mercoledì 9 aprile 2014

"Eccesso di autoritarismo". Anche a ciò viene attribuito il successo di Orban, secondo taluni "rosiconi" ai quali sfuggono le azioni intraprese dal governo Orban che hanno messo alle porte banchieri e cagionato grossi danni alla finanza. Curioso come quel mantra, eccesso di autoritarismo, prima accusa mossa dalla Ue quando il governo magiaro si riappriopriò della banca centrale,  venga ripetuto da coloro che a parole contestano la troika e i suoi piani di austerità (già, a parole, guai passare ai fatti, deve bastare la sceneggiata). Ma come mai non appena un governo nei fatti, dimostra che si può combatterla e vincerla, si attaccano agli stessi mantra della cara Ue che formalmente contestano?
Mi fa ridere, l'accusa di eccesso di autoritarismo, la Ue che fa perseguire gli euroscettici dai servizi segreti, che per compiacere gli Usa ci taglia i rifornimenti energetici dalla vicina e amichevole Russia....
vedi anche ELEZIONI IN UNGHERIA - OCCHIO ALLE ETICHETTE !

Ungheria: Sì alla continuità - No ai candidati preferiti da Bruxelles
A Budapest vince il "sovranismo", inviso ai neoliberisti del FMI e BCE
Le elezioni ungheresi hanno visto diminuire soltanto del 3% i votanti, che sono stati il 61% dell'elettorato: l'aumento dell'astensione, considerati i tempi, è minimo e non particolarmente rilevante.
Le elezioni le ha vinte il partito di Orban, Fidesz, che ha ottenuto il 44,4%.Dicono che Fidesz sia un partito "di destra". Il partito di "sinistra" che è un'alleanza – si chiama appunto "Alleanza" – ha ottenuto soltanto il 25,9% dei consensi. Il 5,2% è andato ai "verdi". Il partito di estrema destra, Jobbik, ha raggiunto il  20,5%.
Fidesz, in ragione di una legge elettorale maggioritaria, avrà largamente la maggioranza assoluta. Anzi potrebbe avere da solo i 2/3 dei seggi (133 su 199; altrimenti saranno 132), necessari per cambiare la Costituzione. Per governare non avrà comunque bisogno del minimo appoggio da parte del partito di estrema destra.
Dicono che Orban sia "di destra". Può darsi, non so quasi nulla di lui e del suo partito.
Tuttavia, "Orban ha dichiarato che il voto è una conferma delle sue politiche di governo, concentrate sulla creazione di posti di lavoro, sostegno alla famiglia e difesa della sovranità nazionale".

La creazione dei posti di lavoro è anche un valore di destra? Certamente non della destra liberista, che vuole la concorrenza interna e verso l'esterno, nonché l'inflazione bassissima e quasi inesistente. Direi che la creazione di posti di lavoro è un obiettivo di una certa sinistra (non di quella liberista) e di una certa destra (non di quella liberista).
"Il sostegno alla famiglia" è un valore di destra? Credo che una politica per la famiglia, che aspiri anche a un equilibrio demografico....

                                                                                                  testo completo QUI

L`Ungheria ha votato contro l`euro e l`Ue
Grande vittoria del premier Viktor Orban (Fidesz) e dei nazionalisti di Jobbik
Mario Fedi  

Con 133 seggi – su 199 - acquisiti nel nuovo parlamento di Budapest al partito di maggioranza Fidesz, il primo ministro magiaro Viktor Orbán ha rinnovato per altri quattro anni il suo potere di governo in Ungheria. Alla coalizione guidata dal partito socialista sono andati altri 38 seggi. Mentre il partito nazionalista radicale Jobbik è balzato al 20,7 per cento dei voti (dal 15,86 delle precedenti elezioni) guadagnando gli altri 23 seggi.
orbanLa doppia vittoria di Orbán (centrodestra) e dello Jobbik, sono unanimemente considerati un rafforzamento del fronte nazionalista anti-Ue e anti-euro in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo.
Già il premier, Viktor Orbán, si è infatti distinto, negli anni del suo primo mandato per una forte politica di sovranità dell’Ungheria, non cedendo alle politiche del rigore indicate dalla troika Fmi-Bce-Ue e applicando direttive di controllo della gestione della banca centrale magiara, di tagli fiscali e di agevolazioni sociali (case popolari). Non solo, ma anche la nazionalizzazione dei fondi-pensione privati, l’applicazione di una tassa sulle grandi rendite, e un ammortamento a costi ristretti dei mutui popolari.
Nel suo programma per queste elezioni Fidesz ha promesso una rinazionalizzazione delle società produttive estere insediate in Ungheria, il trasferimento in mani magiare delle quote di controllo delle grandi banche d’affari, manovre sui cambi per mantenere il fiorino (la valuta ungherese) al di fuori delle restrizioni imposte dall’euro, dai vergognosi parametri imposti dagli inventori di Maastricht, del Mes (meccanismo di stabilità europeo) e dell’Erf (fondo di compensazione europeo)
.

