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indipendentisti e sovranisti contro le servitù: Armi israeliane testate...
video https://www.youtube.com/watch?v=9wV_RqmIako
Pubblicato il 25/lug/2014
"Le armi usate nel conflitto della Striscia di Gaza sono state
sperimentate nei poligoni sardi". Lo sostengono gli indipendentisti e
sovranisti in Consiglio regionale, che chiede lo stop all'ampliamento
delle aree di esercitazione nell'Isola. "Ribadiamo la nostra solidarietà
al Popolo Palestinese e la nostra ferma contrarietà a qualsiasi uso del
territorio sardo a fini di sperimentazioni militari. Pensiamo che la
Sardegna debba essere una terra di pace e per questo motivo pensiamo che
le nostre istituzioni non possano più assistere impotenti a quanto sta
avvendendo in queste ore a Gaza". #stopbombingaza
Passività internazio nale di fronte al massacro dei palestines i
Gaza è stata considerata il più grande carcere o campo di concentramento del mondo, con una situazione totalmente diversa da tutti gli altri; quello che lo ha realizzato è il regime di Israele, lo attacca quando vuole e non permette l’ingresso di medicinali, né di acqua, né di energia elettrica, né di qualsiasi altra cosa. In quel grande carcere non c’è un anziano, un bambino, una donna o un adolescente che possa ritenersi in salvo dalla sua aggressività.Le aggressioni del regime di Israele si realizzano con tutti i mezzi aerei, marittimi e terrestri possibili, si è anche ricorso all’utilizzo di armi illegali. Secondo il centro palestinese per i diritti Umani (CPDH), l’Eserito israeliano ha fatto uso di bombe al fosforo contro il popolo palestinese nella striscia di Gaza.Il regime di Tel Aviv sostiene che l’obiettivo egli attacchi sono i componenti del Movimento di Resistenza palestinese (Hamas), nonostante che, secondo le cifre consegnate da fonte medica e dal Ministero dell’educazione della Palestina, i bambini e le donne costituiscono la maggior parte delle vittime. Gli incessanti attacchi israeliani hanno prodotto centinaia di morti e migliaia di feriti. Inoltre la scarsezza dei medicinali e mezzi di soccorso ha aumentato a dismisura le vittime anche tra i civili.
Le aggressioni e l’ostilità di questo regime (di Israele) si realizzano mentre le organizzazioni e quei governi che si proclamano “difensori dei diritti umani” sono rimasti in silenzio o si sono limitati a condannare gli attacchi senza nessun altro tipo di azione. Neppure il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che, secondo il suo statuto, dovrebbe essere il principale garante della pace del mondo ha potuto o, meglio dire, non ha voluto mettere fine a queste aggressioni e prendere misure efficaci per sanzionare il regime di Tel Aviv.
Intanto, mentre si realizza un crimine di questa ampiezza, in qualsiasi altro paese o contro lo stesso regime di Israele, di sicuro la situazione sarebbe un’altra; un esempio si può apprezzare in quanto avvenuto ultimamente, poco dopo che l’aereo civile della Malasia Airlines era stato abbattuto in Ucraina. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato subito una riunione urgente ed i suoi rappresentanti, oltre a condannare l’azione, hanno sottolineato l’importanza di di effettuare una approfondita indagine su questo fatto.
Al contrario, nel caso della reazione all’avvenuta aggressione israeliana su Gaza non c’è stato niente di simile. Non solo non hanno condannato gli attacchi contro la popolazione palestinese ma neppure hanno qualificato come aggressore un regime che, con i suoi attacchi sproporzionati con le bombe al fosforo e dardi d’acciaio, sta commettendo crimini di guerra ed ha portato a termine un genocidio nel quartiere di Shejaiya, nella zona est della Striscia di Gaza,dove i palestinesi non possono neppure raccogliere i cadaveri delle proprie vittime per trasferirli negli ospedali.
Nonostante gli appelli e gli sforzi alle Nazioni Unite, nell’Assemblea Generale, per approvare risoluzioni contro il regime israeliano, c’è sempre stato il grande ostacolo del veto degli Stati Uniti a qualsiasi risoluzione di condanna.
