martedì 21 giugno 2011

Sul Corriere è apparso un delirante articolo a favore della vivisezione intesa come strumento di progresso scientifico, tale articolo porta la firma di Remuzzi.
Dalla stampa mainstream è sempre lecito aspettarsi "veline" a servizio, metto perciò la ottima replica di professionisti come la Lav, che come sempre parlano con competenza e non per COMPIACENZA.

Remuzzi di quale progresso vai cianciando? 
Di quella parte di "scienza" descritta in Inventare malattie del Dott. Adolfo Di Bella che inizia con una citazione da un libro inchiesta che recita "«Le case farmaceutiche si sono trasformate in imperi commerciali capaci di vendere antidepressivi..., antidolorifici... e farmaci anticolesterolo... con gli stessi metodi utilizzati da Coca Cola o per vendere il Dash... Vendere farmaci, anziché scoprirli, è diventata lossessione dellindustria farmaceutica».?


Lo sa,  il Sig. Remuzzi, che "su 100 sostanze che hanno superato i test su animali, 92 falliscono nelle prove cliniche sull’uomo."??????
Dato tratto da Equivita, un comitato scientifico NO PROFIT, a differenza di Big Pharma che ha ben altri propositi.

Si legga, caro Remuzzi,  questo articolo e risponda:


Dall'articolo sopra:
"Più di 10.000 persone muoiono ogni anno per reazioni avverse ai trattamenti prescritti e gli scienziati chiedono un nuovo approccio."


Ed ancora:

"Nel 2008, la Commissione europea ha stimato che le reazioni avverse al trattamento uccidono quasi 200.000 cittadini dell'Unione europea ogni anno ad un costo 79 miliardi di euro.
La notizia arriva in un momento in cui i costi dei nuovi farmaci sono in aumento creando un sempre maggiore onere per il SSN."

Complimenti, proprio un progresso di cui andar fieri eh Remuzzi?

Remuzzi è in grado di controbattere l'inutilità dei test sugli animali, dal quale estraggo:
"Da decenni, tra gli scienziati e le industrie farmaceutiche è risaputo che i test sugli animali sono scientificamente inattendibili. Nel Settembre del 1962 The Lancet commentava: ‘Dobbiamo far fronte al fatto che i test più accurati sugli effetti che un nuovo farmaco può avere sugli animali più dirci molto poco dei suoi effetti sugli esseri umani.’ Nel 1964 il dottor J. Gallagher, il direttore medico dei Laboratori Lederle ha ammesso: ‘I test sugli animali vengono fatti per ragioni legali e non per ragioni scientifiche.’

Era il 1964. Cosa (e quando) è successo di diverso tanto da dover ritenere che la vivisezione sia diventatata fondamentale?

L'articolo linkato sopra, l'inutilità dei tests è una sintesi estremamente razionale della inutile crudeltà alla quale sottoponiamo gli animali, altro che scienza!!!

Si legga, Sig. Remuzzi, le testimonianze di  persone e scienziati contro la vivisezione cosa hanno da dire, prima di pontificare sulla vita di esseri viventi e senzienti CHE NON LE APPARTENGONO, ecco una ricca scelta qui, (e trovo vergognoso quanto ripugnante che la scia di sangue del progresso scientifico sia così rigogliosa). Un' altra ricca documentazione qui

Remuzzi, che scienza è, quella descritta con cognizione di causa ne "Come fare carriera con il topo giusto" di Claude Reiss, fisico e biologo cellulare?

E' questa la scienza nella quale dovremmo tanto confidare e rimettere con fiducia tanto la nostra vita quanto i nostri soldi (nonché la vita degli animali)?




