giovedì 6 dicembre 2012


A seguire altre prelibatezze che gli oligarchi banchieri massoni rispettabili e presentabili hanno in serbo per noi plebaglia

Barbara

FMI: Privatizzare salute e pensioni, terapia contro longevità dei poveri

Qui di seguito un estratto di un documento criminogeno del FMI: senza maschera
 TP - SuperMonti? No, Super Malthus. Thomas Malthus, di ritorno dalla notte dei morti viventi, reincarnato in Monti e colleghi del giro Goldman Sachs, che -dopo BCE- si sono aggiudicati anche la Banca d'Inghilterra. Costoro, ormai, non si mimetizzano più: sputano il rospo senza infingimenti. La media della vita si è allungata? Le loro calcolatrici misurano, ribattezzano e ridefiniscono, e lo chiamano rischio di longevità (sic) e sfornano la cura. A base di terapia delle privatizzazioni. Dopo i colpi di maglio alle pensioni -al debutto di SuperMalthus- ora i pensionati e i loro famigliari si preparino alla privatizzazione progressiva del sistema sanitario nazionale. Poco importa chi "governerà" il prossimo anno. Pessimismo cosmico? No, tetro realismo postmoderno, che assale dopo l'angosciante  lettura di un documento del FMI. Stranamente, ora non è più reperibile nel sito ufficiale. E' uno studio in chiaro, senza  politichese dell'aprile del 2012. Non c'è bisogno di criptografi. Il succo: si vive troppo bisogna privatizzare. Gli umani devono adattarsi all'economia, non viceversa. Si deve campare di meno, di certo i banchieri non possono diminuire la loro bulimia. 

da "Utili sicuri: Pietra angolare del sistema finanziario? - Sulla stabilità finanziaria mondiale (GFSR)", aprile 2012. 

Preparato da Silvia Iorgova, Abdullah Al-Hassan, Ken Chikada, Maximilian Fandl, Hanan Morsy, Jukka Pihlman, Christian Schmieder, Tiago Severo y Tao Sun. 

"Oggi, la vita più duratura è un fatto positivo che ha migliorato il benessere individuale.Però il prolungamento della speranza di vita comportacosti finanziari per i governi -pensioni e sistema previdenziale- per leaziende e per le assicurazioni che vendono servizi di rendita vitalizia, ed anche per i privati esclusi dal regime pensionistico garantito.

Le implicazioni finanziarie rappresentate dalla gente che vive più del previsto (il cosiddetto rischio di longevità) sono molto grandi. Se per il 2050, la media della vita se eleverà di tre anni, i costi dell'invecchiamento -che sono già enormi- aumenterebbero del 50%.
Il rischio-longevità è una cosa que richiede attenzione, sia per la mole dell'impatto finanziario, sia per l'efficacia dei provvedimenti di alleggerimento che tardano anni prima di dar frutto.

Per neutralizzare gli effetti finanziari del rischio-longevità, è necessario combinare l'aumento dell'età pensionabile (obbligatoria o volontaria) , sia quello dei contributi ai piani di pensionamento con il taglio delle retribuzioni future.

I governi devono:
1) riconoscere che sono esposti al rischio-longevità
2) adottare metodi per spartire meglio questo rischio con il settore privatoassicurativo
3) promuovere la crescita dei mercati con il trsferimento del rischio di longevità
4) divulgare più informazione sulla longevità e la preparazione finanziaria per i pensionamenti".

Monti, il discepolo del potente e spietato Rockfeller

Su Facebook l'immagine la trovi qui
Una vignetta che circola su Facebook, che "ironizza" sul fatto che Mario Monti prenda gli ordini da Rockfeller. Infatti la "Commissione Trilaterale" di cui Mario FalliMonti era presidente europeo fino al momento della nomina a premier fa capo a David Rockfeller... uno dei più influenti membri Bilderberg, legato direttamente o indirettamente anche all'Aspen Institute e praticamente tutti gli altri "gruppi di potere" più importanti...

Rockfeller è anche il patron della Monsanto......

Di seguito il discorso pronunciato alle Nazioni Unite dal fratello di David, secondo il quale la riduzione della mortalità conquistata dalla scienza sta creando problemi di sovrappopolazione... UN DISCORSO ALLUCINANTE, PRONUNCIATO ALL'ONU!!!