Questo nonostante che il regime israeliano si era impegnato, all’atto del suo ingresso nell’ONU, grazie all’appoggio delle superpotenze e di Washington in particolare, ad accettare ed adempiere una serie di condizioni fra cui riconoscere le frontiere stabilite ed il diritto all’autodeterminazione per le migliaia di palestinesi scacciati dalle loro terre a rientrare in patria. Nonostante questo il tempo ha dimostrato che, non soltanto non hanno rispettato gli impegni ma con l’appoggio indiscriminato di USA, Francia e Gran Bretagna, è peggiorata giorno dopo giorno la situazione dei palestinesi così come il blocco di Gaza e gli attacchi indiscriminati contro i civili.
Attualmente, mentre è in corso il massacro dei palestinesi a Gaza, le superpotenze, invece di prendere delle misure per bloccare questo spargimento di sangue nella striscia, il Senato degli Stati Uniti ha approvato in forma unanime la continuazione della guerra contro i palestinesi, lo scorso 11 Giugno 140 deputati della Camera dei Rappresentanti USA ha approvato una risoluzione di appoggio agli attacchi del regime di Netanyahu contro i palestinesi
.
La situazione a Gaza mette in risalto la continua politica del “doppio standard” svolta dall’Occidente in quanto al tema dei diritti umani che gli stessi USA, Francia e Gran Bretagna proposero nella decade degli anni ’80, mediante la quale aprirono alla possibilità di intervento in qualsiasi paese volessero, tramite il pretesto della difesa dei diritti umani.
In questo modo hanno potuto attaccare la Libia sostenendo che il regime di Gheddafi violava sistematicamente i diritti dei suoi cittadini. Con lo stesso pretesto hanno effettuato pressioni su vari paesi , incluso l’Iran, ed interventi diretti in Iraq ed in Afghanistan. Nonostante questo, il problema della violazione dei diritti si è verificato in molti altri paesi senza che le grandi potenze sentissero il bisogno di intervenire. (…..)
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, con le sue parole, durante questa guerra, ha dichiarato “che Israele si sta difendendo di fronte ai missili di Hamas” ed in questo modo ha preteso di legittimare l’aggressione del regime di Tel Aviv. Forse che non è stato il regime israeliano quello che ha iniziato la guerra ed ha attaccato Gaza con missili, bombe, droni e carri armati? Nelle norme internazionali si enuncia chiaramente che un paese aggredito ha il diritto di difendersi fino a che entra in scena il Consiglio di sicurezza ONU ed è quello che sta facendo la Palestina. Nonostante che Netanyahu, grazie alla luce verde dei suoi soci occidentali, dice che non ci sarà una tregua mentre che seguono gli attacchi di Hamas, come se siano stati questi il detonante della guerra.
Forse che appare logico che uno inizi una aggressione e poi dichiari che è disponibile ad una tregua? Questo è quello che sta accadendo con il regime israeliano che lancia una guerra contro i palestinesi ed i suoi soci propongono un cessate il fuoco. Così il regime, una volta che torna a riorganizzarsi per un’altra guerra non adempie alle condizioni della tregua ed attacca un’altra volta tranquillamente senza preoccupazioni, già che può contare sull’appoggio dei membri del Cons. di Sicurezza.
In questo momento i palestinesi della striscia di Gaza non hanno accesso alle cure mediche, non dispongono di acqua potabile, né di elettricità, qualche cosa che già in tempi di pace causa gravi problemi, incluso se questo avviene durante una guerra e si trasforma in tragedia come quella che sta avvenendo in Palestina. Non bisogna dimenticare che sono bambini, donne ed anziani quelli che stanno perdendo la vita per l’ambizione di potere di alcuni e nell’indifferenza di molti altri. Tuttavia fino a quando si può restare indifferenti davanti alla morte di persone innocenti e seguitare con la politica del doppio standard in appoggio ad un regime che solo pensa a se stesso.
Rasul Gudarzi
Fonte: Hispantv
Traduzione: Luciano Lago
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