17 aprile 2014 (MoviSol)
– Il 24 aprile Barack Obama inizierà un viaggio in Asia che lo porterà in
Giappone, Corea del Sud, Malesia e Filippine. Mentre a parole predica grande
cooperazione con Pechino, il Presidente si muove aggressivamente verso una
strategia di contenimento militare.
Il senso della sua
missione è stato comunicato all’inizio del mese dal sottosegretario agli Esteri
Daniel Russel, responsabile per l’Asia-Pacifico, che ha minacciato apertamente
la Cina di “trattamento russo” nel caso faccia qualche mossa provocatoria nei
mari cinesi meridionale e orientale. Lo stesso messaggio è stato pronunciato
con più dettagli dal ministro della Difesa Chuck Hagel nel corso della sua
recente visita di tre giorni a Pechino.
Fonti di intelligence di
Washington confermano che Hagel è stato mandato con ordini della Casa Bianca e
del consigliere di Sicurezza Nazionale Susan Rice di fare la voce grossa. Poco
prima di partire, Hagel ha annunciato la spedizione di un cacciatorpediniere
della classe Aegis in Giappone, così incrementando lo scudo missilistico in
prossimità della Cina.
La dirigenza cinese ha
reagito duramente. Il ministro della Difesa Chang Wanquan, nella conferenza
stampa assieme al collega americano ha ammonito gli Stati Uniti a non cercare
di “contenere” la Cina, dicendo che ciò è impossibile. Egli ha anche chiarito
che Pechino non scenderà mai a compromessi quando si tratta di proteggere la
propria sovranità territoriale. “Su questo tema non faremo alcun compromesso,
alcuna concessione. Non è permessa nemmeno una piccola eccezione”.
Sotto la nuova dottrina
americana della Air Sea Battle, sono concepiti attacchi preventivi contro i
siti strategici sulla terraferma cinese, allo scopo di distruggere la capacità
cinese di impedire l’accesso a certe aree. In risposta, i leader cinesi hanno
già suggerito pubblicamente che potrebbero abbandonare la politica del “non
primo uso” delle armi nucleari. Al pari di Russia e USA, la Cina possiede una
crescente capacità sottomarina a distanza di lancio dagli Stati Uniti.
Così, anche la regione
Asia-Pacifico, oltre alla minaccia anti-russa sul teatro europeo, diventa il
possibile detonatore di un conflitto.
Il ministro degli Esteri
russo Sergei Lavrov si è recato il 15 aprile a Pechino, precedendo la visita di
Obama prevista per il 20 maggio. Mosca e Pechino hanno molti temi da discutere,
compresa la convergenza tra il Ponte Eurasiatico agognato da Xi Jinping e lo
sviluppo dell’estremo oriente russo perseguito da Putin. Ma il contenimento
occidentale di Russia e Cina avrà la precedenza su tutti gli altri temi.
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