Ruby ed io
Lo faccio malvolentieri e solo perché sollecitato da più parti.
Da giorni ricevo e-mail e telefonate che mi chiedono di pronunciarmi sulla vicenda Berlusconi-Ruby, un argomento su cui sono certo di sollevare critiche riguardanti la mia opinione, un’opinione che, va da sé, non conta nulla.
Comunque, ecco qua:
premesso che un uomo politico dovrebbe comportarsi con decoro, le orge o presunte tali di Berlusconi mi disturbano quando sono elemento di ridicolo internazionale ma mi lasciano indifferente come uomo. I lussuriosi stanno nel secondo cerchio dell’Inferno dantesco e, tutto sommato, la loro pena è molto meno terribile rispetto a quella di chi vende cariche pubbliche o di chi tradisce i suoi benefattori o il suo popolo. In sintesi, a me delle congiunzioni chimicamente assistite di Berlusconi non importa niente. I soldi sono i suoi, la scelta delle compagnie è la sua e, se la cosa lo diletta, per me, faccia pure. Va da sé che, se esistono rapporti carnali con minori, siamo di fronte ad un reato che in un paese civile va punito. Ma questo è affare di una magistratura che viene pagata per fare ciò per cui la società l’ha investita e viene pure pagata profumatamente. Altra cosa è se i personaggi che si prestano ai divertimenti acquisiscono cariche pubbliche o anche solo benefici a spese della comunità in ragione di quelle frequentazioni e di quelle prestazioni, ma qui mi pare non possano esistere differenze di opinione se non da parte di qualche squilibrato.
Tutto da discutere è, invece, a parere mio, l’atteggiamento della cosiddetta “sinistra” oggi alla cosiddetta “opposizione”.
Un’opposizione che si rispetti ha il dovere di controllare sulla correttezza di ciò che il governo fa, di collaborare al buon andamento dello stato con critiche costruttive e di proporre alternative ad azioni della maggioranza eventualmente reputate non vantaggiose per il bene comune.
Di fatto, l’opposizione nostrana alla maggioranza si limita a controlli che altro non sono se non occhiate attraverso il buco della serratura e le critiche si fermano lì, a ciò che vedono da quel forellino e a vesti ipocritamente stracciate. Di alternative al governo che si vuol licenziare nemmeno se ne parla.
Ieri sera ho ascoltato un discorsetto di Veltroni in TV e mi sono cadute le braccia. Politico di carriera perfettamente adattato all’ambiente italico, Veltroni non propone nulla, limitandosi a dare un elenchino scarno di quelli che per lui sono gl’inghippi per il funzionamento di questo paese: il debito pubblico e la precarietà.
Nessun dubbio che quelli sono problemi e sono pure gravi, ma pare curioso che il Nostro dimentichi, tra le altre dimenticanze, l’ambiente, che tra tutti è in assoluto il problema più critico perché, se anche il debito pubblico fosse azzerato e tutti avessimo un lavoro, magari ben retribuito, ma continuassimo a vivere nella camera a gas che il suo partito ha contribuito insieme con tutti gli altri ad allestire senza tirarsi indietro neppure ora, avremmo comunque poco da stare allegri.
Ammettendo pure che Veltroni custodisca in tasca l’elenco completo delle nostre magagne, il semplice enumerarle strillando “pacatamente” è esercizio inutile, buono al massimo ad imbonire qualche ingenuo. Come si fa nelle aziende, s’individua il problema e si propone la soluzione. Fatto questo, ci si presenta alle elezioni con un progetto comprensibile e, attenzione!, quel progetto ci s’impegna a rispettarlo e, ancora più attenzione!, in caso di fallimento si danno le dimissioni senza discussioni ulteriori. Ecco qua l’ipotesi che da noi non troverà mai applicazione. Questo perché, senza voler fare d’ogni erba un fascio, i nostri politici non saprebbero che fare nella vita per guadagnarsi la pagnotta. Basti dare un’occhiata anche soltanto ai sindaci o agli assessori di carriera che, dopo aver ubbidito a chi li comanda, passano in provincia, poi in regione, poi… E, mal che vada, ci sarà sempre un’azienda compartecipata dal pubblico che li accoglierà a braccia aperte per una lunga vacanza dorata di nullafacenti signorsì.
Di fatto l’Italia non ha opposizione e quella che ci viene propinata come tale è poco diversa da una compagnia di giro da avanspettacolo. Il che è di una gravità assoluta che mina silenziosamente la democrazia reale.
