Fukushima, il combustibile nucleare è
fuori dai reattori e ha eroso le fondamenta
Per la serie: adesso è ufficiale quello che si supponeva da un pezzo, ieri la Tepco – la società proprietaria di Fukushima – ha ammesso che il corium, il combustibile nucleare fuso, è uscito dai reattori e si è aperto una strada verso il basso. E’ la cosiddetta sindrome cinese, dal titolo del film Anni 70 che ipotizzò le conseguenze estreme di un incidente nucleare.
Attenzione, perchè la Tepco – è sempre ufficiale, ufficialissimo – non presume solo che dai reattori sia uscito un pochettino poco poco di combustibile nucleare (quello che si era limitata semmai ad ammettere finora): presume invece che dal reattore 1 sia uscito tutto (tutto!) il combustibile nucleare, e che dai reattori 2 e 3 sia uscito per una parte non meglio specificata.
Adesso si pongono due problemi. Primo, fin dove è sceso il combustibile nucleare erodendo le fondamenta: ha eroso ed è sceso solo un pochettino poco poco, dice in sostanza la Tepco, mentre altri esperti ritengono che, nel caso del reattore 1, sia sprofondato di due metri, attraversando ormai completamente le barriere di cemento e acciaio che separano l’impianto dal sottosuolo.
Secondo problema: come si può pensare di raffreddare il combustibile nucleare che è fuori dai reattori iniettando acqua dentro i reattori. Ma per la Tepco
, in
buona sostanza, questo problema non esiste nemmeno. Per la serie: adesso è ufficiale quello che si supponeva da un pezzo, ieri la Tepco – la società proprietaria di Fukushima – ha ammesso che il corium, il combustibile nucleare fuso, è uscito dai reattori e si è aperto una strada verso il basso. E’ la cosiddetta sindrome cinese, dal titolo del film Anni 70 che ipotizzò le conseguenze estreme di un incidente nucleare.
Attenzione, perchè la Tepco – è sempre ufficiale, ufficialissimo – non presume solo che dai reattori sia uscito un pochettino poco poco di combustibile nucleare (quello che si era limitata semmai ad ammettere finora): presume invece che dal reattore 1 sia uscito tutto (tutto!) il combustibile nucleare, e che dai reattori 2 e 3 sia uscito per una parte non meglio specificata.
Adesso si pongono due problemi. Primo, fin dove è sceso il combustibile nucleare erodendo le fondamenta: ha eroso ed è sceso solo un pochettino poco poco, dice in sostanza la Tepco, mentre altri esperti ritengono che, nel caso del reattore 1, sia sprofondato di due metri, attraversando ormai completamente le barriere di cemento e acciaio che separano l’impianto dal sottosuolo.
Secondo problema: come si può pensare di raffreddare il combustibile nucleare che è fuori dai reattori iniettando acqua dentro i reattori. Ma per la Tepco
Tutte queste informazioni sono venute fuori ieri, in occasione di un workshop organizzato dalla Nisa, l’agenzia giapponese per la sicurezza nucleare.
Il combustibile nucleare fuso ovviamente diffonde radioattività tutt’attorno a sè. Ma dov’è adesso? Non lo sa nessuno: troppa radioattività per effettuare qualsivoglia ispezione.
Prima di esercitarsi sugli scenari, il contesto: sotto al fondo dei reattori da cui è uscito il combustibile nucleare c’è uno strato di cemento e sotto al cemento c’è una barriera d’acciaio, per uno spessore complessivo di due metri circa.
Per il momento, esistono solo stime e ipotesi a proposito del, diciamo, grado di affondamento del combustibile nucleare nel reattore 1. Sugli altri, nessuna informazione.
L’immagine a destra rappresenta la situazione nel reattore 1 secondo la peggiore delle ipotesi ammessa dalla Tepco: la massa marrone chiaro è il corium; la zona rosa è il cemento “mangiato” dal calore e dalla radioattività del corium; il grigio rappresenta il cemento ancora solido; la barriera d’acciaio è marrone scuro.
Lo schema è stato pubblicato dal blog Ex-Skf, mai abbastanza lodato (non mi stancherò di ripeterlo) perchè traduce in inglese documenti e notizie importanti su Fukushima che sono disponibili solo in giapponese.
Sempre grazie a Ex-Skf arriva un’altra informazione. Durante il workshop della Nisa anche l’Institute of Applied Energy ha presentato un rapporto sulla situazione dei reattori commissionato dal Governo giapponese.
L’Institute stima che l’85% del combustibile fuso sia uscito dal reattore 1 (una stima inferiore a quella della Tepco, quindi), e che il 70% sia uscito dai reattori 2 e 3. Soprattutto, stima che il combustibile nucleare fuso del reattore 1 possa essere sceso fino a due metri di profondità, dopo aver “mangiato” cemento e acciaio: più nessuna barriera, in questo caso, rispetto all’ambiente; pericolo di crollo per l’edificio.
Un portavoce della Tepco, riferisce il New York Times, dichiara che ormai il combustibile nucleare fuso non sta più erodendo il cemento e che la situazione non dovrebbe impedire di raffreddare e mettere in sicurezza i reattori entro la fine dell’anno.
La Tepco ha sempre minimizzato, salvo poi ammettere in ritardo e a rate. E chissà in cosa consisterà la prossima rata di ammissioni.
Blogeko
0 commenti:
Posta un commento