domenica 19 febbraio 2012

Due "splendidi" (nel senso di "raccapriccianti") articoli per le verità che svelano, tra le quali la nostra stessa complicità nel renderci sudditi fin nella profondità del nostro animo.

 

Barbara

Dieci Miti sul Capitalismo

Il capitalismo nella sua versione neoliberista si è ormai esaurito . Gli squali della finanza non vogliono perdere i profitti e spostano il peso principale del debito verso i pensionati e i poveri. Un fantasma della ‘”Primavera d’Europa” si aggira per il Vecchio Mondo e gli oppositori del capitalismo spiegano alla gente come le loro vite stanno venendo distrutte.

Si dice che ogni nazione ha il governo che si merita. Questo non è del tutto vero. Le persone possono venire ingannate dalla aggressiva propaganda che plasma gli schemi mentali e sono quindi facilmente manipolabili. Le bugie e le manipolazioni sono una contemporanea arma di distruzione di massa e di oppressione dei popoli.

Sono efficaci tanto quanto i tradizionali mezzi di guerra. In molti casi, si completano a vicenda. Entrambi i metodi vengono utilizzati per ottenere la vittoria nelle elezioni e distruggere i paesi indisciplinati.

Ci sono molti modi per gestire l’opinione pubblica in cui l’ideologia del capitalismo è stata portata al livello di miti. E’ una combinazione di false verità che vengono ripetute un milione di volte, nel corso delle generazioni, e quindi, per molti, diventano indiscutibili.

Sono state progettate per rappresentare il capitalismo come credibile e mobilitare il sostegno e la fiducia delle masse. Questi miti vengono veicolati e promossi mediante i strumenti dei media, istituzioni educative, tradizioni familiari, le dottrine della chiesa, ecc. Ecco i più comuni di questi miti.


  • 1. Sotto il capitalismo, chi lavora duro può diventare ricco

Il sistema capitalista fornirà automaticamente la ricchezza agli individui che lavorano sodo. I lavoratori inconsciamente formano una speranza illusoria, ma se non va bene, potranno incolpare per questo fallimento solamente se stessi.

In realtà, sotto il capitalismo, la probabilità di successo, indipendentemente da quanto si può avere lavorato, è la stessa di vincere ad una lotteria. La ricchezza, con rare eccezioni, non viene creata dal duro lavoro, ma è il risultato di frodi e mancanza di rimorsi da parte di coloro che hanno maggiore influenza e potere. E’ un mito che il successo sia il risultato di duro lavoro e, in combinazione con fortuna e una buona dose di fede, dipenda dalla capacità di impegnarsi in attività imprenditoriali e dal livello di competitività. Questo mito crea i seguaci del sistema che lo sostengono. La religione, in particolare quella Protestante, opera anche per sostenere questo mito.

  • 2. Il capitalismo crea ricchezza e prosperità per tutti

Questo mito è destinato a far credere che la ricchezza, accumulata nelle mani di una minoranza, prima o poi verrà ridistribuita fra tutti. L’obiettivo è quello di consentire al datore di lavoro di accumulare ricchezza senza fare troppe domande. Allo stesso tempo viene mantenuta la speranza che i lavoratori, prima o poi, saranno premiati per il loro lavoro e la loro dedizione. Anche Marx giunse alla conclusione che l’obiettivo ultimo del capitalismo non era la distribuzione della ricchezza, ma la sua accumulazione e la sua concentrazione. Il crescente divario tra ricchi e poveri negli ultimi decenni, soprattutto dopo la costituzione dello Stato Neo-liberale, ha sfatato questo mito. Esso è stato uno dei miti più comuni durante la fase di “benessere sociale” del dopoguerra e il suo compito principale era la distruzione dei paesi socialisti.

  • 3. Siamo tutti sulla stessa barca

La società capitalista non ha classi, pertanto le responsabilità per i fallimenti e le crisi ricadono su tutti e tutti devono pagare. L’obiettivo è quello di creare un complesso di colpa per i lavoratori, permettendo ai capitalisti di aumentare i ricavi e di trasferire le spese al popolo. Infatti, la responsabilità ricade interamente sull’ elite composta da miliardari che appoggiano il governo e vengono da esso supportati, e hanno sempre goduto di grandi privilegi riguardo la tassazione, appalti, speculazioni finanziarie, offshore, nepotismo, ecc.. Questo mito viene impiantato dalle élite al fine di evitare la sua responsabilità per la difficile situazione del popolo e obbligare il popolo a pagare per gli errori dell’èlite.

