I signori dell'élite programmano i nostri pasti del futuro a base di cavallette e braciolina sintetizzata in laboratorio. Il bravo pennivendolo di turno è quasi entusiasta del nuovo menù, elogia questa "soluzione" miracolosamente offerta da quella scienza che lavora per la "preoccupata" Onu. Come non ricordare il mitico articolo del corriere che, da brava voce dell'oligarchia, ci avvisava che la mucca inquina come un SUV, suggerendo quindi la necessità di procurarsi le proteine in modo totalmente diverso da quello seguito per millenni nel corso dell'umanità. Ma sulle acciaierie, cementifici, inceneritori, centrali nucleari e tutta la bella mercanzia del progresso nemmeno un conteggio concernente il consumo dell'acqua "addizionata" con i loro scarti tossici, figuriamoci se osano rendere edotto il popolino nel merito dell'impatto ambientale di tali impianti. Allora, eccoli lì, come tanti buoni padri di famiglia tanto improbabili quanto patetici, pronti ad offrirci qualche
"bistecchina" sintetica, attraverso la quale magari "ricleremo" i rifiuti inquinanti insieme a qualche coleottero, mentre ci godiamo il sapore "orientale" della nuova "pietanza". Avrei capito se l'Onu intendesse promuovere una ben più salutare dieta vegetariana o vegana ed invece propongono poltiglie alla Mac Donald. Devono proprio sentirsi degli dèi, i signori dei circoletti massonici, che, sempre per il nostro bene immagino, programmano anche le piogge. Programmare una dieta vegetariana con i signori della pioggia che si divertono a guadagnare un "pochino" speculando sulle derrate alimentari minacciando così la sopravvivenza di migliaia di persone di volta in volta colpite, diventa impresa ardua, ma poco importa. Stanno lavorando per noi, raccontano che non ci sarà cibo per tutti ed allora che male ci sarà mai nel decimare un pò di gente per consentire alla finanza di guadagarci sopra? Perché intanto non lasciano in pace la natura? Davvero se non venisse alterata, inquinata e cementificata, il nostro magnifico pianeta non sarebbe in grado di offrire ai popoli quanto necessita per vivere? O temono piuttosto che si possa diventare autosufficenti e pertanto restii a fare gli schiavi come all'Ilva? Ben si comprende come una simile prospettiva sarebbe una sciagura per i padroni del vapore, abituati a decidere tutto, da cosa dobbiamo mangiare a come dobbiamo pensare, financo quanti "sopravvissuti" debbono rimanere sul pianeta. Costoro hanno già in mente di razionare gli alimenti, come propone la "buona" Royal Society, non possono permettersi la "disgrazia" di un mondo popolato da piccole comunità autonome che vivano in armonia e collaborazione. Purtroppo hanno lavorato molto bene affinché un simile scenario non divenga realtà, complici proprio le masse stesse, sempre pronte ad assecondare questi piani in cambio di un piatto di lenticchie.
"bistecchina" sintetica, attraverso la quale magari "ricleremo" i rifiuti inquinanti insieme a qualche coleottero, mentre ci godiamo il sapore "orientale" della nuova "pietanza". Avrei capito se l'Onu intendesse promuovere una ben più salutare dieta vegetariana o vegana ed invece propongono poltiglie alla Mac Donald. Devono proprio sentirsi degli dèi, i signori dei circoletti massonici, che, sempre per il nostro bene immagino, programmano anche le piogge. Programmare una dieta vegetariana con i signori della pioggia che si divertono a guadagnare un "pochino" speculando sulle derrate alimentari minacciando così la sopravvivenza di migliaia di persone di volta in volta colpite, diventa impresa ardua, ma poco importa. Stanno lavorando per noi, raccontano che non ci sarà cibo per tutti ed allora che male ci sarà mai nel decimare un pò di gente per consentire alla finanza di guadagarci sopra? Perché intanto non lasciano in pace la natura? Davvero se non venisse alterata, inquinata e cementificata, il nostro magnifico pianeta non sarebbe in grado di offrire ai popoli quanto necessita per vivere? O temono piuttosto che si possa diventare autosufficenti e pertanto restii a fare gli schiavi come all'Ilva? Ben si comprende come una simile prospettiva sarebbe una sciagura per i padroni del vapore, abituati a decidere tutto, da cosa dobbiamo mangiare a come dobbiamo pensare, financo quanti "sopravvissuti" debbono rimanere sul pianeta. Costoro hanno già in mente di razionare gli alimenti, come propone la "buona" Royal Society, non possono permettersi la "disgrazia" di un mondo popolato da piccole comunità autonome che vivano in armonia e collaborazione. Purtroppo hanno lavorato molto bene affinché un simile scenario non divenga realtà, complici proprio le masse stesse, sempre pronte ad assecondare questi piani in cambio di un piatto di lenticchie.
