Sui media si celebrano i terroristi siriani che disseminano morte, distruzione, guerra civile, conflitti interetnici. Il terrorismo che l'Occidente crea al fine di perseguire i propri obiettivi, ossia la difesa del capitale e della finanza va ossequiato. Nel caso siriano, l'interesse messo in crisi dal "cattivo Assad" è quello degli americani, ansiosi di appropriarsi della "pompa di benzina" iraniana dopo essersi impadroniti già di quella libica. Ma in linea generale non è assolutamente consentito mettere in discussione l'interesse privato votato al profitto. Questo principio è un caposaldo del "migliore dei mondi possibile", l'unico al quale dobbiamo fede totale ed incondizionata. Di conseguenza diventa eretico anche solamente supporne un altro ad esso contrapposto.
In un sistema così strutturato, gli organi preposti a garanzia di tale "inviolabilecaposaldo" spacciato per democrazia sono autorizzati ad esercitare ogni abuso, scorrettezza e falsificazione. In un contesto di questo genere non deve stupire il fatto che il solo possesso di sensibilità ambientalista ed animalista diventi un crimine fra i peggiori, a maggior ragione qualora come spesso accade ostacoli
il malaffare privato che nell'immaginario mediatico viene declinato come "progresso". Così, gli strumenti a garanzia dell'ordine costituito agitano spettri contro gli "anarco-ambientalisti", descritti sotto forma di "mutanti" e non semplicemente come cittadini che hanno a cuore la tutela dell'ambiente. Con un consenso totalitario e bipartisan ognuno calato nel proprio ruolo, dal pennivendolo al magistrato, al politico, tutti si impegnano per preservare il sistema che sa essere tanto "generoso" con i propri servi. Prendiamo ad esempio i media che, descrivendo la retata repressiva contro gli ambientalisti operata dalla magistratura di Bologna, intendono demonizzare la sensibilità ambientale ed animale. I pennivendoli brandiscono l'etichetta "anarco-ambientalista" dando ad essa un'accezione negativa. Non comprendo per quale arcano motivo l'essere anarchico debba venire considerata una vergogna o una disgrazia da scongiurare. Usano questo termine come si trattasse di una malattia, brutta e contagiosa che istiga il soggetto affetto a commettere crimini per il solo gusto di "disobbedire". Nascondendosi dietro questa mistificazione, i media occultano accuratamente le profonde e valide motivazioni che molto spesso spingono "l'anarchico" o "l'ambientalista" ad agire. La "morale" che se ne ricava è quella che l'esercizio di contestare lo stato delle cose è impedito da quella stessa democrazia che dovrebbe farsi carico di preservarne il diritto. Come previsto da Orwell, si può solo obbedire ad un sistema che finge di essere democratico e votato a difendere il bene comune, mentre in realtà persegue come unico interesse l'ambizione di perpetuarsi all'infinito. L'anarchico, "allergico" per natura al "sistema", diventa così un pericoloso sovversivo, un nemico del bene e quindi della "comunita". Se inoltre è anche ambientalista ci troviamo davanti al profilo del criminale per eccellenza. Vogliono forse suggerire che esistono anche "ambientalisti per bene"? Il genere di ambientalista che al massimo fa un esposto al Tar, o che comunque affida la propria protesta ai canali "istituzionali" e quindi controllati? Con buona pace dei pennivendoli, di ambientalisti come di anarchici ce ne sono di diverse inclinazioni, ma per demonizzare la figura di coloro che hanno a cuore l'ambiente è bene arricchire il "personaggio" attraverso dettagli superflui, sempre utili per sviare l'attenzione e non entrare nel merito delle ragioni che hanno dato adito alla protesta. Ma soprattutto, se gruppi di cittadini (pensiamo ai notav) si trovano costretti a contrastare fisicamente un abuso ambientale, una devastazione, un pericolo per la salute umana, una minaccia tossica e via discorrendo, ecco che i pennivendoli, concentrandosi su inutili dettagli, evitano di documentare il reale oggetto della contestazione, tutelando così il malaffare. Facendo un esempio concreto, chi contesta le antenne che producono elettrosmog causando leucemie ed altre patologie devastanti, in una fase iniziale si rivolge agli organi istituzionali mostrando l'inopportunità di quella installazione, sorta magari vicino ad una scuola materna. Ma come premesso, è il Dio quattrino che ha comprato il mondo, perciò l'interesse privato, avallato magari da un consiglio comunale che dovrebbe rappresentare la cittadinanza ma si guarda bene dal farlo, delibera a favore della società tal dei tali proprietaria dell'antenna. Spesso motivando questa decisione con lo slogan " Il progresso non si ferma". Cosa rimane da fare? Cosa si può fare, quando le "vie diplomatiche" sono esaurite? Deportiamo i cittadini in altro luogo o meglio, aspettiamo che il buon Dio li chiami a sè togliendoli da questo mondo misericordioso? Basterà l'edificazione di una piscina comunale come compensazione per i futuri pazienti di oncologia? Queste domande i perbenisti della penna non se le pongono. Diventa cattivo il cittadino qualora, magari ammalato a causa dell'inquinamento ambientale, cerchi disperatamente di mandare un segnale e chiedere quello che la legge dovrebbe in primis salvaguardare, la tutela della salute. Il cittadino, esasperato diventa lui un esaltato criminale ambientalista e magari anche anarchico per amore della ridondanza.