  •  4. Il capitalismo è sinonimo di libertà

La vera libertà si ottiene solo sotto il capitalismo, con l’aiuto della cosiddetta “auto-regolamentazione del mercato”. L’obiettivo è rendere il capitalismo una sorta di religione e viene negato alle persone il diritto di partecipare all’adozione di decisioni macroeconomiche. Infatti, la libertà decisionale è la massima libertà, ma di questa godono solo una ristretta cerchia di potenti individui, non il popolo e nemmeno le agenzie governative. Durante i summit e i forum, nei circoli ristretti a porte chiuse, i capi delle grandi aziende, banche e multinazionali prenderanno importanti decisioni finanziarie ed economiche di carattere strategico. I mercati, quindi, non sono auto-regolati, ma vengono manipolati. Questo mito è stato usato per giustificare l’interferenza negli affari interni di paesi non-capitalisti, sulla base del presupposto che essi non hanno la libertà, ma hanno regole.

  • 5. Il capitalismo è sinonimo di democrazia

La democrazia può esistere solo sotto il capitalismo. Questo mito, che segue da quello precedente, è stato creato al fine di evitare la discussione di altri modelli di ordine sociale, replicando che ogni forma di alternativa è una dittatura. Al capitalismo sono assegnati, distorcendone il loro reale significato, concetti come libertà e democrazia. In realtà, la società è divisa in classi e i ricchi, ovvero la parte ultra-minoritaria, dominano su tutti gli altri. Questa “democrazia” capitalista non è altro che una dittatura mascherata, e le “riforme democratiche” sono viste come processi che si oppongono al progresso. Come il mito precedente, anche questo serve come pretesto per criticare e attaccare i paesi non capitalisti.

  • 6. Le elezioni sono sinonimo di democrazia

Le elezione sono sinonimo di democrazia. L’obiettivo è quello di denigrare o demonizzare altri sistemi ed evitare il sorgere di discussioni su sistemi politici ed elettorali in cui i leader sono determinati attraverso elezioni non-borghesi, per esempio, sulla base dell’ età, dell’ esperienza o della popolarità dei candidati. In realtà, è il sistema capitalista che manipola e corrompe, dove l’elezioni sono solo un atto formale. Basta osservare il semplice fatto che le elezioni sono sempre vinte dai rappresentanti della minoranza borghese. Il mito che le elezioni borghesi garantiscano la presenza della democrazia è uno dei miti più radicati a cui credono persino alcuni partiti e forze di sinistra.

  • 7. Alternare i partiti al Governo equivale ad avere un’ alternativa

Si vuol far credere che i partiti borghesi che periodicamente si alternano al potere dispongono di politiche alternative. L’obiettivo è quello di perpetuare il sistema capitalistico all’interno della classe dominante, alimentando il mito che la democrazia si riduce alle elezioni. In realtà, è ovvio che un sistema parlamentare bipartitico o multipartitico è un sistema a partito unico. Si tratta di due o più fazioni di una stessa forza politica che, alternandosi, fanno credere di avere una politica alternativa. La gente sceglie sempre un agente del sistema. Il mito che i partiti borghesi abbiano politiche diverse e facciano anche opposizione, è uno dei miti più importanti, ed è costantemente pubblicizzato per far funzionare il sistema capitalista.

  • 8. Il politico eletto rappresenta i cittadini e può quindi decidere per loro

Al politico è stata concessa l’autorizzazione da parte del popolo e può governare come meglio crede. Lo scopo di questo mito è quello di sfamare il popolo con vuote promesse e nascondere le reali misure che verranno attuate nella pratica. Infatti, il leader eletto non adempie queste promesse, o, peggio, comincia ad attuare misure non dichiarate durante la sua campagna elettorale, spesso contrastanti e persino incostituzionali. Tali politici di solito, nel bel mezzo del loro mandato, raggiungono il loro minimo di popolarità e, in questi casi, la perdita della rappresentanza non conduce ad una sostituzione di quel politico attraverso mezzi costituzionali, ma al contrario, porta alla degenerazione della democrazia capitalista in una dittatura reale o dissimulata. La sistematica pratica di falsificazione della democrazia sotto il capitalismo è una delle ragioni del crescente numero di persone che ormai non si recano più alle urne.

