Vorrei sentire i paladini/pacifinti che si identificano nella "nuova Libia", pronunciarsi in merito ai rapporti delle Ong Amnesty e Medici senza Frontiere che documentano le violazioni dei diritti umani, unitamente ad omicidi, stupri, torture e pulizie etniche sistematiche.
Non ho visto nessun presidio contro l'amasciata libica, così come nessuna manifestazione della Cgil, finalizzati a stigmatizzare queste atrocità.
Strano, le voci mai verificate sui raid del raiss contro la popolazione smentite dai radar russi, le balle sulle fosse comuni e via mentendo sono state prese come oro colato per invocare la santa Nato e l'Impero affinché provvedessero a ripristinare la "democrazia" in Libia.
Così come strani sono gli antagonisti di oggi che sembrano impiegati del Ministero della Guerra per usare il termine orwelliano.
I detentori della supremazia morale applicano un "doppiopesismo"?
Sicuramente hanno taciuto per non dire insabbiato la vera natura dei "portatori di democrazia e libertà" che con tanto amore hanno sostenuto. Ho letto pochissimi riferimenti alle armi provenienti dal Qatar, così come nessun riferimento alla presenza di "boots on the ground" stranieri utilizzati per coordinare i "pacifici rivoltosi martiri di Ghedafi".
Solo a guerra conclusa i soggetti di cui sopra hanno bofonchiato qualcosa a questo proposito, mentre su Internet fin dall'inizio della crisi si documentava la loro natura, ben prima che piovessero i democratici missili Tomahawk dalle portaerei americane.Da quando hanno assassinato Ghedafi la stampa che lo metteva sotto accusa per aver maltrattato i migranti subsahariani (accuse mai provate) non hanno dedicato una riga, se non sommaria all'eccidio sistematico dei neri subsahariani.
Un'indegna opera di strumentalizzazione che induce a domandarsi dove sia finito il loro (falso?) interesse per i "migranti".
Gli autoeletti "detentori della supremazia morale" ora accusano la Nato di essere razzista e voler negare ai siriani lo stesso trattamento "democratico" riservato ai libici, perché la Siria non ha il petrolio e allora si nega ai siriani la "liberazione".Insomma, devono ritenere di poco conto le armi pesanti di cui i "ribelli siriani" sono stati forniti, sempre dalla generosa petrolmonarchia del Qatar.
Da un recentissimo articolo un aggiornamento per i guerrafondai/pacifisti:Rivelato doppio gioco NATO in Libia sotto la copertura delle Nazioni Unite
Stuprata ed uccisa la giornalista lealista Hala Misrati. Alcuni giornali riporta "morta in carcere" come se si trattasse di fatalità ai nostri pennivendoli del mainstream servi dei regimi occidentali "incidenti" (così li chiamano loro) non capiteranno mai, fedelissimi come sono ai poteri forti e all'impero.
Su Libyan Free Press ci sono più informazioni riguardo alla giornalista Hala Misrati.
Aspetto che il Manifesto ed altra stampa detta pacifista ed attivista per i diritti umani commenti sul senso della democrazia dei loro ribelli-eroi che bellamente hanno sponsorizzato ed ammirato fin dall'inizio della loro comparsa, armati fino ai denti dall'Occidente.
Barbara
Libia Anno Uno: chi balla e chi spara
Non ho visto nessun presidio contro l'amasciata libica, così come nessuna manifestazione della Cgil, finalizzati a stigmatizzare queste atrocità.
Strano, le voci mai verificate sui raid del raiss contro la popolazione smentite dai radar russi, le balle sulle fosse comuni e via mentendo sono state prese come oro colato per invocare la santa Nato e l'Impero affinché provvedessero a ripristinare la "democrazia" in Libia.
Così come strani sono gli antagonisti di oggi che sembrano impiegati del Ministero della Guerra per usare il termine orwelliano.
I detentori della supremazia morale applicano un "doppiopesismo"?
Sicuramente hanno taciuto per non dire insabbiato la vera natura dei "portatori di democrazia e libertà" che con tanto amore hanno sostenuto. Ho letto pochissimi riferimenti alle armi provenienti dal Qatar, così come nessun riferimento alla presenza di "boots on the ground" stranieri utilizzati per coordinare i "pacifici rivoltosi martiri di Ghedafi".
Solo a guerra conclusa i soggetti di cui sopra hanno bofonchiato qualcosa a questo proposito, mentre su Internet fin dall'inizio della crisi si documentava la loro natura, ben prima che piovessero i democratici missili Tomahawk dalle portaerei americane.Da quando hanno assassinato Ghedafi la stampa che lo metteva sotto accusa per aver maltrattato i migranti subsahariani (accuse mai provate) non hanno dedicato una riga, se non sommaria all'eccidio sistematico dei neri subsahariani.
Un'indegna opera di strumentalizzazione che induce a domandarsi dove sia finito il loro (falso?) interesse per i "migranti".
Gli autoeletti "detentori della supremazia morale" ora accusano la Nato di essere razzista e voler negare ai siriani lo stesso trattamento "democratico" riservato ai libici, perché la Siria non ha il petrolio e allora si nega ai siriani la "liberazione".Insomma, devono ritenere di poco conto le armi pesanti di cui i "ribelli siriani" sono stati forniti, sempre dalla generosa petrolmonarchia del Qatar.