Restando al boccaccesco, se qualcuno ha voglia di tornare a non troppo tempo fa quando alcuni parlamentari di quella che oggi è la cosiddetta opposizione si diedero disponibili a passare alla maggioranza odierna semplicemente perché si prometteva un “lavoro” in TV per le loro giovani compagne di balocchi (badanti?), si accorgerà che di quella vicenda si è parlato poco o nulla, i buchi della serratura erano stati ben tappati a cura di tutti e le conseguenze a livello mediatico furono zero. Eppure quell’episodio fu mille volte più grave di quello dei trastulli del primo ministro e coinvolgeva, corrotti e corruttori, destra e sinistra allo stesso modo. E fu più grave perché c’era chi era disponibile a modificare in maniera diametralmente opposta l’equilibrio politico del paese per quelli che mi limito a definire “futili motivi”.
E che dire della criminalità degl’inceneritori, degl’impianti a biomasse, dei “dissociatori molecolari” e di tutti quegl’impianti che sfornano quattrini per una cosca di canaglie trasversali e partoriscono malattie e morte per i loro ignari benefattori? Qui siamo a livello di strage, ma di questo, tutti d’accordo perché nessuno sputa nel piatto, non si fa parola.
Dunque, piantiamola una buona volta di occuparci d’idiozie che servono solo a sviare l’attenzione dai problemi veri in modo perfettamente funzionale a continuare l’operazione d’ingrasso dei furbetti che, da bravi parassiti, occupano ormai ogni organo di questa infelice penisola. Se il primo ministro non ci piace, non diamogli più il voto, ma non facciamoci gabbare da una “sinistra” che più veramente sinistra non si potrebbe. Pretendiamo serietà e, allora, vedrete come si scremerà il lotto dei partecipanti alla corsa.
Lo so: le mie opinioni non piacciono a chi ragiona con organi, peraltro rispettabilissimi, diversi dal cervello e preferisce, magari inconsciamente, il tifo all’obiettività. Purtroppo il nostro paese avrebbe bisogno di una disinfezione radicale, ma, per restare obiettivi, la cosa è impossibile. Chi guida le cosche è stato così in gamba da coinvolgere milioni di cittadini i quali ben si guardano dal mettere in pericolo i miserabili benefici che hanno ottenuto grazie al loro tradimento nei confronti della nazione e, in particolare, dei loro figli che, per la pragmatica viltà di chi li genera, nascono già schiavi.
Stefano Montanari
Lo faccio malvolentieri e solo perché sollecitato da più parti.
Da giorni ricevo e-mail e telefonate che mi chiedono di pronunciarmi sulla vicenda Berlusconi-Ruby, un argomento su cui sono certo di sollevare critiche riguardanti la mia opinione, un’opinione che, va da sé, non conta nulla.
Comunque, ecco qua:
premesso che un uomo politico dovrebbe comportarsi con decoro, le orge o presunte tali di Berlusconi mi disturbano quando sono elemento di ridicolo internazionale ma mi lasciano indifferente come uomo. I lussuriosi stanno nel secondo cerchio dell’Inferno dantesco e, tutto sommato, la loro pena è molto meno terribile rispetto a quella di chi vende cariche pubbliche o di chi tradisce i suoi benefattori o il suo popolo. In sintesi, a me delle congiunzioni chimicamente assistite di Berlusconi non importa niente. I soldi sono i suoi, la scelta delle compagnie è la sua e, se la cosa lo diletta, per me, faccia pure. Va da sé che, se esistono rapporti carnali con minori, siamo di fronte ad un reato che in un paese civile va punito. Ma questo è affare di una magistratura che viene pagata per fare ciò per cui la società l’ha investita e viene pure pagata profumatamente. Altra cosa è se i personaggi che si prestano ai divertimenti acquisiscono cariche pubbliche o anche solo benefici a spese della comunità in ragione di quelle frequentazioni e di quelle prestazioni, ma qui mi pare non possano esistere differenze di opinione se non da parte di qualche squilibrato.
Tutto da discutere è, invece, a parere mio, l’atteggiamento della cosiddetta “sinistra” oggi alla cosiddetta “opposizione”.
Un’opposizione che si rispetti ha il dovere di controllare sulla correttezza di ciò che il governo fa, di collaborare al buon andamento dello stato con critiche costruttive e di proporre alternative ad azioni della maggioranza eventualmente reputate non vantaggiose per il bene comune.
Di fatto, l’opposizione nostrana alla maggioranza si limita a controlli che altro non sono se non occhiate attraverso il buco della serratura e le critiche si fermano lì, a ciò che vedono da quel forellino e a vesti ipocritamente stracciate. Di alternative al governo che si vuol licenziare nemmeno se ne parla.
Ieri sera ho ascoltato un discorsetto di Veltroni in TV e mi sono cadute le braccia. Politico di carriera perfettamente adattato all’ambiente italico, Veltroni non propone nulla, limitandosi a dare un elenchino scarno di quelli che per lui sono gl’inghippi per il funzionamento di questo paese: il debito pubblico e la precarietà.