  • 9. Non c’è alternativa al capitalismo

Il capitalismo non è perfetto, ma è l’unico sistema economico e politico possibile e quindi il più appropriato. L’obiettivo è quello di eliminare lo studio e la promozione di altri sistemi ed eliminarne la concorrenza con tutti i mezzi possibili, inclusa la forza. In realtà, ci sono altri sistemi politici ed economici e il più conosciuto è il socialismo scientifico. Anche nell’ambito del capitalismo, ci sono versioni di “socialismo democratico” del Sud America o del “capitalismo socialista” europeo. Questo mito ha lo scopo di intimidire la gente, per impedire che incominci a discutere riguardo le alternative al capitalismo.

  • 10. Il risparmio genera ricchezza

Vuol far credere che la crisi economica è causata dall’ eccesso di benefici per i lavoratori. Se vengono rimossi, il governo si salverà e il paese diventerà ricco. L’obiettivo è quello di spostare sul settore pubblico, compresi i pensionati, la responsabilità per il pagamento del debito capitalista. Un altro obiettivo è quello di far accettare la povertà, sostenendo che sia qualcosa di temporaneo. Esso è altresì destinato a facilitare la privatizzazione del settore pubblico. Le persone sono convinte che i risparmi sono la “salvezza”, senza menzionare che questi risparmi giungono attraverso la privatizzazione dei settori più redditizi i cui futuri guadagni andranno persi. Questa politica porta ad una diminuzione delle entrate dello Stato e la riduzione dei benefici, delle pensioni e dei sussidi.


Otto Ipotesi sul Nuovo Mondo


Viator

I padri han mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati.

Geremia, 31

Se è vero che ogni era contiene il germe di quella successiva, alla luce delle numerose novità economiche ma soprattutto politiche che stanno caratterizzando la società occidentale del nuovo millennio, mi sembra si possa già oggi azzardare qualche previsione sul 'Nuovo Mondo' che - secondo quanto paventato da un crescente numero di attivisti - potrebbe attenderci in fondo al tunnel della crisi economica e della instabilità geopolitica.

Ognuno dei seguenti potenziali sconvolgimenti sociali e politici potrebbe affermarsi a livello massivo nel giro di poche generazioni; se così fosse, probabilmente chi nel secolo scorso era già adulto non avrebbe il dispiacere di assistere alla loro piena realizzazione. La nostra generazione si colloca a cavallo tra due ere, nel bel mezzo di un grande cambiamento orchestrato dal Potere; la percezione del cambiamento suscita (giustamente) sgomento in chiunque avendo cognizione del passato, si trovi ad inaugurare un futuro che si prospetta peggiorativo. Ma - esattamente come tutti noi attuali cittadini metropolitani venuti al mondo nella cattività urbana non abbiamo idea di cosa fosse la vita rurale di duecento anni fa - tutti coloro i quali nasceranno già all'interno del 'Nuovo Mondo' non avranno mai conosciuto cosa fosse quello vecchio, perciò vivranno la loro (tragica) realtà senza alcuno sgomento, con la illusione che sia la unica realtà possibile.

Le otto ipotesi che seguono si basano sulla osservazione critica del presente e la rilettura di una serie di eventi storici anche distanti tra loro, eppure razionalmente inquadrabili nell'ambito di un macroscopico disegno politico, il quale diventa evidente se si arretra il punto di osservazione e si sospende la incredulità.
Se esiste una cosa di cui quella entità amorfa che definiamo Potere (che sembra tirare i fili della umanità già da qualche decennio, o secolo, o millennio, a seconda dei punti di vista) ha dato dimostrazione di disporre in gran quantità, quella è il tempo. Dunque è possibile, anzi probabile, che le fattispecie descritte non andranno a realizzarsi immediatamente o a breve termine. Non è necessario che ti affretti quando disponi di tempo. Ti basta attendere il ricambio generazionale, e qualsiasi radicale 'innovazione' avversata dai nonni sarà tollerata dai padri e accettata come una cosa scontata dai nipoti. E' andata così con la divulgazione delle religioni, l'inurbamento, il debito, la televisione, le colonizzazioni, le annessioni nazionali coatte e qualcosa mi dice che continuerà ad andare così anche con i paradigmi del 'Nuovo Mondo.' Le rivoluzioni reazionarie sono seminate al tempo dei nonni, e donano i loro frutti al tempo dei nipoti.