Ed adesso la replica della Lav e "I cinque argomenti più sconvolgenti sulla sperimentazione animale" di Equivita a seguito, magari il Remuzzi saprà dare delucidazioni.
Ricerca senza animali, LAV: senza se e senza ma
[*di M. Kuan] “Gli animali per adesso servono alla ricerca”, afferma il dott. Remuzzi sul Corriere della Sera in risposta al comunicato LAV che ha contestato la necessità della sperimentazione animale asserita dallo stesso ricercatore nelle scorse settimane.
  •  La fondatezza scientifica della ricerca è il requisito “sine qua non” di questo settore e la sperimentazione animale è un errore metodologico grave sul piano scientifico perché nessun animale può essere modello sperimentale per l’uomo. I test su animali non solo sono estremamente crudeli, ma non sono affatto utili per predire ciò che può accadere all’organismo umano quando questo è esposto ad una sostanza: ciò che risulta innocuo negli animali può essere tossico per l’uomo. Alcuni esempi tra i tanti:
    - Penicillina: è un farmaco che ha salvato la vita a milioni di persone e che per puro caso, a detta dello scopritore Fleming, è stata testata su ratti e non su cavie. Infatti, se così fosse stato, sarebbe stata cestinata, visto che sulle cavie risulta altamente tossica; in questo caso il ratto si comporta come l’uomo, ma non è possibile trarne una regola generale.
    - Cloroformio (anestetico): i tentativi di estrapolare i risultati dai roditori all’uomo sono falliti.
    - Arsenico: la dose che uccide un uomo è innocua per il cane. Gli studi su animali non hanno confermato quanto si riscontra sull’uomo, così ciò che oggi è noto sugli effetti di questo metallo sono dovuti a studi su popolazioni umane.
    - Tetracloruro di carbonio: distrugge i reni in molti animali, tra cui alcune specie di scimmie, mentre in altre questo non accade.
    - Glicole etilenico (nei liquidi antigelo, ma anche in farmaci e cosmetici): è considerevolmente più tossico nell’uomo che in altre specie animali, la dose letale per l’uomo ha un valore di 1,4; per ratto, cavia e topo varia da 5,5 a 14. I ratti risultano più sensibili dei topi.
    - Metanolo: rende cieche le persone, ma nulla di tutto questo è stato osservato negli animali comunemente usati nei test.
    A causa della sperimentazione animale, dunque, possono essere cestinate sostanze innocue o utili per la salute umana. Non è possibile stabilire a priori come una sostanza si comporti sull’uomo se non testandola su di lui, infatti tutto ciò che viene sperimentato su animali, passa poi attraverso l’uomo che diventa l’ennesima “cavia” di un sistema di controllo pericoloso e spesso fuorviante, con ingenti interessi economici annessi. Oltre i 4/5 dei farmaci che superano la sperimentazione animale, non superano la sperimentazione umana, quindi meno del 20% sono commercializzati e il 51% dei farmaci commercializzati presentano gravi reazioni avverse che non si erano verificate negli animali. Traendo le conclusioni su 100 sostanze sicure negli animali, almeno 80 sono scartate dopo la sperimentazione umana e 10 ritirate dal commercio per gravi reazioni avverse; ciò significa che in oltre il 90% dei casi i risultati su esseri umani e animali sono significativamente differenti, mentre in meno del 10% dei casi i risultati sono in qualche modo paragonabili, ma lo possiamo sapere solo a posteriori. La ricerca potrà fare consistenti passi in avanti quando anche gli addetti al settore ammetteranno, “senza se e senza ma”, il limite scientifico dei test condotti su animali e si faranno promotori dei metodi alternativi.

    Nonostante le evidenze scientifiche di quanto sia infruttuosa e fallimentare la sperimentazione animale, il modello in vivo continua ad essere l’unico modello di riferimento, lasciando i giovani ricercatori e addetti al settore incapaci di fare una scelta oggettiva e rivolgersi a settori in espansione come test in vitro e metodi alternativi; addirittura la Legge 413/93, che da diritto all’obiezione di coscienza, non viene diffusa nelle Università, benché obbligatorio per legge.
    Topi e ratti sono utilizzati in gran quantità a scopo sperimentale perché sono animali piccoli, facilmente maneggevoli, prolifici e meno costosi di altri, piuttosto che per ragioni scientifiche, sebbene  non siano i roditori i nostri parenti più prossimi per vicinanza genetica e comportamentale.

    Quanto alla minore percentuale di topi e ratti impiegati oggi rispetto a 20 anni fa, come afferma il dott. Remuzzi, la realtà è che in Italia e nell’Unione Europea il numero di animali usati per esperimenti è sempre molto elevato: 2,6 milioni di animali in Italia nel triennio 2007-2009, 12 milioni circa nell’UE. Si tratta di numeri ancora troppo alti visto il quadro scientifico e legislativo europeo che prevede la promozione dei metodi alternativi alla sperimentazione animale e la chiara posizione contraria dell’opinione pubblica alla vivisezione. Inoltre, in Italia vi è un grave aumento del ricorso alle scimmie (sia ceboidea che cercopothecoidea), specie regolamentate dal Decreto Legislativo 116/92 in modo fortemente restrittivo e dunque dovrebbe rappresentare una deroga eccezionale e non risultare in aumento. I primati non umani, come i cani, sono utilizzati per esperimenti fortemente invasivi che comportano alti e prolungati livelli di dolore come studi di tossicità e indagini legate a problematiche nervose e mentali umani e cancro.
    Gli stabulari – definiti “moderni e confortevoli” dal dott. Remuzzi – non sono hotel a 5 stelle: gli animali che li popolano, quando non sono prelevati in natura, vengono fatti nascere e allevati per finalità sperimentali. Sono costretti a vivere in gabbie e in spazi limitati, in un habitat artificiale e innaturale – un fattore che peraltro può influenzare fortemente la ricerca stessa -, non vedranno mai un albero, un prato né potranno procacciarsi del cibo o stabilire normali relazioni con altri animali. Subiranno invece prelievi e manipolazioni invasive. La soppressione, alla fine della procedura, da un certo punto di vista, sarà per loro una liberazione.
    *Michela Kuan, biologa, Responsabile LAV Vivisezione