Basti pensare che veneriamo Mario Monti come il salvatore, insieme a Mario Draghi, l'uomo forte che porterà a miti consigli quella "bestia immonda" della Germania, prima che raggiunga il suo scopo di ridurre tutti i popoli europei sul lastrico. I due Mario no, loro sono della "parrocchia buona", lottano eroicamente per lo scudo anti-spread avversato dalla Germania, rea di non vuole garantire alle banche creditrici le passività degli altri stati. Il pensiero che i due Mario siano dei sòdali a servizio dei poteri forti non sfiora minimamente il cervello dei crociati anti tedeschi. Non si chiedono per esempio se e quali misure siano state proposte per limitare lo strapotere ricattatorio della finanza sugli stati. O meglio, loro credono sia lo "scudo anti spread" ad avere questo potere salvifico. Beh dovrebbe almeno risultare "singolare" il fatto che abbiano imposto il Fiscal Compact ed il Mes con estrema facilità, mentre non abbiano nemmeno pensato di proporre la proibizione delle vendite allo scoperto, o il divieto alle agenzie di rating di giudicare i debiti sovrani. Macché. Stranamente, ai crociati anti-tedeschi "sfuggono" strane coincidenze. Come l'Hollande furioso che alla vigilia della sua "incoronazione" esternava la necessità di trasformare la Bce in Federal Reserve. Deve essere stata una proposta salutata come "salvavita" dei popoli (mica delle banche, per carità). O l'ingerenza di Mr Wall Street Obama che incolpa l'Europa della mancata ripresa americana, relegando appunto il Vecchio Continente a mero mercato di sbocco della mercanzia yankee. Avete sentito il coro anti tedesco riprendere Obama che intimava all'Europa di fare di più? Certo che no, come certo non si sono soffermati a riflette su cosa intendesse con quel "fare di più", probabilmente devono aver pensato che volesse annullare i debiti fasulli agli stati nazione? Mentre si annunciano nuovi attacchi speculativi in agosto, il Monti teme che arrivino come un uragano. Il Monti dei poteri forti, ammazza-diritti e welfare non avrebbe l'autorità per placare gli speculatori, se questo fosse il problema (ricordate cane non morde cane) ? Sia mai, tanto nessuno glielo chiede, tantomeno i crociati contro la Germania. Il fronte anti Merkel dovrebbe chiedere al proprio beniamimo alla Casa Bianca se i titoli tossici di cui le banche europee sono piene, possano essere ritenuti una vera e propria frode che li renda non rimborsabili. Ma questa idea non mi sembra essere pervenuta, come non pare che tale fronte si sia turbato dal recente scandalo sui tassi Euribor tramite i quali sono state derubate le famiglie italiane. E' pervenuto però forte e chiaro l'ordine di Draghi di fornire liquidità illimitata alle banche. Si sono chiesti i paladini anti Germania chi ne pagherà il conto e come ? Certo che no, per loro è tutto estremamente semplice: c'è un demone che non vuole "salvare gli stati", quindi bisogna aiutare i tutori dell'ordine e della democrazia a "vincere" contro questa entità malefica. Purtroppo, i soliti utili idioti non mancano, sempre pronti ad abboccare a questa litania, convinti che fondo salva stati, scudo anti spread, eurobond etc siano degli strumenti introdotti per aumentare il tenore di vita delle singole famiglie delle nazioni PIIGS e non per tenere a galla le banche zombie a nostre spese. Chissà, forse ritengono Mario Draghi sul quale è stata aperta un'indagine per conflitto d'interessi un potenziale capopopoli dei poveri, vecchi e nuovi.
Tesi che serve molto alla finanza anglosassone che aspetta con ansia l'apertura dei rubinetti della BCE in stile Helicopter Ben della Federal Reserve.
Poco importa se Obama fa pressing sui governi europei per imporre lo scudo anti-spread rendendo palese a chi serva tale misura. Insomma siamo dinanzi ad un'"equipe" di paladini per il bene dell'umanità, purtroppo ostacolati dall'arcigna strega cattiva e chissà, magari molti pensano sia una fortuna che Moody's abbia lanciato un pizzino a Germania ed Olanda (che hanno rifiutato lo scudo anti-spread).
Obama "ci ha prestato" anche Tim Geithner, diamine siamo ancora troppo "europei" e non siamo ancora abbastanza appiattiti sul modello americano. Il broker Obama dichiara anche che la Ue è un problema per delle persone che "in questa sala hanno degli affari", udite udite, il democratico non è preoccupato per i popoli stretti nella morsa dell'austerità voluta dalla strega del Nord, ma magari sarà un'altra stupida sottigliezza.
Pressing del presidente Usa sui governi dell'Eurozona per sostenere lo scudo della Bce a difesa dell'euro.
NEW YORK - "Avremo ancora venti contrari nei prossimi mesi, l'Europa è ancora un problema e molte delle persone in questa sala che hanno li' i loro affari lo sanno". E' quanto ha detto Barack Obama parlando la notte scorsa ad una raccolta di fondi a New York. "Non credo che alla fine gli europei permetteranno la disfatta dell'euro - ha poi aggiunto il presidente - ma dovranno intraprendere dei passi decisioni. "Io sto investendo un'enorme quantità di tempo cercando di lavorare con loro, e Tim Geithner sta trascorrendo molto tempo a lavorare con loro - ha detto ancora riferendosi al segretario al Tesoro ieri in missione in Germania - per far capire che prima intraprenderanno alcune azioni decisive, meglio sarà". Fonte
A scanso di equivoci, preciso che considero la Merkel una cameriera delle banche a parimerito degli altri, un'utile europeista e in quanto tale certo non una mia simpatia. Anzi, secondo me interpreta il ruolo del poliziotto cattivo, come si intuisce da questo ottimo articolo di Italo Romano. Ma forse, essendo però stata eletta deve tenere conto dei suoi cittadini. Sò che almeno in Italia, gli abitanti sono solo mucche da mungere e da tempo non si considerano altro che carne da macello ma se in Germania i cittadini tedeschi pensano di contare qualcosa non è colpa loro.
