Premetto che non ho visto lo show del saltimbanco. Solo il pensiero che gli italiani si debbano togliere il pane di bocca per pagare il canone RAI mi fa venire l'ulcera.
Non c'era niente di nuovo da immaginare, il copione è lo stesso di sempre. Un fra massone che si dileggia a prendere per i fondelli le masse, nell'occasione attraverso la retorica della Costituzione. Sono sicura che non avrà proferito neppure una parola riguardo a come la stessa sia stata completamente disattesa proprio dalle varie loggettine che con logica mafiosa-clientelare si sono spartite la nazione. Poco importa se sono le stesse confraternite di cui il guitto nazionale fa parte ad aver creato il sistema totalitario chiamato Europa che, con uno dei suoi tanti trattati, quello di Lisbona, HA CANCELLATO LA COSTITUZIONE. Inoltre continuo a domandarmi per quale ragione questo strano concetto di democrazia esistente in l'Italia
continui a negare ai suoi cittadini la possibilità di esprimersi in merito ai trattati internazionali. Ora, cantano l'elogio al proprio operato, incassando l'applauso del popolo ingannato e frodato. Sbeffeggiare il popolo con i soldi estorti ad esso e farsi applaudire è senza dubbio un "alto" principio morale di cui questa massoneria tanto dedita al bene continua ad andare orgogliosa.
Barbara
BENIGNI, BUFFONI DI CORTE E AUTOEROTISMO COSTITUZIONALE
18 dicembre 2012 · by Il Talebano · in Cultura. ·
Ai tempi dell’ancien régime, vi era una figura molto in voga tra governanti: era il buffone di corte, un artista di medio livello culturale che campava prestando la propria arte alla corte di riferimento, cantando lodi al padrone in cambio di denari, favori o protezioni. Ai governanti faceva certo comodo, poichè li dilettava, ne alimentava l’autostima (fondamentale per ogni carattere egocentrico), nonchè favoriva la diffusione di storie e news opportunamente lucidate a favore del committente.
Finito l’ancien régime, sono rimasti però i governanti con i loro giullari. Come abbiamo potuto constatare dallo show consumatosi ieri, sulla Rai: Roberto Benigni (il giullare) ad interpretare la Costituzione su commissione dei governanti. Il risultato è stato un pietoso tentativo di forzare ogni articolo della Costituzione in chiave enfatica, mitologica, poetica… per cui i padri costituenti sono diventati non più dei politici in procinto di scrivere delle regole, ma degli eroi salvatori del mondo. Come ogni cosa che vien forzata (perchè non naturale), lo show di Benigni è scaduto spesso e volentieri nel kitsch, lasciandosi andare a mistificazioni, omissioni, leccate di culo e banalità stucchevoli persino agli occhi dell’ignorante.
L’errore di fondo nasce dal voler forzatamente considerare la Costituzione come un valore di per sè, e non come uno strumento da giudicare sulla base dei presupposti da cui parte e dei risultati che ottiene. Questo è un approccio che si tende ormai ad utilizzare dappertutto, proprio per compensare la carenza di un’identità naturale (a breve, c’è da scommetterci, anche l’Ipad diventerà un valore). Gli sforzi compiuti dal comico-showman per liberare gli “uaò!”, “che spettacolo!”, “quanto erano bravi!”, hanno fatto però si che lo stesso si dimenticasse di sottolineare come molti degli articoli elogiati fossero purtroppo completamente dimenticati o disattesi.
In pratica, per una serata che doveva essere culturale, non una parola sui contenuti: a parte le cavolate dette sul lavoro (tema sul quale torneremo con articolo specifico) e sulla bandiera (tema da noi già affrontato con il documento “Il tricolore – storia di una bandiera in crisi d’identità“), abbiamo sentito citare la tutela delle minoranze linguistiche solo per sfottere Di Pietro, ma non per parlare dell’importanza dei dialetti e delle numerose tradizioni locali che l’Italia contiene. Abbiamo sentito parlare di guerra per ascoltare la farsa sul sogno dell’Unione Europea, ma nulla sulla politica neocolonialista della stessa Europa che ogni anno ammazza e riduce alla fame migliaia di donne e bambini in giro per il mondo (Benigni pare rientrare tra gli stolti che premiano l’UE con il Nobel per la Pace). Nulla sulle politiche dei governanti che si dirigono verso lo smantellamento dei diritti tanto sbandierati dalla Costituzione (che fine hanno fatto i concetti – lì riportati – di giusto salario, utilità sociale, collaborazione alla gestione delle aziende?). E via dicendo, fino ad arrivare all’iniziale sproloquio di basso livello su Berlusconi – il cui ritorno ha come unico effetto positivo il fatto di ridare ai Benigni e alle Litizzetto di che mangiare.
