Politici ed economisti USA e UE stigmatizzano la vittoria dei SI in Scozia, come si dice "la paura fa 90", fanno a gara tutti dalla Regina d'Inghilterra a tutti i politici UE a chi le spara più grosse sul disastro indipendenza della Scozia. La realtà dell'indipendenza scozzese è un'altra , significa la possibilità di aprire spazi di democrazia e di riaffermare la sovranità delle nazioni su quella delle élite private mondiali, perciò apre e da spazio alla sovranità dei popoli e degli stati, che finora sono piegati da politicanti servi che fanno solo l'interesse di massoni, élite, lobby e delle multinazionali d'oltre oceano, dalle affermazioni riportate nell'articolo di RT si capisce bene cosa vogliono fare alla Scozia questi energumeni. Sa Defenza
Analisti politici ed economisti americani continuano a fare previsioni apocalittiche sulla Scozia nel caso diventasse indipendente. Ma perché Washington è così allarmata a riguardo?
"Siamo interessati ad un Regno Unito che rimane forte, solido e unito", ha riferito Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca. Votare 'sì' nel referendum per l'indipendenza sarebbe un errore economico per la Scozia e un disastro geopolitico per l'Occidente. O, almeno, questo è quello che pensano esperti americani intervistati dal quotidiano 'The Financial Times'.
Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve spiega che in realtà le conseguenze economiche di una Scozia indipendente sarebbero "sorprendentemente negative”. Secondo lui, non vi sarà alcuna possibilità che Londra accetti l'unione monetaria, gli scozzesi dovrebbero smettere di usare la sterlina molto rapidamente.
"Ho il sospetto che non funzionerà bene per gli scozzesi," afferma Robert Bruce Zoellick, ex vice segretario di Stato ed ex presidente della Banca Mondiale. Nell'analizzare l'impatto che l’indipendenza scozzese avrebbe su Washington, diventa chiaro perché l'élite americana preferisca dare previsioni così pessimistiche.
"La disintegrazione del Regno Unito sarebbe un declino per la Gran Bretagna e una tragedia per l'Occidente, proprio nel momento in cui l'America ha bisogno di forti alleati", ammette lo stesso Zoellick.
La perdita della Scozia indebolirebbe l'influenza del Regno Unito nell'Unione europea. Attualmente, il paese, con la Germania e la Francia è la grande triade del blocco. In caso di perdita della popolazione scozzese, sarebbe al quarto posto dietro l'Italia. Ciò significherebbe un minor numero di seggi al Parlamento britannico e meno influenza nel prendere decisioni politiche. "Nell'Unione europea, le dimensioni contano", ha detto Almut Moeller, esperto nel Consiglio delle relazioni estere in Germania, come riportato da Fox News.
Una Scozia indipendente non solo risulterà fuori dall'Unione europea, ma può anche causare l'uscita del Regno Unito dal blocco comunitario. Anche perché gruppi politici in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, che sostengono di lasciare l'Unione europea, diventeranno proporzionalmente più forti nel parlamento nazionale. "È il nostro incubo: l'indipendenza della Scozia seguito dall'uscita del Regno Unito dall'Ue", ha ammesso un funzionario americano a condizione di rimanere anonimo al 'The Financial Times ', sostenendo che questo renderebbe Londra un partner molto più debole.
Un altro motivo di preoccupazione per i responsabili politici americani è la cooperazione militare. Come ha detto il senatore repubblicano John McCain a 'The Financial Times', l’indipendenza scozzese provocherà danni all’intelligence militare e alle relazioni che Washington ha con Londra, il suo più importante alleato militare.
Una volta fuori dal Regno Unito, la Scozia sarà anche automaticamente fuori della NATO. In attesa del processo di reinserimento (molto lungo, tra l'altro), è necessario iscriversi e raggiungere nuovi accordi per pattugliare le rotte vitali nel Nord Atlantico e nel Mare del Nord. Se la Scozia scegliesse di non aderire, sorgerebbe un dilemma per la NATO senza precedenti: cosa fare con la perdita di un territorio dell'Alleanza sviluppato e governato democraticamente che ha scelto la neutralità, sottolinea Daniel Troup, esperto canadese del Consiglio della NATO citato da Fox News.
Un altro dettaglio: i sostenitori della sovranità scozzese insistono sul fatto che il paese dovrebbe sbarazzarsi delle armi nucleari. Si dovrà trovare, quindi, un altro porto dotato di missili balistici intercontinentali Trident II D5, testate termonucleari, per ancorare quattro sottomarini della Royal Navy attualmente dispiegati nelle acque del fiume Clyde. È un rischio che "mina la deterrenza e difesa collettiva degli alleati della NATO," ha commentato il Ministero della Difesa del Regno Unito. Washington preferirebbe continuare a vedere Londra come una potenza nucleare, ma se la Scozia sarà indipendente, molti analisti metteranno in dubbio la possibilità che un Regno Unito minore possa continuare a sostenere i costi delle sue forze nucleari.
Gli analisti politici americani temono anche che il referendum Scozia influenzerà la posizione della Casa Bianca sulla crisi ucraina. Da un lato, esso potrebbe indebolire la capacità di USA e UEdi dare una risposta comune a causa dell'influenza ridotta del Regno Unito all'interno del blocco. Dall'altro, 'incentiverebbe' Mosca. "La Russia potrebbe sostenere che in realtà i movimenti separatisti sono perfettamente legittimi, sia in Crimea o in Ucraina orientale", ha detto a 'The Financial Times' Ivo Daalder, ex inviato degli Stati Uniti nella NATO.
tradusiu editau Sa Defenza
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