1. Fine della Proprietà Privata Immobiliare (1 generazione).

L'ormai esplicito invito ad abbandonare qualsiasi velleità di impiegarsi con un 'posto fisso', abbinato alla assenza (allo stato attuale) di una conseguente riorganizzazione dei parametri di concessione dei mutui bancari, mi sembra interpretabile in maniera univoca: l
a stragrande maggioranza della base sociale non potrà più permettersi di acquistare un immobile di proprietà; ci si dovrà accontentare di andare in affitto, e ciò renderà molto più arduo vivere in una città senza potere usufruire di un reddito fisso e certo. Sorgeranno gigantesche baraccopoli e roulottopoli.
Tempo qualche decennio e con l'aiuto delle manovre tosa-gregge le grandi società bancarie e finanziarie avranno rilevato l'intero patrimonio immobiliare esistente sulla faccia del pianeta; per allora la maggior parte della gente avrà smesso di considerare l'acquisto di una casa come un obiettivo realistico; la casa di proprietà diventerà una sorta di chimera; un privilegio concesso solo agli individui di elevatissimo livello sociale e contributivo. O forse nemmeno a loro.

2. Fine della Famiglia (2-3 generazioni).
Questo stato di insanabile precarietà, se relazionato alla ormai abbastanza evidente agenda di spopolamento, sterilizzazione e omologazione sessuale della popolazione occidentale, secondo i piani del potere dovrebbe condurre alla caduta in desuetudine della 'famiglia' tradizionale. La famiglia, il legame di sangue, è decisamente uno dei peggiori nemici della dittatura del sistema debito. Nessuno - infatti - potrà mai essere del tutto assoggettato al ricatto del debito fino a quando possa contare su una rete di famigliari che lo supporti gratuitamente per ragioni dettate dai sentimenti e dai legami di sangue. Credo sia anche per tale ragione (oltre alla volontà di portare la strategia del divide et impera alla sua massima espressione) che chi detiene il Potere si stia adoperando affinché al più presto la società sia composta in larga parte da singoli individui auto(in)sufficienti, dipendenti dal sistema, culturalmente e socialmente asessuati, ed in perenne competizione liberistico-darwinista per un posto al sole.

3. Il Biclassismo "Meritocratico" (1-3 generazioni)

Le politiche di distruzione del ceto medio in atto ormai da tempo in tutto il mondo, culminate con le recenti scorrerie del potere bancario e finanziario negli Stati Uniti ed in Europa, mi fanno ipotizzare che nel 'Nuovo Mondo' esisteranno appena due classi sociali: i molto ricchi ed i molto poveri. E poi gli outsider, che come avviene anche oggi si collocheranno al di sopra delle parti. All'interno dei due insiemi andranno a stratificarsi infinite gradazioni sociali differenti, sancite non più dal semplice fattore economico, ma anche da quello civico e giuridico, in base alla quantità e qualità del contributo che il singolo individuo saprà apportare alla collettività (leggi: al sistema). Il tutto assomiglierà in modo inquietante ai sistemi di livellamento dei giochi di ruolo, per chi abbia idea di cosa siano. Un sacco di gente in questo preciso istante starà giocando on line a qualche mmorpg (massive multiplayer online role play game).

Ad ogni modo, il sistema premierà gli individui che nella competizione darwinista di cui sopra saranno riusciti a distinguersi per un talento fuori dal comune abbinato ad una totale obbedienza ed abnegazione alle mansioni impartite dal sistema stesso. Il premio consisterà nella possibilità di
elevare il proprio status sociale; allontanarsi dalla vastità fatta di ristrettezze della classe povera per accedere alla esigua ed elitaria classe più abbiente, abilitata a nutrirsi con alimenti genuini e vivere una vita che - tutto sommato - non sarà molto dissimile da quella vissuta negli ultimi decenni in occidente da un qualsiasi single, con più salute, una aspettativa di vita raddoppiata, qualche ritrovato tecnologico in più e qualche libertà fondamentale in meno.
Così come chi avrà meritato la benevolenza del sistema sarà premiato, quelli che si saranno distinti per avere assunto comportamenti o anche solo sfiorato argomenti giudicati immeritevoli in quanto pericolosi o deleteri per 'la collettività' (leggi: lo status quo), saranno automaticamente privati di alcuni diritti e libertà in base alla gravità del reato. Tutto ciò sarà possibile perché l'intero comparto giudiziario opererà sulla base di una serie di 'flagranze di reato.' La colpevolezza di un individuo sarà determinata nel medesimo istante in cui venga commesso l'illecito, anche grazie al dispositivo di cui al punto 7. Niente più magistratura e processi. Il vecchio metodo del bastone e della carota elevato alla ennesima potenza.

