sabato 1 gennaio 2011



di Marco Pagani
200 mila litri di fanghi radioattivi sono fuoriusciti dalle loro vasche di contenimento contaminando diversi ettari di terreno nei pressi della miniera AREVA-Somair in Niger. Lo riferisce Greenpeace e anche Bloomberg riprende la notizia.
La foto qui a fianco mostra la rottura dell'argine con relativo sversamento di liquidi.
Da tempo Greenpeace ha denunciato le condizioni criritiche dell'estrazione di Uranio in Niger, dove AREVA fa profitti in una delle nazioni più povere della terra, lasciandosi dietro un deserto di devastazione ambientale. Lo scarso livello di sicurezza delle miniere di Uranio in Africa emerge anche dai file di Wikileaks.


La miniera di Somair è a cielo aperto. Come si vede dalle immagini (quella a fianco tratta dal sito di AREVA, quella in basso generata con Google maps), vengono scavate enormi voragini e la roccia estratta viene frantumata e trattata chimicamente per raccogliere il poco Uranio che contiene.
In queste rocce la concentrazione di U3O8 è molto bassa, meno dello 0,1%. Questo significa che per ottenere una tonnellata di Uranio occorre smuovere almeno 1200 tonnellate di roccia e usare circa 80 tonnellate equivalenti di petrolio (alla faccia delle emissioni zero). Poichè AREVA progetta di estrarre 3000 t di Uranio all'anno questo significa smuovere (ogni anno) 3,5 milioni di tonnellate di materiale (un cubo di 90 m di lato) consumando 240 mila tonnellate di petrolio
In altri termini, a mano a mano che si procede a sfruttare giacimenti più poveri aumenteranno i costi energetici e la devastazione ambientale.
Il disastro del Niger non sarà ahimè l'ultimo.


Catastrofe nucleare in Niger

Lo scorso 11 dicembre presso la miniera d'uranio Somair in Niger oltre 200.000 litri di fanghi radioattivi sono fuoriusciti da tre piscine lesionate riversandosi nell'ambiente. Una catastrofe radioattiva nel silenzio.
Le centrali nucleari continuano a seminare radioattività in tutto il mondo non solo di per sé, per la loro stessa esistenza, ma per le condizioni in cui viene estratto il minerale di uranio che le alimenta.
In Africa pochi giorni fa è accaduta una vera e propria catastrofe radioattiva nel disinteresse del mondo occidentale che pretende energia “pulita” dall'atomo (che è una contraddizione in termini). Secondo rapporti di ONG e di Greenpeace, proprio in questi giorni di grande spolvero di comunicazione del nucleare italiano, dove il Forum Nucleare Italiano (Presidente Chicco Testa, tra i soci fondatori i big del nucleare Alstom, Ansaldo Nucleare, EDF, Areva, Westinghouse, ecc.) arriva una notizia che fa venire ancora più dubbi sulle centrali nucleari, riprendendo il tema dello spot tv.
Difatti, come riporta il blog di Greenpeace, “il 17 dicembre Greenpeace ha ricevuto rapporti verificati che dallo scorso 11 dicembre oltre 200.000 litri di fanghi radioattivi da tre piscine lesionate si sono riversati nell’ambiente presso la miniera d’uranio Somair, gestita dall’azienda nucleare francese Areva. Almoustapha Alhacen che ha condotto l’analisi per l’associazione locale Aghir in’Man ci ha confermato che la contaminazione ha già coinvolto due ettari di terreno. Quest’ulteriore perdita mostra che le cattive pratiche gestionali di Areva continuano a minacciare la salute e la sicurezza della popolazione e dell’ambiente. Contrariamente alle dichiarazioni di Areva di rispettare in Niger gli standard di sicurezza validi a livello internazionale, queste notizie dimostrano che non ha fatto abbastanza per proteggere la popolazione”.
Le condizioni della popolazione del villaggio di Arlit e Akokan in Niger, dove uomini donne e bambini sono circondati da acqua aria e suolo contaminati dalla radioattività è descritto in un bel rapporto di Greenpeace dello scorso maggio “Left in the dust” assolutamente da leggere (http://is.gd/jb3cr). Per chi ha ancora dubbi che l' “energia nucleare” sia pulita (e non solo terribilmente readioattiva).
Il nucleare quindi dimostra ancora una volta di soffrire di una filiera “sporca” (dalla miniera al reattore sino allo smantellamento) che ne fa una sorgente di energia non sostenibile.

Fonte: facebook.com
http://www.ecplanet.com/node/2068

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