Consiglio vivamente le seguenti letture di approfondimento:
Ma quanto costa salvare l'euro? su Fronte di liberazione dai banchieri
ANCHE IL PROFESSOR GUIDO ROSSI SI APPELLA AL CARISMA DELL’”AMERICANO” DRAGHI PER CONTRASTARE L’AUSTERITA’ “TEDESCA” su Conflitti e strategie
Ma quanto costa salvare l'euro? su Fronte di liberazione dai banchieri
ANCHE IL PROFESSOR GUIDO ROSSI SI APPELLA AL CARISMA DELL’”AMERICANO” DRAGHI PER CONTRASTARE L’AUSTERITA’ “TEDESCA” su Conflitti e strategie
Un altro membro degno di spicco del fronte anti tedesco ( che ripeto, non contesta l'austerità imposta per altro dal Trattato di Maachstricht e non dalla Germania, come falsamente propagandato dai gazzettieri e tirapiedi vari, ma contesta la Germania in quanto non vuole concedere ulteriori pezzi di sovranità e soprattutto si rifiuta di svolgere il ruolo di fidejussore per i debiti altrui) è il buon Junker. Deve essere anche lui considerato un Messya portavoce dei popoli oppressi che combatte le mire nazionalistiche tedesche. Chi osa ancora vantare una minima sovranità nazionale, un minimo rispetto per sé stesso ecco che diventa una potenziale minaccia nazionalista. Sottomettetevi e zitti ai poteri forti, che diamine. Le dichiarazioni di Junker sono riportate nell'art qui riprodotto per intero da Rinascita.
Monti, durante la visita a Putin, ha dichiarato che bisogna puntare sull'economia reale. Ha un humor veramente inglese questo signore, proprio lui, il fautore dell'aumento della pressione fiscale e della restaurazione dell'Inquisizione (ora Equitalia) causa della strage di imprese al ritmo di 1.626 aziende al giorno e di uomini. Si sarà vantanto anche del nuovo grande primato, ovvero sotto la sua dinastia si è toccato il fondo dei consumi peggiori dal dopoguerra. Chissà cosa intendeva dicendo pche occorre puntare sull'economia reale, "puntare" come un cecchino punta al nemico? Poi dicono che il comico è Grillo e che il barzellettiere di Arcore sia imbattibile. Lo spread (ormai è un'entità con vita propria) che in quei giorni raggiunse nuove impennate stava ridendo alla battuta ?
Ieri a Helsinki (tappa di un tour europeo, Obama gli ha detto che deve "agire") ne ha sparata un'altra, si vede che ha parlato anche con Junker:
Se il livello dello spread rimarrà alto a lungo rischieremo di avere un governo euroscettico. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Monti, a Helsinki, in Finlandia. Fonte Rainews
Ha calato l'asso dello "spettro" di un governo "euroscettico". No, la finanza ci è amica, le banche ci aiutano ma un governo euroscettico sarebbe una catastrofe....
E' diventato obbligatorio "credere" nell'euro in maniera dogmatica, come una religione. Non chiedetevi o popolo perché mai si debba sostenere l'euro a prescindere. La moneta unica è un bene assoluto, parola dei signori delle banche. Inchinatevi ed osannate, anzi, fate pure di più, denunciate ed isolate gli "eretici" dell'euro chiamandoli fascisti o comunisti (come preferite). Dopo la perdita del potere di acquisto del vostro salario del 40% in soli dieci anni non avete potuto godere dei benefici della moneta unica e dell'Unione Europea? Abbiate fede, oppure a punirvi arriverà un governo "euroscettico". Sacrificatevi, rinunciate a pensioni, diritto al lavoro, assistenza sanitaria, dal momento che bisogna fare tutto per "salvare l'euro". Altrimenti arriverà un governo euroscettico, che, orrore orrore, potrebbe volere una moneta nazionale, battere una moneta senza debito come accadde per un breve periodo per volere di Aldo Moro . Eh già, ma mica si può andare a raccontare che sarebbe un danno per Bankenstein, meglio agitare gli spettri della "deriva autoritaria" che funzionano sempre bene. D'altrone, la minaccia potrebbe essere ben concreta e seguire l'esempio dell'Iran dove si ipiccano i banchieri colpevoli di frode e condannati a restituire il denaro rubato!! O mio Dio, quale abominevole violazione dei diritti civili! Già me li vedo i girotondini urlare a destra e a manca "attenzione agli euroscettici in preda ai deliri nazionalisti, stringiamoci intorno ai nostri preziosi Mario M. e Mario D.". E' curioso come le parole pronunciate da un uomo eletto dal Mercato, benedetto da Goldman Sachs, inviato sulla Terra per conto del Bilderberg e legittimato dalla Trilateral discetti terrorizzato su ipotetici governi "euroscettici". Se fosse la volontà popolare? Questo è il vero incubo, che i popoli possano decidere una tale opzione. Fortuna che lui e i suoi confratelli detestano la democrazia, come ebbero modo di esternare più volte. Ascoltare parole di "paura" per lo spettro di un governo euroscettico, come si trattasse della materializzazione di una "deriva autoritaria", fa semplicemente ridere. Chissà perché avrà vaticinato questo "oscuro scenario" in quel di Helsinki, forse perché la Finlandia ha detto no allo scudo anti-spread del quale il Monti comunque ogni giorno sostiene non si avvarrà? O signur, che ipotesi sciagurata sarebbe mai quella di assecondare la nascita di governi "anti rigore" e "non orientati all'Unione Europea", ma come avrà fatto l'umanità a vivere senza fino ad oggi? Chissà forse la fine del mondo profetizzata dai Maya alludeva a tale prospettiva?
