lunedì 3 febbraio 2014


questa e tante altre notizie interessanti prese dalla Newsletter curata da Luciano Davì, militante notav che oltre a pubblicare le ultime sulla lotta notav tratta tanti altri temi non censurati dai media mainstream. Consiglio vivamente di richiedere la sottoscrizione alla newsletter inviando mail davi.luciano@libero.it


d’altronde la società civile è troppo impegnata a difendere i banchieri e ci sono riusciti MOLTO BENE

Nell’ Occidente aumentano a dismisura disoccupati e nuovi poveri ma anche gli stipendi dei banchieri. 
(Bruno Rosso)

Se ancora persistono dubbi sull’ esito forzato delle politiche di austerity e cioè, come peraltro testimoniato dai recenti dati forniti da Bankitalia, che mentre cresce la
povertà ed il numero di famiglie in difficoltà aumenta la concentrazione della ricchezza e i ricchi diventano sempre più ricchi e quindi, la crisi e l’ aumento della povertà appaiono come il frutto diretto dell’ aumento della concentrazione della ricchezza, allora, è bene dare un’ occhiata alla recente crescita degli stipendi percepiti dai banchieri.

Lloyd Blankfein è Chief Executive Officer, nonché chairman, della Goldman Sachs: mastodontica banca d’affari, di rilevanza mondiale, con oltre 30 000 dipendenti disseminati in tutto il mondo. Se ‘grande’ è il suo lavoro alla guida di un titano della finanza, ancor di più lo sarà il suo stipendio per il 2013. Per non correre subito al numero ‘che conta’, intanto diciamo che quanto incasserà sarà – più o meno – il 10% in più del precedente anno. Possiamo anche dire che, per il 2013, il suo ‘stipendio’ supererà quello di Jamie Dimon, numero uno della JPMorgan Chase, e quello di James Gorman alla guida della Morgan Stanley. Quando però sveliamo che Gorman ha guadagnato circa $4,9 milioni e che Dimon è salito addirittura fino a 20 milioni di dollari, allora ecco che la mostruosità del compenso di Blankfein appare in tutta la sua grandezza: con quel 10% di aumento, il conto finale – per il 2013 – arriva a quota 23 milioni di verdi dollari. Nonostante la GS sia alle prese con una pericolosa oscillazione del fixed income (e nonostante abbia tagliato i bonus a molti banchieri del suo Board), insomma, lo psicologicamente rilevante (per gli esterni) biglietto da visita dello stipendio del vertice della banca ha registrato l’ennesimo record. Dai canonici moduli che le banche devono inviare alla SEC, la Securities and Exchage Commission, si viene a sapere che Blankfein è stato ‘premiato’ con 88 422 “restricted share units” che, valutandole all’ultimo prezzo delle azioni GS (quasi 166 dollari) porta il totale complessivo a 14,7 milioni di dollari. Questo, ovviamente, non è il compenso completo, è solamente un bonus. Il salario vero e proprio, infatti, è di due soli ‘miseri’ milioni di dollari all’anno. Rapida addizione ed ecco che arriviamo a $16,7 milioni. Quindi, $23 milioni (totale 2013) meno $16 milioni (bonus più salario) fa 6,3 milioni di dollari: ed è questa, quindi, la seconda forma di bonus che Blankfein riceverà, in cash, per i suoi ‘sforzi’. Evitiamo di citare, anche perché ancora non se ne ha notizia certa, i probabili ‘incentivi’ da aggiungere per il “lungo periodo”. Intanto la banca vive tra alti e bassi: se le numerose IPO, compresa quella di Twitter, hanno sorretto i conti (quasi raddoppiando il risultato del precedente anno) con 622 milioni di dollari, il calo del fatturato delle attività a reddito fisso continua a zavorrare i numeri. Queste attività, da sempre importante fonte per la banca, hanno registrato un tonfo del 15% nell’ultimo trimestre 2013 arrivando a $8,6 miliardi annuali: sotto quella soglia da $9 miliardi sotto la quale GS non era scesa da tempo, nemmeno durante gli anni della crisi. Blankfein, intanto, parla di un futuro tranquillo, basato sui solidi numeri della banca. Detto ciò, sarà comunque ben lieto di accettare il suo ‘giusto’ compenso da 23 milioni di sonanti dollari.

Fonte: Alessandro Proietti http://it.ibtimes.com/
Davi Luciano

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