Clicca sull'immagine per ingrandirla
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GIUDICATE VOI...Staff nocensura.com

I banchieri hanno soldi a non finire, li creano loro. Perché  questo sadismo nel voler decretare la morte di stenti per tutti gli altri abitanti del pianeta? Eppure, basterebbe davvero poco....

L'equivoco è l'idea di "tirare la Cinghia" 
 23 Novembre 2012 12:04 

 · L'equivoco è l'idea del "tirare la cinghia" che convince perchè richiama alla memoria i sacrifici dei nonni, ma che oggi quando è adottato come comportamento da tutti, stato, banche, imprese e famiglie porta al collasso dell'economia moderna In un economia di sussistenza quando c'è una "crisi" è andato male il raccolto o c'è stata un epidemia e allora se consumi meno, se "tiri la cinghia" e fai durare di più le provviste rimaste nei granai e tutti si sfamano. Nella memoria ancestrale di tutti forse c'è ancora questa nozione che in tempi di crisi bisogna sacrificarsi, mangiando meno carne o consumando meno vino o uova per far durare le provviste fino al prossimo raccolto. I discorsi sull'austerità fanno leva su questi istinti radicati dai tempi antichi per cui c'è una data quantità di cibo e bisogna razionarlo. Ad esempio una volta se c'era una crisi potevi metterti a pescare al fiume o andare a caccia o raccogliere frutti o funghi o aiutare chi pascolava le pecore e dandoti da fare così sfamavi la famiglia senza usare moneta. A dire la verità andare a pesca la gente lo faceva ancora non molto tempo fa per procurarsi da mangiare. Oggi se c'è crisi non manca il cibo, ma la moneta. Se sei disoccupato oggi non puoi andare in giro e dandoti da fare sfamare la famiglia (a meno che non hai una pistola in mano) Purtroppo non siamo più nell'economia rurale o di caccia e pesca e non usiamo il baratto, ma la moneta per ogni transazione e le aziende possono produrre poco o molto a seconda della moneta che circola. Se molti tirano la cinghia la situazione non migliora, ma peggiora. Se la moneta non circola in misura proporzionata alle risorse tecniche e umane disponibili, le aziende e chi lavora in proprio riducono l'attività, vanno in perdita, licenziano, falliscono e chiudono, non si pagano i debiti ai fornitori e non si rimborsano i fidi e i mutui, le banche richiedono salvataggi ecc.. L'economia moderna è basata sulla circolazione di moneta, non sul risparmaire la farina o i polli rimasti e consumare baccalà invece di maiale E da dove viene la moneta ? Dallo stato quando spende, cosa dimostrata dal fatto che tutti gli stati da un secolo hanno sempre dei deficit di qualche genere. E dalle banche quando creano credito, cosa dimostrata dal fatto che ne hanno creato per 20 anni a ritmi del 10% l'anno indipendentemente da quanti depositi avevano Il deficit pubblico italiano oggi è il 2% del PIL, 30-35 miliardi e dato che paghiamo di interessi circa 70 miliardi lo stato incassa quanto spende (circa metà degli interessi vanno all'estero). Oggi lo stato ogni anno assorbe con le tasse circa 780 miliardi e ne spende (inclusi interessi) circa altrettanti, per cui fa pari, non influisce su quanta moneta hanno le imprese e le famiglie italiane. Tanto lo stato spende di stipendi, opere pubbliche, pensioni, interessi... e tanto risucchia in tasse. Quello che hanno fatto Trichet e Draghi è stato di spingere lo stato italiano ad aumentare le tasse, per ridurre i deficit ("tirare la cinghia"!) e quindi RIDURRE LA MONETA A DISPOSIZIONE DEL SETTORE PRIVATO. Questo è stato un errore clamoroso, perchè le banche, che per anni e anni hanno creato moneta sotto forma di credito, avevano di colpo ridotto il credito e in tutto il mondo occidentale simultaneamente Draghi, Monti e la Troika hanno ridotto la moneta che circola nell'economia nel mezzo di una Depressione. Fanno la stessa identica manovra del 1930-1934 che creò la Grande Depressione, tanto è vero che nel sud-europa si parla ora di Depressione, l'unica differenza è che è circoscritta al sud-europa. Sono degli idioti o dei criminali economici perchè a fianco a noi abbiamo l'esempio di americani, inglesi, giapponesi e asiatici che non si sognano di "fare i sacrifici" come noi fessi, ma cercano di vendere, spendere e produrre. Il fatto che i BTP quotino a 70 o alla parità a 100 grazie ai programmi di Draghi non cambia la situazione di chi chiude l'attività perchè è giù del -30% con le vendite e paga sempre più tasse Quello che qui si sostiene, citando la MMT o la Bibbia o il Corano o quello che ti pare perche è solo buon senso, è che lo stato NON doveva ridurre la moneta a disposizione nell'economia italiana visto che ci sono tante risorse da impiegare. Quello che si deve fare urgentemente è immettere almeno 100 miliardi nell'economia italiana. In che forma ? Dato che abbiamo le tasse più alte del mondo riducendo le tasse sia ai dipendenti che alle imprese · Cobraf