E' diventato obbligatorio "credere" nell'euro in maniera dogmatica, come una religione. Non chiedetevi o popolo perché mai si debba sostenere l'euro a prescindere. La moneta unica è un bene assoluto, parola dei signori delle banche. Inchinatevi ed osannate, anzi, fate pure di più, denunciate ed isolate gli "eretici" dell'euro chiamandoli fascisti o comunisti (come preferite). Dopo la perdita del potere di acquisto del vostro salario del 40% in soli dieci anni non avete potuto godere dei benefici della moneta unica e dell'Unione Europea? Abbiate fede, oppure a punirvi arriverà un governo "euroscettico". Sacrificatevi, rinunciate a pensioni, diritto al lavoro, assistenza sanitaria, dal momento che bisogna fare tutto per "salvare l'euro". Altrimenti arriverà un governo euroscettico, che, orrore orrore, potrebbe volere una moneta nazionale, battere una moneta senza debito come accadde per un breve periodo per volere di Aldo Moro . Eh già, ma mica si può andare a raccontare che sarebbe un danno per Bankenstein, meglio agitare gli spettri della "deriva autoritaria" che funzionano sempre bene. D'altrone, la minaccia potrebbe essere ben concreta e seguire l'esempio dell'Iran dove si ipiccano i banchieri colpevoli di frode e condannati a restituire il denaro rubato!! O mio Dio, quale abominevole violazione dei diritti civili! Già me li vedo i girotondini urlare a destra e a manca "attenzione agli euroscettici in preda ai deliri nazionalisti, stringiamoci intorno ai nostri preziosi Mario M. e Mario D.". E' curioso come le parole pronunciate da un uomo eletto dal Mercato, benedetto da Goldman Sachs, inviato sulla Terra per conto del Bilderberg e legittimato dalla Trilateral discetti terrorizzato su ipotetici governi "euroscettici". Se fosse la volontà popolare? Questo è il vero incubo, che i popoli possano decidere una tale opzione. Fortuna che lui e i suoi confratelli detestano la democrazia, come ebbero modo di esternare più volte. Ascoltare parole di "paura" per lo spettro di un governo euroscettico, come si trattasse della materializzazione di una "deriva autoritaria", fa semplicemente ridere. Chissà perché avrà vaticinato questo "oscuro scenario" in quel di Helsinki, forse perché la Finlandia ha detto no allo scudo anti-spread del quale il Monti comunque ogni giorno sostiene non si avvarrà? O signur, che ipotesi sciagurata sarebbe mai quella di assecondare la nascita di governi "anti rigore" e "non orientati all'Unione Europea", ma come avrà fatto l'umanità a vivere senza fino ad oggi? Chissà forse la fine del mondo profetizzata dai Maya alludeva a tale prospettiva?
Che oscenità, sognare un mondo in cui i popoli siano liberi dal debito, dalla schiavitù dell'euro, dalla spada di Damocle dello spread e del Mercato, una realtà non più soffocata dal rigore imposto dal Trattato di Maachstricht firmato con tanta gioia. Sarebbe la fine di un mondo, IL LORO.
Barbara
Letture imperdibili:
La loro “Europa unita” è una colonia da sfruttare
Pubblicato da Donato in 31 luglio 2012
Lo ha scritto, su “The Independent”, Otmar Issing che non è un commentatore qualunque ma un ex membro dell’esecutivo Bce: è fallace, e fa anche ridere, l’idea che si possa reggere un sistema fondato sull’economia e la moneta ma privo di unità politica. Lo diceva nel 1991 anche Helmut Kohl, il cancelliere rifondatore dell’unità tedesca. E esiste anche una ulteriore “conditio sine qua non”: per creare un’effettiva unità – nel nostro caso “europea” – occorre la scomparsa degli Stati nazionali.
Ed è questa la volontà nascosta, di chi attualmente manovra Bruxelles: estirpare gli Stati nazionali distruggendo ciò che è invece la forza storica della nostra cultura comune, appunto le identità nazionali. Cancellato questo humus – e i banksters e i tecnocrati e i professori lo stanno facendo alacremente – però, non si “costruisce” un bel nulla. L’idea di far nascere dalla “moneta unica” dal “fisco unico”, dalle “banche uniche” un’entità forte è semplicemente folle, irrealizzabile. La devastazione delle sue radici renderà, al contrario, al massimo, il nostro continente una grande area di libero scambio, di libera speculazione per la grande finanza e le multinazionali apolidi. Altro che “unità politica”. Quella si fa soltanto con un atto di forza politico, appunto. Aggregando l’Europa delle patrie in un unico Stato nazionale europeo.
Ma non è questo che vogliono, i Lor signori. Non vogliono un’Europa unita e forte, ma debole e da colonizzare.
