domenica 1 dicembre 2013

sotto, a seguire Grillo non é né identitario né sovranista  e Il M5S incontra Assange, il promoter finanziato da Soros e dai Kochs

La irresistibile crescita dei movimenti anti-Ue
Euroscettici. Uragano in arrivo
di: Lorenzo Moore

Anche se i media di regime rimuovono ogni possibile riscontro di quanto è sotto gli occhi di tutti, è ormai manifesto, ovunque nell’Europa dei Ventotto – la cosiddetta Unione Europea – l’irreversibile scollamento tra cittadini e (supposte) elites alla guida dei vari poteri nazionali e internazionali.
In blocco governanti, uomini di partito, banchieri, sindacalisti e grandi imprenditori –  definiti la “classe dirigente” – sono ormai considerati dalla gran parte dei popoli “il problema” da risolvere.
Ovunque in Europa – nell’eurozona e oltre – il rigetto, il rifiuto, di tali elites istituzionali è maggioritario o tende ad esserlo. Le prossime elezioni dell’europarlamento saranno lo specchio di tale tendenza, dichiarata dai media embedded, con un retrogusto, per loro, diffamatorio, “nazionalista” ed “euroscettica”. Questi disinformatori di massa – gli stessi, si badi bene, che un giorno sì e l’altro pure blaterano contro il governo di Kiev offrendo protezione e propaganda alla minoranza ukraina favorevole a liberare la Tymoshenko e ad aderire all’Ue – avranno di
che commentare, alla vigilia e il giorno dopo del voto di primavera per Strasburgo, sulla “pericolosa” avanzata di partiti contrari a questa eurocrazia, dagli M5 stelle e antagonisti italiani, al Front National francese, agli indipendentisti inglesi e scozzesi, ai nazionalisti belgi, olandesi, polacchi, ungheresi, romeni, bulgari giù giù fino ad Alba Dorata greca.
La crescita dei partiti anti-Ue è peraltro parallela alla montante protesta dei disoccupati, dei lavoratori europei, contro le misure di austerità imposte ai popoli del continente dall’infida troika Fmi-Bce-Commissione di Bruxelles. Protesta che – particolarmente nei Paesi della cosiddetta “periferia” dell’Ue, Italia compresa, vedi “forconi”, manifestazioni sindacali di base, scioperi come quello contro la privatizzazione dell’autotrasporto pubblico a Genova – scampana a morto in particolare per i partiti e i sindacati di regime, assediati ovunque da rivali antagonisti di base.
Finora i partiti e i sindacati “istituzionali” avevano contenuto la crescita delle forze loro avversarie, di popolo, con opportune “legislazioni” di sistemi elettorali e di rappresentanza che escludevano di fatto l’emergere degli oppositori (nel voto con il doppio turno alla francese, i quorum tedeschi, il “listino” italiano, etc. e nella rappresentanza sindacale con le convenzioni ad exludendum di soggetti emergenti per mantenere – soprattutto in Italia e Francia – la loro supremazia). Nel caso delle elezioni europee queste “dighe” per mantenere intatto il loro potere, non potranno però reggere (il voto è ancora proporzionale e non artificiosamente maggioritario). E sebbene l’europarlamento abbia scarsi poteri, una vittoria complessiva degli euroscettici nel 2014 non potrà che riverberarsi sui favori elettorali nazionali.
E sul fronte sociale dove le centrali sindacali più potenti hanno un dichiarato tallone d’Achille: per lo più rappresentano categorie di lavoratori, ma in un’Europa che veleggia verso una complessiva disoccupazione, per lo più giovanile e di mezza età tale rappresentanza ha un potere contrattuale debole, come le piazze insegnano. Per non parlare degli innumerevoli movimenti di difesa sociale (in Italia, per esempio, Federcontribuenti, Antiequitalia, Antiusura, Antisignoraggio, di difesa dei consumatori, degli allevatori, degli agricoltori, dei trasportatori, dei commercianti, etc.) totalmente indipendenti e dal potere politico e dal potere sindacale.
Ecco dunque spiegato come mai, tra le supposte “elites” assediate si stia facendo strada una strategia di virtuale accettazione delle tesi antagoniste. Sempre di più, infatti, i partiti e i sindacati “istituzionali” fanno finta di inserire nei loro programmi tesi “sociali” (anti-tasse, anti-usura, e così via) per “recuperare” favori popolari,
Ma è una strategia votata all’insuccesso, nonostante il fiorire di contorno, nei mezzi di comunicazione di massa collegati con l’establishment, di denuncie populistiche… usa-e-getta.
Per una semplicissima considerazione: l’adozione demagogica di tesi contrarie all’austerità e al “sistema” di progressiva spoliazione delle sovranità nazionali e della solidarietà sociale, se perseguita realmente, toglierebbe la terra sotto le loro stesse poltrone; le promesse e i proclami di giustizia sociale utilizzati al solo fine di raccattare voti non attecchiscono più – è dimostrato – nella gran parte dei cittadini, delusi e indignati contro chi governa la politica e l’economia.
E’ una corsa-boomerang, quella di tali “elites”. Ormai chiuse in un fortino di privilegi per loro stesse. Una “ridotta” che i media di regime ancora chiamano “Unione europea”.
27 Novembre 2013

