Inquietante che un personaggio, tal Niki Vendola, che promuove sé stesso come il moderno "Robin Hood", un rivoluzionario sia devoto a Fondazioni cosiddette filantrope come la Rockefeller Foundation e la Ford Foundation.
Niente male per chi dice di rappresentare un punto di rottura con l'establishment....
Da America Oggi:
"A New York ho incontrato i rappresentanti della Fondazione Rockfeller e della Fondazione Ford con i quali ho approfondito la discussione su temi come la deforestazione, la desertificazione, la difesa dell'acqua come bene comune. " .....
"Sempre a New York ho incontrato gli attori fondamentali del sistema Italia, presso la sede del Consolato, con cui abbiamo discusso di progetti specifici, come quello legato agli itinerari ebraici in Puglia che possiamo rivolgere alla comunità ebraica di New York."
"A New York ho incontrato i rappresentanti della Fondazione Rockfeller e della Fondazione Ford con i quali ho approfondito la discussione su temi come la deforestazione, la desertificazione, la difesa dell'acqua come bene comune. " .....
"Sempre a New York ho incontrato gli attori fondamentali del sistema Italia, presso la sede del Consolato, con cui abbiamo discusso di progetti specifici, come quello legato agli itinerari ebraici in Puglia che possiamo rivolgere alla comunità ebraica di New York."
Anche:
Nichi Vendola e l'America
Nichi Vendola e l'America
Barbara
La Rockefeller Foundation e il suo finanziamento ai vaccini anti-fertilità
Nel suo bilancio annuale del 1968, la Rockefeller Foundation ammise di aver finanziato lo sviluppo dei cosidetti “vaccini antifertilità” ed il loro impiego su larga scala.
Da pagina 51 in poi leggiamo:
“(…) è noto che molti tipi di farmaci diminuiscono la fertilità maschile, ma quelli che sono stati testati hanno seri problemi di tossicità. Scarso è il lavoro in corso sui metodi immunologici, come i vaccini, per ridurre la fertilità ed è necessaria molta più ricerca se qui vogliamo trovare una soluzione”.
La possibilità di usare i vaccini per ridurre la fertilità maschile, era qualcosa che necessitava di ulteriore indagine, secondo la Rockefeller Foundation, poiché sia la pillola che il diaframma non erano adatti per la distribuzione su larga scala:
“Siamo davanti al pericolo che tra pochi anni questi due metodi “moderni”, per cui si sono spese grandi speranze, di fatto risulteranno impraticabili su larga scala”.
Si citò anche la possibilità di somministrare delle preparazioni ormonali per ridurre la fertilità, sebbene – si afferma nel rapporto- sia stato rilevato che “causino emorragie che possono limitare la loro utilità”.
“È stato suggerito un impianto sub cutaneo permanente o semipermanente di questi ormoni ma non è stato chiarito se ciò porterebbe alle stesse difficoltà”.
(…) “La Fondazione farà tutto il possibile per assistere nel colmare questa importante lacuna e questo in molti modi:
1- “Cercando o incoraggiando lo sviluppo, nonché il sostegno parziale, di alcuni centri di eccellenza nelle università e nelle istituzioni di ricerca negli Stati Uniti e all’estero, nei quali i metodi e i punti di vista della biologia molecolare siano abbinati ad approcci più tradizionali di istologia, embriologia, endocrinologia, nella ricerca pertinente lo sviluppo dei metodi per il controllo della fertilità”.
2- “Sostenendo la ricerca di ricercatori indipendenti, orientati verso lo sviluppo di metodi contraccettivi o di informazioni base sulla riproduzione umana, rilevanti per tali sviluppi;”
3- “Incoraggiando ricercatori consolidati o principianti, rendendo disponibili fondi per la ricerca ed anche con altri mezzi, a volgere la loro attenzione ad aspetti della ricerca nella biologia riproduttiva, che hanno implicazioni sulla fertilità umana e il suo controllo;”
4- “Incoraggiando più studenti di biochimica e biologia a designare carriere nella biologia riproduttiva e nel controllo della fertilità umana, attraverso il sostegno di programmi di ricerca ed insegnamento nei dipartimenti di zoologia, biologia e biochimica”.