Rinascita
Obama preme sull’Europa per “passi decisivi”
I Paesi Ue devono indebitarsi e la Bce dare soldi al fondo salva Stati per calmierare i mercati e aiutare l’economia Usa
Filippo Ghira
Barack Obama non crede che gli europei permetteranno la disfatta dell'euro.
Con la mente rivolta alle presidenziali di novembre che potrebbero pure rispedirlo a casa, l’inquilino della Casa Bianca insiste nel suo pressing sull’Unione europea perché intraprenda quelli che ha definito “passi decisivi” per salvare la moneta unica.
Quali siano tali passi è facile arguirlo. Continuare a sostenere le banche e il mondo finanziario, gli stessi ambienti che lo hanno fatto vincere nel 2008 e che ora lo reputano meno affidabile di prima. Non si capisce infatti quali potrebbero le altre misure suggerite dal maggiordomo della Goldman Sachs. La sua presidenza si è infatti contraddistinta da finanziamenti massicci elargiti ai vari banditi di Wall Street per salvarli dal fallimento. Banche come appunto Goldman Sachs, società di assicurazione come AIG, società di riassicurazione e garanzia sui mutui come Freddie Mac e Fannie Mae. Tutte salvate con soldi pubblici grazie a finanziamenti agevolati che hanno fatto volare alle stelle il debito pubblico Usa che, in base all’accordo tra democratici e repubblicani dell’agosto 2012, è stato alzato legalmente sopra il 100% del Pil.
Avremo ancora venti contrari nei prossimi mesi, ha lamentato Obama, l'Europa è ancora un problema. Lui e il suo degno compre, il segretario al Tesoro, Tim Geithner,stanno investendo molto tempo per far capire che prima intraprenderanno alcune azioni decisive, meglio sarà. Insomma, gli Stati Uniti si aspettano che i Paesi europei si indebitino più di quanto abbiano fatto fino ad oggi. E che la Bce decida di versare altri soldi alle banche europee, più dei 1.000 miliardi finora messi a disposizione tra novembre e marzo. Al tempo stesso Obama spera che la Bce presti soldi ai fondi salva Stati perché questi comprino i titoli dei Paesi sottoposti a speculazione (che guarda caso viene da Wall Street e dalla City) calmierino lo spread con i Bund tedeschi e tranquillizzino così i “mercati”. Insomma una bella partita di giro.
E infatti, l’ex uomo di fiducia della Goldman Sachs (nella foto con Mario Monti, ex consulente della banca Usa) ha rivendicato la validità e la giustezza delle misure da lui adottate anche se ha ammesso “impopolari” per bloccare la crisi finanziaria del 2008. Abbiamo evitato, ha aggiunto, questo sanguinamento cronico della ferita che sta diventando un'enorme problema ora non solo per l'Europa ma per l'intera economia globale. Affermazione inquietante perché conferma i legami di Obama con l’establishment finanziario e la convinzione che la finanza sia più centrale dell’economia reale. Infatti il presidente ha subito ammesso le gravi difficoltà che vive l'economia Usa auspicando al tempo stesso ottimismo per una ripresa che deve partire proprio dalla soluzione del problema Europa.
Insomma se l’Unione europea aumenterà il proprio debito, tale domanda aggiuntiva comporterà una maggiore domanda di beni Usa e l’economia americana non potrà che giovarsene tanto da permetterle di investire nei settori dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'energia. In tal modo gli Usa potranno prosperare nei prossimi decenni. Ora come ora la situazione dell’economia è tragica a causa della contrazione dei consumi interni e della diminuzione dell'export. Il primo fattore assume aspetti impensabili fino a pochi anni fa se solo si pensa che i cittadini Usa sono abituati da sempre ad essere indebitati sia per i consumi che per il mutuo che per le rate dell’auto.
01 Agosto 2012 - Rinascita
Gli alleati frenano la Merkel sul ruolo della Bce
Le caute aperture sugli acquisti di titoli pubblici per calmierare lo spread trovano contrari i liberali e la Csu bavarese
Filippo Ghira
La dichiarazione di intenti di Angela Merkel e Mario Monti di essere pronti a “prendere tutte le misure necessarie” per difendere la sopravvivenza dell’euro ha avuto scarso impatto ieri sul differenziale di rendimento tra i Btp italiani decennali e i Bund tedeschi. A non produrre i risultati attesi hanno contribuito le dichiarazioni di venerdì della Bundesbank che la Germania non considera l’acquisto di titoli pubblici da parte della Bce come lo strumento migliore per tenere sotto controllo lo saliscendi dello spread.
La linea tedesca resta così quella conosciuta. I Paesi dell’euro, sottoposti a pressioni finanziarie, o meglio ad attacchi speculativi, devono assumere come modello di comportamento il rigore della Germania nel tenere sotto controllo la dinamica della spesa pubblica. Devono tagliare le spese inutili, ridurre il debito e il disavanzo, attuare tutte quelle riforme strutturali che finora sono restate sulla carta, come quelle delle pensioni, del mercato del lavoro e per favorire la nascita di nuove imprese.
Le uniche misure, insistono da Berlino, in grado di gettare le premesse per una crescita economica non appena nell’economia globale si coglieranno i primi segnali di una ripresa. L’acquisto di Bonos e di Btp da parte della Bce viene dopo.
