mercoledì 16 ottobre 2013

Si pone il sigillo "del segreto di stato" sulla storia. O meglio, su un particolare periodo storico riguardante la seconda guerra mondiale, i fatti non potranno più essere sottoposti ad indagine dagli storici. Lo sentenzia la legge. La verità "ufficiale" la decreta il governo, blindandola. La deve proteggere, da cosa? Se la storia di quel periodo non ha più misteri da svelare, o dubbi da dissipare, perché non si può indagare liberamente? Il dubbio che qualcuno, o gruppi di potere, abbia (ed abbiano) qualcosa da nascondere si trasforma in certezza. E' curioso come certi paladini contro la censura, contro le leggi-bavaglio siano tra i promotori della "messa in sicurezza" sui fatti storici relativi alla seconda guerra mondiale.

Odifreddi, rispondendo ad un commento ha esternato che ciò che sa sulle camere a gas è quanto emerge ed arriva dal ministero della propaganda americano. Quindi non proprio una parte neutrale ed è già stato tacciato di essere un revisionista (in modo sibillino). Domani sicuramente si scuserà, costretto spintaneamente a redimersi onde evitare di trovarsi disoccupato e messo alla berlina dal "regime democratico".

Perfino i 5 STELLE hanno dato il proprio assenso (ma era nel programma?) all'introduzione del reato (si può disobbedire ad un'ordine dal capo dello stato?) di negazionismo, ma seguendo l'iter parlamentare. Tanto è bastato al Pd per tacciarli di negazionismo.

Insomma, tutti a favore della SANTA INQUISIZIONE, come vedete basta il "sospetto" per essere condannati.

Per SEL e Pd sono negazionisti.

 

Barbara

La libertà è libertà di tutti, o non è

Leggo sul Corriere di oggi che la Commissione Giustizia del Senato ha approvato un disegno di legge che rende reato la diffusione delle tesi "negazioniste" sul genocidio ebraico. Trovate qui il testo licenziato per l'aula. Già in passato vi erano stati tentativi in questo senso, respinti per l'opposizione della comunità degli storici. Trovate qui un appello diffuso a suo tempo, in relazione a uno di questi tentativi, e qui invece un mio intervento. Il fatto deprimente di tutta questa vicenda è che veramente c'è poco da dire, e quel poco l'ha già detto benissimo Noam Chomsky, che, parlando delle analoghe leggi in vigore in varie parti d'Europa, commentò anni fa "c'è qualcosa di deprimente e anche di scandaloso nel dover discutere di queste questioni due secoli dopo Voltaire" (su "Le Monde Diplomatique", edizione italiana, settembre 2007). Già. Da più di due secoli, in Occidente, sappiamo che la libertà di opinione è un valore fondante della nostra civiltà, e che "libertà di opinione" vuol dire "libertà di tutte le opinioni". Detto altrimenti, sappiamo che se si cominciano a proibire alcuneopinioni, la strada è aperta all'arbitrio e alla repressione di qualsiasi altra opinione. Lo sappiamo, noi. Non so bene quanti siamo rimasti, a saperlo.
(M.B.)

1 commenti:

  1. Da che pulpito arriva la predica... Quelli come voi non ammetete voci contrarie.

    Se qualcuno non è pienamente e totalmente d'accordo con voi lo definite: "un disinformatore a libro paga" un "idiota" et similia..

    Vedi Straker, Elia Menta, Lannes & tutti gli altri... (compresi i fake al seguito...)

    RispondiElimina