Tale estremizzazione del classismo meritocratico assumerà connotati molto concreti e tangibili;
non più mere disparità economiche evidenziate da diversi stili di vita, ma discriminazioni civiche e giuridiche, istituzionalizzate, commisurate in tempo reale alla congruità del contributo prestato dal cittadino alla collettività (leggi: sistema). Tale soluzione sarebbe tecnicamente del tutto fattibile con l'ausilio delle nuove interfacce di cui al punto 7. Ogni cosa sarà quotata e privatizzata e verrà meno il concetto di gratuità. Esisteranno intere zone territoriali e quartieri accessibili solo a determinati livelli sociali. Verrà meno il concetto di bene pubblico; anche quello di suolo pubblico. Terapie precluse ai livelli inferiori non più segretamente - come avviene attualmente - ma per legge. Risorse culturali ed informative fruibili solo ad alcuni livelli. Alimenti, servizi, mete turistiche, beni di consumo più o meno fruibili in base al livello sociale.

4. La Schiavitù Volontaria (1 generazione)


L'autoritarismo con cui i 'padroni' negli ultimi anni hanno affermato la loro potestà sui 'lavoratori', mi sembra molto esplicito. Nel 'Nuovo Mondo' ovviamente, sarà proprio la base sociale a passarsela peggio. Per costoro la vita sarà un inferno; un infimo sussidio, niente casa, poco cibo e poca acqua potabile (divenuta nel frattempo a pagamento).
La loro unica speranza sarà riuscire ad ottenere un posto da lavoratore in cambio di vitto e alloggio (schiavo). I deboli soccomberanno, i forti lavoreranno gratis. A quei livelli (monito e spauracchio sistemico per quelli dei livelli superiori) si rinuncerà a ogni diritto e tutela pur di trovare un riparo confortevole e un pasto quotidiano; ma la cosa più triste sarà che un simile impiego verrà abbracciato con entusiasmo, dettaglio che renderà il tutto socialmente accettabile.

5. Fine della Procreazione Libera (3 generazioni)

Tra i molti diritti che verranno meno nel 'Nuovo Mondo' certamente vi sarà quello di procreare liberamente. Già da tempo chi di dovere si sta adoperando affinché nella coscienza collettiva si insinui il concetto di un pianeta allo stremo delle forze per via della galoppante sovrappopolazione. Fior di intellettuali e giornalisti crucciati si interrogano in televisione e sui giornali su cosa possa farsi per arginare la piaga della sovrappopolazione. La cosa rappresenta decisamente un brutto segno perché rende sempre più plausibili le tesi di chi afferma che nei piani del potere - dettati da una brutta mania di onnipotenza - rientri la volontà di riportare il numero massimo della popolazione umana sotto la soglia del miliardo di unità.
Secondo quanto lascia trapelare la attuale strategia comunicativa di chi detiene il potere, in futuro si proseguirà a praticare il sesso per fini ludici, ma la procreazione cesserà di costituire una scelta libera e dovrà essere contemplata dalle necessità della collettività e autorizzata da autorità competenti. I neonati non autorizzati saranno lasciati sprovvisti della propria personale interfaccia di cui al punto 7, il che in sostanza ne farebbe dei nati morti. Subito dopo la nascita i bambini saranno considerati figli della comunità, e presi in consegna dalle autorità deputate alla loro collocazione sociale. E fiorirà la bioingegneria applicata all'uomo. Si creeranno in laboratorio scienziati dall'elevatissimo quoziente intellettivo, ingegneri e intellettuali dalle menti fini, soldati con una elevata resistenza al dolore, e così via. Progressivamente tutto ciò che fino ad oggi è stato il percorso di formazione accademico sarà soppiantato da un sistema di creazione di autentici strumenti umani, ottimizzato sulla base delle esigenze della comunità; sarà il corredo genetico e il successivo addestramento a fare il mestiere e la professione, e non più l'attitudine individuale.