Invece in Italia, la telefonata tra Monti e Merkel per una difesa dell’euro è stato presentato dalle gazzette di proprietà del sistema finanziario come un successo del Professore e come un definitivo via libera ad agire rilasciato alla Bce. Ieri, lo spread tra Btp e Bund che aveva aperto a 455 punti è salito a 467. Poi dopo l’asta più che positiva di Btp a 5 e a 10 anni, con una domanda superiore all’offerta, lo spread è sceso sotto 460 punti. Un po’ poco per stabilire che l’Italia è gratificata dal favore degli investitori e che la speculazione ha deciso di smetterla di prenderci di mira.
E’ difficile infatti pensare che Berlino possa dare il via libera all’acquisto di Btp e di Bonos spagnoli da parte della Bce dopo che l’approvazione da parte del Bundestag dell’accordo europeo del 28-29 su un analogo acquisto da parte del nuovo fondo permanente salva Stati (Ems) per calmierare lo spread è stato bloccato da un ricorso della Linke. Un ricorso sul quale la Corte Costituzionale deciderà a metà settembre. Già il ministro delle finanze della Baviera, esponente dell’Unione cristiano-sociale, la Csu, partito alleato della Cdu della Merkel, si era detto contrario ad una ipotesi del genere. A questo no, si è aggiunto ora quello del ministro liberale per gli Affari europei dell’Assia che ha minacciato un ricorso alla corte del Lussemburgo contro l’eventuale acquisto di titoli da parte della Bce. Per Joerg Uwe Hahn è ora di ricondurre la Bce al suo compito originario, quello di assicurare la stabilità dell'euro.
Con la Germania che l’anno prossimo andrà al voto, e con una crisi che ha più che dimezzato la crescita tedesca, dal 3% del 2011 all’1% di quest’anno, la Merkel non vuole apparire in questa fase come colei che mette mano al portafoglio e paga con i soldi tedeschi i debiti dei Paesi dell’area Sud, incapaci di tenere a freno la propria tendenza alla spesa facile.
Berlino attende l’evolversi della situazione e il portavoce della Merkel ha affermato che il governo tedesco ha piena fiducia nell'indipendenza d'azione della Bce che alla riunione del suo direttivo del 2 agosto “prenderà le misure adeguate” per arginare la crisi. Berlino ha compiuto però una mezza apertura sostenendo che gli acquisti di titoli di Stato dei Paesi in crisi dell'eurozona sul mercato “secondario” da parte della Bce “non sono inammissibili” secondo i trattati europei vigenti. Si tratta in effetti di un progetto, poi messo in naftalina, varato ai tempi della presidenza francese della Bce, con Jean Claude Trichet, Per questo, ha precisato il portavoce della Merkel, non c'è ragione per un'azione legale presso l’Alta corte di giustizia europea. Questa non significa però che la Cancelliera dia il via libera al membro tedesco del direttivo della Bce per votare a favore dell’acquisto di Btp o di Bonos. Peraltro, il portavoce ha ribadito che la Germania resta contraria alla condivisione del debito e che quindi gli Eurobond non sono nell'interesse del governo di Berlino. Gli occhi degli osservatori sono così puntati sulla riunione del 2 agosto a Francoforte nel corso della quale l’ex Goldman Sachs Mario Draghi presenterà una proposta in merito agli altri membri del direttivo della Banca centrale.
Le impuntature tedesche non sono state comunque molto apprezzate tanto da irritare anche un Paese come il Lussemburgo, i cui titoli pubblici sono gratificati della tripla A, il massimo di affidabilità, da parte delle agenzie di rating. Il primo ministro, nonché presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, ha attaccato la Germania con toni degni di 50 anni fa. Non c'è più tempo da perdere, ha ammonito, siamo a un punto di svolta. Il mondo si domanda se ci sarà ancora un'Eurozona fra pochi mesi. Dobbiamo mettere in chiaro che siamo fermamente decisi a proteggere la stabilità finanziaria dell'unione monetaria. Juncker ha ammesso che i membri dell’euro devono ancora decidere cosa fare e quando farlo. Parlare dell'uscita della Grecia dall’euro non aiuta e non va bene l'approccio di quei politici tedeschi che trattano l'Eurozona come se fosse una filiale della Germania. Juncker ha concluso osservando che più di 60 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i risentimenti nazionalistici restano pochi centimetri sotto la superficie dell'Europa. Forse, parlava del risentimento del Lussemburgo di essere stato invaso dai tedeschi nel 1940.
31 Luglio 2012 - Rinascita
Barbara
Letture imperdibili:
La loro “Europa unita” è una colonia da sfruttare
Pubblicato da Donato in 31 luglio 2012
Lo ha scritto, su “The Independent”, Otmar Issing che non è un commentatore qualunque ma un ex membro dell’esecutivo Bce: è fallace, e fa anche ridere, l’idea che si possa reggere un sistema fondato sull’economia e la moneta ma privo di unità politica. Lo diceva nel 1991 anche Helmut Kohl, il cancelliere rifondatore dell’unità tedesca. E esiste anche una ulteriore “conditio sine qua non”: per creare un’effettiva unità – nel nostro caso “europea” – occorre la scomparsa degli Stati nazionali.