aLa grande vittoria del suo Fidesz concede al primo ministro e alla sua rappresentanza parlamentare una maggioranza assoluta che permetterà l’annunciato voto per una riforma costituzionale che, sebbene per un solo voto, peraltro, potrà contare su un parziale sostegno dei nazionalisti di Jobbik.
Guardando poi in particolare a quest’ultima formazione – guidata dal lavoratore precario edile Gabor Vona e accusata di razzismo per le rivendicazioni territoriali delle “terre magiare irredente” e per le sue censure verso i rom – c’è da sottolineare come, al momento, si tratti, in percentuale, della maggiore forza nazionalista presente nel “cartello europeo”, guidato dai francesi del Front National di Marine Le Pen e partecipato dai partiti della Libertà olandese e austriaco (tutti dati tra il 20 e il 25 per cento), nonché, per quanto riguarda l’Italia, dalla Lega. Un fronte “no-euro”, “no-Ue” destinato a proporre forti incubi per il mantenimento del potere, tra Bruxelles e Francoforte, da parte della casta di eurocrati genuflessi ai voleri della finanza angloamericana.
La minoranza socialista è invece crollata ai suoi minimi storici. E il suo leader, Attila Mesterhazy, ha gridato alla “legge truffa elettorale” e al “veleno Jobbik”.
07 Aprile 2014 - Rinascita



Anche in Ungheria trionfa il fronte anti euro! Le politiche nel paese magiaro si trasformano in un autentico trionfo per il premier Viktor Orban che raccoglie un consenso quasi plebiscitario, conquistando la bellezza di 134 seggi, sui 199 disponibili al Parlamento! Secondo le prime proiezioni ufficiali, le percentuali dei voti raccolti dal Fidesz (il partito nazionalconservaotre cui fa parte Orban) si attestano fra il 46 ed il 48% mentre alle opposizioni costituite da liberali, centristi e sinistra ed estrema destra neonazista restano solo le briciole.

Premiate dunque le scelte economiche di un movimento che ha fatto della lotta contro questo tipo di Europa, il proprio cavallo di battaglia. Scelte di autentica rottura rispetto alle politiche di austerity volute ed imposte dalla tirannocrazia di Bruxelles impostate sul rilancio della produzione, sul calo del deficit e delle tasse, ed addirittura ad un rating positivo attribuito da Standard’s & Poor che la dice lunga su come un altro tipo di Europa, non solo sia possibile ma è anche un atto dovuto.

Ma più che la scontata affermazione del Fidesz, a preoccupare maggiormente i massoni ed i bilderberghini e’ l’avanzata dei neonazisti di Jobbik che conquistano un significativo 20,7% e la bellezza di 26 seggi.

I colpi rimediati dal pattume massone e bilderberghino si fanno sempre più duri e dolorosi e le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo del prossimo 25 Maggio, sono ormai alle porte!
Franco Svevo
Signoraggio


Ungheria al voto: i sondaggi danno l'estrema destra al 47%, il socialisti al 23% e la destra estrema-estrema al 21%
Ha dimezzato i parlamentari, riformato la legge elettorale, nazionalizzato la banca centrale e sbattuto fuori il FMI. Non è il magliaro fiorentino, è Viktor Orban...
vik
di Gianni Fraschetti -

C'è un Paese con un leader giovane che ha già  fatto le riforme dove si vota in un unico turno per una Camera sola, con il numero di parlamentari dimezzato rispetto alle precedenti consultazioni e che negli ultimi anni ha svoltato decisamente a destra. E' l'Ungheria. che rinnova oggi, domenica 6 aprile, il suo parlamento.

CRESCE L'ESTREMA-ESTREMA DESTRA. Limitando la platea a chi la decisione l'ha già presa, secondo i sondaggi, la forbice tra i primi due partiti si allarga: 47% per Fidesz, il partito di estrema destra di Orban, 23% per la coalizione Összefogás (Unità), che raccoglie socialisti, liberali e parte dei Verdi, tallonata dal 21% di Jobbik la destra estrema- radicale, che si prepara a uno storico sorpasso.
IL GIUDIZIO SU ORBAN. Il  modo di condurre il Paese di Orban,  in questi quattro anni, ha causato più di un mal di pancia in seno alla UE. Un po' per le ferme posizioni nazionaliste e anti-austerity, ormai  ampiamente condivise in maniera trasversale a Paesi e schieramenti politici, e molto per l'eccesso di autoritarismo che gli viene continuamente addebitato.