La lista è infinita... Quale la motivazione per queste attività, secondo la RF (Rockefeller Foundation)?
“Si stima esistano 5 milioni di donne tra i gruppi americani di poveri o sulla soglia della povertà che hanno bisogno di un servizio di controllo delle nascite.
(…). La fertilità degli indigenti non testata, contribuisce molto a perpetuare la povertà, la sottocultura, la sotto-occupazione, non solo nei quartieri poveri delle città ma anche nelle aree rurali depresse”.
(…) Nel suo rapporto annuale del 1988, la RF fu felice di comunicare il progresso compiuto dalla Population Division della Fondazione nel campo dei vaccini anti-fertilità:
“L’Istituto Indiano di Immunologia (India’s National Institute of Immunology) completò con successo nel 1988 la prima fase delle prove con 3 versioni di un vaccino antifertilità per le donne. Sponsorizzato dal governo indiano e sostenuto dalla Fondazione, le prove stabilirono che con ognuno dei vaccini testati, ci si poteva attendere almeno un anno di protezione dalla gravidanza e questo basandosi sui livelli di anticorpi formatisi in risposta allo schema di immunizzazione”.
Nella sua revisione sui vaccine antifertilità, del 1997, il Centro Internazionale – con base in India- per la Manipolazione genetica e la biotecnologia non dimenticò di riconoscere il suo principale benefattore:
“Il lavoro sui vaccini LHRH e HCG è stato sostenuto dalla ricerca garantita dalla The Rockefeller Foundation, (…).”
Negli anni 90 il lavoro sui vaccini antifertilità fu estremamente intenso, specialmente nelle nazioni del terzo mondo: questo fecero i fondi forniti dalle tasche profonde della Rockefeller Foundation. Allo stesso tempo le donne, l’ l’obbiettivo della popolazione dei globalisti, iniziarono a sentirsi a disagio con tutto questo parlare ai quattro venti di riduzione della popolazione e dei vaccini come mezzo per raggiungerla.
Betsy Hartman, Direttrice della Population and Development Program (Programma Popolazione e Sviluppo) all’Hampshire College, Massachusetts è “qualcuno che crede fermamente nel diritto delle donne ad un controllo sicuro e volontario della nascita e dell’aborto”, ma non è una sostenitrice di questo vaccino anti-fertilità, come messo in essere dalla Rockefeller Foundation. Nel suo saggio (Population control in the new world order) spiega:
“Sebbene un vaccino sia stato testato su solo 180 donne in India, è stato venduto come sicuro, privo di ogni effetto collaterale e completamente reversibile. La comunità scientifica sa benissimo che simili affermazioni sono false: per esempio restano aperte molte domande sull’impatto a lungo termine del vaccino, sul sistema immunitario e sul ciclo mestruale. C’è anche prova filmata di donne a cui è stata negata informazione sul vaccino nei test clinici e questo nonostante questo il vaccino sia stato preparato per uso su larga scala”.
La rete Globale delle Donne per i Diritti di Procreazione(Women’s Global Network for Reproductive Rights) che ha sede ad Amsterdam, Olanda, ha citato un ricercatore di spicco sulla contraccezione, il quale ha detto:
“I metodi immunologici di controllo delle nascite saranno “un’arma antigenica” contro il processo riproduttivo, che se lasciata senza verifica, minaccerà di sommergere il mondo”.
Anche l’attivista animalista Ms. Sonya Ghosh ha espresso preoccupazioni sul vaccino antifertilità finanziato dalla Rockefeller e sulla sua implementazione:
“Anziché dare alle donne individualmente più possibilità per evitare una gravidanza e proteggersi contro l’AIDS e le malattie sessualmente trasmissibili, il vaccino antifertilità è pensato per essere somministrato facilmente ad un grande numero di donne, usando le minori risorse. Se somministrato a popolazioni senza cultura, la questione del controllo dell’utilizzatore e del consenso informato, sono ulteriore causa di preoccupazione”.
