Fmi chiederà alla Bce misure di "quantitative easing". FT
Il Financial Times riporta che il Fondo Monetario Internazionale chiederà alla Banca centrale europea di considerare una politica monetaria aggressiva del tipo ‘quantitative easing’ applicata dalla FED.
All'interno delle misure che la Bce dovrebbe applicare secondo il FMI acquisti su larga scala dei bond dei governi per prevenire i rischi di deflazione e spingere la crescita nella zona euro.
Notizia del: 19/06/2014
L'antidiplomatico
13 giugno 2014
DI MATTEO CORSINI
“Le aste di liquidità illimitata a
tasso fisso offerte dalla Bce, giovedì scorso rilanciate con
durata estesa a quattro anni, non sono che un equivalente
fuori bilancio del quantitative easing.” (C. Noyer)
Christian Noyer,
governatore della Banca di Francia e membro del consiglio
direttivo della Banca centrale europea, ha espresso un
parere in merito alle modalità di aumento della base
monetaria nella zona euro. Nonostante gli annunci di nuove
aste di rifinanziamento a lungo termine condizionate
all’erogazione di nuovo credito al settore privato (le
TLTRO), oltre all’allungamento fino a dicembre 2016 dei
rifinanziamenti ordinari a tasso fisso (ora 0.15 per cento)
e importo illimitato), c’è chi, non
soddisfatto, auspica che anche la BCE lanci una forma di
quantitative easing (QE), ossia di acquisto di titoli (per
lo più di Stato) in grandi quantità, come fatto negli
Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone.
Secondo
Noyer l’espansione di base monetaria operata dalla Bce sotto
forma di prestiti collateralizzati alle banche è equivalente
al QE. Effettivamente ogni euro di finanziamento
rappresenta, a parità di altre condizioni, un aumento di
base monetaria di un euro.
Le differenze con il QE vero e
proprio sono date dal fatto che 1) trattandosi di
finanziamenti a termine (in alcuni casi addirittura a 4 anni,
come le TLTRO annunciate il 5 giugno scorso), la base
monetaria è destinata a ridursi allo scadere dei finanziamenti
stessi, sempreché non siano rinnovati;
2) le operazioni di rifinanziamento
della Bce sono guidate dalla domanda (delle banche) e non
dall’offerta (della Bce).
Di conseguenza, se le banche non
chiedono fondi o non rinnovano i finanziamenti, la base
monetaria si contrae. Al
contrario, nel caso di acquisti di titoli la banca
centrale aumenta le attività nel proprio stato
patrimoniale e aumenta anche di pari importo le passività,
creando base monetaria. E le somme
di denaro creato dal nulla restano base monetaria (si tratta
poi di vedere se le banche utilizzano quelle somme oppure
incrementano le riserve presso la banca centrale stessa)
finché la banca centrale non vende i titoli oppure gli stessi
giungono a scadenza senza che vengano fatti ulteriori
acquisti. Il fatto che non sia l’offerta della banca centrale
a guidare l’espansione quantitativa di base monetaria, bensì
la domanda delle banche, ha fatto storcere il naso ai paladini
dell’uso del bazooka monetario anche da parte della Bce. La quale, peraltro, ha annunciato che
procederà prossimamente a una forma di QE tramite acquisto
di cartolarizzazioni; annuncio che
non ha comunque soddisfatto i tossici della droga monetaria,
per i quali si direbbe che ormai nessuna dose elargita a basso
costo da Draghi e colleghi sia soddisfacente.
Non resta che attendere l’overdose.
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