Ed è questa la volontà nascosta, di chi attualmente manovra Bruxelles: estirpare gli Stati nazionali distruggendo ciò che è invece la forza storica della nostra cultura comune, appunto le identità nazionali. Cancellato questo humus – e i banksters e i tecnocrati e i professori lo stanno facendo alacremente – però, non si “costruisce” un bel nulla. L’idea di far nascere dalla “moneta unica” dal “fisco unico”, dalle “banche uniche” un’entità forte è semplicemente folle, irrealizzabile. La devastazione delle sue radici renderà, al contrario, al massimo, il nostro continente una grande area di libero scambio, di libera speculazione per la grande finanza e le multinazionali apolidi. Altro che “unità politica”. Quella si fa soltanto con un atto di forza politico, appunto. Aggregando l’Europa delle patrie in un unico Stato nazionale europeo.
Ma non è questo che vogliono, i Lor signori. Non vogliono un’Europa unita e forte, ma debole e da colonizzare.
Rinascita
Obama preme sull’Europa per “passi decisivi”
I Paesi Ue devono indebitarsi e la Bce dare soldi al fondo salva Stati per calmierare i mercati e aiutare l’economia Usa
Filippo Ghira
Barack Obama non crede che gli europei permetteranno la disfatta dell'euro.
Con la mente rivolta alle presidenziali di novembre che potrebbero pure rispedirlo a casa, l’inquilino della Casa Bianca insiste nel suo pressing sull’Unione europea perché intraprenda quelli che ha definito “passi decisivi” per salvare la moneta unica.
Quali siano tali passi è facile arguirlo. Continuare a sostenere le banche e il mondo finanziario, gli stessi ambienti che lo hanno fatto vincere nel 2008 e che ora lo reputano meno affidabile di prima. Non si capisce infatti quali potrebbero le altre misure suggerite dal maggiordomo della Goldman Sachs. La sua presidenza si è infatti contraddistinta da finanziamenti massicci elargiti ai vari banditi di Wall Street per salvarli dal fallimento. Banche come appunto Goldman Sachs, società di assicurazione come AIG, società di riassicurazione e garanzia sui mutui come Freddie Mac e Fannie Mae. Tutte salvate con soldi pubblici grazie a finanziamenti agevolati che hanno fatto volare alle stelle il debito pubblico Usa che, in base all’accordo tra democratici e repubblicani dell’agosto 2012, è stato alzato legalmente sopra il 100% del Pil.
Avremo ancora venti contrari nei prossimi mesi, ha lamentato Obama, l'Europa è ancora un problema. Lui e il suo degno compre, il segretario al Tesoro, Tim Geithner,stanno investendo molto tempo per far capire che prima intraprenderanno alcune azioni decisive, meglio sarà. Insomma, gli Stati Uniti si aspettano che i Paesi europei si indebitino più di quanto abbiano fatto fino ad oggi. E che la Bce decida di versare altri soldi alle banche europee, più dei 1.000 miliardi finora messi a disposizione tra novembre e marzo. Al tempo stesso Obama spera che la Bce presti soldi ai fondi salva Stati perché questi comprino i titoli dei Paesi sottoposti a speculazione (che guarda caso viene da Wall Street e dalla City) calmierino lo spread con i Bund tedeschi e tranquillizzino così i “mercati”. Insomma una bella partita di giro.
E infatti, l’ex uomo di fiducia della Goldman Sachs (nella foto con Mario Monti, ex consulente della banca Usa) ha rivendicato la validità e la giustezza delle misure da lui adottate anche se ha ammesso “impopolari” per bloccare la crisi finanziaria del 2008. Abbiamo evitato, ha aggiunto, questo sanguinamento cronico della ferita che sta diventando un'enorme problema ora non solo per l'Europa ma per l'intera economia globale. Affermazione inquietante perché conferma i legami di Obama con l’establishment finanziario e la convinzione che la finanza sia più centrale dell’economia reale. Infatti il presidente ha subito ammesso le gravi difficoltà che vive l'economia Usa auspicando al tempo stesso ottimismo per una ripresa che deve partire proprio dalla soluzione del problema Europa.
Insomma se l’Unione europea aumenterà il proprio debito, tale domanda aggiuntiva comporterà una maggiore domanda di beni Usa e l’economia americana non potrà che giovarsene tanto da permetterle di investire nei settori dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'energia. In tal modo gli Usa potranno prosperare nei prossimi decenni. Ora come ora la situazione dell’economia è tragica a causa della contrazione dei consumi interni e della diminuzione dell'export. Il primo fattore assume aspetti impensabili fino a pochi anni fa se solo si pensa che i cittadini Usa sono abituati da sempre ad essere indebitati sia per i consumi che per il mutuo che per le rate dell’auto.
01 Agosto 2012 - Rinascita
Gli alleati frenano la Merkel sul ruolo della Bce
Le caute aperture sugli acquisti di titoli pubblici per calmierare lo spread trovano contrari i liberali e la Csu bavarese
Filippo Ghira
La dichiarazione di intenti di Angela Merkel e Mario Monti di essere pronti a “prendere tutte le misure necessarie” per difendere la sopravvivenza dell’euro ha avuto scarso impatto ieri sul differenziale di rendimento tra i Btp italiani decennali e i Bund tedeschi. A non produrre i risultati attesi hanno contribuito le dichiarazioni di venerdì della Bundesbank che la Germania non considera l’acquisto di titoli pubblici da parte della Bce come lo strumento migliore per tenere sotto controllo lo saliscendi dello spread.
