"Oltre duemila richieste d'aiuto e sostegno" E' allarme suicidi per crisi in Italia - Leggere la notizia qui
Ma come? La crisi
ora è finita, non vedete la luce in fondo al tunnel? Parola di Moody's e di Mario Monti. Finiamola di mettere in relazione i suicidi con la crisi. L'Istat e professoroni vari hanno già smentito. Non vi fidate? Non c'è più il satrapo di Arcore, ora l'Istat dice il vero, non mentirà mica per compiacere il governo? Un pò come mangiare spaghetti, la tendenza suicida è un "vezzo" naturale degli italiani e non ce ne eravamo mai accorti. Non alimentiamo la rabbia contro il "nobile lavoro" di Equitalia contro
l'evasione fiscale. Sono solo imprenditori, disoccupati, cassintegrati che
fingono di patire la crisi per "evadere".
Assolutamente
da divulgare un ottimo sunto della "storia" che ben risponde alla
domanda come siamo arrivati fin qui. Avessimo delle scuole serie,
farebbero leggere agli studenti questo articolo. Certo, i "professori"
con il sedere ben al sicuro potrebbero trovarsi a dare molte spiegazioni
imbarazzanti. Gli studenti potrebbero sentirsi presi in giro riguardo alle
mirabolanti promesse delle cosiddette riforme per "migliorare" il paese.
Poiché sono proprio le giovani generazioni a ritrovarsi insieme ai 40/50 enni impantanate in quest'Italia
delle macerie, potrebbero non gradire il tanto impegno profuso anche
della classe dirigente del pensiero scolastico per annientare il loro
futuro.
Barbara
Ladri di Alto Bordo, Saccheggiano l’Italia
Ogni governo può creare, emettere e far circolare tutta la valuta ed il credito necessari per soddisfare le proprie necessità di spesa ed il potere d’acquisto dei consumatori (Abraham Lincoln, XVI presidente degli Stati Uniti)
Lo scopo di questo post è quello di spiegare come
una banda di banchieri, riuniti in società più o meno segrete come il
Bilderberg, utilizzando
uno schema ripetitivo, distruggono le democrazie del mondo, per
appropriarsi dei loro beni pubblici ed avere il pieno controllo
dell’economia mondiale.
L’arma che questa banda di banchieri utilizza per
derubare il mondo non è una bomba atomica, anche se è ugualmente letale,
ma un’ideologia : il Liberismo.
Come potete leggere su Wikipedia, il liberismo è
una dottrina economica che teorizza il disimpegno dello stato
dall’economia (perciò un’economia liberista è un’economia di mercato
solo temperata da interventi esterni); Il liberismo fu abbozzato durante
la Rivoluzione Francese, si sviluppò ampiamente nel corso
dell’Illuminismo scozzese e all’interno della scuola detta
“fisiocratica”, ma trovò forse la sua formulazione più compiuta in
Inghilterra nel corso del XIX secolo, spinto dalla rivoluzione
industriale, dagli studi di Adam Smith.Entrato in difficoltà in seguito
alla crisi del 1929 e al diffondersi delle teorie keynesiane e più in
generale con il diffondersi di visioni collettiviste, il liberismo ha conosciuto una rinascita negli ultimi anni del XX secolo,intorno al 1980, (neoliberismo) in seguito all’affermazione della globalizzazione
e – ancor più – con la rinascita della cosiddetta Scuola austriaca
(Carl Menger, Ludwig von Mises, Bruno Leoni,Murray N. Rothbard,
Friedrich von Hayek).
Il liberismo afferma la tendenza del mercato (la mano invisibile) ad evolvere spontaneamente verso la struttura più efficiente possibile, che è poi il “mondo migliore” sia per il produttore che per il consumatore. Quindi, per il liberismo il sistema-mercato tende verso una situazione di ordine crescente.
Oggi sappiamo tutti che queste sono sciocchezze,
giusto per usare un eufemismo, favolette che la cruda realtà dei giorni
nostri ha smentito seccamente. Favolette raccontate, da chi insofferente
del primato dello Stato e degli interessi dello Stato al proprio
profitto personale si è inventato una teoria senza nessun fondamento
razionale (e nessuna esperienza reale); si è inventato una teoria
fondata su aspirazioni e desideri di avidi sciocchi, piuttosto che
sull’analisi reale delle dinamiche dei mercati.
