Mentre sottoscrivo sia l'articolo di Marco Cedolin, sotto riportato, che l'opinione del blogger "de Il Graffio" in I figli prediletti della bramosità di rapina prendo atto che per il Corriere bastano i sondaggi unilaterali, condotti con chissà quale campione statistico e ponendo chissà quali domande per certificare l'approvazione del popolo. Che dire, evidentemente il gran fanatico dell'anticasta Stella sarà lieto di lanciare l'idea che si può risparmiare sulle elezioni, basta un sondaggio ed un Presidente della Repubblica. Nel suo editoriale, Stella riporta:
"Dicono i sondaggi Ipsos che gli italiani hanno fiducia
in Monti nonostante il 93% sia convinto che chiederà sacrifici. Anzi,
la maggior parte lo stima d'istinto proprio perché «non sa e non gli
interessa sapere» se è un po' più di destra o di sinistra. È un
patrimonio enorme, che sarebbe un delitto sprecare. Questione di stile.
Credibilità. Serietà. Le sbandate della Borsa, gli attacchi speculativi,
l'altalena degli spread , però, dicono che il premier incaricato deve
dimostrare subito che si cambia pagina."
Il dubbio che quelle telefonate per il sondaggio l'Ipsos le abbia fatte a Piazza Affari e non a casa degli italiani mi sorge.
Peccato dover notare come il crociata dell'anticasta non sollevi mai la questione degli interessi sul debito pubblico dovuti all'obbligo di acquistare da una banca privata una moneta straniera qual'è l'euro, come non noti gli sprechi Enormi nelle grandi opere inutili (ma bastano anche le piccole per aprire i rubinetti dei finanziamenti che non si chiudono mai), delle privatizzazioni e liberalizzazioni che concentrando il potere in monopoli "ricattano" lo Stato stesso.Ad esempio avviene quando "dismettono" una sede pubblica di una istituzione poi questa deve pagare l'affitto ad una società privata.Dal momento che Stella è bravo con i conti, potrebbe renderci edotti su questi ingenti costi in modo particolareggiato.
Barbara
E' nato il governo Vichy
Sta
insediandosi proprio in queste ore il nuovo governo di occupazione,
presieduto da Mario Monti, novello Presidente del Consiglio con delega
al ministero dell'Economia e composto da 16 ministri, rigorosamente
tecnici.
Tutti,
Monti compreso, mai eletti dagli italiani e deputati a portare avanti
un programma di governo imposto nei dettagli dalla BCE e mai sottoposto
al vaglio degli elettori, che a suo tempo votarono i programmi di
Berlusconi e Veltroni, di natura profondamente diversa, se non
antitetica, rispetto a quello che verrà realizzato nei prossimi mesi.
Dovrebbe
essere chiaro a tutti che non si tratta di un ribaltone, bensì di
un'azione estremamente più grave, consistente nell'esautorare
completamente il popolo dal diritto di scegliere chi lo governerà e
sulla base di quale programma espliciterà il proprio mandato.
In
tutta evidenza chiaro non lo è dal momento che i cittadini e le
cosidette parti sociali, anzichè trovarsi in strada con il forcone, sono
comodamente seduti a guardare la TV o impegnati a tentare di
conquistare la benevolenza del nuovo padrone, ragione per cui ci sembra
giusto constatare la morte cerebrale intervenuta per asfissia del mito della democrazia.
La
lista dei ministri scelti da Monti, che in queste ore sta tenendo banco
su giornali e TV, risulta molto oculata e dimostra chiaramente come ci
si trovi davanti ad un progetto costruito nel tempo con cura certosina e
non certo ad una squadra improvvisata dal professore nel corso
dell'ultimo paio di giorni....
Le personalità ed i curriculum sono estremamente rilevanti, così come scientificamente studiata appare la collocazione dei singoli nei vari ministeri.
Ministro
della Difesa, nella persona di Giampaolo di Paola, sarà un soldato
(ammiraglio) di lungo corso, uomo di spicco della Nato e organizzatore
di quasi tutte le missioni di guerra italiane all'estero.
Ministro
degli Esteri, nella persona di Giulio Terzi, già ambasciatore a
Israele e Washington, sarà un uomo molto vicino all'aministrazione USA,
ma anche con lunghe esperienze in seno alla Nato e all'ONU.
