venerdì 25 novembre 2011


Uso dei mercenari: il voto dei paesi dell'ONU smaschera l'ipocrisia dei governi degli Stati Uniti e dell'Unione Europea .
La condanna dell'uso di mercenari si è trovata di fronte, il 18 novembre scorso, la forte resistenza degli Stati Uniti e dell'Unione Europea (UE), come dimostra il risultato della votazione su questo tema alle Nazioni Unite.
Questa posizione si è manifestata in merito alla decisione da adottare su un progetto di risoluzione dal titolo “Utilizzo dei mercenari come mezzo per violare i diritti umani e ostacolare l'esercizio del diritto dei popoli alla libera determinazione”.
Il pronunciamento ha avuto luogo nella Terza Commissione dell'Assemblea Generale che doveva analizzare la proposta avanzata da Bolivia, Cuba, El Salvador, Nicaragua e Belarus e che è stata adottata con 118 voti a favore, 52 contro e cinque astensioni.
Il fronte del rifiuto di denunciare l'uso dei mercenari era guidato da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e da Germania, Bosnia Erzegovina e Portogallo che oggi hanno un seggio in questo organismo di 15 membri.
A completare con discrezione questa lista c'è l'astensione della Colombia che è parte di questa istanza dell'ONU fino alla fine dell'anno prossimo.
I restanti membri del Consiglio di Sicurezza hanno votato a favore del documento: Russia e Cina (membri permanenti), più Brasile, Gabon, Libano, Nigeria, India e Sudafrica.
Dei 52 voti contro la critica all'uso dei mercenari, 36 provengono dai paesi europei, appartenenti o meno all'Unione Europea.
L'America Latina ha espresso 26 suffragi a favore, nessuno in opposizione e tre astensioni (Cile, Colombia e Messico).
Il testo afferma che l'utilizzo, il reclutamento, il finanziamento e l'addestramento di mercenari infrangono gli scopi e i principi consacrati nella Carta dell'ONU.
Allo stesso tempo, riconosce che i conflitti armati, il terrorismo, il traffico di armi e le operazioni coperte favoriscono la richiesta di mercenari e fa appello
ad assumere misure contro la minaccia rappresentata dalle attività di questi elementi.
Rispetto a ciò, la risoluzione chiede che gli stati adottino misure legislative per impedire che il loro territorio e loro cittadini siano utilizzati per reclutare, concentrare, finanziare, addestrare, proteggere o far transitare mercenari.
Rileva come tra le attività di questi elementi ci siano azioni dirette ad ostacolare l'esercizio del diritto alla libera determinazione e a destabilizzare o rovesciare governi ed anche a distruggere totalmente o parzialmente l'integrità territoriale e l'unità politica di Stati sovrani e indipendenti che agiscono in conformità con il diritto alla libera determinazione.
L'iniziativa richiama l'attenzione sull'uso di mercenari da parte di imprese private di sicurezza militare, ed esige che venga proibito l'intervento di queste imprese in conflitti armati o azioni che si propongono di destabilizzare regimi costituzionali.
Più oltre, il testo avverte circa gli effetti negativi che le attività di queste entità hanno per il rispetto dei diritti umani e richiede che tali imprese e il loro personale rendano conto delle violazioni in questa materia.
Ed esorta gli Stati a investigare sulla possibile partecipazione di mercenari “quando e dovunque si verifichino atti criminali a carattere terroristico” e a sottoporre a giudizio o ad estradare i responsabili in conformità con le leggi nazionali e gli appositi trattati.
In un altro punto, il progetto respinto dagli Stati Uniti e dai loro alleati europei condanna “qualsiasi forma di impunità concessa a coloro che svolgano attività mercenarie” e ai responsabili del loro utilizzo, reclutamento, finanziamento e addestramento. 


 

0 commenti:

Posta un commento