il malaffare privato che nell'immaginario mediatico viene declinato come "progresso". Così, gli strumenti a garanzia dell'ordine costituito agitano spettri contro gli "anarco-ambientalisti", descritti sotto forma di "mutanti" e non semplicemente come cittadini che hanno a cuore la tutela dell'ambiente. Con un consenso totalitario e bipartisan ognuno calato nel proprio ruolo, dal pennivendolo al magistrato, al politico, tutti si impegnano per preservare il sistema che sa essere tanto "generoso" con i propri servi. Prendiamo ad esempio i media che, descrivendo la retata repressiva contro gli ambientalisti operata dalla magistratura di Bologna, intendono demonizzare la sensibilità ambientale ed animale. I pennivendoli brandiscono l'etichetta "anarco-ambientalista" dando ad essa un'accezione negativa. Non comprendo per quale arcano motivo l'essere anarchico debba venire considerata una vergogna o una disgrazia da scongiurare. Usano questo termine come si trattasse di una malattia, brutta e contagiosa che istiga il soggetto affetto a commettere crimini per il solo gusto di "disobbedire". Nascondendosi dietro questa mistificazione, i media occultano accuratamente le profonde e valide motivazioni che molto spesso spingono "l'anarchico" o "l'ambientalista" ad agire. La "morale" che se ne ricava è quella che l'esercizio di contestare lo stato delle cose è impedito da quella stessa democrazia che dovrebbe farsi carico di preservarne il diritto. Come previsto da Orwell, si può solo obbedire ad un sistema che finge di essere democratico e votato a difendere il bene comune, mentre in realtà persegue come unico interesse l'ambizione di perpetuarsi all'infinito. L'anarchico, "allergico" per natura al "sistema", diventa così un pericoloso sovversivo, un nemico del bene e quindi della "comunita". Se inoltre è anche ambientalista ci troviamo davanti al profilo del criminale per eccellenza. Vogliono forse suggerire che esistono anche "ambientalisti per bene"? Il genere di ambientalista che al massimo fa un esposto al Tar, o che comunque affida la propria protesta ai canali "istituzionali" e quindi controllati? Con buona pace dei pennivendoli, di ambientalisti come di anarchici ce ne sono di diverse inclinazioni, ma per demonizzare la figura di coloro che hanno a cuore l'ambiente è bene arricchire il "personaggio" attraverso dettagli superflui, sempre utili per sviare l'attenzione e non entrare nel merito delle ragioni che hanno dato adito alla protesta. Ma soprattutto, se gruppi di cittadini (pensiamo ai notav) si trovano costretti a contrastare fisicamente un abuso ambientale, una devastazione, un pericolo per la salute umana, una minaccia tossica e via discorrendo, ecco che i pennivendoli, concentrandosi su inutili dettagli, evitano di documentare il reale oggetto della contestazione, tutelando così il malaffare. Facendo un esempio concreto, chi contesta le antenne che producono elettrosmog causando leucemie ed altre patologie devastanti, in una fase iniziale si rivolge agli organi istituzionali mostrando l'inopportunità di quella installazione, sorta magari vicino ad una scuola materna. Ma come premesso, è il Dio quattrino che ha comprato il mondo, perciò l'interesse privato, avallato magari da un consiglio comunale che dovrebbe rappresentare la cittadinanza ma si guarda bene dal farlo, delibera a favore della società tal dei tali proprietaria dell'antenna. Spesso motivando questa decisione con lo slogan " Il progresso non si ferma". Cosa rimane da fare? Cosa si può fare, quando le "vie diplomatiche" sono esaurite? Deportiamo i cittadini in altro luogo o meglio, aspettiamo che il buon Dio li chiami a sè togliendoli da questo mondo misericordioso? Basterà l'edificazione di una piscina comunale come compensazione per i futuri pazienti di oncologia? Queste domande i perbenisti della penna non se le pongono. Diventa cattivo il cittadino qualora, magari ammalato a causa dell'inquinamento ambientale, cerchi disperatamente di mandare un segnale e chiedere quello che la legge dovrebbe in primis salvaguardare, la tutela della salute. Il cittadino, esasperato diventa lui un esaltato criminale ambientalista e magari anche anarchico per amore della ridondanza.