Ma ciò che più di ogni altra cosa mette tristezza e toglie speranze, è il successo che Benigni ha riscosso tra il pubblico, ovvero la popolazione… e qui bisogna dare un merito al comico: perchè, ancora una volta, ha sottolineato come il vero problema dell’Italia sia l’ignoranza e l’incapacità di riflettere del suo popolo, a cui bastano due battute e qualche pop corn per venir totalmente anestetizzati… e scambiare per cultura ciò che è mera retorica su commissione. Non è un caso che gli italiani siano quelli che meno leggono e si informano in Europa… non è un caso che siano quelli del Francia o Spagna purchè si magna.
Esaurito il repertorio degli scemi che fanno politica, è il momento dei giullari che insegnano storia. Lunedì 17 dicembre, in diretta su Rai Uno alle 21.10 dal Teatro 5 di Cinecittà, riaperto e ristrutturato dopo l’incendio di qualche mese fa, l’attore Roberto Benigni, colui che iniziò la sua carriera nel 1977 con il film “Berlinguer ti voglio bene”, ci ha spiegato in diretta la Costituzione italiana nello spettacolo “La più bella del mondo”.
Dopo un’ ora di satire cotte e stracotte contro Berlusconi (ahimè, cosa farà il comico quando il cavaliere non ci sarà più: lo elogerà come ha fatto stasera con Fanfani dopo averlo preso per il culo da vivo?) il nostro è passato a parlar di storia. Partendo ovviamente dalla Resistenza che ha dato a tutti la libertà e ci ha liberato da Hitler per portarci questo mondo radioso dove un giovane su tre è disoccupato e la gente senza lavoro si spara. Quant’è bella la libertà!
Allora i giovani – ha sentenziato il comico-professore - per darci questa libertà andarono in montagna a combattere, a fare i partigiani, ma non perché obbligati o per evitare di far la guerra (pochini sia al nord contro i tedeschi che al Sud con gli americani), ma perché volevano liberare il paese dalla dittatura, sostituendola con la libertà, quella “liberista” che stiamo vivendo attualmente o, se andava diversamente, con quella comunista che, almeno fino a poco tempo fa, piaceva al Benigni.
Furono loro e soltanto loro, i potenti partigiani, a liberare l’Italia, non gli angloamericani: e qui deve aver letto i libri del suo collega del “Corriere della Sera” Aldo Cazzullo (potenza dei nomi), perché solo lui al mondo è arrivato ad esprimere tanta comicità in materia.
Ecco allora che noi oggi, finalmente, nonostante la parentesi del recente “medioevo Berlusconiano”, siamo un popolo unito e – udite, udite!!!- Sovrano. Dove, non il re o il dittatore, scrivono le leggi, ma il popolo, i cittadini. Magari non proprio direttamente, ma attraverso quel veicolo di saggezza e probità che sono i partiti. Siamo noi che decidiamo il nostro presente ed il nostro futuro; noi che nominiamo chi ci deve comandare attraverso libere elezioni (magari con liste preconfezionate e senza poter dare preferenze); noi che, attraverso i nostri delegati, votiamo il Premier (che poi la Grande finanza usuraia provvede a sostituire con un cameriere di suo gradimento); noi che decidiamo a stragrande maggioranza attraverso i referendum di non finanziare più i partiti (che nonostante ciò continuano a percepire le stesse somme in misura quadruplicata); noi che stabiliamo dove mandare i nostri mercenari a fare le guerre ospitando le basi militari degli occupanti (pardon, Alleati) sul nostro territorio e sciogliendo i nostri migliori Corpi militari per sostituirli con dei droni; noi che abbiamo un Presidente della Repubblica talmente “libero” da inneggiare al massacro degli insorti da parte dei carri armati sovietici ai tempi della rivolta d’Ungheria; noi, sovrani anche in finanza, che facciamo emettere il nostro danaro da una Banca d’ Italia che, come ci ha spiegato la Cassazione “non è una società per azioni di diritto privato, bensì un istituto di diritto pubblico… “, i cui azionisti però sono banche private.
