giovedì 8 marzo 2012

 
Fiato corto e cuore che batte all'impazzata: non abbiamo le gambe abituate a falcare su e giù per i sentieri e i pendii di montagna. Superiamo un posto di blocco dei carabinieri: ci permettono di aggirare newjersey e reti metalliche e di inoltrarci nel bosco verso l'area del cantiere. Sul versante a sinistra, sulla linea ferroviaria che collega Italia e Francia passa un merci. Ma a sentire la tv, l'Italia non era isolata dalla Francia? Non ci ripetono continuamente che c'è bisogno di una ferrovia che colleghi i due paesi per il traffico di passeggeri e merci? E allora, cos'è quel serpente di vagoni che arriva da oltre confine?
Il rumore dei mezzi che vanno e vengono da oltralpe, intervallato da lunghi silenzi spazzati dal vento, comincia a sentirsi più vicino. Pochi passi e ci troviamo sopra l'autostrada. E giù, fra uno scavo e un furgone della Polizia, fra un mezzo della Guardia di Finanza e un bosco raso al suolo, c'è il cantiere. Un cantiere per un buco, geognostico. Devono capire le caratteristiche del terreno, devono allungare le braccia delle ruspe nel ventre delle montagne prima di scavare il tunnel. Eppure, c'è chi ben conosce nel dettaglio la composizione di quelle rocce; ci sono esperti, ma anche semplici cittadini che sanno che là dentro ci sono amianto e uranio. Proprio come la gente del Vajont sapeva che in lingua ladina quel nome significava "va giù" e che il nome Toc, quello del monte da cui si è staccata la frana che ha sepolto vive quasi duemila persone nel 1963, significa "pezzo", "marcio". Lo sapevano. Ma allora si disse che chi era contro la mega diga voluta dalla Sade-Enel era contro il progresso. L'Italia doveva essere all'avanguardia, aveva bisogno di grandi opere. E così fu. E in quasi duemila morirono.
Oggi in Val di Susa c'è una popolazione che non vuole morire: ci sono imprenditori che hanno investito tutto nelle loro attività e nel futuro della valle, che rischia di essere spazzato via perchè - ci propagandano - non c'è collegamento fra Italia e Francia. E allora, il merci che ho visto io o il TGV che passa regolarmente, cosa sono? Illusioni ottiche? Miraggi?
Pensando alla morsa della crisi, ai lavoratori licenziati, ai pensionati affamati, agli imprenditori che si suicidano, l'unico miraggio di cui si può parlare è quello di un governo che finalmente decida nell'interesse della gente, anziché in quello delle banche (che di certo sono ben felici del progetto TAV, visto che i finanziamenti e i relativi interessi transitano obbligatoriamente per gli istituti di credito). L'ammodernamento della linea ferroviaria esistente è stato terminato nel 2008-2009: ora circolano sia merci che passeggeri. E allora? Perchè questa assoluta necessità di costruire un nuovo tunnel? Perchè la necessità di occupare un intero territorio, con forze dell'ordine (che magari potrebbero invece essere impiegate nella lotta alle infiltrazioni mafiose e della 'ndrangheta negli stessi cantieri come denunciato da Imposimato), con mezzi e uomini della Guardia di Finanza (non avevano la priorità della lotta all'evasione?), con reparti armati dell'esercito (quelli che hanno richiesto denaro sonante per andare a liberare i centri abitati sepolti dalla neve)? Ma quanto diavolo costano (in termini puramente economici, ma anche rispetto ai mancati diversi utilizzi) quei mezzi, quegli uomini, quei soldati a noi italiani?
Ma soprattutto, quanto dovrebbe venirci a costare il TAV? Quand'è che avremo finalmente una seria e dettagliata analisi costi-benefici dell'opera? Quante persone e mezzi dovrebbero circolare in quel lungo buco che dovrebbe sventrare la montagna? Perchè la Francia ha ripensato alla
priorità della Torino-Lione e perchè L'Agenzia Nazionale per l'Ambiente Francese chiede maggiori risposte, maggiori garanzie, nuovi studi? Perchè invece in Italia la banda mista degli amichetti del banchierino (in senso generale, ovviamente, da destra a sinistra, politici e tecnici nella stessa misura) spingono l'acceleratore perchè l'opera è irrinunciabile? E soprattutto perchè se io, che peraltro non vivo in Val di Susa (pur comprendendo e condividendo le ragioni dei Valsusini), dimostro che l'opera è costosissima, dannosa e non utile sono subito accusata di essere contro il progresso, di volere isolare l'Italia, di volerla tagliata fuori dall'Europa? Magari potessi sottrarla alla dittatura finanziaria europea e dell'euro! Ma ovviamente non è su questo terreno che i tifosi del TAV mi contestano. Mi contestano perchè sognano la grandeur italiana e io invece - a loro dire - sarei contro il futuro del mio paese.

