domenica 13 ottobre 2013


Il ripristino delle navi negriere. Oggi si chiamano "corridoi umanitari"  e chiunque osi pensarla diversamente va messo alla gogna in quanto razzista. La legge che istituisce il reato di clandestinità (la Bossi-Fini) non è certo un unicum nel mondo, ma si finge non sia così e addirittura la si trasforma in legge genocida. Taluni la definiscono una legge razzista e neo-fascista, dimenticando che proprio quelle nazioni ritenute culla della democrazia (incluse le stesse che muovono queste obiezioni) come Usa e Israele hanno da sempre leggi simili.Probabilmente questa tecnica viene usata per occultare la propria complicità nella redditizzia tratta di schiavi destinati ad un paese da tempo nel precipizio della povertà con almeno 20 milioni di disoccupati senza prospettiva. Tra poco sarà proposto il nobel per la pace agli scafisti perché "gestori di corridoi umanitari"? 
Non è la prima volta che vengono usati pelosi e finto caritatevoli sentimenti per coprire e legittimare il proprio sostegno a loschi piani che di umano non hanno nulla (Pamio li mette ben in luce). Ricorda molto la responsability to protect per bombardare e conquistare
nazioni sovrane, al fine di annetterle all'impero. Ma basta tacciare di razzismo chiunque esprima il proprio pensiero, oltretutto rispettoso della dignità di tutti, tentando di ridurlo al silenzio, legalizzando la censura e la messa al bando di tutti coloro che non sono disposti a cantare nel coro del pensiero unico. Questi signori ad esempio non si indignano per i suicidi, che anzi negano, nonostante si tratti di 4MILA esseri umani. Ma in tutta evidenza non sono abbastanza umani o forse hanno la nazionalità sbagliata. Questi antirazzisti non hanno mai richiesto tutele per quei MILIONI di disoccupati italiani, e tanto meno si sono offerti di pagare le cure per quei 9 MILIONI di italiani che non si curano più perché non hanno i soldi.
Così, sostenere il reato di clandestinità è diventato sinonimo di razzismo in una lettura della realtà estremamente comoda all'import/export di esseri umani destinati a venire sfruttati assieme agli indigeni, in una società disintegrata. Già, perché i cantori dell'immigrazione libera hanno scambiato l'Italia per la Svizzera. Ma è assai difficile credere nella beata ingenuità ed un'arma di distrazione fa comodo anche per non pensare alle poche buste paghe rimaste (56% è il tasso di OCCUPAZIONE) ancora sotto taglio ed appesantite. Il traffico di umani, oltre la troika, va pur finanziato e non vorremmo mica che i disgraziati in fuga dal loro paese possano perdersi l'occasione in tal paradiso chiamato Italia? Ma davvero devo credere siano tanto in pena per i poveri nel mondo quando si prodigano tanto a crearne di nuovi nel vecchio continente?

Barbara
a seguire sotto estratto e link IL CAPITALE, L'IMMIGRAZIONE E IL SUICIDIO A SINISTRA di Emiliano Brancaccio,  Lampedusa e l’inefficienza delle politiche UE

Il Vero Volto dell’Immigrazione
di Marcello Pamio
Attenzione alle date...

10 aprile 1981
La legge 158 ratifica la convenzione nr. 143 del 1975 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro dal titolo: «Sulle migrazioni in condizioni abusive e sulla promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti»

30 dicembre 1986 
Legge nr. 943 che garantiva: «A tutti i lavoratori extracomunitari parità di trattamento e piena eguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani»

10 agosto 1989 – Tratto dal quotidiano “Alto Adige” 
«Si calcola che nei prossimi anni, 30-40 milioni di africani verranno in Europa, e i governi centrali, hanno affidato a Italia, Spagna e Grecia il peso maggiore. Sembra che l’Italia, nella spartizione internazionale, debba farsi carico dell’immigrazione senegalese, e si stima in 5 milioni la dimensione numerica»

9 novembre 1989 – Tratto dal quotidiano “Il Giornale” 
Titolo: «L’Italia deve affrontare la mina vagante degli immigrati di colore». Entro 20 anni gli immigrati dovrebbero essere 5 o 6 milioni!