Il furbetto passato dal seminario giovanile al Partito comunista (quei “dittatori” che ora rinnega), strizzando l’occhio ai Potenti del mondo con un film che gli è valso due Oscar, ma dimenticandosi di coloro che in Palestina soffrono cacciati dalle loro terre occupate, si è ben guardato dal nominare Mussolini, altrimenti qualcuno avrebbe potuto ricordargli certe leggi istituite molti anni prima di quella Sacra Carta Costituzionale, “La più bella del mondo”, che però è rimasta un libro dei sogni. A differenza delle realizzazioni del “bieco dittatore” che sostituì partiti e conventicole massoniche con un partito unico che diede agli italiani: Assicurazione contro la disoccupazione, Leggi a tutela del di donne e fanciulli, Assistenza illegittimi e abbandonati, Assistenza obbligatoria contro la TBC, Esenzione tributaria per le famiglie numerose, Assicurazione invalidità e vecchiaia, Assicurazione contro la disoccupazione, Assistenza ospedaliera ai poveri, Tutela del lavoro di donne e fanciulli, Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.), Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, Opera nazionale orfani di guerra, Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), Settimana lavorativa di 40 ore, Istituto Nazionale per l’ Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), Assegni familiari, Istituto per l’Assistenza malattia ai lavoratori (I.N.A.M.), Istituto Autonomo Case Popolari, Riforma della scuola, Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche,994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico), Lotta alla Mafia con emigrazione di “Cosa nostra” negli Stati Uniti, Carta del lavoro, Patti Lateranensi, Lotta contro l’analfabetismo (eravamo tra i primi in Europa: dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni, studenti medi da 326.604 a 674.546, universitari da 43.235a71.512), Doposcuola per il completamento degli alunni, Lotta contro la malaria, colonie marine e montane gratuite per i non abbienti, Refezione scolastica, Obbligo scolastico fino ai 14 anni, Scuole professionali, Magistratura del Lavoro, Istituzione Parchi nazionali (Gran Paradiso, Stelvio, Abruzzo. Circeo, ecc.) …Fermiamoci qui.
Vicino a me, a seguire l’esibizione del comico nominato Cavaliere di Gran Croce dal venerato maestro Ciampi (il Presidente-economista famoso per aver bruciato in due giorni 60 mila miliardi di lire - 30 miliardi di euro - per controllare il cambio lira/marco), c’era mio figlio, che alla fine si è alzato ed è uscito per andare al lavoro. Tornerà domattina all’alba, dopo aver fatto la notte e aver guadagnato 35 euro.
Com’è bello in questa repubblica che la Costituzione vuole “sovrana” e “fondata sul lavoro”, poter dire ciò che vuoi, camminando per le strade senza una lira in tasca e pensando in tutta libertà a cosa non mettere in tavola domani.
E tu, Benigni, per due ore di spettacolo, quanto hai incassato? Dai, spara, raccontaci “La più bella del mondo”, facci ridere ancora.
Libera Opinione
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Benigni si è dimenticato di dire che la nostra Costituzione è stata annullata nei punti fondamentali dal trattato di Lisbona e dai successivi diktat di Bruxelles!
RispondiElimina1) "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro precario"
4) "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il dovere di lavorare e promuove le condizioni che rendano effettivo questo dovere.
Ogni choosy ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la scelta di altri, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale dell'Europa dei banchieri".
quello che è scritto nell'articolo è tutto vero ,e significa che gli italiani,nella globalità,sono un popolo di mentecatti guidati da farabutti,
RispondiEliminaLui dice solo quello che gli dicono di dire, un vero pupazzo di regime.
RispondiEliminagià. Siamo di fronte all'apoteosi della demagogia questo è l'aspetto che più mi infastidisce.
RispondiEliminaNon si tratta di "poesia" o spettacolo come lo ha interpretato la stampa mainstream serva.
E' prendersi gioco delle persone ed è schifosamente meschino..
Grazie per i commenti!
Saluti
Barbara
Premetto che non ho visto la trasmissione, e pertanto, non posso sapere cosa ha detto e/o ridetto.
RispondiEliminaAnche perchè mi dava fastidio, essere preso per il fondello...
Cosa che mi sembra dal commento sopra, che è stato fatto alla grande.
Sarebbe stato interessante, sapere cosa ne pensava "Benigni" degli art. n. 11 e 75 della nostra beneamata costituzione.
Dubito che si sia azzardato nell'art. 11 ad andare fino in fondo... molti si fermano alla 4 prime parole, ma il dopo.... è tutto un programma.
Invece, l'art. 75, da qualsiasi punto uno lo guardi, è l'opposto di quello che si cerca di far passare, ma questo articolo è troppo distante, quanto tempo ci andrebbe passando da articolo ad articolo fino al arrivare lì? Allora lasciamolo dormire, così come dormono alla grande gli ITALIOTI.