Grillo non é né identitario né sovranista
Con quella carta geografica dell'Europa sbarrata da una svastica, Grillo ha finalmente e definitivamente gettato la maschera. A tutta prima, senza aver letto il suo post credevo che  Grillo avesse  lanciato l'allarme nei confronti di una Ue legata alle oligarchie finanziarie. E siccome abbiamo detto dozzine di volte che il progetto europeo è totalitario,  pensavo si trattasse di questo. Invece no. Leggendo il suo post, Grillo fa il depositario della "linea giusta" a fronte di tutti gli altri partiti  e movimenti  identitari europei che a - detta sua - sfocerebbero nel nazifascismo (Orban, Marine Le Pen, ecc) . E allora dove si butta?
Si butta a sinistra con la solita retorica dell' "allarme arriva il fascismo". Il PCI ci ha lucrato sopra per più di 60 anni. Ogni volta che era a corto di argomenti, c'era sempre di mezzo il pericolo del "ritorno della camicia nera" e "le masse" da mobilitare. Poco importava che ci fosse la legge Scelba ad impedire  la ricostituzione del fu "partito fascista".
 Di volta in volta il "fascista" era un DC ("San De Gasperi, protettore dei fascisti"), un PSI (Bettino Craxi), un Forza Italia (Berlusconi), una Lega (Bossi),  a seconda dei casi e della propaganda elettorale.
C'è una crisi? Arriva il fascismo. C'è la benzina troppo cara? C'è il ritorno della camicia nera, che fa rima con "galera".
Il 25 aprile poi era (ed è) la festa dove chi non salta con noi, un fascista è. E via con questa retorica bollita e ribollita,  fino ad arrivare all'aberrante teoria che "uccidere un fascista non è reato".
Per non dire dei governi berlusconiani usciti democraticamente dalle urne (per quasi 9 anni) che vengono fatti durare per l'uopo un "ventennio" di "berlusconismo" (neologismo di sinistra che storpia pur sempre il concetto di "fascismo").
I gonzi (di destra e di sinistra) che hanno votato il M5S, credevano forse di trovare il nuovo che avanza? Nient'affatto, le categorie di pensiero sono sempre quelle.
Il problema di Grillo e dei suoi è che mescolato al Sel e ad altre frange di estrema sinistra,  non si distingue affatto. E allora è costretto a urlare con qualche decibel in più; a fingere di fare qualche capriola verso i suoi elettori di destra, per poi lasciare tutto come prima. Intanto però...

  • Grillo non dice chiaramente qual è il suo piano anti-euro (semmai ne ha uno)
  • Non si oppone allo scempio giuridico-parlamentare della decadenza di Berlusconi (retroattività della legge Severino), ma al contrario, mostra accanimento e ammicca al partito dei giudici
  • Confuta poco niente l'immigrazione massiva e quando sporadicamente lo fa, ritratta subito dopo
  • I suoi grillini si sono scambiati il bacio gaio in parlamento e hanno votato a favore del reato di omofobia
  • Non riesce a promuovere alcuna alleanza tattica coi numerosi partiti identitari europei di cui fa il costante detrattore.
Ricordo che il nostro Paese ha avuto la classe politica più vergognosamente filo Ue di tutti i 27 stati cosiddetti "membri", messi insieme. L'Italia è il Paese che oltre a dare di più in materia di politiche di rigore (quel famoso 3% con cui veniamo strozzati) nonché  quattrini al Fondo salvastati, è quello che riceve di meno. Ora sempre l'Italia costantemente sotto tutela dalle oligarchie finanziarie straniere e dagli Eurokomissar, è quella che a differenza di altri paesi, ha  partiti identitari molto esigui e deboli (la Lega, a cui auguro la risalita) e un movimento-ciofeca  di ben 25% di voti come il M5S,  sponsorizzato dalle ong e dalle onlus dei circoli statunitensi per l'esportazione delle cosiddetta "democrazia" (usuraia). Detti "esportatori" usano sempre il solito metodo "criptogolpista" delle ong con "finte parti terze" che soffiano con tanto di mantice, su frange locali. I loro media, costruiscono il resto dell'evento mediatico creato ad hoc.
L'ultima trovata pentastellata è quella di andare a contestare Putin insieme a Luxuria, affinché la Russia si apra alle politiche "gender". Leggere qui sui fatti di Trieste.
Conclusione: la premiata ditta Casaleggio & Grillo non è né identitaria né sovranista. Essi sono i tarocchi giusti, usati al momento giusto, per far bottino della diligenza-Italia.