Ad ogni modo da quando sono comparsi sulla scena mondiale i Chicago Boys,
è partita una campagna pubblicitaria a livello planetario delle loro
bizzarre idee, che comprendeva anche la diffamazione dell’iniziativa
pubblica. E così attraverso film, giornalisti, gente dello spettacolo,
politici, intellettuali si è diffusa la falsissima idea che lo Stato
fosse un freno al libero sviluppo dell’economia, e che le aziende
pubbliche fossero meno efficienti di quelle private; peccato che ancora
una volta la realtà dei dati economici odierni, afferma esattamente il contrario: oggi le imprese italiane che hanno una qualche rilevanza internazionale sono solo le due principali aziende ancora controllate dallo stato: Eni ed Enel. Analizzando le performance di tutte le aziende privatizzate dallo stato italiano, si è giunti alla conclusione che le
privatizzazioni portano ad un peggioramento della qualità dei
prodotti/servizi resi a fronte di un aumento dei prezzi, ad una
diminuzione dei posti di lavoro, ad un abbassamento dei salari e della
produttività delle aziende; l’unica cosa che cresce è il reddito di chi
le possiede. Sono fatti, sotto gli occhi di tutti, eppure si fa
fatica a prenderne coscienza, l’incapacità dell’uomo moderno a valutare i
fenomeni per quello che sono è dovuta ad uno snaturamento della persona umana
che da essere cognitivo e creativo è stata addormentata e limitata ad
essere un soggetto meramente percettivo senza una propria capacità
critica. Il complesso culturale dice che la neve è nera, e per la stragrande maggioranza delle persone la neve è nera.
Grafico 1 : Indice di sostenibilità del debito pubblico e rapporto debito su Pil, 1862-2000
Vorrei esaminare insieme a voi il grafico sopra; il
grafico rappresenta in blu l’indice di sostenibilità del debito
pubblico italiano, e in rosso il famigerato rapporto Debito su PIL1.
Come possiamo vedere, a partire dal 1948 inizia un lungo periodo di
sostanziale stabilità fino al 1980 con pochi anche se significativi
scostamenti o leggeri slittamenti di tendenza, come quello che si
verifica dal 1965 fino al 1980
di moderato declino; dopo di essa, le condizioni di sostenibilità
tendono a peggiorare sempre più per tutto il periodo che va dal 1981
fino al 1994; infine, nell’ultimo periodo, dal 1995 si assiste a un
miglioramento progressivo dei problemi di sostenibilità che si mantiene
fino al 2000, quando tale tendenza si inverte nuovamente e precipita ai
giorni nostri.
Cosa è successo tra il 1980 e il 1995 in Italia:
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Eliminazione della moneta di stato.Il 16 marzo 1978 Aldo Moro fu rapito e ucciso il 9 maggio successivo da appartenenti al gruppo terrorista denominato Brigate Rosse; subito dopo l’Italia smise di emettere cartamoneta di Stato.
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Lo Stato soccombe al capitale.Nel luglio 1981 iniziava, dieci anni fa, un nuovo regime di politica monetaria. Si inaugurava, infatti, il cosiddetto “divorzio” fra Tesoro e Banca d’ Italia: una “separazione dei beni” che esimeva la seconda dal garantire in asta il collocamento integrale dei titoli offerti dal primo.Su iniziativa di Andreatta e Ciampi (appena asceso al soglio di Governatore della Banca d’Italia), la nostra Banca centrale venne esonerata dall’obbligo di acquistare i titoli del debito pubblico che fossero rimasti invenduti in asta. Quell’obbligo, in pratica, significava che lo Stato poteva indebitarsi al tasso desiderato, perché tutti i Buoni del tesoro che i privati non avessero acquistato finivano alla Banca centrale. Era il modo in cui lo Stato “comandava” il capitale monetario. Con il divorzio, invece, lo Stato venne costretto a indebitarsi ai tassi d’interesse correnti sul mercato, i quali giusto in quel periodo schizzavano verso l’alto a causa della svolta monetarista impressa da Paul Volcker all’azione della Federal Reserve, la banca centrale americana. Subito dopo esplodeva il debito pubblico Italiano.
