Lunedì scorso le agenzie di stampa ci hanno fatto sapere che a Damasco si sarebbe verificato un attacco da parte di "manifestanti" contro le ambasciate di Stati Uniti e Francia, con una debole reazione da parte della polizia. Ancora non si può stabilire se sia stato il governo siriano ad ispirare l'azione, oppure se si sia trattato di una rivolta anticoloniale che aveva l'intenzione di smuovere dalle sue storiche ambiguità il regime degli Assad, da sempre pronto alla compromissione con gli USA. Ma se il fatto si fosse davvero verificato, costituirebbe comunque un dato positivo; infatti, se si ha un nemico, non ha senso far finta che esso non ci sia, perciò tanto vale ricambiarlo con un'ostilità che gli sottragga l'alibi di star svolgendo il ruolo di osservatore neutrale o, addirittura, di arbitro.
C'è anche da sottolineare che le ambasciate USA non costituiscono obiettivi puramente simbolici; anzi, rappresentano qualcosa di ben più insidioso di semplici centrali di spionaggio, poiché funzionano come apparati di eversione politica e sociale, in cui vengono poste le basi logistiche e le relazioni politiche sia per colpi di Stato, sia per "rivoluzioni colorate". Per questo motivo, l'attacco all'ambasciata americana può essere stato utile a preservare la capitale Damasco da ulteriori "rivoluzioni colorate", simili a quelle che si sono già verificate nel nord della Siria.
Una battuta che circolava sino ad una decina di anni fa nel Dipartimento di Stato americano suonava più o meno così: "Perché non ci sono colpi di Stato da noi negli USA? Sarà perché qui non ci sono ambasciate americane."
Poi, nel 2001, anche negli Stati Uniti si è verificato un colpo di Stato, quello dell'11 settembre, che determinò una sorta di commissariamento del Congresso da parte dell'Amministrazione Bush-Cheney-Rumsfeld, con l'approvazione a scatola chiusa di una serie di leggi di spesa. Quindi, sebbene sia vero che le ambasciate USA svolgono il ruolo istituzionale di preparare colpi di Stato, ciò non vuol dire che tutti i colpi di Stato si possano attribuire alle ambasciate USA.
Il fatto che Berlusconi abbia disertato il ricevimento all'ambasciata USA, offerto per la ricorrenza del 4 luglio, non vuol dire perciò che il nostro Presidente del Consiglio non possa prendere ordini da qualche altra parte. Esiste infatti un golpismo "istituzionalizzato" che è insito nel sistema stesso delle organizzazioni internazionali. Come è noto, il Fondo Monetario Internazionale detiene lo status giuridico di agenzia ONU. Ma come si esercitano concretamente i suoi poteri?
In un documento del 18 marzo 2011, reperibile sul sito dello stesso Fondo Monetario Internazionale, "Come il FMI promuove la stabilità economica globale", si afferma: "Ogni Paese che si unisce al FMI accetta l'obbligo di sottoporre le proprie politiche economiche e finanziarie al vaglio della comunità internazionale. For its part the IMF is mandated to oversee the international monetary system, to ensure its effective operation, and the compliance of each member with its commitments, under Article IV, to run policies consistent with domestic and external stability. Da parte sua l'FMI ha il compito di supervisionare il sistema monetario internazionale, per garantirne l'effettivo funzionamento, nonché la conformità di ogni membro con i suoi impegni, ai sensi dell'articolo IV, a condurre politiche coerenti con la stabilità interna ed esterna. Therefore, the IMF monitors and assesses developments and policies at the country, regional, and global levels. Pertanto, il FMI controlla e valuta gli sviluppi e le politiche nazionali, regionali e globali."(1)
In un altro documento, che riguarda il ruolo istituzionale di "sorveglianza" dello stesso FMI sui Paesi membri, e che reca la data del 23 febbraio 2011, così viene precisato il concetto di "sorveglianza":
"Economisti del FMI continuano a monitorare regolarmente le economie dei membri. They visit member countries - usually annually - to exchange views with the government and central bank and focus on whether there are risks to domestic and external stability that argue for adjustments in economic or financial policies. Visitano i paesi terzi, di solito ogni anno per uno scambio di vedute con governo e banca centrale e concentrarsi su se ci sono rischi per la stabilità interna ed esterna che comportano la regolazione delle politiche economiche o finanziarie. During their mission, IMF staff also typically meet with other stakeholders, such as parliamentarians and representatives of business, labor unions, and civil society to help evaluate the country's economic policies and direction. Durante la sua missione, il personale FMI di solito si incontra anche con gli altri soggetti interessati, come parlamentari e rappresentanti delle imprese, sindacati e società civile per aiutare a valutare le politiche economiche del paese e la direzione."
Una volta aperta la pagina web già segnalata, quest'ultimo documento si trova cliccando sulla colonna a sinistra la voce "FMI Sorveglianza".