Ministro
della Giustizia, nella persona di Paola Severino, specializzata nella
difesa di personaggi illustri, anche qualora indifendibili, come ad
esempio Romano Prodi, Caltagirone e Geronzi, nonché molto vicina agli
ambienti dell'università Luiss, sarà un avvocato di grande peso, certo
gradito a chiunque perori la "giustiza del portafoglio".
Ministro
dell'istruzione, nella persona di Francesco Profumo, sarà un ingegnere
molto vicino al PD, ad Unicredit, a Pirelli e al sole 24 Ore.
Ministro
degli Interni, nella persona di Anna Maria Cancellieri, sarà un
prefetto in pensione che ha vissuto una lunga carriera da commissario
straordinario fra l'emilia e la Lombardia.
Ministro
dello Sviluppo e delle Infrastrutture, nella persona di Corrado
Passera, sarà un banchiere fino a ieri ad di Intesa, da sempre vicino a
De Benedetti e al gruppo Repubblica.
Ministro
per gli Affari Europei, nella persona di Enzo Moavero Milanesi, sarà un
giudice già in squadra con Monti presso la UE, ai tempi consigliere dei
poco rimpianti governi Amato e Ciampi negli anni 90.
Ministro
del Welfare, nella persona di Elsa Fornero, sarà un'economista
specializzata nella "riforma" delle pensioni, con carriera in Intesa
SanPaolo, già editorialista del sole 24 Ore e moglie di Mario Deaglio,
economista ed editorialista della Stampa.
Ministro
della Coesione territoriale (che roba è?) nella persona di Fabrizio
Barca, sarà un economista che ha saputo spendersi fra il MIT, la
Stanford University e la Bocconi.
Ministro
della Salute, nella persona di Renato Balduzzi, sarà un giurista
esperto in sanità che già lavorò per Rosy Bindi e con il governo Prodi.
Ministro
della Cooperazione internazionale, nella persona di Andrea Riccardi,
sarà uno storico già fondatore della comunità di Sant'Egidio.
Ministro
alle politiche Agricole e forestali, nella persona di Mario Catania,
uomo da sempre impegnato a Bruxelles, con carriera inossidabile in grado
di sopravvivere eternamente all'alternanza fra Prodi e Berlusconi.
Ministro
del Turismo e dello sport, nella persona di Piero Gnudi, sarà un
commercialista consigliere di amministrazione di Unicredit e membro
dell'Aspen Institute, ex presidente di Enel ed ad di IRI, di RAI holding
e di Astaldi.
Ministro
dell'Ambiente, nella persona di Corrado Clini, sarà un medico del
lavoro, sostenitore del protoccollo di Kyoto e della crescita verde,
frequentatore di Harvard e membro dell'Agenzia europea dell'ambiente.
Ministro
per i Beni culturali, nella persona di Lorenzo Ornaghi, sarà l'ex
Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presidente
dell’Agenzia per le Onlus.
Sottosegretario
alla presidenza del Consiglio, sarà l'immarcescibile Antonio Catricalà,
fino ad oggi (da tempi immemorabili) garante della concorenza e del
mercato.
Curriculum
senza dubbio inossadibili, competenza nei singoli campi fuori
discussione, conflitti d'interesse con banche, multinazionali, nazioni
straniere, chiesa e organizzazioni di vario genere, così tanti da
travalicare qualsiasi pudore, ecco dunque la squadra "vincente" di Mario
Monti.
Una
squadra che al di là di qualsiasi considerazione impone una domanda su
tutte. Dal momento che il popolo italiano non ha mai delegato questi 17
"eroi" a governarlo, quale autorità (alle spalle di Napolitano) ha dato
loro il potere per farlo? E con quale mandato imporranno le proprie
decisioni a chi non li ha scelti e fino a ieri magari neppure li
conosceva?
Misteri
di una democrazia in stato di decomposizione, dove si può amministrare
una banca fino al giorno prima e la mattina successiva salire al governo
senza essere stati eletti, per ritrovarsi a legiferare in tema di
economia, naturalmente con la massima onestà e per il bene del paese, ma
quale paese?
0 commenti:
Posta un commento