Per evitare simili dibattiti, la Foundation negli ultimi venti anni si è associate con I suoi metodi a lungo praticati e altamente vincenti, ossia mentendo spudoratamente o usando un linguaggio fuorviante per nascondere il fatto che continua a lavorare incessantemente verso la sua missione a lungo termine.
Se pensate che la RF ed altri abbiano abbandonato i loro sforzi “anti-fertilità” con l’aiuto dei vaccini, ripensateci.
Ec Planet
Nel suo bilancio annuale del 1968, la Rockefeller Foundation ammise di aver finanziato lo sviluppo dei cosidetti “vaccini antifertilità” ed il loro impiego su larga scala.
Da pagina 51 in poi leggiamo:
“(…) è noto che molti tipi di farmaci diminuiscono la fertilità maschile, ma quelli che sono stati testati hanno seri problemi di tossicità. Scarso è il lavoro in corso sui metodi immunologici, come i vaccini, per ridurre la fertilità ed è necessaria molta più ricerca se qui vogliamo trovare una soluzione”.
La possibilità di usare i vaccini per ridurre la fertilità maschile, era qualcosa che necessitava di ulteriore indagine, secondo la Rockefeller Foundation, poiché sia la pillola che il diaframma non erano adatti per la distribuzione su larga scala:
“Siamo davanti al pericolo che tra pochi anni questi due metodi “moderni”, per cui si sono spese grandi speranze, di fatto risulteranno impraticabili su larga scala”.
Si citò anche la possibilità di somministrare delle preparazioni ormonali per ridurre la fertilità, sebbene – si afferma nel rapporto- sia stato rilevato che “causino emorragie che possono limitare la loro utilità”.
“È stato suggerito un impianto sub cutaneo permanente o semipermanente di questi ormoni ma non è stato chiarito se ciò porterebbe alle stesse difficoltà”.
(…) “La Fondazione farà tutto il possibile per assistere nel colmare questa importante lacuna e questo in molti modi:
1- “Cercando o incoraggiando lo sviluppo, nonché il sostegno parziale, di alcuni centri di eccellenza nelle università e nelle istituzioni di ricerca negli Stati Uniti e all’estero, nei quali i metodi e i punti di vista della biologia molecolare siano abbinati ad approcci più tradizionali di istologia, embriologia, endocrinologia, nella ricerca pertinente lo sviluppo dei metodi per il controllo della fertilità”.
2- “Sostenendo la ricerca di ricercatori indipendenti, orientati verso lo sviluppo di metodi contraccettivi o di informazioni base sulla riproduzione umana, rilevanti per tali sviluppi;”
3- “Incoraggiando ricercatori consolidati o principianti, rendendo disponibili fondi per la ricerca ed anche con altri mezzi, a volgere la loro attenzione ad aspetti della ricerca nella biologia riproduttiva, che hanno implicazioni sulla fertilità umana e il suo controllo;”
4- “Incoraggiando più studenti di biochimica e biologia a designare carriere nella biologia riproduttiva e nel controllo della fertilità umana, attraverso il sostegno di programmi di ricerca ed insegnamento nei dipartimenti di zoologia, biologia e biochimica”.
La lista è infinita... Quale la motivazione per queste attività, secondo la RF (Rockefeller Foundation)?
“Si stima esistano 5 milioni di donne tra i gruppi americani di poveri o sulla soglia della povertà che hanno bisogno di un servizio di controllo delle nascite.
(…). La fertilità degli indigenti non testata, contribuisce molto a perpetuare la povertà, la sottocultura, la sotto-occupazione, non solo nei quartieri poveri delle città ma anche nelle aree rurali depresse”.
