giovedì 3 gennaio 2013


Oltre la retorica di Eataly, il Governo Monti è contro i prodotti locali di Federico Cenci su Agenzia Stampa Italia

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Il “debito pubblico” come il famoso “pollo a testa”: ma si può andare avanti così? di Enrico Galoppini su European Phoenix

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Caso Unipol. “Finalmente” abbiamo un colpevole
La Procura di Milano chiede la condanna ad un anno per Berlusconi per rivelazione di segreto d’ufficio 

michele mendolicchio

Che le inchieste degli ultimi tempi lascino molti dubbi è legato al solito doppiopesismo. Se le tangenti riguardano Penati, ex braccio destro di Bersani, difficilmente si arriva a decifrare la vicenda, anzi praticamente è finita in un binario morto; se l’accusa di concorso in abuso d’ufficio cade su Vendola arriva fatalmente l’assoluzione perché il fatto non sussiste. E molto probabilmente anche il suo ruolo nella vicenda dell’Ilva per nascondere la polvere micidiale sotto il tappeto della città finirà nel nulla; se invece si tratta di partiti e uomini vicini a Berlusconi allora tutto assume un’altra connotazione. Basti pensare anche alla vicenda vergognosa degli abusi alla Regione Lombardia. Casi di grave immoralità che vedono coinvolti parecchi consiglieri regionali del Pdl e soprattutto della Lega. Maroni come lo stesso Berlusconi dovrebbero far piazza pulita. Ma quello che si nota è la totale assenza di consiglieri del Pd, dell’Idv e di Sel nel registro degli indagati. Possibile mai che siano tutti moralmente al di sopra di sospetto. Possibile mai che non abbiano fatto spese ingiustificabili come attività politica? I ladri non fanno parte di un solo recinto, come le vicende Maruccio e Penati confermano. Solo che guarda caso si tende a enfatizzare solo quelle di una certa parte politica.  
Ma veniamo alla nuova tegola giudiziaria caduta sulla testa del Cavaliere. Il caso Unipol ovvero quello che vide protagonisti Fassino e D’Alema. “Finalmente abbiamo una banca”, esclamò Fassino alla notizia della scalata di Bnl da parte di Unipol. Dall’altro capo del filo c’era Consorte, allora presidente di Unipol sempre vicino al Pci-Pds-Ds-Pd. Tutto ruota sul file della telefonata intercettata pubblicata sul Giornale nel dicembre del 2005. L’accusa nei confronti del Berlusca è di rivelazione di atti secretati. E per questo il pm ne ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione. Mentre per il fratello Paolo, allora editore del quotidiano di famiglia, è stata richiesta una pena maggiore: 3 anni per il reato di ricettazione e rivelazione di segreto d’ufficio.  
Secondo l’accusa a Berlusconi gli fu venduto il file dell’intercettazione e invece di denunciarne il contenuto lo fece pubblicare sul Giornale per convenienza di lotta politica. 
Logicamente la richiesta di condanna cade ancora una volta a ridosso del voto. E per questo alcuni settori della magistratura vengono visti come un arbitro di parte. La giustizia ad orologeria non fa un buon servizio al Paese. Se Berlusconi ha commesso reati va condannato ma è altrettanto vero che bisogna usare lo stesso metro di giudizio quando si tratta di personaggi della sponda politically correct. Altrimenti la giustizia non è credibile. Di rivelazione di segreti d’ufficio ce n’è a iosa ma guarda caso nessuno viene condannato e nemmeno si spreca più tempo in queste inchieste. Ma quando il personaggio è Berlusconi o un berlusconiano allora il reato diventa una cosa seria. La cosa paradossale è che la Procura di Milano in un primo tempo aveva chiesto per il Berlusca l’archiviazione, ora invece ne chiede la condanna. 
Fassino invece ha chiesto un milione di euro come risarcimento. Forse dovrebbero essere gli italiani a chiedere i danni a tutti, compresi i detentori della cosiddetta superiorità morale per nulla dissimili dagli altri. La sentenza è attesa prima del voto, tanto per non smentire l’uso della giustizia come clava.
21 Dicembre 2012  Rinascita



In Bolivia la Legge quadro della Madre Terra


La Bolivia ha promulgato nell’ottobre 2012 la “Legge quadro della Madre Terra e dello sviluppo integrale per il vivir bien”.

