Fiato corto e cuore che batte
all'impazzata: non abbiamo le gambe abituate a falcare su e giù per i
sentieri e i pendii di montagna. Superiamo un posto di blocco dei
carabinieri: ci permettono di aggirare newjersey e reti metalliche e di
inoltrarci nel bosco verso l'area del cantiere. Sul versante a sinistra,
sulla linea ferroviaria che collega Italia e Francia passa un merci. Ma
a sentire la tv, l'Italia non era isolata dalla Francia? Non ci
ripetono continuamente che c'è bisogno di una ferrovia che colleghi i
due paesi per il traffico di passeggeri e merci? E allora, cos'è quel
serpente di vagoni che arriva da oltre confine?
Il rumore dei mezzi che vanno e vengono
da oltralpe, intervallato da lunghi silenzi spazzati dal vento, comincia
a sentirsi più vicino. Pochi passi e ci troviamo sopra l'autostrada. E
giù, fra uno scavo e un furgone della Polizia, fra un mezzo della
Guardia di Finanza e un bosco raso al suolo, c'è il cantiere. Un
cantiere per un buco, geognostico. Devono capire le caratteristiche del
terreno, devono allungare le braccia delle ruspe nel ventre delle
montagne prima di scavare il tunnel. Eppure, c'è chi ben conosce nel
dettaglio la composizione di quelle rocce; ci sono esperti, ma anche
semplici cittadini che sanno che là dentro ci sono amianto e uranio.
Proprio come la gente del Vajont sapeva che in lingua ladina quel nome
significava "va giù" e che il nome Toc, quello del monte da cui si è
staccata la frana che ha sepolto vive quasi duemila persone nel 1963,
significa "pezzo", "marcio". Lo sapevano. Ma allora si disse che chi era
contro la mega diga voluta dalla Sade-Enel era contro il progresso.
L'Italia doveva essere all'avanguardia, aveva bisogno di grandi opere. E
così fu. E in quasi duemila morirono.
Oggi in Val di Susa c'è una popolazione
che non vuole morire: ci sono imprenditori che hanno investito tutto
nelle loro attività e nel futuro della valle, che rischia di essere
spazzato via perchè - ci propagandano - non c'è collegamento fra Italia e
Francia. E allora, il merci che ho visto io o il TGV che passa
regolarmente, cosa sono? Illusioni ottiche? Miraggi?
Pensando alla morsa della crisi, ai
lavoratori licenziati, ai pensionati affamati, agli imprenditori che si
suicidano, l'unico miraggio di cui si può parlare è quello di un governo
che finalmente decida nell'interesse della gente, anziché in quello
delle banche (che di certo sono ben felici del progetto TAV, visto che i
finanziamenti e i relativi interessi transitano obbligatoriamente per
gli istituti di credito). L'ammodernamento della linea ferroviaria
esistente è stato terminato nel 2008-2009: ora circolano sia merci che
passeggeri. E allora? Perchè questa assoluta necessità di costruire un
nuovo tunnel? Perchè la necessità di occupare un intero territorio, con
forze dell'ordine (che magari potrebbero invece essere impiegate nella
lotta alle infiltrazioni mafiose e della 'ndrangheta negli stessi
cantieri come denunciato da Imposimato), con mezzi e uomini della
Guardia di Finanza (non avevano la priorità della lotta all'evasione?),
con reparti armati dell'esercito (quelli che hanno richiesto denaro
sonante per andare a liberare i centri abitati sepolti dalla neve)? Ma
quanto diavolo costano (in termini puramente economici, ma anche
rispetto ai mancati diversi utilizzi) quei mezzi, quegli uomini, quei
soldati a noi italiani?