6. Eutanasia per Improduttività (2 generazioni)

Se si affermasse la cosiddetta 'mentalità da alveare' di stampo transumanistico, già subodorabile in ambito spirituale negli antichi principi sapienziali molto equivocabili (e strumentalizzabili) presi a prestito da alcune correnti new age ed esoteriche, e in ambito economico nella tendenza anti-assistenzialistica del modello neo-liberista, potrebbe fiorire una cultura della eutanasia che in poche generazioni rischierebbe di diventare una sorta di scelta obbligata, anche in questo caso socialmente accettata. La cosa è riscontrabile nel fatto che in occidente ci si stia occupando di legiferare in materia, e nella connessa 'attenzione' dedicata dai media tradizionali al 'problema della eutanasia', con la presentazione di isolate tragedie umane sotto forma di fattispecie molto diffuse e perciò meritevoli di essere regolamentate in forma legislativa. Questi sono semi gettati nel campo dello inconscio collettivo. Ho il forte sospetto che l'intento di legiferare su una materia così delicata, lasciata da sempre alla discrezionalità dei famigliari, voglia sottintendere che ciò che bolle in pentola abbia poco a che fare con le tragiche contingenze di sparute minoranze di individui (di cui lo Stato ha dato ampia dimostrazione di infischiarsi a meno che i loro bisogni non coincidano con un suo tornaconto politico), e molto invece con un disegno socio-politico a lungo raggio.

Ne consegue che in un tale ipotetico 'Nuovo Mondo' privo di una qualsiasi forma di 'welfare' - a prescindere dalla tua aspettativa di vita - se per qualsiasi motivo cesserai di apportare il tuo attivo contribuito alla comunità (leggi: sistema), non importa quanto sarai riuscito ad accumulare in termini di status o denaro, i benefici della comunità ti saranno revocati nella misura in cui a tua volta avrai cessato di contribuire al benessere collettivo. Come una sorta di continuo do ut des in tempo reale. Una simile soluzione sarebbe facilmente implementabile mediante le 'interfacce' di cui al punto 7. Situazione che - se abbinata alla venuta meno del 'paracadute sociale' della 'famiglia' - per le categorie di cittadini deboli, invalidi anche solo a causa della normale vecchiaia, potrebbe configurare la fattispecie della eutanasia volontaria per improduttività. Un pò ciò che certi bastardi fanno oggi ai cavalli azzoppati.

7. Fine della Privacy e della Residua Libertà (1 generazione)

Sottocutanea o meno, alla fine dei giochi - nei progetti del Potere - ogni individuo sulla faccia del pianeta dovrà essere identificabile e controllabile in remoto con una 'interfaccia' elettronica calibrata sui suoi dati biometrici, continuamente connessa ad una serie di server, in assenza della quale nessuno potrà avere accesso al circuito di acquisizione dei crediti per elevare lo status e usufruire di diritti, beni e servizi.

Tale 'indirizzo politico' è riconoscibile dalla prioritaria opera - attualmente in corso - di informatizzazione e accorpamento di documenti personali e sistemi di pagamento; dalla mostruosa diffusione dei telefoni a connessione permanente; dalla dichiarata 'guerra al contate' messa in atto dal finto potere con la motivazione ufficiale di contrastare la evasione fiscale (fosse stata dettata da reali esigenze economiche si sarebbero perseguiti i grandi evasori); dalle norme in materia di microchip corporei contenute dalla riforma sanitaria di Obama; da documentari / spot televisivi che esaltano le biotecnologie senza accennare nemmeno di sfuggita alle implicazioni negative delle stesse; più in generale, dalla propensione del potere verso una progressiva erosione dei diritti e delle libertà individuali, dietro la motivazione ufficiale di garantire la sicurezza ed il benessere della collettività. Dunque teniamolo a mente; valutiamo fino in fondo le implicazioni di questo concetto:
i diritti dei singoli individui sono destinati ad una sempre più netta condizione di subordinazione rispetto agli interessi della cosiddetta collettività. Chi deciderà quali siano gli interessi della collettività, e sulla base di quali input? Questo, è il dilemma.