La linea tedesca resta così quella conosciuta. I Paesi dell’euro, sottoposti a pressioni finanziarie, o meglio ad attacchi speculativi, devono assumere come modello di comportamento il rigore della Germania nel tenere sotto controllo la dinamica della spesa pubblica. Devono tagliare le spese inutili, ridurre il debito e il disavanzo, attuare tutte quelle riforme strutturali che finora sono restate sulla carta, come quelle delle pensioni, del mercato del lavoro e per favorire la nascita di nuove imprese.
Le uniche misure, insistono da Berlino, in grado di gettare le premesse per una crescita economica non appena nell’economia globale si coglieranno i primi segnali di una ripresa. L’acquisto di Bonos e di Btp da parte della Bce viene dopo.
Invece in Italia, la telefonata tra Monti e Merkel per una difesa dell’euro è stato presentato dalle gazzette di proprietà del sistema finanziario come un successo del Professore e come un definitivo via libera ad agire rilasciato alla Bce. Ieri, lo spread tra Btp e Bund che aveva aperto a 455 punti è salito a 467. Poi dopo l’asta più che positiva di Btp a 5 e a 10 anni, con una domanda superiore all’offerta, lo spread è sceso sotto 460 punti. Un po’ poco per stabilire che l’Italia è gratificata dal favore degli investitori e che la speculazione ha deciso di smetterla di prenderci di mira.
E’ difficile infatti pensare che Berlino possa dare il via libera all’acquisto di Btp e di Bonos spagnoli da parte della Bce dopo che l’approvazione da parte del Bundestag dell’accordo europeo del 28-29 su un analogo acquisto da parte del nuovo fondo permanente salva Stati (Ems) per calmierare lo spread è stato bloccato da un ricorso della Linke. Un ricorso sul quale la Corte Costituzionale deciderà a metà settembre. Già il ministro delle finanze della Baviera, esponente dell’Unione cristiano-sociale, la Csu, partito alleato della Cdu della Merkel, si era detto contrario ad una ipotesi del genere. A questo no, si è aggiunto ora quello del ministro liberale per gli Affari europei dell’Assia che ha minacciato un ricorso alla corte del Lussemburgo contro l’eventuale acquisto di titoli da parte della Bce. Per Joerg Uwe Hahn è ora di ricondurre la Bce al suo compito originario, quello di assicurare la stabilità dell'euro.
Con la Germania che l’anno prossimo andrà al voto, e con una crisi che ha più che dimezzato la crescita tedesca, dal 3% del 2011 all’1% di quest’anno, la Merkel non vuole apparire in questa fase come colei che mette mano al portafoglio e paga con i soldi tedeschi i debiti dei Paesi dell’area Sud, incapaci di tenere a freno la propria tendenza alla spesa facile.
Berlino attende l’evolversi della situazione e il portavoce della Merkel ha affermato che il governo tedesco ha piena fiducia nell'indipendenza d'azione della Bce che alla riunione del suo direttivo del 2 agosto “prenderà le misure adeguate” per arginare la crisi. Berlino ha compiuto però una mezza apertura sostenendo che gli acquisti di titoli di Stato dei Paesi in crisi dell'eurozona sul mercato “secondario” da parte della Bce “non sono inammissibili” secondo i trattati europei vigenti. Si tratta in effetti di un progetto, poi messo in naftalina, varato ai tempi della presidenza francese della Bce, con Jean Claude Trichet, Per questo, ha precisato il portavoce della Merkel, non c'è ragione per un'azione legale presso l’Alta corte di giustizia europea. Questa non significa però che la Cancelliera dia il via libera al membro tedesco del direttivo della Bce per votare a favore dell’acquisto di Btp o di Bonos. Peraltro, il portavoce ha ribadito che la Germania resta contraria alla condivisione del debito e che quindi gli Eurobond non sono nell'interesse del governo di Berlino. Gli occhi degli osservatori sono così puntati sulla riunione del 2 agosto a Francoforte nel corso della quale l’ex Goldman Sachs Mario Draghi presenterà una proposta in merito agli altri membri del direttivo della Banca centrale.
Le impuntature tedesche non sono state comunque molto apprezzate tanto da irritare anche un Paese come il Lussemburgo, i cui titoli pubblici sono gratificati della tripla A, il massimo di affidabilità, da parte delle agenzie di rating. Il primo ministro, nonché presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, ha attaccato la Germania con toni degni di 50 anni fa. Non c'è più tempo da perdere, ha ammonito, siamo a un punto di svolta. Il mondo si domanda se ci sarà ancora un'Eurozona fra pochi mesi. Dobbiamo mettere in chiaro che siamo fermamente decisi a proteggere la stabilità finanziaria dell'unione monetaria. Juncker ha ammesso che i membri dell’euro devono ancora decidere cosa fare e quando farlo. Parlare dell'uscita della Grecia dall’euro non aiuta e non va bene l'approccio di quei politici tedeschi che trattano l'Eurozona come se fosse una filiale della Germania. Juncker ha concluso osservando che più di 60 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i risentimenti nazionalistici restano pochi centimetri sotto la superficie dell'Europa. Forse, parlava del risentimento del Lussemburgo di essere stato invaso dai tedeschi nel 1940.
31 Luglio 2012 - Rinascita
"distruggendo ciò che è invece la forza storica della nostra cultura comune, appunto le identità nazionali"
RispondiEliminasolo una breve nota, che non ho rilevato da nessuna parte: avete notato che intanto si comincia con lo smembrare quelle regionali?
al resto c'è poco da aggiungere..
eh già astrotime....
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