(…) Nel suo rapporto annuale del 1988, la RF fu felice di comunicare il progresso compiuto dalla Population Division della Fondazione nel campo dei vaccini anti-fertilità:
“L’Istituto Indiano di Immunologia (India’s National Institute of Immunology) completò con successo nel 1988 la prima fase delle prove con 3 versioni di un vaccino antifertilità per le donne. Sponsorizzato dal governo indiano e sostenuto dalla Fondazione, le prove stabilirono che con ognuno dei vaccini testati, ci si poteva attendere almeno un anno di protezione dalla gravidanza e questo basandosi sui livelli di anticorpi formatisi in risposta allo schema di immunizzazione”.
Nella sua revisione sui vaccine antifertilità, del 1997, il Centro Internazionale – con base in India- per la Manipolazione genetica e la biotecnologia non dimenticò di riconoscere il suo principale benefattore:
“Il lavoro sui vaccini LHRH e HCG è stato sostenuto dalla ricerca garantita dalla The Rockefeller Foundation, (…).”
Negli anni 90 il lavoro sui vaccini antifertilità fu estremamente intenso, specialmente nelle nazioni del terzo mondo: questo fecero i fondi forniti dalle tasche profonde della Rockefeller Foundation. Allo stesso tempo le donne, l’ l’obbiettivo della popolazione dei globalisti, iniziarono a sentirsi a disagio con tutto questo parlare ai quattro venti di riduzione della popolazione e dei vaccini come mezzo per raggiungerla.
Betsy Hartman, Direttrice della Population and Development Program (Programma Popolazione e Sviluppo) all’Hampshire College, Massachusetts è “qualcuno che crede fermamente nel diritto delle donne ad un controllo sicuro e volontario della nascita e dell’aborto”, ma non è una sostenitrice di questo vaccino anti-fertilità, come messo in essere dalla Rockefeller Foundation. Nel suo saggio (Population control in the new world order) spiega:
“Sebbene un vaccino sia stato testato su solo 180 donne in India, è stato venduto come sicuro, privo di ogni effetto collaterale e completamente reversibile. La comunità scientifica sa benissimo che simili affermazioni sono false: per esempio restano aperte molte domande sull’impatto a lungo termine del vaccino, sul sistema immunitario e sul ciclo mestruale. C’è anche prova filmata di donne a cui è stata negata informazione sul vaccino nei test clinici e questo nonostante questo il vaccino sia stato preparato per uso su larga scala”.
La rete Globale delle Donne per i Diritti di Procreazione(Women’s Global Network for Reproductive Rights) che ha sede ad Amsterdam, Olanda, ha citato un ricercatore di spicco sulla contraccezione, il quale ha detto:
“I metodi immunologici di controllo delle nascite saranno “un’arma antigenica” contro il processo riproduttivo, che se lasciata senza verifica, minaccerà di sommergere il mondo”.
Anche l’attivista animalista Ms. Sonya Ghosh ha espresso preoccupazioni sul vaccino antifertilità finanziato dalla Rockefeller e sulla sua implementazione:
“Anziché dare alle donne individualmente più possibilità per evitare una gravidanza e proteggersi contro l’AIDS e le malattie sessualmente trasmissibili, il vaccino antifertilità è pensato per essere somministrato facilmente ad un grande numero di donne, usando le minori risorse. Se somministrato a popolazioni senza cultura, la questione del controllo dell’utilizzatore e del consenso informato, sono ulteriore causa di preoccupazione”.
Per evitare simili dibattiti, la Foundation negli ultimi venti anni si è associate con I suoi metodi a lungo praticati e altamente vincenti, ossia mentendo spudoratamente o usando un linguaggio fuorviante per nascondere il fatto che continua a lavorare incessantemente verso la sua missione a lungo termine.
Se pensate che la RF ed altri abbiano abbandonato i loro sforzi “anti-fertilità” con l’aiuto dei vaccini, ripensateci.
Ec Planet
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