venerdì 3 settembre 2010

I coloni, al governo, prendono il sopravvento e oggi, il giorno dopo l’attacco palestinese a Hebron, dove quattro coloni sono rimasti uccisi, sentono di essere ulteriormente legittimati a gridare ‘vendetta’.

Di Elisa Gennaro e Jacopo Falchetta - Infopal. In risposta all'attacco di ieri notte che ha visto l'uccisione nei pressi di al-Khalil (Hebron) di quattro coloni da parte delle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, l'esercito israeliano ha invaso la cittadina di Bani Na'im – nei pressi  dell'accaduto – e preso a tormentare gli abitanti locali, invadendo le case e picchiando i civili.
Alcuni automobilisti arabi sono stati attaccati dalle truppe israeliane e dai coloni in diverse località del sud della Cisgiordania.
In diverse aree, ai poliziotti dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) è stato ordinato di confinarsi nelle proprie sedi e di astenersi dal pattugliare le strade.
L'esercito di occupazione ha inoltre fatto irruzione nella vicina Shuyukh e sparato razzi nel cielo, nell'evidente tentativo di catturare i responsabili dell'attentato.
Una squadra di soccorso palestinese di passaggio sul luogo dell'accaduto si è offerta di rianimare i coloni, ma i soldati israeliani gli hanno ordinato di allontanarsi.
Nell'ambito dei commenti sull'episodio, sono state riportate le parole del portavoce di Hamas Fawzi Barhoum, secondo il quale l'aggressione ha rappresentato 'una risposta naturale ai crimini israeliani'.
Barhoum ha però rifiutato di rivendicare la responsabilità dell'operazione, la quale, afferma: “Non farà fallire i colloqui di Washington, poiché saranno già un fallimento con o senza di essa”.
La reazione dei coloni. Intanto, i leader dei coloni ebrei hanno esortato la popolazione degli insediamenti a terrorizzare e ad uccidere i civili arabi in reazione agli attacchi di ieri notte.
È stato infatti riportato che David Druckman, un rabbino terrorista che invoca il genocidio contro i non-ebrei in generale e i palestinesi in particolare, avrebbe incoraggiato gli ebrei a comportarsi come folli nei confronti dei palestinesi.
“Nella situazione attuale, dovremmo comportarci come pazzi pur di vincere. Non abbiamo altra scelta”.
In passato, secondo Druckman: “Gli arabi avevano tremato di fronte a noi”, ma quando gli israeliani avevano cominciato a fare loro delle concessioni, la situazione si sarebbe capovolta.
Sabato scorso era stato Ovadia Yousef, mentore religioso del partito ultra-ortodosso Shas – che rappresenta gli ebrei del Medio Oriente (sefarditi) – a invocare 'l'eliminazione di tutti i palestinesi'.
“Prego Dio affinché li annienti per mezzo di una pestilenza”, ha dichiarato di recente l'anziano rabbino, le cui violente affermazioni hanno incontrato scarso dissenso all'interno della società ebraica israeliana.
Da parte sua, l'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha denunciato l'attacco come 'atto terroristico', chiedendo al governo israeliano di non permettere che l'incidente comprometta gli esiti delle trattative di pace di Washington.
D'altronde, da tempo l'Anp è impegnata a prendere provvedimenti molto duri ai danni di Hamas.
Secondo fonti palestinesi, le forze di sicurezza hanno invaso e continuano a invadere le case di sospetti simpatizzanti del movimento islamico nella provincia di al-Khalil.
Il numero dei detenuti politici è salito a oltre 100.
Di recente, rra stato anche riportato che Hamas aveva avvertito l'Anp riguardo a una prossima azione dei suoi combattenti contro israeliani, in particolare coloni, per fare pressione su Ramallah e porre fine alla campagna di arresti.
Fonti cisgiordane del movimento hanno definito questa svolta violenta 'la nostra politica del prezzo da pagare'.