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I sindacati dalla parte dei padroni.La Marcia dei 4000 Quadri Fiat: è una manifestazione svoltasi a Torino il 14 ottobre 1980. Migliaia di impiegati e quadri della FIAT scesero in piazza per protestare contro le violente forme di picchettaggio che impedivano loro di entrare in fabbrica a lavorare, da ormai 35 giorni. La manifestazione, secondo l’analisi di molti storici, segnò un punto di svolta nelle relazioni sindacali: il sindacato a breve capitolò e chiuse con un accordo favorevole alla Fiat la vertenza, iniziando una progressiva perdita di potere ed influenza che si protrasse per tutti gli anni ottanta non solo in Fiat ma nel paese.
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Congelamento dei salari. Tra il 1984 e il 1992, è abrogata la scala mobile: i governi di Bettino Craxi e Giuliano Amato, con l’accordo degli stessi sindacati; giustificarono l’abrogazione sostenendo che aveva generato un circolo vizioso che contribuiva una continua crescita dell’inflazione. In realtà la scala mobile era uno strumento economico di politica dei salari, volto ad indicizzare automaticamente i salari all’inflazione e all’aumento del costo della vita secondo un indice dei prezzi al consumo. Era cioè uno strumento utile al fine di mantenere inalterato il salario reale dei lavoratori, e dunque il loro potere di acquisto; entrava in azione se l’inflazione cresceva; mentre Craxi, Amato, e i sindacati (e tutta la stampa nazionale) sostenevano che era la scala mobile a creare inflazione, un poco come dire che viene a piovere se esci con l’ombrello. Ludwig von Mises (definito l’incontrastato decano della scuola austriaca economica) sosteneva che, poiché l’aumento salariale non comportava una variazione della base monetaria ma soltanto una riduzione dell’utile delle imprese, che veniva redistribuito ai lavoratori, sia da escludere un legame tra scala mobile e inflazione.
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Studio di una Strategia per una privatizzazione selvaggia: II 2 giugno 1992 si svolgeva una riunione semisegreta tra i principali esponenti della City, il mondo finanziario londinese, ed i manager pubblici italiani, rappresentanti del Governo di allora e personaggi che poi sarebbero diventati ministri o direttori generali nei Governi Amato, Dini, Ciampi, Prodi, D’Alema (ma anche Berlusconi, per quanto riguarda la centrale figura di Mario Draghi). Oggetto di discussione: le privatizzazioni. Questa riunione si tenne a bordo del panfilo della Corona inglese, il “Britannia”in navigazione lungo le coste siciliane.In quella riunione si decise di acquistare le aziende italiane e la Banca d’Italia, e come far crollare il vecchio sistema politico per insediarne un altro, completamente manovrato dai nuovi padroni. A quella riunione parteciparono anche diversi italiani, come Mario Draghi, allora direttore delegato del ministero del Tesoro, il dirigente dell’Eni Beniamino Andreatta e il dirigente dell’Iri Riccardo Galli.Gli intrighi decisi sulla Britannia avrebbero permesso agli anglo-americani di mettere le mani sul 48% delle aziende italiane, fra le quali c’erano la Buitoni, la Locatelli, la Negroni, la Ferrarelle, la Perugina e la Galbani. La stampa martellava su “Mani pulite”, facendo intendere che da quell’evento sarebbero derivati grandi cambiamenti. Nel giugno 1992 si insediò il governo di Giuliano Amato. Si trattava di un personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell’Italia. Tutto era pronto e favorevole, bisognava solo trovare un pretesto per convincere l’opinione pubblica italiana che fosse necessario privatizzare. Il pretesto lo crea ad arte George Soros.