Economia. Le banche dichiarano guerra al “contante”. Cosa c’è dietro a questa nuova trovata dei banchieri ?
Osservatorio Sicilia

A cura di Massimo Costa (docente di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Studi di Palermo


C'era una volta la moneta !
C'era una volta la moneta !
Leggo su La Repubblica del 20 giugno scorso un bell’articolo sul No Cash Day: un’iniziativa promozionale nella quale tutti gli aderenti cercano di usare, almeno per un giorno, strumenti di pagamento elettronico (carte di credito, di debito, bancomat) e di non usare il portafoglio con banconote e monetine.
L’articolo, giustamente, evidenzia tutti i limiti del buon vecchio denaro circolante. In sintesi:
- è costoso, anche se nessuno parla del costo della tenuta dei conti correnti bancari;
- è poco pratico,
- è a rischio di essere smarrito o derubato;
- è sporco (non nel senso morale, ma perché sarebbe portatore di terribili batteri, di cocaina, etc…);
- favorisce l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco (questa volta nel senso morale);
- e soprattutto è antiquato.
Non ci credete? Basta vedere che l’Italia, tipicamente antiquata, si ostina ad usare il contante, mentre nella civilissima Svezia lo usano solo per il 5 % delle transazioni, in pratica le vecchine e i malfattori (ma come? Nella civilissima Svezia non si sono ancora liberati dei malfattori?).
E, poi, ovviamente, il massimo uso di contante si registra nel disgraziato Sud e nelle Isole, terre abitate da popoli notoriamente incivili, retroguardie per definizione della magnifica e progressiva civiltà europea.
E quindi,… via monete e banconote! Ai lavavetri al semaforo chiederemo se hanno un POS per donare con il bancomat qualche decina di centesimi.
Devo anche spiegarlo all’ambulante che viene sotto casa e dal quale regolarmente mi approvvigiono per la frutta di famiglia, ma vedrete che capirà, soprattutto quando gli avrò girato tutte le motivazioni di cui sopra.
Oddio, l’articolo, nel suo entusiasmo filo-bancario, trova il modo di citare anche di sfuggita qualche piccola protestina, ma non si sa bene quale, delle associazioni dei consumatori per il costo dei prelievi allo sportello e dei bonifici bancari. Ma si sa, ogni rivoluzione ha le sue vittime. Prima o poi il progresso trionferà sulla barbarie.
Non voglio entrare nel merito di questa iniziativa, anche perché, nonostante l’ironia che mi sono permesso contro le esasperazioni, credo che effettivamente la moneta elettronica (quella che un tempo si chiamava “scritturale”, perché era semplicemente “annotata” sui libri mastri delle banche) debba progressivamente sostituire quella fisica, sia essa cartacea o metallica. È semplicemente un fatto di progresso tecnologico, e il progresso non si ferma.
È esattamente la stessa cosa che è successa qualche generazione fa tra la moneta di carta e quella metallica. Esattamente la stessa.
Un problema però c’è. Se questa operazione riesce, essa equivale a dare corso legale alla moneta bancaria, e non più il corso forzoso che di fatto ha oggi. Detto facile: già oggi la moneta bancaria ha sostituito in gran parte quella legale, ma teoricamente ancora non è così. Teoricamente essa è ancora un debito della banca nei confronti dei depositanti, i quali, se vogliono, possono andare in banca a chiedere il contante.
Già oggi questa previsione è solo teorica, per ragioni che non richiamo per brevità “giornalistica”, esattamente come – tanti anni fa – il corso “forzoso” della banconota era di fatto una legalizzazione della stessa a fianco di quella metallica, allora teoricamente l’unica legale.
Ma la legalizzazione della moneta bancaria anche da un punto di vista formale, giacché – se non esistesse più il circolante – essa diventerebbe inconvertibile per sempre in una moneta che … non esiste più, pone un problema giuridico molto grave. Chissà se i fautori del No Cash Day si sono posti il problema.