Nel contempo, alle "masse" si deve dare l'illusione della ribellione e della costante "mobilitazione", magari..."antifascista". Al PCI questa strategia,  ha fruttato oltre 60 anni di potere. E continua coi piddioti... Ora ci prova anche Grillo.

su Rischio CalcolatoGrillo contro Le Pen e Orban

Il M5S incontra Assange, il promoter finanziato da Soros e dai Kochs
Pubblicato da Imola Oggi NEWS, POLITICA nov 29, 2013
M5S: deputati incontrano Assange:  condividiamo battaglie di un combattente
Roma, 29 nov. (Adnkronos) – Una delegazione di deputati M5S ha incontrato Julian Assange, la mente di WikiLeaks, nell’ambasciata ecuadoregna di Londra dove è recluso. Sul blog di Grillo è stata postata una foto dove Assange, sorridente in jeans e felpa blu, è ritratto assieme ai deputati Carlo Sibilia, Maria Edera Spadoni, Mirella Liuzzi, Alessandro Di Battista, Angelo Tofalo e Paolo Bernini.
Cryptome contro Wikileaks: “Assange è finanziato da Soros e dai Kochs”
Articolo tratto da The Register :
Wikileaks è sempre stata una impresa commerciale che si nasconde dietro a un PR narcisista ‘di pubblico interesse’, dichiara l’operatore di Cryptome John Young in una feroce critica del sito.
Il sito Cryptome iniziò a pubblicare i documenti nel 1996, incorrendo nelle ire del governo britannico e di quello statunitense. L’archivio resiste ancora oggi. Young era stato invitato ad essere il “volto pubblico” di Wikileaks alla costituzione dell’impresa, ma declinò l’offerta. Ora Young è convinto che Wikileaks stia vendendo i suoi segreti per fini di lucro.
Parlando a US talk radio, Young paragona Julian Assange a Henry Kissinger e altri ‘addetti ai lavori fantasma’ che hanno trasformato la loro conoscenza di informazioni privilegiate in un’attività collaterale lucrativa. ”Quello che è stato rilasciato è stato molto meno voluminoso rispetto all’attenzione su di loro”, ha detto Young. ”L’obiettivo è quello di esagerare l’importanza di Wikileaks”.
Young sostiene che fin dai primi dibattiti Wikileaks fosse intenzionato a spillare informazioni per raccoglie fondi.
“Beh, durante il primo si sono posti l’obbiettivo di raccogliere ‘appena’ 5 milioni di dollari. Questo è stato il primo campanello d’allarme che ho sentito. Fino a quel momento pensavo che fossero un gruppo di interesse pubblico, ma appena ho sentito ciò, ho capito che si trattava di un’organizzazione criminale.
“Assange è un narcisista”, afferma Young. ”Wikileaks è disposto a sacrificare Bradley Manning e chiunque altro per i propri interessi.”
In un post alla mailing list Nettime, Young ha aggiunto: ”Il materiale gratis serve ad attirare i volontari e promuovere l’immagine di un servizio pubblico di alto profilo, mascherato con il rischio, con l’impresa finanziata piazzando materiale informativo scottante normalmente in vendita nel mercato nero dello spionaggio, usando la tradizionale tecnica delle operazioni d’interesse pubblico, dell’intelligence disclosure. Non ci sono migliori clienti per le informazioni illecite che [sic] quelli con le tasche senza fondo.
“Soros e i Koch si servono dei loro promoter Internet meno noti per supportare Wikileaks generosamente. E si aspettano un buon ritorno sul loro investimento, non solo i regalini usati per attirare l’attenzione.”
Scrivendo il mese scorso, Young ha condiviso il suo disgusto per le tattiche di Wikileaks, identiche a quelle utilizzate dai media supportati dalla pubblicità o sostenute dallo stato – che secondo Young non possono essere attendibili per definizione. ”Wikileaks mente tanto quanto i media, esattamente nel formato pubblicitario dei media. Ai suoi consumatori piace proprio per questa ragione. Cavalca l’onda del disgusto immaginario verso i media mainstream e i governi, ma non ha modificato la teatralità essenziale per catturare gli occhi e attraverso gli occhi, le menti e i cuori “.
Ma Young include tutti i media supportati dagli inserzionisti nel campo del discredito … e se stesso. ”Pensa ad Archive.org, a Wikipedia, pensa a Google, pensa a questa lista e alla tua furba carcassa rognosa compromessa. Mea culpa”, aggiunge.
Fonte ghioni.net

3 commenti:

  1. m5s è un neo pd SENZA SE E SENZA MA

    e comunque non ripongo fiducia negli euroscettici tenendo conto che la maggior parte di loro si intasca un lauto stipendio da parlamentare eu...

    non vedo via d'uscita tenendo conto che da noi (e spesso anche in altri paesi) se ti definisci "NAZIONALISTA" iniziano a riempirti di offese...

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  2. d'accordo sul 5S, sono una stampella del Pd. E pensare che la cosiddetta costituzione nata dal "sangue dei partigiani" definisce il popolo sovrano e che il giornale dell'Anpi si chiama patria dovrebbe far riflettere su come gli avversari della sovranità siano proprio quei presunti protettori della costituzione ...ipocriti

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