La parte più interessante della citazione è nell'ultima frase, in cui si afferma che il personale del FMI non si limita ad incontrare i componenti del governo, ma si riserva di prendere contatti con politici, imprenditori, sindacalisti ed, in genere, "società civile" dei Paesi che si intende "sorvegliare".Nel gergo del FMI per "società civile" si intende soprattutto il sottobosco delle organizzazioni non governative, ma anche sindacati, associazioni imprenditoriali, associazioni di beneficenza, ecc.: "The IMF uses the term “civil society organization” to refer to the wide range of citizens’ associations that exists in virtually all member countries to provide benefits, services, or political influence to specific groups within society. CSOs include: business forums, faith-based associations, labor unions, local community groups, nongovernmental organizations (NGOs), philanthropic foundations, and think tanks." Come si vede, in questa citazione c'è tutta la lista degli ingredienti necessari per fabbricare una "rivoluzione colorata". Quindi il FMI non solo ammette di crearsi una propria rete di relazioni all'interno dei Paesi membri, ma addirittura si vanta di farlo, ed in documenti pubblici, che costituiscono un vero e proprio manuale di colonialismo. Questa "trasparenza" - o sfacciataggine nell'esibire il proprio manuale di colonialismo -, risponde ad una logica precisa. In caso di inchieste giudiziarie che mettessero in luce l'esistenza di queste reti di relazioni del FMI, questo potrebbe sempre giustificarsi rivendicando il suo ruolo istituzionale, che prevede ufficialmente la facoltà - e il diritto - per il FMI di costituirsi come uno Stato nello Stato all'interno dei vari Paesi membri; un po' come quelle specie di insetti che si insediano dentro un altro insetto per divorare dall'interno l'organismo ospitante.
Del resto poi, chi li va a leggere i documenti del FMI?
Sulla prima pagina de "La Repubblica" di mercoledì scorso si è avuto, una volta tanto, il buon gusto di non usare l'eufemismo di "riforme strutturali", ma di chiamare la cosa col suo nome, rivelandoci cosa c'è davvero dietro la manovra finanziaria: un piano di privatizzazioni. Un manuale di privatizzazione (definito proprio così:"handbook"), compilato congiuntamente dal personale del FMI e della sua sorella Banca Mondiale, si trova sul sito di quest'ultima. Cliccando alla voce "Financial & Private Sector Development" ci vengono spiegati gli effetti mirabolanti delle privatizzazioni.(2)
C'è da stupirsi allora se i nostri "esperti economisti" italiani, dalle colonne del "Il Sole-24 ore", si dimostrino altrettanto entusiasti delle virtù delle privatizzazioni, le quali sarebbero capaci, da sole, di debellare l'insidia del debito pubblico? Di fronte ad un entusiasmo così chiaramente disinteressato, solo un incorreggibile malpensante potrebbe sospettare che l'allarmismo/terrorismo sul debito pubblico costituisca un pretesto funzionale proprio ad attuare il piano delle privatizzazioni.(3)
Insomma: se ogni tanto vi chiedete perché all'opposizione sia proibito fare l'opposizione; se volete sapere come mai l'agenda politica sia segnata dalle scadenze ineludibili delle manovre finanziarie, a cui tutti debbono inchinarsi; se vi sembra strano che un governo-fantoccio presieduto da un manichino non si decida a cadere; se, infine, vi sentite "spaesati" nel vostro Paese, allora, per capire cosa succede, sarebbe il caso che ogni tanto andaste a consultare il manuale di colonialismo del Fondo Monetario Internazionale.
(1) http://translate.google.com/translate?hl=it&prev=/search%3Fq%3Dimf%2Bgreece%26hl%3Dit%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Divns&rurl=translate.google.it&sl=en&u=http://www.imf.org/external/np/exr/facts/globstab.htm
(2) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/TOPICS/EXTFINANCIALSECTOR/0,,contentMDK:22463726~pagePK:148956~piPK:216618~theSitePK:282885,00.html&ei=BskdTv6eKoPpOaf2-KkJ&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CDIQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dinternational%2Bmonetary%2Bfund%2Bprivate%2Bsector%2Bdevelopment%26hl%3Dit%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26biw%3D960%26bih%3D487%26prmd%3Divns
(3) http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-07-13/ecco-come-arrivare-subito-082038.shtml?uuid=Aa9UChnD
Consiglio anche la lettura di
Imporre privatizzazioni è nel ruolo stesso del Fmi. Nel caso di paesi con esso indebitati le impone in cambio della cancellazione di debiti pregressi, solitamente con la Banca Mondiale.
RispondiEliminaNel caso di paesi membri ma che non abbiano richiesto aiuto al Fmi le privatizzazione sono fortemente consigliate dopo l'analisi dell'economia di questi paesi da parte del Fmi stesso.
E sappiamo cosa vuol dire "consigliare" nel linguaggio dei democratici.
E' in quetse fasi che invidio paesi autocratici come la Russia che danno meno libertà al proprio interno (o almeno così si dice, io non credo che in Occidente siamo molto più liberi) ma il paese nel complesso è più libero verso forze esterne e non si fa certo dettare da Fmi o chi per esso le politiche economiche.
Ciao Simone,
RispondiEliminason d'accordo con te, i paesi definiti canaglia infatti son quelli che non si fanno mettere i piedi in testa dal FMI né dalle corporations..
Ciau
Barbara