martedì 8 gennaio 2013


NEW YORK – Il titolo del rapporto stilato dall’ FBI è “Potential Criminal Activity Alert” , e mostra come l’intero movimento sia stato, fin dalla nascita, spiato, infiltrato e minacciato, utilizzando una tecnica simile usata contro le Pantere Nere negli anni ’70.
Ciò che colpisce è che il primo documento del fascicolo è datato 15 settembre 2011, vale a dire due giorni prima dell’inizio delle proteste, e prevede accuratamente i contenuti della protesta: “Desiderano mimare l’onda di protesta avvenuta nel mondo arabo”. Successivamente l’FBI fa circolare false informazioni per delegittimare il movimento, e il giornale canadese “Adbusters”, a cui viene dato il ruolo di ideatore della protesta, viene indicato e definito come “gruppo americano anarchico rivoluzionario”. I manifestanti vengono
associati a un gruppo di nazionalisti della “Nazione Ariana” e agli hacker, definiti “terroristi interni” ai Anonymous.

L’FBi considerò dunque da subito il movimento come una pubblica minaccia alla sicurezza interna, e questa è la motivazione per cui da subito venne attivato un circuito di polizia e intelligence definito “Anti-Occupy”, in cui erano incluse numerose task force anti terrorismo, molte della quali sconosciute. Per avere anche i necessari fondi affinchè potessero essere attivati questi “servizi”, nei documenti si parla di numerosi incontri con Bank of America, Goldman Sachs e JP Morgan, che sarebbero stati dunque i finanziatori, almeno in parte di tale opera. Insomma, servizi di polizia e intelligence al soldo delle banche. L’FBi ha comunicato che esistono ulteriori 287 pagine del fascicolo Anti-Occupy che non sono state rese pubbliche. Cos’altro è stato commesso in nome della “pubblica sicurezza” non ci è dato di sapere.

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