19 gennaio 1990 – Tratto dal quotidiano “Il Corriere della Sera” 
Titolo: «L’Italia impara a convivere con Maometto». «L’Italia sta diventando la nuova frontiera dell’Islam»

28 febbraio 1990 La legge nr. 39 firmata da Claudio Martelli apre definitivamente le porte all’immigrazione…

Legge Martelli 
Il 28 febbraio del 1990 Claudio Martelli firma la legge nr. 39. Una legge rivoluzionaria! 
- L’articolo 13 demolisce tutte le norme del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza (18 giugno 1931) in materia di controllo sugli stranieri, rende l’espulsione estremamente difficile, consentendo perfino il ricorso ai tribunali amministrativi. 
- L’articolo 9, comma 2 dispone che l’extracomunitario privo di documenti, possa “regolarizzare” la sua posizione sulla base di una attestazione della sua identità resa da due persone incensurate.

Articolo 9 - Comma 2. Gli interessati sono tenuti a presentarsi agli appositi uffici delle questure o dei commissariati di pubblica sicurezza territorialmente competenti, muniti di passaporto o di altro documento equipollente o, in mancanza, di dichiarazione resa al comune di dimora abituale dall'interessato e della contestuale attestazione dell'identità personale dello straniero, resa da due persone incensurate, aventi la cittadinanza italiana ovvero appartenenti allo stesso Stato dell'interessato o, se apolide, allo Stato di ultima residenza abituale dell'interessato e regolarmente soggiornanti in Italia da almeno un anno…

- L’articolo 10 prevede la concessione di licenze di commercio agli immigrati a condizioni agevolate rispetto a quelle richieste per gli italiani.


Cui Prodest? 

Rileggendo con attenzione le date, si evince chiaramente che fin dagli anni ‘80 sono state votate leggi permissive ad hoc - in merito all’immigrazione - che avrebbero pian piano portato alla situazione odierna. Semplice coincidenza o fredda programmazione? 
E poi, come formulare previsioni del genere se si trattava di un fenomeno spontaneo? 

Gli articoli pubblicati dai giornali nazionali non lasciano spazio a dubbi: qualcuno era a conoscenza per tempo dell’”invasione” clandestina che ci sarebbe stata. Perché allora non state messe in atto strategie politico-economiche per impedirla? 
Chi ha interesse che milioni di poveri disperati si riversassero nelle città europee creando instabilità sociale? E soprattutto chi ha il potere di attuare un simile e perverso programma?


La longa mano dell’Alta Finanza Internazionale 

Tutti i paesi del Terzo Mondo sono soffocati dai debiti: è un dato di fatto! 
Ma debito nei confronti di chi? Ovviamente delle grandi istituzioni bancarie occidentali, come per esempio il Fondo Monetario Internazionale, per dirne uno. 
Questo Fondo, nato a Bretton Woods (USA) nel 1944 con lo scopo ufficiale di favorire lo sviluppo dei paesi poveri, si è rivelato nel corso degli anni invece per quello che realmente è: lo strumento principe nelle mani della Sinarchia, dal greco Syn (assieme) e Arché (comando) s’intendono quel gruppo elitario che controllano il mondo, per indebitare sempre più i paesi che ne chiedono l’aiuto e/o che ne accettano la sottoscrizione. Il tutto per avere il controllo globale. 

Quando infatti uno stato o un paese non riesce a pagare i propri debiti alle banche, interviene immediatamente il FMI (per salvare le banche ovviamente), il quale costringe i governanti, siano essi dittatori o meno, ad una politica basata su privatizzazioni, riduzioni degli sprechi (sanità, istruzione, terziario, ecc.) e svalutazione monetaria (per favorire le esportazioni di noi occidentali). Tali politiche finiscono per indebitare sempre più lo stato o il paese. Chi entra nel Fondo Monetario, difficilmente ne esce. 
Le conseguenze finali di queste operazioni di strozzinaggio legalizzato sono, nei paesi industrializzati: inflazione, disoccupazione, crisi economiche; mentre nei paesi più degradati: fame, guerre ed…emigrazione!


Conclusioni 

L’immigrazione clandestina dai paesi africani è per tanto la conseguenza di politiche economiche e finanziarie mafiose da parte degli organi sopranazionali (ONU, FMI, WTO, Banca Mondiale, ecc.), ma anche la conseguenza di politiche colonialistiche europee (vedi Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda, Italia, ecc.) che hanno privato i cittadini delle risorse primarie (l’Africa avrebbe tutto: oro, diamanti, petrolio, rame, ecc.) lasciando il continente devastato e impoverito. 