Ma soprattutto, quanto dovrebbe venirci a
costare il TAV? Quand'è che avremo finalmente una seria e dettagliata
analisi costi-benefici dell'opera? Quante persone e mezzi dovrebbero
circolare in quel lungo buco che dovrebbe sventrare la montagna? Perchè
la Francia ha ripensato alla
priorità della Torino-Lione e perchè
L'Agenzia Nazionale per l'Ambiente Francese chiede maggiori risposte,
maggiori garanzie, nuovi studi? Perchè invece in Italia la banda mista
degli amichetti del banchierino (in senso generale, ovviamente, da
destra a sinistra, politici e tecnici nella stessa misura) spingono
l'acceleratore perchè l'opera è irrinunciabile? E soprattutto perchè se
io, che peraltro non vivo in Val di Susa (pur comprendendo e
condividendo le ragioni dei Valsusini), dimostro che l'opera è
costosissima, dannosa e non utile sono subito accusata di essere contro
il progresso, di volere isolare l'Italia, di volerla tagliata fuori
dall'Europa? Magari potessi sottrarla alla dittatura finanziaria europea
e dell'euro! Ma ovviamente non è su questo terreno che i tifosi del TAV
mi contestano. Mi contestano perchè sognano la grandeur italiana e io
invece - a loro dire - sarei contro il futuro del mio paese.
Mi spieghino dunque perchè mai noi
tutti, che già dobbiamo fare i conti con un debito e con una crisi che
toglie il fiato, dobbiamo cacciare altri quattrini di tasca nostra per
finanziare un'opera che non serve (c'è già!) e che non ci è imposta
dall'Europa. Questa scusa è il solito ritornello che utilizzano quando
ci vogliono far prendere una medicina amara, mentre ci nascondono che
l'Europa chiede che le opere siano fatte con il consenso delle
popolazioni. Perchè dovremmo pagare per una grande opera tanto gradita
alle banche? Chissà mai a chi gioverà una tale voragine! No, non quella
nella montagna, ma quella dei miliardi di euro che costerà il tunnel.
Nei media, ma anche in rete, chi si
oppone a questo progetto Tav è deriso, insultato, criminalizzato: è un
arretrato, un idiota, quando non un pericoloso violento. Ma chi è che è
entrato in un bar frantumando le vetrine e compiendo una scorribanda
degna del peggior rastrellamento? Chi ha impartito l'ordine a quegli
uomini? Chi è che adotta la violenza per militarizzare una valle? Poi,
non mi si venga a dire che è colpa dei NO Tav se in Valle il turismo è
in ginocchio: voi ci andreste a fare le vacanze in una caserma militare?
Forse Napolitano dovrebbe cominciare a
chiedere in primis alle truppe schierate e delle quali lo Stato sta
abusando (indirizzandole contro altri cittadini che difendono il loro
territorio e le nostre tasche) di "escludere il ricorso a violazioni di
legge, violenze, intolleranze e intimidazioni". Ma invece queste parole
le ha scagliate a Torino contro quella gente che sta cercando di far
soppravvivere la Valle, proteggendoci da un ulteriore indebitamento. Le
ha pronunciate proprio mentre rifiutava di incontrare i Sindaci che si
oppongono alla nuova linea ferroviaria, perchè il Presidente non entra
"nel merito dei contrasti politici". Eh già. Si limita a chiedere più
sacrifici, a tutti. Lui, la massima carica garante del rispetto della
carta costituzionale. Di quella carta costituzionale che dichiara nel
primo articolo che la sovranità appartiene al popolo. Ma visto come
l'Italia è stata svenduta alla BCE e alla grande finanza internazionale,
viene da chiedersi se abbia ancora un senso parlare di Repubblica, di
sovranità (Monti ha già apertamente dichiarato che è necessario cederne
all'Europa ed ha agito, indisturbato, di conseguenza), se ha senso
parlare di Stato.
Quale Stato? Governato da chi? Per conto
di chi? Per interesse di chi? Mi lascio trascinare dall'emotività e mi
dico che tutto non ha senso e che questo sistema è una macchina
impazzita lanciata a folle velocità contro un muro. Ma poi freno. E
rivedo le immagini dei camionisti, bloccati in autostrada a Chianocco
dai No Tav che, una volta liberata la sede stradale, ripartono suonando
il clacson, salutando e condividendo, dai finestrini aperti delle loro
cabine (nonostante il freddo gelido), la protesta degli abitanti della
Val di Susa. Una protesta che è anche la loro. La nostra. Ed ecco che mi
sento valsusina anche io e torno orgogliosa di essere Italiana.
Scritto
da Monia Benini
Per il Bene Comune
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