lei è membro della società civile,
evidentemente non considera la pedofilia qualcosa di ripugnante e
gravissima.
Barbara
Antimafia: Rosy Bindi eletta presidente. Chiarisca la sua
posizione in merito alla Comunità del Forteto
di Italo Romano
La scorsa settimana Rosy Bindi è
stata “eletta” Presidente della Commissione Antimafia.
C’è un piccolo problema in seno a questa sua nuova
investitura. Un problema non di poco conto e che i media hanno
teso a trascurare più o meno volutamente. Si tratta di un
pesante conflitto di interessi.
L’On. Bindi, oltre a non avere
alcuna particolare credenziale per ricoprire tale incarico,
deve ancora spiegare il suo ruolo rispetto alla comunità di
accoglienza “Il Forteto” (che è al contempo un’affermata
coop agricola e una fondazione culturale), dove è
stata chiamata come testimone. L’esponente del Partito
Democratico avrebbe intrattenuto rapporti e frequentato la
comunità anche dopo che i capi del Forteto erano stati
condannati per indicibili atti di pedofilia e violenza
contro i bambini.
In quali
rapporti erano Rosy Bindi, Gianni Romoli e il “profeta”
Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità? Ad oggi non è dato
saperlo.
La vicenda del “Forteto” è stata prontamente oscurata dai
media, ma la sua gravità è direttamente proporzionale alle forze
impiegata da alcuni ambienti “che contano” per affossare le
indagini e limitare all’essenziale la ricostruzione dei fatti.
Rodolfo Fiesoli
Solo le “Iene” hanno
dedicato un servizio più approfondito su quanto accaduto
nella comunità.
Possibile che la piddina Bindi, vecchia volpe della
politica nostrana, non fosse a conoscenza dell’esperimento
educativo del “Forteto”, che come scritto nella relazione
finale della Commissione Costituita dalla Regione
Toscana, si basava sull’abuso e la sevizia di giovani
uomini, donne e minori?
La sua presenza è
testimoniata da una delle vittime del Forteto (verbale
6 dell’11 luglio 2012, pagina 36), P.Z., che dichiara:
“Bruno (l’ex parlamentare comunista Eduardo Bruno,
ndr) era quello che manteneva i collegamenti tra il Forteto e
la politica soprattutto a livello nazionale, cioè la Bindi, la
Turco, Fassino… è stato Bruno a creare tutti questi legami”.
Niente male per una moralista di punta della
pseudosinistra italiota.
Alla luce di ciò, fin quando non sarà chiarita nelle sedi
opportune la sua posizione in merito a questa vicenda l’On. Rosy
Bindi – a mio modesto parere – è la persona meno adatta a
ricoprire questo ruolo tanto difficile e delicato.
Per cui è si rende necessario quantomeno un chiarimento,
rispetto alla sua vicinanza alla pedomafia del “Forteto”, per
decenni sorretta e protetta da istituzioni corrotte e
conniventi, ambienti paramassonici e fanatici radicaliberali.
Per il momento la Bindi nega ogni rapporto con la
comunità del Mugello:
“Non so dove sia la comunità Il Forteto, non l’ho mai
visitata e non ho mai avuto rapporti. E’ del tutto arbitrario
accostare il mio nome e la mia foto alle vicende di questa
comunità. Non so come mai il mio nome compare della relazione
finale della Commissione d’inchiesta della Regione Toscana, ma
sono intenzionata a capirlo per evitare strumentalizzazioni
sulla mia persona”.
Nessuno condanna preventivamente la Bindi. Ma si dimetta
dalla presidenza della Commissione Antimafia e chiarisca il suo
ruolo in questa oscura vicenda.
Ciao Barbara, segnalo una grave violazione ai dati preziosi e alla persona dei fratelli Marcianò
RispondiEliminahttp://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/10/scie-chimiche-e-pirateria-giudiziaria.html#more
http://www.stampalibera.com/?p=67964
MAGISTRATURA come quinto potere di un regime ORWELLIANO. La coronazione della massoneria al potere. QUESTO E' UN ATTO GRAVISSIMO, dovrebbe essere palese che qui c'è una magistratura che DISPONE QUALE SIA L'OPINIONE CONSENTITA E QUALE NO A SUON DI PERSECUZIONE. Il regime ammantato di "democrazia", basta con questa FARSA.
RispondiEliminaAltro che magistratura deviata, magistratura come INQUISIZIONE MEDIEVALE, e ci fanno credere essere i sommi tutori della giustizia, DISGUSTOSA E RIPUGNANTE