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Attacco speculativo alla Lira:L’attacco speculativo del settembre 1992, condotto da George Soros, portò ad una svalutazione della lira del 30% ed al prosciugamento delle riserve della Banca d’Italia, che fu costretta a bruciare 48 miliardi di dollari nel vano tentativo di arginare l’attacco speculativo. La crisi portò anche allo scioglimento del Sistema Monetario Europeo. A seguito dell’attacco speculativo contro la lira e della sua immediata svalutazione del 30%, la privatizzazione,delle aziende italiane, sarebbe stata fatta a prezzi stracciati, a beneficio della grande finanza internazionale e a discapito degli interessi dello stato italiano e dell’economia nazionale e dell’occupazione. Stranamente, gli stessi partecipanti all’incontro del Britannia avevano già ottenuto l’autorizzazione da parte di uomini di governo come Mario Draghi, di studiare e programmare le privatizzazioni stesse. I complici italiani furono il ministro del Tesoro Piero Barucci, l’allora Direttore di Bankitalia Lamberto Dini e l’allora governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi. Altre responsabilità vanno all’allora capo del governo Giuliano Amato e al Direttore Generale del Tesoro Mario Draghi. Alcune autorità italiane (come Dini) fecero il doppio gioco: denunciavano i pericoli ma in segreto appoggiavano gli speculatori. Amato aveva costretto i sindacati ad accettare un accordo salariale non conveniente ai lavoratori, per la “necessità di rimanere nel Sistema Monetario Europeo”, pur sapendo che l’Italia ne sarebbe uscita a causa delle imminenti speculazioni.
Quindi dal 1980, vediamo un vero e proprio attacco allo Stato italiano, supportato dall’interno da personalità di spicco del mondo economico e politico (del Centro-Sinistra) italiano,
molti dei quali ancora in carica. Il Centro Sinistra italiano dal 1997
al 2000 stabilisce il record europeo di privatizzazioni di aziende
statali (battendo persino l’Inghilterra patria del liberismo). Quindi
qui in Italia, abbiamo una sinistra che per più di mezzo secolo in Tv e
sui giornali,ci ha raccontato una politica basata sulla solidarietà
sociale, sul mondo del lavoro, sui diritti dei cittadini, mentre al
parlamento e sui panfili dei reali Inglesi studiavano il modo su come
far arricchire pochi privati,distruggendo la nostra economia e
svendendo nostri diritti.
1992–2012 Guerra Finanziaria all’Italia
Ma di tutte le privatizzazioni fatte, il colpo di
grazia, quella che ha consegnato l’Italia nelle mani dei mercati
internazionali (ergo ciò che ha esposto l’Italia alla speculazione
finanziaria) è stato il “Divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia, con la
successiva privatizzazione della stessa nel quinquennio tra il 1990 e il
1994.Finì così per realizzarsi un autentico scippo. Le azioni della
Banca d’Italia, di fatto e di diritto un’istituzione pubblica creata con
il preciso fine di difendere l’interesse nazionale, quindi l’interesse
di tutti, vennero infatti trasferite a società bancarie private, portate
quindi a fare gli interessi dei propri azionisti privati. Un
cambiamento non da poco e che accomuna l’Italia, guarda caso, alla
realtà statunitense dove sono le banche private ad essere gli azionisti
della Federal Reserve, l’unico soggetto autorizzato ad stampare ed
emettere moneta e che fu messo in condizione di farlo grazie ad un
autentico colpo di mano realizzato all’inizio del secolo scorso. E’
appena il caso di ricordare che il disegno di legge Tremonti sul
risparmio, che di fatto dimissionò l’ex governatore Antonio Fazio,
prevedeva tra l’altro che entro il gennaio del 2009 le quote delle
banche in Via Nazionale tornassero di proprietà del Tesoro o altri enti
pubblici ad un prezzo di vendita stabilito dallo stesso Ministero”.
Ancora oggi, la questione del trasferimento delle quote della Banca
d’Italia, un passo importante per rientrare in possesso del signoraggio
monetario, è rimasta sospesa.
Si presume cioè che lo Stato sia una istituzione
sociale, ed invece si comporta come una istituzione antisociale. Già
alle scuole elementari si sostiene che lo stato è fondato sui tre poteri
esecutivo, legislativo e giudiziario, omettendo di menzionare il potere
economico-monetario che sovrasta i prime tre. Eppure il bambino che non
ha i soldi per la merenda, lo sa già bene. In pratica non si descrive
appieno in che cosa consiste la sovranità popolare né si puntualizza
che, in caso di abuso da parte delle istituzioni, è necessario insorgere.
eccellentedovrebbero leggerlo ed imparare a memria tutti, ed invece....che paese di ciechi.ed il mondo non è meglio.
RispondiEliminanon è un paese di ciechi ma di ignoranti.Servi ignoranti e giustamente bastonati.Ove la sinistra invidia ed emula la destra nel ruolo di camerieri dei banksters.
EliminaGrazie Mauro.