  • L’illusione della magrezza a prova di topo
    • 09/06/2011 [di M. Kuan*] Con l’arrivo dell’estate gli articoli che annunciano diete miracolose aumentano esponenzialmente e purtroppo anche le sperimentazioni su animali che promettono soluzioni rapide e indolori per perdere peso. Ricerche basate su assurdi test condotti su topi per ottenere dati non applicabili all’uomo o risultati già noti da tempo, abituando il lettore ad accettare il modello animale come quello di riferimento e illudendolo che basti una pillola per essere magri e belli.
    • Ne sono un esempio gli studi presentati all'Annual Meeting dell'Endocrine Society da Mariana Monteiro dell'Universita'di Porto dove si promette un vaccino antiobesità, che casualmente, nell’eventualità risultasse applicabile all’uomo, andrebbe comunque associato a dieta e ginnastica; o quello condotto da Edward List sull’effetto yo-yo delle diete che risulterebbero meno dannose rispetto ad un costante sovrappeso.
      Ma anche in Italia non mancano pubblicazioni dalla più che dubbia utilità, infatti  l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano in collaborazione con il siciliano Centro di agrumicoltura di Acireale, ha fatto dei test su ratti ipernutriti e cioè alimentati con cibi molto ricchi di grassi, scoprendo che somministrando agli animali come bevanda il succo di arance rosse della varietà Moro, si abbattevano i livelli di grassi nell’organismo, arrivando alla conclusione che consumando arance rosse si beneficia dell’effetto dimagrante e delle sostanze utili all’organismo contenute; dati scontati viste le raccomandazioni note da tempo sul consumo di frutti ricchi di antocianine e flavonoidi.
      Sono decenni che si sperimenta su topi e ratti per curare l’obesità e trovare la cura miracolosa che faccia perdere peso senza fatica, ma ovviamente non è successo, anzi il numero di obesi è in tragico aumento e sarebbe più utile e corretto fare informazione e prevenzione sottolineando anche i più importanti fattori di rischio e cura, soprattutto nell’età scolastica.
      La ricerca di base troppo spesso si macchia di violenze inaccettabili sugli animali, che comportano lente agonie che si concludono inevitabilmente con la loro morte. Oltre alle obbligatorie considerazioni etiche, la sperimentazione animale non consente alcuna applicabilità del dato all’uomo, ma con essa vengono lanciate solo futili promesse che fanno leva su ingenti problemi legati alla salute umana quali obesità e anoressia. La cura della salute individuale non può prescindere dalla necessità di una ricerca rigorosa sul piano scientifico e dall’educazione alla cultura della prevenzione fin dalla tenera età.


      *Resp. LAV Vivisezione
I cinque argomenti più sconvolgenti sulla sperimentazione animale (fonte:PETA)
Vi proponiamo di seguito la traduzione di un piccolo testo prodotto da PETA (Peolple for the Ethical Treatment of Animals) con annesso un video di 55 secondi.
Lo consigliamo a coloro che affermano che gli animali vengono trattati bene nei laboratori di sperimentazione. I dati si riferiscono in particolare agli Stati Uniti d'America, anche se la situazione europea risulta essere pressappoco la stessa.
Lo sapevate che milioni di animali, compresi cani e gatti, come quelli con i quali potresti condividere la casa, sono tormentati nei laboratori degli Stati Uniti ogni anno per esperimenti crudeli? Anche se questo fatto potrebbe averti sorpreso, ecco i primi cinque scioccanti elementi che devi sapere sugli esperimenti sugli animali:

1. Più di 100 milioni di animali sono avvelenati, bruciati, mutilati, e abusati in altri modi nei laboratori degli Stati Uniti ogni anno.

2. Nessun esperimento è illegale, non importa quanto crudele, irrilevante per la salute umana, ridondante, o doloroso.


3. Il 95% degli animali utilizzati per gli esperimenti sono esclusi dall’unica legge federale che offre una qualche protezione.


4. Anche quando valide alternative alla sperimentazione animale sono disponibili, la legge non richiede che esse siano usate.


5. Il 92% due farmaci sperimentali che sono sicuri ed efficaci negli animali falliscono durante gli studi clinici sull'uomo, perché o non funzionano o sono pericolose.

2 commenti:

  1. Bastaaaaa con questo scempio è ora di finirla!Vorrei che la legge di causa ed effetto si accellerasse un po'.Voglio un po' di giustizia.

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  2. L'ignoranza, l'arroganza, la mancata partecipazione della gente stanno lasciando la strada libera agli assassini.Ma è solo apparenza. Non ti preoccupare erborista, la legge causa effetto è già in atto.

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