A questo punto davvero non comprendo: dove vivono i magistrati, i pm, gli scribacchini? Di cosa si nutrono? Sono macchine autome che vivono su Marte e respirano ammoniaca o mangiano cibo organico e hanno bisogno dell'ossigeno come tutti noi? Fanno parte di questo mondo o di sera rientrano "a casa" su un altro pianeta? Sono immuni a tossine, radioattività, inquinanti vari? Trovano squisita e terapeutica la verdura deformatasi a causa delle diossine e del cromo esavalente? Chi scaglia pietre contro gli ambientalisti, come qualificherebbe sè stesso? Transumano? Che piaccia o no a costoro, siamo tutti esseri biologici, il male che riversiamo sul pianeta ritorna indietro ed altera la nostra salute, così come devasta la qualità della vita e non si tratta solo della salute e della qualità della vita degli ambientalisti e degli anarchici, ma di quella appartenente ad ogni essere senziente normodotato che si trovi relegato a vivere su questo mondo.
Dovrebbe essere competenza delle stesse istituzioni quella di garantire la salute, ma purtroppo così non accade. Unica eccezione sembra essere quella del caso Ilva. Il cittadino che mai avesse in mente di esercitare proteste concrete contro un'ingiustizia è avvisato, nel migliore dei casi sarà considerato anarco ambientalista e pertanto passibile di tutti quei trattamenti che la democrazia riserva abitualmente a chiunque osi mettere i bastoni fra le ruote ai mentori del "progresso".
Incollo sotto l'intero articolo tratto da Repubblica, ritenendo che sia davvero magistrale come componimento stile psyco-horror. La foga e l'ansia della caccia all'eretico, degne dei migliori film western risultano davvero "spassosi".
L'ambientalismo che piace? Quello che non nuoce alla salute del profitto.
Operazione contro gli anarco-ambientalisti - Perquisizioni in tutta Italia e in Germania
Disposta dalla Procura di Bologna: nel mirino 21 persone ritenute responsabili di una serie di incendi e danneggiamenti, a finalità terroristica: fra il 2010 e il 2011 colpiti un fast food nel capoluogo emiliano, gli uffici di Eni e Ibm, un capannone della Facoltà di Agraria dell'Alma Mater
Operazione contro gli anarco-ambientalisti Perquisizioni in tutta Italia e in Germania Il raid incendiario all'Eni, marzo 2011 (foto Eikon studio)
Perquisizioni a tappeto, in diverse regioni italiane e in Germania, a carico di 21 persone, ritenute dalla Procura di Bologna responsabili di diversi incendi e danneggiamenti dalla finalità terroristica. I carabinieri del Ros sono al lavoro dall'alba di oggi; l'indagine, denominata "Mangiafuoco",riguarda un gruppo di matrice anarco-ambientalista, impegnato da anni nell'ecologismo, contro la sperimentazione animale e l'attacco al sistema tecnologico e industriale.
A Bologna, secondo le indagini, esiste un nucleo organizzato, che ha legami con gruppi di simili finalità in Italia e all'estero, che sarebbe autore di danneggiamenti ad aziende impegnate nei settori della ricerca e della sperimentazione, della moda, dell'intermediazione finanziaria, delle banche, delle telecomunicazioni e del nucleare, quale mezzo di protesta antisistema. Colpiti, fra il 2010 e il 2011, gli uffici di Eni e Ibm, ma anche un fast food di carne alla griglia e un capannone della Facoltà di Agraria.