Nessun dubbio che quelli sono problemi e sono pure gravi, ma pare curioso che il Nostro dimentichi, tra le altre dimenticanze, l’ambiente, che tra tutti è in assoluto il problema più critico perché, se anche il debito pubblico fosse azzerato e tutti avessimo un lavoro, magari ben retribuito, ma continuassimo a vivere nella camera a gas che il suo partito ha contribuito insieme con tutti gli altri ad allestire senza tirarsi indietro neppure ora, avremmo comunque poco da stare allegri.
Ammettendo pure che Veltroni custodisca in tasca l’elenco completo delle nostre magagne, il semplice enumerarle strillando “pacatamente” è esercizio inutile, buono al massimo ad imbonire qualche ingenuo. Come si fa nelle aziende, s’individua il problema e si propone la soluzione. Fatto questo, ci si presenta alle elezioni con un progetto comprensibile e, attenzione!, quel progetto ci s’impegna a rispettarlo e, ancora più attenzione!, in caso di fallimento si danno le dimissioni senza discussioni ulteriori. Ecco qua l’ipotesi che da noi non troverà mai applicazione. Questo perché, senza voler fare d’ogni erba un fascio, i nostri politici non saprebbero che fare nella vita per guadagnarsi la pagnotta. Basti dare un’occhiata anche soltanto ai sindaci o agli assessori di carriera che, dopo aver ubbidito a chi li comanda, passano in provincia, poi in regione, poi… E, mal che vada, ci sarà sempre un’azienda compartecipata dal pubblico che li accoglierà a braccia aperte per una lunga vacanza dorata di nullafacenti signorsì.
Di fatto l’Italia non ha opposizione e quella che ci viene propinata come tale è poco diversa da una compagnia di giro da avanspettacolo. Il che è di una gravità assoluta che mina silenziosamente la democrazia reale.
Restando al boccaccesco, se qualcuno ha voglia di tornare a non troppo tempo fa quando alcuni parlamentari di quella che oggi è la cosiddetta opposizione si diedero disponibili a passare alla maggioranza odierna semplicemente perché si prometteva un “lavoro” in TV per le loro giovani compagne di balocchi (badanti?), si accorgerà che di quella vicenda si è parlato poco o nulla, i buchi della serratura erano stati ben tappati a cura di tutti e le conseguenze a livello mediatico furono zero. Eppure quell’episodio fu mille volte più grave di quello dei trastulli del primo ministro e coinvolgeva, corrotti e corruttori, destra e sinistra allo stesso modo. E fu più grave perché c’era chi era disponibile a modificare in maniera diametralmente opposta l’equilibrio politico del paese per quelli che mi limito a definire “futili motivi”.
E che dire della criminalità degl’inceneritori, degl’impianti a biomasse, dei “dissociatori molecolari” e di tutti quegl’impianti che sfornano quattrini per una cosca di canaglie trasversali e partoriscono malattie e morte per i loro ignari benefattori? Qui siamo a livello di strage, ma di questo, tutti d’accordo perché nessuno sputa nel piatto, non si fa parola.
Dunque, piantiamola una buona volta di occuparci d’idiozie che servono solo a sviare l’attenzione dai problemi veri in modo perfettamente funzionale a continuare l’operazione d’ingrasso dei furbetti che, da bravi parassiti, occupano ormai ogni organo di questa infelice penisola. Se il primo ministro non ci piace, non diamogli più il voto, ma non facciamoci gabbare da una “sinistra” che più veramente sinistra non si potrebbe. Pretendiamo serietà e, allora, vedrete come si scremerà il lotto dei partecipanti alla corsa.
Lo so: le mie opinioni non piacciono a chi ragiona con organi, peraltro rispettabilissimi, diversi dal cervello e preferisce, magari inconsciamente, il tifo all’obiettività. Purtroppo il nostro paese avrebbe bisogno di una disinfezione radicale, ma, per restare obiettivi, la cosa è impossibile. Chi guida le cosche è stato così in gamba da coinvolgere milioni di cittadini i quali ben si guardano dal mettere in pericolo i miserabili benefici che hanno ottenuto grazie al loro tradimento nei confronti della nazione e, in particolare, dei loro figli che, per la pragmatica viltà di chi li genera, nascono già schiavi.
Stefano Montanari
Interessante. Ma la sinistra e la destra sono le mani di uno stesso corpo. Interessante sarebbe sapere a chi appartiene la testa, o meglio ancora la mente....
RispondiEliminaCiao e buonanotte
l'articolo mi trova d'accordo sulla parte che dice che queste sono idiozie. Condivido con I'am il fatto che sinistra e destra sono le mani dello stesso corpo...e dovremo incominciare a occuparci della testa sulla quale c'è una nebbia calata che la mozza, quindi non si vede.Non leggo più articoli che si occupano di politica spicciola, di destra e sinistra, mi risultano di interesse pressochè nullo.
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