venerdì 5 luglio 2013

Questo è un articolo del 3 luglio (prima della ripresa del potere da parte dell'esercito) a firma Paul Joseph Watson per Infowar. Al link in fondo si potrà leggere l'originale e vedere le foto dei cartelli e manifestanti. Credo che fornisca una visione decisamente diversa dei fatti rispetto a quanto riferito dai media mainstream. Tradotto ed adattato da Barbara No tav

I contestatori egiziani incolpano Obama per la dittatura di Morsi
I media ignorano l'animosità anti-Obama
 
Le immagini sulle emittenti mainstream quasi mai mostrano l'ondata di fervore anti-Obama che ha stretto l'Egitto e di come i manifestanti accusino la Casa Bianca per aver aiutato l'instaurazione di Mohamed Morsi, il leader della fratellanza musulmana che
potrebbe essere rovesciato oggi nelle prossime ore.

Dimostranti contro Morsi

I media hanno presentato i manifestanti come equamente suddivisi tra i sostenitori di Morsi e l'opposizione contro Morsi, anche se questi ultimi erano nettamente più numerosi.
Comunque, un aspetto delle contestazioni che è stato quasi completamente ignorato è il fatto che gli eziziani hanno fermamente attribuito la responsabilità alla Casa Bianca del disastroso anno sotto la guida di Morsi.

Come mostrano le foto sotto, gli egiziani sono pienamente coscienti del fatto che l'amministrazione Obama ha giocato un ruolo chiave nell'architettare la rivoluzione che ha scalzato il presidente in carica Mubarak. I cartelli tenuti dai contestatori tra gli altri, recitano "Sveglia America, Obama appoggia un regime fascita in Egitto", "Obama sostiene il terrorismo" e "Obama la tua prostituta è il nostro dittatore". I cartelli condannano anche il ruolo di Anne Patterson, l'ambasciatrice Usa in Egitto.  Come sottolineato in precedenza, la rivoluzione egiziana del 2011 era ben lontana da una rivolta popolare, la cui organizzazione è stata aiutata da ong-s dell'establisment come Freedom House (collegata alla Cia) e il National Endowment for Democracy (NED).

Dopo aver appoggiato Mubarak per decenni, gli Usa lo hanno abbandonato e gettato il suo sostegno alla Fratellanza Musulmana quando Mubarak ha respinto i tentativi statunitensi di insediare basi militari nel paese e di impadronirsi delle reti di comunicazione egiziane.

Mohamed Morsi ha supervisionato la realizzazione di una dittatura in Egitto che compete con l'abilità del suo predecessore autocratico. Doper aver conservato la legge della Shariah nella Costituzione abbozzata di recente, Morsi si è concesso ampi poteri di introdurre qualsiasi legge e si è riservato l'immunità di un controllo da parte della magistratura.
"Così,  è il dittatore dell'Egitto? Per il momento, si, sulla carta il leader più potente dal faraone", Eric Trager,  all'istituto di Washington per la politica del Vicino Oriente dichiara alla CBC.

Diversamente dalla Siria, dove un'insurrezione guidata da mercenari è stata fatta passare come una rivolta democratica, la protesta di massa più partecipata nella storia umana degli ultimi giorni si è scontrata con un assordante silenzio da parte della Casa Bianca.

Come sottolinea Bridget Johnson, tutto ciò che abbiamo udito sono "cicaleggi da parte dell'amministrazione Obama",  l'unico riferimento all'Egitto proviene dal Segretario di Stato John Kerry, la cui dichiarazione ha mancato il punto di quanto sta accadendo e si è incentrata sulle condizioni meteo in Piazza Tahrir.

Il giornale nazionale Al-Ahram riferisce oggi che Morsi "si dimetterà o sarà rimosso d'ufficio" dall'esercito a breve come ultimatum politico.

0 commenti:

Posta un commento