Mi spieghino dunque perchè mai noi tutti, che già dobbiamo fare i conti con un debito e con una crisi che toglie il fiato, dobbiamo cacciare altri quattrini di tasca nostra per finanziare un'opera che non serve (c'è già!) e che non ci è imposta dall'Europa. Questa scusa è il solito ritornello che utilizzano quando ci vogliono far prendere una medicina amara, mentre ci nascondono che l'Europa chiede che le opere siano fatte con il consenso delle popolazioni. Perchè dovremmo pagare per una grande opera tanto gradita alle banche? Chissà mai a chi gioverà una tale voragine! No, non quella nella montagna, ma quella dei miliardi di euro che costerà il tunnel.
Nei media, ma anche in rete, chi si oppone a questo progetto Tav è deriso, insultato, criminalizzato: è un arretrato, un idiota, quando non un pericoloso violento. Ma chi è che è entrato in un bar frantumando le vetrine e compiendo una scorribanda degna del peggior rastrellamento? Chi ha impartito l'ordine a quegli uomini? Chi è che adotta la violenza per militarizzare una valle? Poi, non mi si venga a dire che è colpa dei NO Tav se in Valle il turismo è in ginocchio: voi ci andreste a fare le vacanze in una caserma militare?
Forse Napolitano dovrebbe cominciare a chiedere in primis alle truppe schierate e delle quali lo Stato sta abusando (indirizzandole contro altri cittadini che difendono il loro territorio e le nostre tasche) di "escludere il ricorso a violazioni di legge, violenze, intolleranze e intimidazioni". Ma invece queste parole le ha scagliate a Torino contro quella gente che sta cercando di far soppravvivere la Valle, proteggendoci da un ulteriore indebitamento. Le ha pronunciate proprio mentre rifiutava di incontrare i Sindaci che si oppongono alla nuova linea ferroviaria, perchè il Presidente non entra "nel merito dei contrasti politici". Eh già. Si limita a chiedere più sacrifici, a tutti. Lui, la massima carica garante del rispetto della carta costituzionale. Di quella carta costituzionale che dichiara nel primo articolo che la sovranità appartiene al popolo. Ma visto come l'Italia è stata svenduta alla BCE e alla grande finanza internazionale, viene da chiedersi se abbia ancora un senso parlare di Repubblica, di sovranità (Monti ha già apertamente dichiarato che è necessario cederne all'Europa ed ha agito, indisturbato, di conseguenza), se ha senso parlare di Stato.
Quale Stato? Governato da chi? Per conto di chi? Per interesse di chi? Mi lascio trascinare dall'emotività e mi dico che tutto non ha senso e che questo sistema è una macchina impazzita lanciata a folle velocità contro un muro. Ma poi freno. E rivedo le immagini dei camionisti, bloccati in autostrada a Chianocco dai No Tav che, una volta liberata la sede stradale, ripartono suonando il clacson, salutando e condividendo, dai finestrini aperti delle loro cabine (nonostante il freddo gelido), la protesta degli abitanti della Val di Susa. Una protesta che è anche la loro. La nostra. Ed ecco che mi sento valsusina anche io e torno orgogliosa di essere Italiana.
Scritto da Monia Benini
Per il Bene Comune

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