Detto questo però si può affermare che l’immigrazione è stata agevolata e assolutamente non impedita perché funzionale! Ma funzionale per chi? 

- A mafia e malavita organizzata che vedono nell’economica manovalanza extracomunitaria una manna dal cielo: sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga, mercato di organi, killer usa e getta, ecc. 

- Alle associazioni caritatevoli che ricevono proprio per l’immigrazione fondi e sovvenzioni dal governo (voci di corridoio dicono che un noto gruppo italiano dedito alla carità, “ordina” per telefono una imbarcazione o un canotto pieni di disperati, quando ha bisogno di quattrini…). Sono solo voci, ovviamente! 

- Per ultimo, ma non per importanza, l’immigrazione clandestina è funzionale a quei personaggi che vogliono fomentare una destabilizzazione della società per meglio controllarne le masse. Mi riferisco alla massoneria deviata e alle lobbies di potere! 
E’ risaputo che quanto più una società è tenuta sotto una campana costante di paura che viene alimentata quotidianamente da violenze gratuite, terrorismo, sciaccallaggio, rapine, stupri, ecc., tanto più le persone che appartengono a questa società sono manipolabili e controllabili. 

Il terrorismo islamico, il Male per antonomasia, in tutto questo s’inserisce alla perfezione. 
Il panico che i kamikaze e le loro bombe stanno veicolando - grazie ai media compiacenti - viene sfruttato dai medesimi personaggi per far passare leggi restrittive sempre più severe, guarda caso, nei confronti delle libertà civili delle persone normali. Queste leggi mirate, sono leggi che limiteranno le nostre libertà o quelle dei veri terroristi? 
Anche in questo caso è applicabile, come sempre, la legge aurea del controllo: Problema – Reazione – Soluzione. 

Prima hanno creato il Problema: apertura delle frontiere, leggi e decreti che favorivano l’immigrazione, anche clandestina. La Reazione è sotto gli occhi e le orecchie di tutti: basta chiedere in giro cosa pensa la gente dei marocchini, islamici, Vu comprà, albanesi, della droga e della prostituzione, ecc. Per non parlare dei kamikaze…

La Soluzione per tutto questo? Semplice: telecamere ovunque, controllo totale di internet, della posta elettronica, dei messaggi SMS, delle telefonate, dei fax, dei vostri soldi. Prelievo coatto (cioè con la forza) della saliva (se siete onesti di cosa vi preoccupate?) che sarà archiviata nella centrale mondiale del DNA a Bruxelles. Fermo di polizia fino a 24 ore senza avvocato, maggiori poteri all’esercito, ecc. ecc.

Avete capito dove vogliono arrivare?

Traggo dall'ottimo articolo (che consiglio leggere integralmente)  IL CAPITALE, L'IMMIGRAZIONE E IL SUICIDIO A SINISTRA di Emiliano Brancaccio, questa considerazione essenziale:

Qualcuno avrà forse notato che nel ragionamento suddetto non vi è spazio per alcuni tipici luoghi comuni della politica corrente, come quelli secondo cui «l’immigrazione è indispensabile alla nostra economia» oppure «gli immigrati, in quanto giovani, sono gli unici in grado di evitare il collasso del nostro sistema previdenziale». Queste affermazioni trovano il loro appiglio nei teoremi della economia neoclassica dominante, dai quali scaturisce il fantasioso convincimento secondo il quale la disoccupazione non esiste, e quindi l’immigrato contribuisce automaticamente alla crescita del prodotto sociale. Per quanto costituisca tuttora uno degli alibi preferiti da parte dei policymakers europei, questa tesi è priva di fondamento, è smentita dai dati empirici e dai fatti storici. Né vale la tesi della teoria mainstream più recente, secondo cui i mercati del lavoro sarebbero segmentati, per cui il lavoro svolto dagli immigrati sarebbe complementare e non si sostituirebbe mai a quello dei nativi. La verità è che in condizioni di libera circolazione dei capitali – e di relativo smantellamento della produzione pubblica – non è certo la volontà dei singoli ma è il meccanismo di riproduzione capitalistica, con la sua instabilità e le sue crisi, che decide della distribuzione, della composizione e del livello della produzione e dell’occupazione. In un simile contesto l’immigrato non costituisce di per sé un fattore di crescita della ricchezza. Piuttosto, è la dinamica capitalistica a determinare il suo destino, ossia il suo impiego in aggiunta oppure in sostituzione – e quindi in competizione – con i lavoratori nativi.