Particolarmente impopolare a Strasburgo l'approvazione della nuova Costituzione con la quale il premier ha affermato di aver completato la «transizione democratica postcomunista».
Poi c'è la nuova legge elettorale, che prevede collegi uninominali a un turno. Un paradiso demmocratico in confronto all'Italicum  che non garantisce alcuna appresentatività coerente con il risultato delle urne. Eppure ai burocrati di Bruxelles va bene, il collegio uninominale invece no.
Perplessità sono state espresse anche dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).
A RISCHIO IL LMP.  Con la riforma di Orban viene eletta poco più di metà dell'assemblea nazionale: 106 deputati. I restanti 93 saranno determinati da una quota proporzionale con sbarramento del 5%, che rischia di lasciare fuori il Lmp, acronimo di Lehet más a politika (La politica può essere diversa). Partito nato nel 2009 per denunciare e tentare di arginare la dilagante corruzione, superò il 7% alle politiche del 2010, eleggendo cinque rappresentanti, ma che oggi veleggia, stando ai sondaggi, attorno al 3%.
SOCIALISTI IN DIFFICOLTÀ. Proprio dello scandalo corruzione che li ha travolti prima delle passate elezioni, il Partito socialista (Mszp) e soci pagano ancora le conseguenze.
Alla guida del Dk, altro partito della coalizione di centrosinistra, c'è ancora quel Ferenc Gyurcsany, premier dal 2004 al 2009, che fu registrato nel 2006 mentre asseriva che «il governo mente mattina, pomeriggio e sera».
Ma non è lui, comunque, l'alternativa a Orban.

A sfidare il premier è, infatti, Attila Mesterhazy, presidente dei socialisti dal luglio del 2010, economista 40enne e belloccio. Il Renzi locale insomma.
Secondo il suo programma c'è bisogno di un fiorino più forte (negli ultimi quattro anni si è svalutato del 14% nei confronti dell'euro) e di abbassare le imposte sulle banche che il governo ha elevato, così come quelle sull'energia e le telecomunicazioni. Il solito difensore del potere finanziario che Orban sta bastonando senza pietà

IL PIL CRESCE ANCORA. I numeri infatti sono dalla parte del premier ungherese.
Il Prodotto interno lordo  nel 2013 è cresciuto dell'1,1%  ma nel quarto trimestre ha accelerato al 2,7%, rispetto allo stesso periodo del 2012.
Nonostante la posizione della UE i tedeschi puntano  sul territorio magiaro per produrre, come le tedesche Audi e Mercedes.
L'OMBRA DELLA RUSSIA. Poi ci sono gli accordi con l'amico Vladimir Putin. Il leader di Fidesz è tra i pochissimi in Europa a essere rimasto fedele e ufficialmente amico al presidente della Russia, criticando anche severamente le sanzioni comminate dall'Unione europea a Mosca. Altro motivo di attrito con Bruxelles. Insomma ci sono mille buoni motivi per tifare per lui.



In Ungheria stravince Orban e le formazioni euroscettiche
8 aprile 2014
Victor Orban stravince le elezioni, il premier conservatore che spaventa ed irrita Bruxelles. Iconservatori del partito Fidesz sono intorno al 45% dei consensi che, grazie alla nuova legge elettorale, significa, ancora una volta, una maggioranza di due terzi nel Parlamento: 133 seggi su un totale di 199. L’Alleanza democratica di centrosinistra, ha raggiunto un risultato piuttosto modesto, fermandosi intorno al 25% dei voti. Mentre si afferma, l’estrema destra nazionalista del partito Jobbik (tradotto: I migliori) che propone l’uscita del paese dalla UE, con oltre il 20% dei voti (che fuori dalla citta’ di Budapest, nelle aree piu’ profonde del paese, sono spesso la seconda formazione)

Le armi vincenti di Orban, un nazionalismo non di facciata (“difende gli interessi degli ungheresi contro multinazionali, banche ed Ue” dicono i suoi) il taglio delle bollette, rinazionalizzazioni nel settore energetico.
Da Rischio Calcolato: Orban Stravince in Ungheria e in Finlandia arrivano i “Veri Finlandesi” ( Cioè i Populisti per i Media Sussidiati Italiani )

In Ungheria è successo che un ottimo leader politico, Vicktor Orban che in questi 4 anni ha pensato e fatto il bene del suo popolo, Oihboh abbia appena STRAVINTO le elezioni con circa il 48% delle preferenze.
In Finlandia invece pare che sia caduto il governo e, in caso di elezioni parrebbe favorito il partito dei “Veri Finlandesi” contrario (tra le altre cose)  a qualsiasi aiuto da parte della Finlandiaa qualsiasi programma di salvatggio europeo.
Ovviamente se cercate qualche commento sui merdosi media sussidiati (con soldi pubblici) italiani, il meglio che vi può capitare di leggere su Orban e i “veri Finlandesi” è la parola Populisti, ma può anche capitare robaccia come questa:

Dunque circa un anno fa ecco come la Repubblica, il giornale del SorGenio Carlo de Benetetti dipingeva sobriamente il leader che oggi è stato oggetto di un plebiscito democratico (uhmm mi ricorda un altro tizio…. un pochino più a est… uhmmm)
Che volete che vi dica.
Complimenti Ungherersi,e  come dice un noto filosofo conetemporaneo il cui profondo pensiero non è ancora pienamente compreso:
Ve lo dico da amico……
Rischio calcolato

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