Da un recentissimo articolo un aggiornamento per i guerrafondai/pacifisti:Rivelato doppio gioco NATO in Libia sotto la copertura delle Nazioni Unite
Stuprata ed uccisa la giornalista lealista Hala Misrati. Alcuni giornali riporta "morta in carcere" come se si trattasse di fatalità ai nostri pennivendoli del mainstream servi dei regimi occidentali "incidenti" (così li chiamano loro) non capiteranno mai, fedelissimi come sono ai poteri forti e all'impero.
Su Libyan Free Press ci sono più informazioni riguardo alla giornalista Hala Misrati.
Aspetto che il Manifesto ed altra stampa detta pacifista ed attivista per i diritti umani commenti sul senso della democrazia dei loro ribelli-eroi che bellamente hanno sponsorizzato ed ammirato fin dall'inizio della loro comparsa, armati fino ai denti dall'Occidente.
Barbara
Libia Anno Uno: chi balla e chi spara
Il governo libico non ha lanciato un suo programma ufficiale di festeggiamenti. Solo iniziative delle autorità locali per il primo compleanno della “nuova” Libia. L’immagine è macchiata dalla pubblicazione del rapporto di Amnesty. Un rapporto colpevolmente tardivo, per questo significativa sconfessione della “democraticità” attribuita a scatola chiusa al composito clan del Consiglio Nazionale di Transizione, nonostante molti dei suoi membri restino tuttora ignoti.
Chi è là per motivi di business a questo non bada. Vede altro. Dal Blog .....Navi Pillay, Commissario dell’ONU per i diritti umani, 26 gennaio 2012L’illegalità ancora pervade la Libia un anno dopo lo scoppio dell’insurrezione che si è conclusa 42 anno del regime repressivo del colonnello Mu’ammar al-Gaddafi. Centinaia di armati milizie, ampiamente salutate in Libia come eroi per il loro ruolo nel rovesciare il regime precedente, sono in gran parte fuori della controllo. […] Dopo che i combattenti, sostenuti dai bombardamenti della NATO hanno preso controllo della maggior parte del paese alla fine di agosto, in CNT non è riuscito a ottenere obbedienza. Nonostante l’impegno di assicurare alla giustizia i colpevoli di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani su entrambi i lati, le autorità hanno finora fallito nell’azione .Le milizie hanno preso prigionieri migliaia di sospetti lealisti Gheddafi, soldati e presunti stranieri “mercenari”, molti dei quali sono stati torturati o maltrattati in custodia, in alcuni casi causandone la morte. Molti dei lealisti furono uccisi dopo la cattura, tra questi il leader stesso e uno dei suoi figli. Le milizie hanno anche saccheggiato e bruciato case e condotto attacchi per vendetta e altre rappresaglie contro i presunti supporter di Gheddafi, deportando forzatamente decine di migliaia di persone.
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Libia: un anno dopo (situazione punto 18 Febbraio 2012)
Nel primo anniversario della “rivolta libica”, e mentre una “resistenza verde”, di cui è difficile valutare la vera consistenza, sembra essere in grado di operare su tutto il territorio, la Libia sembra essere tagliata in tre:
La Cirenaica non accetta le decisioni prese dal CNT dopo la presa di Tripoli. Inoltre, naturalmente i giornalisti non hanno visto, ci sono forti tensioni tra fondamentalisti islamici e membri delle confraternite sufi il cui peso regionale è importante. I primi danno la caccia ai secondi trattandoli come eretici; scontri si sono verificati di recente nelle tradizionali processioni. I fondamentalisti hanno commesso l’irreparabile il 13 gennaio a Bengasi, quando hanno spianato con bulldozer un cimitero e dissacrato trenta tombe dei santi: i Marabutti del Maghreb e ne hanno disperso le ossa. Per loro, il raccoglimento attorno alle loro tombe, l’equivalente dei moussem del Marocco, non sono altro che idolatria, quindi paganesimo.
La Libia meridionale è spaccata in due zone, entrambe totalmente sfuggite al CNT. Quella occidentale, abitata dai Tuareg, è la retrovia dell’insurrezione che ha travolto il nord del Mali dallo scorso gennaio. Nel centro / sud / est, sono scoppiati scontri tra arabi e Toubou. Poiché è Continua su Conflitti e strategie
Libia - Parla il nuovo uomo forte
La Libia è in buona parte nelle mani di Mokhtar al-Akdhar, ex agente turistico di Zintan, capo delle Brigate che detengono Saif al Islam Gheddafi e controllano parti di Tripoli, aeroporto incluso. Ritratto e parole dal vivo.
L'uomo forte della nuova Libia che due giorni fa ha celebrato l'anniversario della rivoluzione contro Gheddafi, non è un membro del governo, è Mokhtar al-Akdhar, comandante della milizia più forte del dopoguerra, quella delle Brigate di Zintan, città martire.
E' lui che detiene Saif al Islam Gheddafi, non il governo legittimo.
Tripoli è in subbuglio per il taglio della lingua e il possibile assassinio di Hala Misrati, la giornalista Continua su La Pulce di Voltaire
L'articolo da la Pulce di Voltaire contiene informazioni interessanti, tuttavia non definirei "governo legittimo" una congrega di assassini armati dall'Occidente che usano torture ed esecuzioni sommarie a proprio piacimento come applicazione della "democrazia".Purtroppo nell'Occidente democratico vengono spodestati legittimi governi eletti per imporre tecnocrati e l'operazione viene considerata "sospensione della democrazia" e non identificata con il suo vero nome, GOLPE.
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