Lampedusa e l’inefficienza delle politiche UE
L’orrore per i morti di Lampedusa ha sconvolto l’intero continente. Dopo l’immancabile condanna di Strasburgo...
DI LUDOVICA COLETTA 

L’orrore per i morti di Lampedusa ha sconvolto l’intero continente. Dopo l’immancabile condanna di Strasburgo alle politiche migratorie italiane, mercoledì il presidente della Commissione Europea Barroso si recherà di persona nell’isola siciliana per verificare la situazione. Era necessario che morissero oltre duecento persone affinché l’Europa aprisse gli occhi di fronte a un simile problema? In un momento in cui da più parti giungono critiche all’attuale legislazione italiana in materia d’immigrazione (la legge Bossi-Fini, n. 189/2002), è  necessario considerare anche il ruolo dell’Europa. Un’Europa che appare sempre più spesso pronta a giudicare ex post che a intervenire concretamente, agendo in controtendenza con l’immagine di stretta unione che continua a ostentare.

Secondo il diritto internazionale, in particolare secondo il Protocollo ONU contro il traffico di migranti via terra, via mare e via aerea del 2000, il traffico di migranti si configura come “il procurare l’ingresso illegale di una persona in uno Stato Parte di cui la persona non è cittadina o residente permanente, al fine di ottenere, direttamente o indirettamente, un vantaggio finanziario o materiale”. In questo senso il traffico di migranti differisce dalla tratta di esseri umani (intesa dal Protocollo ONU sulla prevenzione, soppressione e punizione della tratta di esseri umani del 2000 come “il reclutamento, trasporto, trasferimento, l’ospitare o accogliere persone, tramite l’impiego o la minaccia di impiego della forza o di altre forme di coercizione, di rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità o tramite il dare o ricevere somme di denaro o altri vantaggi per ottenere il consenso di una persona che ha autorità su un’altra a scopo di sfruttamento”), in quanto nel primo caso vi è il consenso dei migranti che partecipano volontariamente al loro ingresso illegale nel paese di destinazione.

Dal punto di vista dell’Unione Europea, il 26 ottobre 2004, con regolamento del Consiglio Europeo 2007/2004, è stato istituito il Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea. Operativa dal 2005, ha il compito di  promuovere una gestione comune del controllo delle coste europee e di coordinare in tal senso il lavoro delle diverse autorità nazionali. Nella pratica, l’agenzia coadiuva gli stati membri nel reclutamento del personale in servizio presso le frontiere esterne, svolge attività d’intelligence pianificando rischi e strategie d’intervento e ha condotto diverse missioni in cui, tra le altre cose, ha assistito gli stati membri nelle operazioni di rimpatrio e nel pattugliamento dei loro mari.

Nonostante sia stato raggiunto qualche risultato positivo, il Frontex ha ricevuto in tempi recenti numerose critiche, dovute al fatto che la stragrande maggioranza del budget di cui dispone sia stato impiegato per finanziare la struttura amministrativa e non le missioni operative. In altre parole, l’Agenzia sembrerebbe soffrire dello stesso male che colpisce molte delle organizzazioni internazionali e agenzie specializzate esistenti: il divario fra la fase normativa-decisionale e quella operativa. Se è facile formalizzare in una risoluzione o regolamento le procedure da attuare per la gestione di una crisi, è ben più complicato metterle in pratica. La principale ragione di una simile inefficacia è da ricercarsi nell’inerzia di alcuni stati membri, spesso restii a impiegare propri mezzi e risorse in affari che non li riguardano direttamente. Ecco spiegato perché l’Italia viene puntualmente lasciata da sola a gestire emergenze come quelle che ogni anno affliggono l’isola di Lampedusa. Ed ecco perché l’Unione Europea e i singoli stati membri dovrebbero preoccuparsi di correggere le inefficienze del Frontex invece di limitarsi a criticare la validità della legge Bossi-Fini. 

A proposito di emergenze vere ma negate (immigrazione) ed emergenze finte ma rese tali sempre dalla grancassa del pensiero unico, si rivela esiziale questo dato sull'emergenza carceri tratto dall'articolo che consiglio di leggere integralmente Italia, il paese delle carceri fantasma:

L’associazione, nel 2011, indicò una quarantina di strutture. Spesso ultimate, a volte anche arredate, ma non utilizzate e in stato di totale abbandono. 

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