sabato 14 luglio 2012

Usa, controllo totale

Luca Galassi
Con un ordine esecutivo firmato alla chetichella la scorsa settimana, il presidente Usa Barack Obama abilita di fatto la Casa Bianca a controllare tutte le comunicazioni private del Paese in nome della sicurezza nazionale. Con il provvedimento, chiamato ‘Assignment of National Security and Emergency Preparedness Communications Functions’, si attua una delle decisioni più drastiche e più invasive della privacy della storia degli Stati Uniti.

Il documento comincia così: “Il governo federale deve possedere la facoltà di comunicare in ogni momento e in ogni circostanza al fine di portare avanti le sue missioni più critiche e più sensibili”, per poi proseguire: “Comunicazioni durature, resistenti, continuative ed efficaci, sia nazionali che internazionali, sono essenziali per consentire al ramo esecutivo di comunicare al suo interno e con i rami legislativo e giudiziario, con i governi statali, locali, territoriali e tribali, con i soggetti del settore privato, con i soggetti del potere pubblico, con gli alleati e le altre nazioni”.  CONTINUA SU E IL MENSILE

Un mondo alterato: 11/9, Obama, e il tentativo di annientare la coscienza

La notizia che il presidente Barack Obama sta prendendo il controllo di tutti i sistemi di comunicazione in America attraverso un ordine esecutivo ce l'aspettavamo. Come al solito, i media hanno poco da dire. Non si sono presi
nemmeno la briga di dire al popolo americano di circolare perché non c'è niente da vedere qui. E' come far finta che non è successo niente.

Dal punto di vista delle istituzioni, il treno della tirannia totalitaria a Washington sta compiendo un'altra tappa di routine nel suo cammino verso la destinazione finale. Quindi, perché fare tante storie per la presa di potere del Presidente? Solo i pazzi e paranoici teorici della cospirazione si preoccupano di cose futili come la libertà di parola e la libertà di espressione.

La realtà è che viviamo in un mondo post-false flag 11/9. La giustizia è stata gettata nel water. Il Presidente possiede le menti degli americani, quindi perché non dovrebbe essergli consentito di spegnere i televisori, se ne avesse voglia? Se gli americani sono disposti a dare al proprio Presidente le loro menti e le loro anime, e obbedire ad ogni sua parola, allora che cosa c'è di male se danno al loro Presidente le loro televisioni?

La televisione è diventata così importante e preziosa da superare  la mente e l'anima dell'individuo? Se una persona può regalare la sua mente ad un leader, così facilmente e senza pensarci, allora dare a quello stesso leader il potere di controllare tutte le comunicazioni è in realtà una concessione minima.

Lo Stato totalitario può avere le sue televisioni e sistemi di comunicazione. Non sono importanti. Ciò che è importante e necessario come condizione per la vita è il recupero del possesso delle nostre menti e anime. CONTINUA SU  I lupi di Einstein


Una "chicca" a proposito del galantuomo "alleato" della casa bianca...
Yes we can di Aldo Braccio:
 Poca risonanza nella grande stampa alla denuncia del sindaco di L’Aquila, Cialente, intervistato da Radio 24 a proposito della destinazione dei fondi raccolti per il terremoto del 2009.
Alcune promesse – ha sottolineato Cialente – sono state mantenute: è il caso, ad esempio, della Russia, che ha finanziato la ricostruzione del palazzo Ardinghelli e di un altro edificio per un importo di sei milioni di euri, del Kazakistan, che ha subito inviato il suo ambasciatore CONTINUA SU BYE BYE UNCLE SAM





Il delirio della dirigenza Usa è fuori controllo da un pezzo, sono psicopatici

I nervi tesi di Hillary l’allucinata

I nervi di Hillary Clinton – ci dispiace, ma non sono riuscito a rigettare questo giudizio pseudo-medico, – diventano molto imbarazzanti. Sono sballati, incontrollabili e fanno sembrare gli incontri internazionali all’ora libera nelle strutture psichiatriche. Bisogna dire che se non ci fosse quel tipo di intrattenimento (ovvero, i nervi di Hillary), le riunioni degli “Amici della Siria” sarebbero eventi molto imbarazzanti Continua su Aurora Sito 

Da L'arte della guerra: Il pozzo afgano senza fondo «È meraviglioso udire gli uccelli che salutano col loro canto questa bella giornata qui a Kabul»: sono le romantiche parole con cui Hillary Clinton ha aperto la cerimonia ufficiale tra gli alberi del blindatissimo palazzo presidenziale nella capitale afghana. Mentre parlava, Continua su Free Your Mind

I cani ammaestrati del Club del Golfo ed il nuovo inquilino dell'Eliseo subito prestano la loro voce per accellerare l'aggressione imperialista contro la Siria

Siria/ Treimsa, Ccg chiede a Onu di agire in base a capitolo VII

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Ma anche il cameriere Monti offre la sua "dote", mentre taglia le gambe agli italiani si impegna per altri 230 miliardi di euro per servire i nostri padroni

Nuove spese militari per 230 miliardi di euro
08 domenica lug 2012

Se ne sono accorti anche i pacifinti, cioè quelli che amano selezionate “primavere arabe” fatte di  “democrazia” (non quelle in Bahrein, nello Yemen, nell’Oman e in Arabia saudita: quelle non valgono), e poi si ritrovano ad Assisi assieme ai fratelli maggiori che hanno votato e/o partecipato alle varie “missioni umanitarie” di guerra alla Serbia, all’Iraq, all’Afghanistan; quelli che tacciono sulla vergogna Nato in Libia o plaudono ai ribelli saudi-qatar-turco-mossadisti in azione in Siria. Hanno rivolto un appello per fermare la legge delega sulla “revisione dello strumento militare” approntata dal ministro ammiraglio De Paola. In silenzio e senza farsi notare, il governo dei banksters, infatti, proprio mentre abbatte la scure sulle condizioni di vita dei cittadini più poveri, ha preparato una riforma che moltiplica le spese militari e va in direzione opposta al conclamato obiettivo di diminuire la spesa pubblica. Se questa legge oscena sarà approvata, l’Italia spenderà nei prossimi 12 anni 230 miliardi di euro per dotarsi di un arsenale militare del tutto inutile e in contrasto con le norme della Costituzione. Ma questa non è l’unica enormità contenuta nella legge dell’ammiraglio, che non a caso è lo stesso ufficiale che ha deciso, prima ancora di diventare ministro, il pazzesco acquisto di  oltre 100 F-135, l’aereo militare più caro – e già desueto prima di entrare in produzione – del mondo e che poi, da responsabile della Difesa, ha fatto in modo che quell’ordine non fosse cancellato, nonostante i costi altissimi, ma solo ridotto. Con un costo di 15 miliardi di euro da prelevare con nuove tasse ai cittadini italiani e versare all’industria Usa. La sua legge autorizza, infatti, l’Italia a vendere armi ed impone tagli drastici a tutte le strutture e al personale per poter acquistare ancora più armi. In caso di calamità, accolla alle popolazioni disastrate i costi di eventuali interventi dell’esercito.

Rinascita




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