Quella del ‘prezzo da pagare’ è la tattica che i coloni ebrei adottano da tempo contro i civili arabi, e consiste nell'attaccare bersagli palestinesi – comprese le moschee – per rispondere ai tentativi dell'esercito israeliano di smantellare gli avamposti coloniali, o arrestare ebrei sospettati di azioni terroristiche.
Tutto quanto è riconducibile alla "identità palestinese" viene annientato, con accanimento, con qualunque mezzo, superando anche l’immaginazione dei lettori più disinteressati.
Così, si attrezzano di cani addestrati ad attaccare, cinghiali, ma soprattutto, armati fino ai denti: agiscono – scortati dall’esercito dello stato d’Israele – e diffondono il terrore tra la popolazione civile palestinese.
Da decenni, la presenza coloniale israeliana in Palestina ha il senso di allontanare la popolazione palestinese dalla propria terra: uliveti centenari dati alle fiamme in pochi attimi, terreni agricoli devastati, derubati e contaminati.
I coloni d’Israele possono chiedere e appropriarsi proprio di tutto in Palestina: moschee e luoghi di culto, mausolei, scuole e perfino cimiteri.
Non esiste condanna alle loro gesta, al contrario, ci sarà sempre qualche rabbino che griderà all’annullamento dell’intero popolo palestinese, conferendo quindi ai loro atti vandalici legittimità e dando senso all’opera "messianica" di cui sono protagonisti i coloni.
Risorse usurpate e detriti su quanto resta – per ora – sono concessi ai palestinesi. Per il momento, perché l’irruenza dei coloni è la stessa di un governo che ha in mente, sin dalla sua fondazione, la pulizia etnica della Palestina, con tutti i mezzi.
E dopo aver operato nei dettagli la formazione di una leadership palestinese, ormai allo sbaraglio, a poche ore da uno pseudo negoziato, un attacco palestinese si poteva pure prevedere. Proprio come ai tempi di Oslo, per allontanare lo sguardo internazionale da quanto pericolosamente corre a Gerusalemme e in quello che resta della Palestina occupata.
Tuttavia, l’errore starebbe nel soffermarsi su episodi – che pur vanno condannati perché oltraggio alle vite umane – che non riusciranno mai a competere con la mattanza di Israele contro il popolo palestinese, vivo e vegeto, condannato ad affrontare da solo, ad ogni ora del giorno, la violenza dei coloni d’Israele.
* Qui a seguire, un elenco di tutti gli atti che costituiscono violazione ai diritti umani e a quelli di popolo, ad opera dei coloni israeliani.
Gli eventi fanno riferimento all’anno 2010, incrociando pure qualche dato relativo al 2009.
Si noterà una lunga lista di assassini deliberati, roghi ai danni delle proprietà palestinesi, terreni devastati e strappati ai legittimi proprietari, insulti e attacchi contro la morale, la fede e la cultura palestinesi.
Storie di bambini palestinesi aggrediti e sequestrati da coloni israeliani, episodi di oltraggi e di mendace propaganda; quella di un conflitto e non di un'occupazione brutale e unilaterale.
Casi di complicità da parte dell’esercito e del governo d’Israele.

Per una maggiore informazione sulla presenza dei coloni israeliani in Palestina, sul loro agire e la loro missione.
Perché non ci si fermi a giudicare un evento, ampiamente ricoperto da gran parte dei mass media, ma si possa, in questo modo, contribuire a una conoscenza e comprensione dei fatti nel più ampio contesto dell’occupazione israeliana sulla Palestina.
Perché fatti come l’attacco di ieri ad al-Khalil (Hebron) non possono gettare ombra sul quotidiano oltraggio della violenza dei coloni d’Israele all’esistenza del popolo palestinese.

La violenza dei coloni d’Israele: colonizzazione e istigazione.
Attentati incendiari ai danni di proprietà palestinesi (beni materiali, terra, raccolti, uliveti, abitazioni)


Il razzismo dei coloni d’Israele contro moschee ed altre istituzioni palestinesi. Gerusalemme.


Le menzogne: complicità dei militari e del governo d’Israele


I coloni d’Israele: tra oltranzismo e strategia


Qualche dato sui coloni:




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