di Arnad | Ottenuto da maiali alimentati a castagne e verdura e fatto stagionare con aromi e spezie locali |
Un andamento incoraggiante si riscontra anche sul mercato nazionale dove i consumi familiari sono saliti di oltre il 2 per cento per il grana Padano mentre lo yogurt ha fatto addirittura un balzo del 2,5 per cento e il latte di quasi l’uno e mezzo per cento, secondo le analisi della Coldiretti su dati Clal nei primi dieci mesi del 2010. Risultati positivi a livello nazionale ed internazionale che vanno trasferiti – sostiene la Coldiretti – alle aziende agricole dove negli allevamenti si deve fronteggiare un preoccupante aumento dei costi di produzione a o partire dai mangimi che hanno fatto segnare un rincaro del 14 per cento a novembre 2010 rispetto all’anno precedente.
Sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, mercati di campagna amica, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo è l’obiettivo del progetto “Una Filiera Agricola tutta Italiana” presentata dal presidente della Coldiretti Sergio Marini per contrastare i due furti ai quali è sottoposta giornalmente la nostra agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori.
I primi decreti applicativi riguarderanno proprio il settore lattiero caseario dove E’ estremamente importante – conclude la Coldiretti – che si intervenga immediatamente anche sul settore suinicolo che sta affrontando una grave crisi anche perchè tre prosciutti su quattro sono spacciati come Made in Italy, ma sono ottenuti da maiali stranieri.
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