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L’etica di “Opus Goldman Sachs Dei” – di Irene Sabeni
Pubblicato il 4 agosto 2014 da Il nodo gordiano
Il diavolo e l’acqua santa. Il denaro sterco del demonio. Gli pseudo
opposti che si incontrano e si suggeriscono regole di comportamento. Con
tanti saluti alla nuova linea della Chiesa attenta alla povertà con la
quale Francesco I ha voluto caratterizzare il suo Pontificato. La
Pontificia Università Santa Croce, che dipende dall’Opus Dei, ha deciso
che i suoi studenti, futuri sacerdoti, debbano conoscere l’economia e la
finanza, per comprendere meglio il senso del proprio apostolato e dove
esso debba indirizzarsi nel sociale. Fino a qui, niente di
trascendentale. Non si vive di solo spirito e poi, come si dice in certi
ambienti, il cibo materiale deve poter trasformarsi in cibo spirituale.
Non sarà più sufficiente quindi agli studenti dell’Opera fondata da
Escrivà de Balaguer essere in grado di maneggiare la teologia, la
filosofia, il diritto canonico e la comunicazione. Da qui l’idea di
creare un corso denominato “Economics for Ecclesiastic” grazie al quale,
questo è l’intendimento, i futuri sacerdoti non si troveranno troppo
isolati dal mondo reale.
Il problema sta nella personalità del professore che erudirà le future
tonache sul significato etico dell’economia e della finanza nel mondo
contemporaneo. Sarà infatti Brian Griffiths of Fforestafch, un cognome
impronunciabile che è tutto un programma, ad intrattenere gli studenti
su “Le sfide etiche e culturali per la finanza contemporanea”. Il punto è
che il signore in questione è stato vice presidente esecutivo di
Goldman Sachs International, ossia della banca di affari che
nell’immaginario del cittadino medio Usa rappresenta il simbolo stesso
della più schifosa speculazione che strozza i piccoli risparmiatori e
crea le condizioni per portargli via la casa.
In Italia, come in Europa, la Goldman Sachs è la banca che ha speculato a
man bassa contro i titoli di Stato, i Bonos spagnoli e i Btp italiani,
con l’intento di affossare l’euro. Insomma, Brian Griffiths of
Fforestafch è un banchiere che vanta non poche responsabilità nell’avere
contribuito ad aggravare una situazione interna, come quella italiana,
già di per sé grave per l’altissimo debito pubblico. È quasi superfluo
aggiungere che Griffiths è membro della Camera dei Lords (appartiene
quindi alla nomenklatura inglese) ed è stato consigliere di Margareth
Thatcher per le privatizzazioni e per deregolamentare il mercato
interno. Si tratta di uno di quei tecnocrati che sostiene la creazione
di un grande mercato globale senza vincoli di frontiere e di dazi
doganali. Un mercato globale che implica la cancellazione degli Stati
nazionali e la loro sottomissione ad un complesso di strutture
sovranazionali, di fatto in mano all’Alta Finanza.
Una strategia che il mondo cattolico dovrebbe teoricamente vedere con
ostilità. Questo in teoria perché ci sono, e non sono pochi, banchieri
cattolici che sognano lo stesso traguardo, sia pure con una attenzione
paternalista verso i poveri e gli emarginati.
E in Italia i banchieri legati all’Opus Dei sono molti e potenti, anche
se spesso quasi sconosciuti al grande pubblico. Tra i più noti svetta
Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia. In Spagna, fa parte
dell’Opus Dei, il presidente del Banco di Santander, Emilio Botin.
Questo per dire che non esiste una finanza “laica” e una finanza
“cattolica” ma esiste soltanto una finanza che realizza affari e
profitti e intende continuare a farli. Come dimostra l’enorme patrimonio
mobiliare e immobiliare della chiesa cattolica e delle sue tante
diramazioni.
Ma nemmeno i protestanti scherzano visto che Griffiths ha presieduto in
passato il Lambeth Fund, controllato dall’arcivescovo di Canterbury. Ed
allora questo connubio tra Opus Dei e Goldman Sachs trova la sua ragione
di essere nel medesimo approccio universalista. Del resto il
capitalismo liberista si è sempre fatto forte, basti vedere Max Weber,
di una profonda impronta evangelica e biblica. Ma l’Opus Dei non è
l’unica struttura in ambito cattolico a tenere buoni rapporti con certi
ambienti e ad allevare futuri banchieri. Mario Draghi, anche lui un ex
Goldman Sachs, ha studiato dai gesuiti. E questo non gli ha impedito di
caratterizzare la sua attività nella direzione di rafforzare il potere
delle banche e della finanza e al tempo stesso di impoverire i cittadini
italiani ed europei, come sappiamo ormai a menadito
ripetete con me, è tutta colpa della Germania e dei tedeschi.
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