La Legge definisce la Madre Terra come “… il sistema vivente dinamico formato da una comunità indivisibile di tutti i sistemi di vita e gli esseri viventi che sono interconnessi, interdipendenti e complementari, che condividono un destino comune, aggiungendo che ” la Madre Terra è considerata sacra..”.  In questo approccio gli esseri umani e le loro comunità sono considerati una parte della Madre Terra, per essere integrati in sistemi di vita definiti come “… comunità complesse e dinamiche di piante, animali, microrganismi e altri esseri nel loro ambiente, in cui le comunità umane e il resto della natura interagiscono come una unità funzionale, sotto l’influenza di fattori climatici, fisiografici e geologici, nonché delle pratiche produttive e della diversità culturale dei boliviani…”.

Tale asserzione può essere vista come una definizione degli ecosistemi più inclusiva, in quanto vi è compresa esplicitamente la dimensione sociale, culturale ed economica delle comunità umane.

La Legge si ricollega ai già sanciti sette diritti specifici di Madre Terra e dei suoi sistemi di vita costitutivi, comprese le comunità umane :
Per la vita: è il diritto al mantenimento dell’integrità dei sistemi di vita e dei processi naturali che li sostengono, così come le capacità e le condizioni per il loro rinnovo;
Per la diversità della vita: è il diritto alla conservazione della differenziazione e della varietà degli esseri che compongono la Madre Terra, senza essere geneticamente modificati, né modificati artificialmente nella loro struttura, in modo tale che non sia minacciata la loro esistenza, il funzionamento e il futuro potenziale;
Per l’acqua: è il diritto alla conservazione della qualità e alla composizione delle acque per sostenere i sistemi di vita e proteggerli contro la contaminazione;
Per l’aria: è il diritto al mantenimento della qualità e della composizione dell’aria per sostenere sistemi di vita e proteggerli contro la contaminazione;
Per l’equilibrio: è il diritto al mantenimento o al ripristino della interrelazione, dell’interdipendenza e della capacità di integrare le funzionalità dei componenti della Madre Terra in modo equilibrato, per il proseguimento dei suoi cicli e il rinnovamento dei processi vitali
Per il ripristino: E’ il diritto al ripristino efficace e opportuno dei sistemi di vita compromessi a causa delle attività umane dirette o indirette
Vivere senza contaminazione: è il diritto alla conservazione della Madre Terra e dei suoi componenti per quanto riguarda i rifiuti tossici e radioattivi prodotti dalle attività umane
Ma soprattutto la Legge stabilisce il carattere giuridico della Madre Terra come “soggetto collettivo di interesse pubblico”, per garantire l’esercizio e la tutela dei suoi diritti. Dotando Madre Terra di personalità giuridica, essa può, attraverso i suoi rappresentanti (gli esseri umani), intraprendere un ricorso per difendere i suoi diritti.
Sul piano attuativo vengono creati strumenti ad hoc come il “Consiglio Plurinazionale per il Vivir bien in armonia e in equilibrio con la Madre Terra”, che dovrà elaborare le politiche ed i programmi di attuazione di questa Legge Quadro, e come un fondo per finanziare attività volte all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Questa Legge sposta quindi la visione del mondo da una concezione antropocentrica ad una olistica, che attribuisce alla Natura e agli esseri umani pari diritti. Dire che la Madre Terra è di interesse pubblico costituisce infatti la transizione verso la prospettiva di una Terra basata sulla comunità di tutti i viventi.


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