In pratica se la moneta bancaria diventa moneta legale (come – a mio avviso – è già di fatto), che succede se io vado in banca a ritirare la mia giacenza al conto corrente? Succede che mi danno in cambio una carta ricaricabile dove “mi dicono” che c’è tutto il mio conto, liberamente spendibile. Se non mi accontento e vado alla Banca d’Italia, quelli ritirano la carta ricaricabile della mia banca, e in cambio me ne danno una direttamente emessa da loro. In pratica non possono più darmi ciò che non esiste più: la banconota o la moneta.
Perché accade ciò? Accade per lo stesso motivo per cui accadde cosa analoga quando fu legalizzata la moneta cartacea. Se vado dall’istituto emittente (l’Eurosistema, cioè in Italia la Banca d’Italia) a scambiare una banconota, in cambio me ne danno una nuova, non certo gettoni d’oro!
E così accadrà con la moneta elettronica.
Ora non si straccino i capelli i signoraggisti per questa nuova conquista. Tutto ciò in un paese civile è assolutamente normale, non è questo il problema!
Il problema dei problemi è: chi emette questa moneta che non è più un debito ma un provento?
Mentre le monetine, vestigio di epoche passate, sono emesse dal Tesoro, e quindi i magri introiti delle stesse vanno ancor oggi allo Stato, e le banconote sono emesse dalla Banca d’Italia (e dalle consorelle europee) lasciando a questa i benefici economici dell’attività di emissione, chi emette la moneta bancaria? A chi va dunque il provento per l’emissione di uno strumento di pagamento che, essendo diventato irredimibile, è soltanto formalmente un debito, mentre in realtà non lo è più?
Risposta: per una piccola frazione, la cosiddetta riserva frazionaria questa moneta elettronica, è pur sempre emessa dalla banca centrale, e quindi per essa valgono le stesse considerazioni delle banconote (un garbuglio tra pubblico e privato che, ancora per brevità, preferisco non affrontare, ma comunque con un residuo di “pubblico”, con benefici per lo Stato però minori di quanto non avvenga con le più vecchie banconote); per il resto è emessa dalle banche private (?!).
E quindi, con la scomparsa delle banconote, e con esse del rischio di corsa agli sportelli, la “passività” dei conti correnti, nelle banche, andrebbe di fatto a patrimonio netto. In pratica non potrebbero più fallire e sarebbero investite della prerogativa pubblica di emettere moneta, in cambio di interesse naturalmente, e – per questa via – di chiedere un tributo a tutta l’Europa che, però, a differenza degli altri, andrebbe a finire in tasche private.
Capite il trucco? Capite perché le banche vogliono fare sparire il circolante?
E pensate che questo ultimo passaggio è quello di diritto. Perché di fatto è già così.
Quindi: non fermiamo il progresso, ma se la funzione bancaria è diventata quella di “battere moneta”, non ci sono storie che tengano, in democrazia le banche devono tornare tutte in mano pubblica. Devono cioè essere nazionalizzate, regionalizzate, comunalizzate, quello che volete. Ma non si può lasciare una funzione pubblica in mani private.
Le banche private potranno sopravvivere, ma senza creare moneta, come le odierne “società finanziarie”, con una riserva frazionaria pari al 100 % dei loro depositi. In tal modo presteranno solo il denaro che avranno realmente raccolto e non quello che avranno “virtualmente” coniato in modo elettronico.
O, altrimenti, rassegniamoci ad un sistema di pagamento moderno, sì, ma anche ad una perenne schiavitù di un intero continente ad una strettissima consorteria finanziaria. Che a ben vedere non è tanto lontana.
TRATTO DA UN OTTIMO DOSSIER DA NO CENSURA CHE CONSIGLIO VIVAMENTE DI LEGGERE NEI MINIMI DETTAGLI 

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