mercoledì 10 luglio 2013

La pressione fiscale in Italia ha allarmato perfino la Corte dei Conti, secondo la quale sarebbe arrivata a pesare per il 53%. In realtà, siamo oltre il 75% se si includono le gabelle che rimangono fuori dal computo per compiacenze varie. Solamente prendendo in esame le piccole imprese (vera ossatura di questa nazione), la pressione arriva a gravare per il 68%. Ah giusto. Siamo tutti evasori e ce lo meritiamo, dicono i parassiti della casta. Tanto per essere certi che non sfugga un centesimo al fisco, tra novembre e dicembre 2013 si concentreranno ben 24 scadenze fiscali/contributive. Siamo ben al di sopra della media europea e oltretutto a fronte di servizi pubblici e welfare da impietosire il Congo, invece di far invidia ai paesi scandinavi. Nonostante l'autorevole voce della Corte dei Conti, le tabelle che elencano la pressione fiscale nei paesi europei mostrano ancora una percentuale del  44% occultando ben 9 punti percentuali. Sarà mica perché, con il 44% saremmo al 4 posto in Europa, quindi si può "chiedere di più"? Riportando il 53% beh, le cose cambiano. Ma il FMI, entità statunitense, appellandosi ad una fantomatica equità sostiene non si può rinunciare all'Imu. Se già è indecente che il
FMI non venga destituito per palese inettitudine, sostenendo l'austerità e processato per crimini contro l'umanità (aumento suicidi e morte per stenti nei paesi PIIGS a causa delle sue ricette sbagliate) Standards and Poors (d'ora in avanti SP), sempre americana, fa eco ai suoi superiori e ribadisce il concetto. Forse saranno prigioniere della cattiva Germania che ci vuole tutti morti, dicono certe strampalate teorie. Per fortuna ci amano gli yankees che sostengono come noi italiani pagheremmo poche tasse.
Con aumento Iva famiglie meno abbienti più penalizzate.

Lo dice l'agenzia ubicata in un paese dove la tassazione media è del 30%. Senza contare che  E' singolare come gli Usa possiedano alcuni paradisi fiscali sul loro territorio

Una curiosità, leggete qui il funzionamento dell'IRS (entità illegittima) e comprenderete subito su quale modello Equitalia sia stata plasmata...che coincidenza. Mi convinco sempre di più che questi ragionieri per conto di Wall Street mirino all'affossamento totale dell'economia europea, soprattutto dei Piigs e la tassazione pare essere un efficace metodo per ottenerlo. Un anno di governo del banchiere Monti lo ha dimostrato, senza contare che quanto espropriato FINISCE DIRETTAMENTE NELLE CASSE DELLE BANCHE (ai servizi e welfare non vanno, quindi...). Perfino alcuni pezzettini della sinistra (quest'ultima ha passato gli ultimi venti anni a tacitare ogni voce critica nei confronti dell'euro e della Ue) si sono accorti che i soldi la troika li da alle banche e li chiama salvataggi. Peccato che questa tardiva presa di coscienza arrivi solamente quando può essere utile per recuperare la "verginità" politica perduta, ma non sembrano esistere più speranze di risvegliare il popolo.
Un ultimo appunto: ricordate il caso dell'outlook negativo assegnato da SP all'amministrazione Obama? Fecero licenziare in tronco l'estensore del rapporto. 
Ad una colonia questo potere non è conferito. Riporto l'unico riferimento, prima che gli smacchiatori del web cancellino anche questo:
E chi tra le agenzie di rating e il governo statunitense esista un rapporto di stretta dipendenza è un fatto che pochi oseranno contestare, specialmente dopo il licenziamento in tronco di Deven Sharma, analista di Standard & Poor’s reo di aver declassato gli Stati Uniti dalla tripla A ad AA+. FONTE

Barbara

S&P declassa l’Italia Perchè Ci Sono Troppo Poche Tasse ( R-I-D-I-C-O-L-O)
9 luglio 2013Di FunnyKing

S&P declassa l’Italia contemporaneamente per la bassa crescita (causata tra l’altro da tasse scandinave con un output dello Stato da paese del terzo mondo) e udite udite: per i ritardi nell’aumento dell’IVA e nel rinvio dell’IMU.

Semplicemente ridicolo.

Esattamente come è ridicolo un rating dell’Italia ancora al di sopra del livello di spazzatura.

Domani è garantito al limone il solito giochetto mediatico da curva Nord e Sud, i media sussidiati di destra parleranno di intollerabile ingerenza su IMU e IVA, quelli di sinistra parleranno di inevitabile e giusto giudizio causato dal populismo di Berlusconi.

Ad ogni modo non preoccupiamoci, fino a quando almeno un rating delle 3 agenzie principali non finisce nella zona arancione scura, ovvero 2 passi ancora per S&P e Fitch e 3 passi per Moody’s, non ci saranno gravi conseguenze sullo spread, anzi storicamente “guarda caso” , ultimamente una manina sorregge i bond italiani dopo ogni downgrade.

ma… se anche solo uno dei 3 rating dovesse diventare junk sarebbero dolori. Scatterebbero vendite automatiche da parte di enormi fondi pensione di tutto il mondo (e di molti fondi di investimento).

Ad ogni modo, S&P declassa l’Italia…. e a me viene da sbadigliare. (domani titoloni, sul declassamento. Dopodomani titoloni perchè la borsa ha retto, tra 3 giorni ce ne siamo dimenticati fino al prossimo declassamento)

1 commenti:

  1. per i mercati più la gente + povera è disperata migliore è il rating...

    ai mercati o meglio ai tizi nella stanza dei bottoni a n e w y o r k importa solo il profitto ed il dominio sul mondo

    lelamedispadaccinonero.blogspot.it

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