FOTOSTORIA Gli attentati
Gli episodi. Le indagini hanno riguardato, in primo luogo, un attentato incendiario ai danni del ristorante Roadhouse Grill di Bologna, del 12 dicembre 2010. Il 26 marzo 2011 sono stati colpiti gli uffici della società Ibm Italia. Successivamente, il 29 marzo 2011, quattro ordigni rudimentali realizzati dall'assemblaggio di taniche di plastica, contenenti liquido infiammabile, con innesco formato da grossi petardi e scatole di fiammiferi collegati a una miccia hanno causato l'incendio di due cabine elettriche in via San Donato 50/4, sede degli uffici commerciali dell'Eni (foto). L'ultimo episodio si è verificato il 21 luglio 2011 con l'incendio all'interno di un capannone di Ozzano, presso una sede distaccata del Dipartimento di Scienze degli Alimenti della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna.
LA MAPPA DEGLI ATTENTATI
Il manuale per costruirsi una bomba. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati personal computer, materiale informatico e una copiosa documentazione comprendente pubblicazioni, appunti, volantini e lettere, tra cui copie del manuale anarchico 'Ad ognuno il suo - 1000 modi per sabotare questo mondo', di vasta diffusione nel contesto anarco-insurrezionalista: è un vademecum per costruirsi una bomba in casa e per difendersi dalle intercettazioni. Lo stesso manuale - ricorda l'Ansa - diffuso anche in internet, era stato rinvenuto nella disponibilità di Sergio Maria Stefani e Alessandro Settepani in occasione del loro arresto ad Orte il 27 marzo 2008, mentre si apprestavano al danneggiamento di linea ferroviaria, mediante l'apposizione di ganci metallici sui cavi dell'alta tensione, con modalità analoghe a quelle riscontrate in occasione del tentativo di danneggiamento della linea dell'alta velocità ferroviaria il 16 luglio 2012 ad Anzola dell'Emilia. Fra il materiale sequestrato anche 250 petardi, documentazione su Eni, Ibm, McDonald's, cesoie e maschere antigas: Sequestrati 4mila euro che costituivano un fondo cassa per l'autofinanziamento di spese legali e costi stampa dei volantini.
L'indagine Ardire. Alcuni degli indagati, collocabili nel cosiddetto 'anarchismo verde', frangia della galassia anarco-insurrezionalista, sono emersi anche nell'indagine 'Ardire', condotta dalla Procura della Repubblica di Perugia e dal Ros, che ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, il 13 giugno scorso, nei confronti di dieci indagati e la perquisizione dei domicili, tra gli altri, di diversi anarchici emiliani.
La soddisfazione della Procura. La Procura di Bologna esprime soddisfazione per i risultati delle perquisizioni di questa mattina da parte dei carabinieri del Ros. L'inchiesta, per gli inquirenti, potrebbe portare conferme delle ipotesi, già avanzate in passato, che ci sia stata negli ultimi anni una saldatura tra ambienti prima d'ora considerati non comunicanti tra loro: quello dell'anarco-insurrezionalismo 'tradizionale', e i movimenti anarchici di matrice animalista-ambientalista. La Procura di Bologna prosegue nelle sue attività di indagine, nonostante anche recenti minacce arrivate dal mondo anarchico greco, che hanno spinto il comitato provinciale per l'ordine pubblico a disporre la tutela per ben quattro magistrati del capoluogo emiliano-romagnolo.
(08 agosto 2012)
Repubblica Bologna
Disposta dalla Procura di Bologna: nel mirino 21 persone ritenute responsabili di una serie di incendi e danneggiamenti, a finalità terroristica: fra il 2010 e il 2011 colpiti un fast food nel capoluogo emiliano, gli uffici di Eni e Ibm, un capannone della Facoltà di Agraria dell'Alma Mater
Operazione contro gli anarco-ambientalisti Perquisizioni in tutta Italia e in Germania Il raid incendiario all'Eni, marzo 2011 (foto Eikon studio)
Perquisizioni a tappeto, in diverse regioni italiane e in Germania, a carico di 21 persone, ritenute dalla Procura di Bologna responsabili di diversi incendi e danneggiamenti dalla finalità terroristica. I carabinieri del Ros sono al lavoro dall'alba di oggi; l'indagine, denominata "Mangiafuoco",riguarda un gruppo di matrice anarco-ambientalista, impegnato da anni nell'ecologismo, contro la sperimentazione animale e l'attacco al sistema tecnologico e industriale.
