lunedì 9 luglio 2012

L'ambasciatore americano in Italia Thorne si esprime in questo modo sull'operato di Monti e sulla crisi europea:
Ambasciatore USA: Bene Monti, serve una risposta congiunta europea
Thorne: Né gli Usa né l'Italia sono in possesso delle risposte con cui affrontare la crisi o «trovare un equilibrio tra indipendenza e sovranità a livello globale. Tuttavia noi lavoriamo insieme per un progetto comune: garantire la libertà e la prosperità ai nostri cittadini» da Diario dal Web

Mundell, Nobel per l'Economia: Mario Monti deve restare in carica dopo il 2013 su Ib Times:

Succede così che, nel coro dei consensi a Mario Monti, si distingua anche la voce di un premio Nobel per l'Economia. In un intervista rilasciata a Bloomberg, Robert Mundell ha dipinto Monti come l'uomo giusto nel momento giusto. Secondo l'economista, Monti dovrebbe addirittura rimanere in carica oltre la scadenza del mandato nel 2013. Tutto ciò perché si è dimostrato, secondo il premio Nobel, capace di aiutare il paese afflitto dal secondo maggior debito dell'area euro a rialzare la testa.
"Anche se non è un mago, è sicuramente il meglio che c'è in circolazione in Italia a livello politico. (...)


Per quanto riguarda l'ambasciatore Usa che rimarca quanto Usa ed Italia non abbiano la bacchetta magica per risolvere la crisi, assicura che entrambi i paesi stanno lavorando per il bene dei cittadini. Forse si riferisce a quelli che abitano su Marte.

Per quanto riguarda Mundell (caro Nobel, Monti lo manda il Bilderberg non la politica) mi preoccupa che un economista ritenga l'operato di Monti utile per l'economia italiana. Qualcuno gli faccia sapere che 1.626 aziende al giorno muoiono in Italia come registrato dalla Cgia di Mestre (calerà la scure censoria
anche su questo ente?) trascinando con sé la stragrande maggioranza di suicidi per ragioni economiche.
Niente male, questo per Thorne deve essere un ottimo risultato per il benessere dei cittadini e per il premio Nobel Mundell un modello economico notevole. Forse quest'ultimo è interessato a vedere applicata una teoria economica che studia tutte le misure necessarie per distruggere una nazione e la sua gente. Invito caldamente Mundell a sperimentare l'avventura di tirare a campare in Italia, o la sfida si rivelerebbe troppo ardita per un colletto bianco?

Con estimatori della risma di cui sopra, in Italia si leva la voce di Squinzi, presidente di Confindustria che osa non ringraziare e riverire il dittatore calato dal Mercato.

Si susseguono le notizie catastrofiche dal mondo economico, diminuiscono i mutui per la casa del 47%, il Codacons stima un crollo dei saldi estivi nell'ordine del 20-25% e si pretenderebbe che il Presidente di Confindustria Squinzi si complimentasse?

La ramanzina contro il giudizio di Squinzi sull'operato del governo che giudica insufficente è affidata a Montezemolo. Riassumiamo le puntate precedenti: il Presidente di Confindustria non è la prima volta che critica i tecnici, ha definito una boiata la riforma del lavoro (cancellazione art 18), ha definito incivile uno Stato che non paga le aziende che han lavorato per suo conto, mostra preoccupazione verso i giovani disoccupati, mettendo in guardia dalla perdita di una o più generazioni (mentre il governo toglie loro ancora diritti) e soprattutto giudica troppo bassi i salari per far ripartire i consumi. Ora urge richiamare all'ordine Squinzi e non solo con le urla di Montezemolo, così lo stesso Monti accusando il colpo interviene addebitando alle parole critiche di Squinzi l'aumento dello spread. Quest'ultimo a sua volta, pur precisando quanto di più scontato ci possa essere, ossia che lo spread non lo comanda lui, pare aver compreso il messaggio e porge il suo inchino, passando dal giudizio sospeso di qualche giorno fa al più convinto sostenitore di oggi.

Monti da ottimo despota quale si dimostra è ormai avvezzo a distribuire l'intimazione di tacere. Quando i giornali riportavano i casi di suicidio causa crisi economica e disperazione, detrminata dall'impossibilità di soddisfare le sanguisughe di Equitalia, l'imperatore dell'usura ha ordinato la censura, lagnandosi del mancato sostegno dei giornali che prima reputava amici. Ha scomodato perfino l'Istat che, rimaneggiando i dati ha decretato come il livello dei suicidi sia sempre stato costante, concludendo che la crisi economica non c'entra nulla come causa della morìa. Da allora, i giornali obbedienti non hanno più riportato i casi delle persone che si tolgono la vita, diventata per loro un lusso irraggiungibile.
Improvvisamente gli italiani sono rinsaviti? O Equitalia è diventata più tollerante? Ovviamente ne dubito.

Montezemolo sostiene che il nuovo presidente non esprima un parere in linea con una Confindustria civile e responsabile.
Mi chiedo come Montezemolo possa rappresentare quella miriade di piccole e medie imprese che collassano ogni giorno dato che le sue esperienze in materia di attività economica sono riconducibili alla peggiore specie di impresa, quella che campa con i soldi pubblici e vive di favoritismi politici. Basti pensare all'esperienza della sua società Acquamarcia che sbagliò il progetto dello Stadio delle Alpi (a proposito di meritocrazia) ed alla società NTV con Diego della Valle ed Intesa San Paolo.
Come abbia fatto questo soggetto a presiedere Confindustria è un mistero solo per chi non conosce il clientelismo italiota. 

La presidenza susseguitagli, capitanata da Emma Marcegaglia ha assistito all'agonia delle imprese senza proferire parola. La Signora si è mai data pena di occuparsi delle piccole e medie imprese? Per lei non sono mai esistite, l'importante era attaccare il governo Berlusconi se osava rifiutare alle sue industrie ed a quelle dei suoi 4 amichetti sconti e sgravi fiscali.  Leggi La Marcegaglia che ti aspetti di Marco Cedolin che rende bene l'idea. Gli altri imprenditori? Che se ne vadano al macero, le regole del mercato devono valere per gli altri, mica per il "club esclusivo". Comprendo bene le parole di Montezemolo, l'attività di lobbying di Confindustria ha sempre avuto come obiettivo lo stanziamento di fondi PUBBLICI per grandi opere inutili e altre attività con le quali arricchirsi.

La mia diffidenza verso Confindustria ha sempre virato decisamente verso il disprezzo. Per quanto mi riguarda io sostegno pienamente la decrescita perciò certo Squinzi non potrà essere un mio "faro" del pensiero, ma mi ha decisamente colpito perché è il primo della consorteria che si rende conto della realtà e della tragedia nella quale versano milioni di imprese, trascinandosi dietro molti lavoratori. Sarà per questo che Squinzi è sembrato essere così vicino alla Camusso pur rappresentando appunto teoricamente due fazioni opposte?


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