Il recupero e la difesa della sovranità nazionale è oggi condizione necessaria, anche se non sufficiente, per l’affermarsi di un qualunque differente sistema domani. Un momento di lotta unitaria “transeunte”. Uno stato di necessità, in grado di rimettere in condizione i popoli assoggettati di riappropriarsi delle proprie prerogative sovrane, per poi potersi anche solo confrontare su quale direzione dare al cambiamento. E’ mera finzione, e grande inganno del sistema, continuare a confrontarsi sulla scelta del seminativo, senza prendere pienamente coscienza di non essere più proprietari del terreno.
Chi non affronta e non persegue prioritariamente la riconquista della Sovranità, ci inganna e ci parla del niente. Perché non disponiamo più di nessun mezzo per attuare politiche che non ci siano imposte da altri. Anche questa è un'arma di distrazione di massa. Discutere rimedi ai sintomi del male, dividendoci su questi in mille rivoli, senza mai affrontare la causa, ha la stessa valenza del curare il cancro con gli antidolorifici, lasciando che vada in metastasi ancor più velocemente. L’ èlite dominante del finanz-capitalismo lo sa bene fin dall’inizio, mentre tra i popoli comincia pericolosamente (per loro), e faticosamente (per noi), a farsi strada la coscienza che solo da li si possa ripartire.
Ma cosa dobbiamo intendere per Sovranità Nazionale e su quale visione Sovranista costruire una solida alternativa?,
Data la confusione imperante sui significati politici di sovranismo e nazionalismo - in parte voluta strategicamente dai media e in parte lascito velenoso di una certa cultura sinistrodie post bellica - e le sterili polemiche sulla sua collocazione destrosinistra, è bene dare conto di ciò che vogliamo intendere con questo termine.
Fare chiarezza e sgombrare il campo da facili equivoci, come ben osserva De Benoist1 è sempre fondamentale, perché “o si concorda sul significato delle parole o non si discute più: è un dialogo tra sordi. (…) le parole sono anche armi. Anche l’improprietà semantica lo è. Mira innanzitutto a screditare o delegittimare. Usate sistematicamente come peggiorativi, certe parole diventano insulti.”
1Alain de Benoist, in Boulevard Voltaire – la libertè guide nos pas, http://www.bvoltaire.fr/
Riporterò una definizione semplice e immediata, senza invadere il campo della semantica e della filosofia.
Il Sovranismo “non è una teoria, bensì un’istanza di riconquista della sovranità da parte di stati e popoli”2 che per svariate ragioni storiche, politiche ed economiche (che indagheremo altrove), l’hanno persa o ceduta tramite artifici e raggiri, generando una situazione di assoluto deficit di rappresentanza e decisionalità su tutte le questioni che li riguardano.
2S. D’Andrea, sovranismo, in www.appelloalpopolo.it del 15/10/2013
Questa istanza, che può e dovrebbe essere comune a qualsivoglia collocazione politica, si contrappone direttamente alla visione mondialista ed all’azione globalizzatrice in atto, che tende progressivamente ad escludere ogni partecipazione dei popoli alle decisioni che li riguardano, dissolvendo le istituzioni intorno alle quali questi si sono fin’ora organizzati e che sono meglio in grado di tutelarne le prerogative e i diritti. In particolar modo, la distruzione degli stati nazionali, costituisce il primo fondamentale obiettivo per l’attuazione di questo criminale disegno.
“Distruggere le Nazioni per costruire il sogno malsano del villaggio globale, l’utopia di un mondo egualitario, ma badate bene un mondo dove ci sarebbero persone più uguali delle altre (...) dove ci sarebbe qualcuno che avrebbe il diritto di mantenere la propria integrità, nel momento in cui invece altri sarebbero vivamente incoraggiati a perderla, senza differenze di sesso, nè di religione, né certamente di opinione, tutto sarebbe compreso e sottoposto alla legge sotto la minaccia di sanzioni penali (…)si tratta di sottomettersi al pensiero unico. Si vogliono distruggere le nostre tradizioni locali, culturali, culinarie, il nostro modo di vivere, al fine di renderci identici in ogni punto del globo e soddisfarci con degli stardard di consumo forniti dal nuovo ordine mondiale.”3
Alcune istituzioni sovranazionali, come l’attuale Unione Europea, organizzazioni economiche come la World Trade Organizzation (WTO), organizzazioni finanziarie come Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale, la Bank for International
Settlements (BIS), ne sono i principali strumenti. Mentre il suo braccio armato, politico e geopolitico, è costituito dalla potenza imperiale USA e dalle organizzazioni militari da esso direttamente controllate o assoggettate, come la NATO.
3 Jean-Marie Le Pen, discorso sul mondialismo, Arras 2009 su www.youtube.com/watch?v=gYX3l_Z62tw
Qualcuno, come Fréderic Lordon ha cercato di distinguere “ciò che chiama un “sovranismo di destra” da un “sovranismo di sinistra”, contrapponendo i concetti di “Nazione” e “Popolo”.
Una contrapposizione artificiosa, ben argomentata e smontata dallo stesso J. Sapir4, che conclude affermando che “c'è il sovranismo, condizione necessaria dell'esistenza di un pensiero democratico, e ci sono le ideologie che rifiutano la sovranità e quindi, alla fine, la democrazia".
4 Jacques Sapir, À propos d’un article de Frédéric Lordon, et en attendant le 14 juillet, inhttp://russeurope.hypotheses.org/1441#footnote_1_1441
Premesso che oggi non ha alcun senso CONTINUA SU TESTE LIBERE
BLOG | 4 APRILE, 2014 - 12:59 | DA GIANNI DESSÌ
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