A Bologna, secondo le indagini, esiste un nucleo organizzato, che ha legami con gruppi di simili finalità in Italia e all'estero, che sarebbe autore di danneggiamenti ad aziende impegnate nei settori della ricerca e della sperimentazione, della moda, dell'intermediazione finanziaria, delle banche, delle telecomunicazioni e del nucleare, quale mezzo di protesta antisistema. Colpiti, fra il 2010 e il 2011, gli uffici di Eni e Ibm, ma anche un fast food di carne alla griglia e un capannone della Facoltà di Agraria.
FOTOSTORIA Gli attentati
Gli episodi. Le indagini hanno riguardato, in primo luogo, un attentato incendiario ai danni del ristorante Roadhouse Grill di Bologna, del 12 dicembre 2010. Il 26 marzo 2011 sono stati colpiti gli uffici della società Ibm Italia. Successivamente, il 29 marzo 2011, quattro ordigni rudimentali realizzati dall'assemblaggio di taniche di plastica, contenenti liquido infiammabile, con innesco formato da grossi petardi e scatole di fiammiferi collegati a una miccia hanno causato l'incendio di due cabine elettriche in via San Donato 50/4, sede degli uffici commerciali dell'Eni (foto). L'ultimo episodio si è verificato il 21 luglio 2011 con l'incendio all'interno di un capannone di Ozzano, presso una sede distaccata del Dipartimento di Scienze degli Alimenti della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna.
LA MAPPA DEGLI ATTENTATI
Il manuale per costruirsi una bomba. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati personal computer, materiale informatico e una copiosa documentazione comprendente pubblicazioni, appunti, volantini e lettere, tra cui copie del manuale anarchico 'Ad ognuno il suo - 1000 modi per sabotare questo mondo', di vasta diffusione nel contesto anarco-insurrezionalista: è un vademecum per costruirsi una bomba in casa e per difendersi dalle intercettazioni. Lo stesso manuale - ricorda l'Ansa - diffuso anche in internet, era stato rinvenuto nella disponibilità di Sergio Maria Stefani e Alessandro Settepani in occasione del loro arresto ad Orte il 27 marzo 2008, mentre si apprestavano al danneggiamento di linea ferroviaria, mediante l'apposizione di ganci metallici sui cavi dell'alta tensione, con modalità analoghe a quelle riscontrate in occasione del tentativo di danneggiamento della linea dell'alta velocità ferroviaria il 16 luglio 2012 ad Anzola dell'Emilia. Fra il materiale sequestrato anche 250 petardi, documentazione su Eni, Ibm, McDonald's, cesoie e maschere antigas: Sequestrati 4mila euro che costituivano un fondo cassa per l'autofinanziamento di spese legali e costi stampa dei volantini.
L'indagine Ardire. Alcuni degli indagati, collocabili nel cosiddetto 'anarchismo verde', frangia della galassia anarco-insurrezionalista, sono emersi anche nell'indagine 'Ardire', condotta dalla Procura della Repubblica di Perugia e dal Ros, che ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, il 13 giugno scorso, nei confronti di dieci indagati e la perquisizione dei domicili, tra gli altri, di diversi anarchici emiliani.
La soddisfazione della Procura. La Procura di Bologna esprime soddisfazione per i risultati delle perquisizioni di questa mattina da parte dei carabinieri del Ros. L'inchiesta, per gli inquirenti, potrebbe portare conferme delle ipotesi, già avanzate in passato, che ci sia stata negli ultimi anni una saldatura tra ambienti prima d'ora considerati non comunicanti tra loro: quello dell'anarco-insurrezionalismo 'tradizionale', e i movimenti anarchici di matrice animalista-ambientalista. La Procura di Bologna prosegue nelle sue attività di indagine, nonostante anche recenti minacce arrivate dal mondo anarchico greco, che hanno spinto il comitato provinciale per l'ordine pubblico a disporre la tutela per ben quattro magistrati del capoluogo emiliano-romagnolo.
(08 agosto 2012)
Repubblica Bologna
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