8. Il Nuovo Ordine Mondiale (1 generazione)
L'evoluzione geopolitica del mondo nel corso dei secoli è sotto gli occhi di tutti. Risulta estremamente chiara e riconoscibile una compatta tendenza alla unificazione politica ed alla centralizzazione del potere. Dai villaggi alle città, ai feudi, agli stati, ai super-stati. Tale processo ha svuotato di significato il concetto di democrazia ed ha determinato un progressivo allontanamento dei 'cittadini' dalla amministrazione della cosa pubblica, per poi partorire le aberrazioni antidemocratiche dei governi 'tecnici' d'emergenza. La evoluzione più logica di un simile stato di cose è la creazione di un governo unico bancario mondiale. Un potere centrale che diriga l'orchestra, e una decina di province equiparate in tutto e per tutto. Ogni provincia sarebbe governata mediante una finta 'democrazia diretta' in cui il diritto al voto sarebbe esercitabile solo a determinati livelli di status sociale e contributivo. I sindacati ed i partiti politici nel frattempo si saranno estinti come uccelli dodo, così come la criminalità e le forze dell'ordine come le abbiamo sempre conosciute, esautorate dai deterrenti basati sulla schedatura e il tracciamento abbinati alle interfacce di cui al punto 7.

Conclusione.
La buona notizia è che - per il momento - nessuna delle ipotesi appena prospettate è ancora realtà. Quella cattiva è che ognuna di esse, per i motivi che ho citato, rischia di diventarlo. Se invece un mondo come quello appena descritto tutto sommato non ti sembra così malaccio vuol dire che sei posseduto dal sistema, sicché ti consiglio di andare in quarantena volontaria, isolandoti da amici e famigliari fino a che non ti sentirai meglio.
Ma dopotutto chi sono io per dare consigli? Il sottoscritto è solo uno che ha letto troppo complottismo e fantapolitica, quindi potrebbe non avere azzeccato nemmeno una previsione. Spero sia così. Per adesso posso solo dire che secondo il mio personale punto di vista una serie di indizi fanno pensare che almeno una parte delle calamità descritte possa in futuro effettivamente abbattersi sulle spalle nostre e dei nostri discendenti, se non interverrà una 'singolarità' a sbaraccare lo show.

Sarebbe molto bello e filmico se questo gran casino potesse risolversi nel giro di una singola generazione, magari la nostra, ma purtroppo è anche improbabile. E' già una fortuna se prima o poi si riuscirà a venirne fuori. Oggi le persone disconnesse e consapevoli sono molte, ma da quello che mi sembra di vedere sono ancora lontane da quel 51% che invertirebbe la rotta. Però noi possiamo preparare il terreno per la generazione che cambierà le cose. In che modo? Iniziando a rieducare i nostri figli; interrompendo questo sabotaggio trans-generazionale che si tramanda da secoli a tutto vantaggio del potere. Alimentando una nuova cultura finalizzata alla tutela della diversità, dei diritti degli individui e delle minoranze, della famiglia tradizionale, del sapere reale e non scolastico; una cultura finalizzata alla affermazione di una nuova politica che miri dritta al decentramento a tutti i livelli. E poi facendo nel rispetto del prossimo  l'esatto opposto di quanto la 'società', la 'cultura dominante', la 'politica' ed i 'media' (con la disinvoltura di un pedofilo in una scuola elementare) si aspettano che facciamo; rifiutando tutto quanto sia massivo. Ed infine - dettaglio fondamentale - rifiutando come la peste qualsiasi cosa assomigli anche di sfuggita alle interfacce di cui al punto 7 (occhio agli smartphone).

In alternativa, possiamo decidere di lavarcene le mani, tirare a campare, scaricare la patata bollente sui nostri figli e nipoti e consegnarli mani e piedi al frizzante futuro che il Potere ha apparecchiato per loro. Possiamo rinnovare il tradimento con cui i nostri nonni per miopia ed egoismo ci condannarono a vivere in questo brutto mondo. Possiamo consolarci pensando che quanto illustrato in questo e in tanti
 altri articoli, libri, video, realizzati da ricercatori, giornalisti e blogger sia solo la sceneggiatura di un film di fantascienza neanche troppo  originale. A noi la scelta.


1 commenti:

  1. Ciao Barbara. Ho letto gli articoli sui rispettivi blog di certo non lasciano spazio alla ... speranza.

    Ma ormai...

    Ti auguro una buona serata

    Barbara blogger ha cambiato la verifica delle parole, ne ha messe due e se non hai una vista di 20/10 fai fatica a scriverle giuste. Con una perdita di tempo notevole oppure non lasciando più commenti. Noi siamo un gruppo che ha aderito alla iniziativa di togliere le parole di verifica

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