venerdì 11 gennaio 2013


Si è risentito nei confronti di chi lo deve aver contestato per l'austerità.
Non si comprende bene con chi se la prenda, il Barroso. Forse con l'Italia dove,  in piena campagna elettorale alcuni partiti criticherebbero il rigore nonostante lo abbiano attuato pedissequamente con la testa china.
Barroso considera  "sleale" accusare la Ue per l'autersity.
Sostiene che con o senza la Ue gli "aggiustamenti" di bilancio devono essere fatti ovunque nel mondo. Riguardo all'Italia incolpa i precedenti governi.
Allora, come mai tali piani di aggiustamento devono essere imposti sia a chi appartiene all'area euro ed anche ai paesi NON membri della Ue? Con quale autorità, legittimità e democraticità? Allora esiste questo governo SPECTRE che domina il mondo, se Barroso
arriva a sostenere ciò.
Quindi oltre all'Italia,  la Grecia, la Spagna, il Portogallo, la Francia, l'Irlanda, l'Islanda e così via sono  tutti paesi amministrati da governi inetti ed incapaci?
Di cosa sono colpevoli? Di avere offerto la sanità ai propri cittadini? Di avere erogato pensioni?
Eccetto Grecia ed Italia, di fornire il diritto alla sopravvivenza tramite il reddito minimo di cittadinanza? Eh sì perché sotto la scure dei cosiddetti "aggiustamenti" sono sempre e solo le spese sociali a finirci, mai le grandi opere inutili o le spese militari O TANTOMENO I SALVATAGGI BANCARI.
Quindi quale entità, al di là della Ue, imporrebbe questo rigore formato standard senza confini nel tempo e nello spazio? 
Sarà colpa della Merkel, o del Silvio come vuole certa strana vulgata? O piuttosto di quel FMI e della Banca Mondiale che già aveva applicato queste ricette assassina-popoli ingrassa-potere finanziario nei paesi latini ed africani facendo tabula rasa di quelle nazioni?

Grazie all'orgoglio latino, quei popoli si sono liberati dal cappio di questi aguzzini criminali. Succederà anche in Europa? 
I governi francesi, spagnoli, portoghesi, irlandesi, italiani sono composti da emeriti deficenti.
Invece, l'efficenza, professionalità, efficacia, capacità e lungimiranza insita nella troika avrebbe  esperito quel "miracolo" che  si può contemplare nel paese ellenico?
E banfano ancora di crescita. Sembra che si affidino più alla creazione di eggregore per materializzare quella crescita che sanno fin troppo bene incompatibile con l'annientamento delle economie reali delle nazioni. O provvedono le banche salvate al prezzo di tale distruzione, a crearla questa crescita?
Sono stati i governi a scegliere coscientemente e liberamente di sacrificare sull'altare del Mes e del Fiscal Compact i propri cittadini o sono stati ricattati dalla troika a mezzo spread?

O il Barroso, è un pò nervosetto per il palese fallimento della ricetta rapina-popoli?
E' inutile che accusi politici o antagonisti vari di criticare la taumaturgica austerità, i numeri sono apartitici e vengono sbattuti in faccia da vari istituti economici, nonché dai rapporti richiesti dalla stessa Commissione Europea che confermano l'avanzata della povertà, vedi qui. Il "consolidamento" fiscale, che serve per ripianare i dissesti finanziari delle banche via MES, altro non è che una politica di taglieggiamento legalizzata ai danni delle persone e delle imprese. Oltre al dissesto economico per il quale, checché ne dica Barroso, possiamo ringraziare questi dotti sapienti (fingiamo che non siano complici del potere finanziario che grazie a loro non conosce alcun limite), lo stesso Corriere riporta, riferendosi a dati Istat e delle vari associazioni consumatori:
Ecco i veri conti delle famiglie
Persi almeno mille euro all'anno

2003-2013, l'effetto carovita e l'erosione dei posti di lavoro. 
E dove sono andati questi mille euri all'anno a famiglia? Se li è presi il politico cattivo?  Se li è intascati "l'evasore"? Fortuna che l'entrata nell'euro avrebbe aperto le porte del paradiso. O del terrorismo fiscale? Bisogna giustificarsi perfino perché si è speso meno per alimenti di quanto dovremmo, prendendo i dati Istat come punto di riferimento. O norma di legge a questo punto? Includono anche le polizze assicurative. Peccato che se ne stipuli una ma perdi il posto di lavoro, NON PUOI RESCINDERE, pena perdere buona parte di quanto versato che, misteriosamente diventa di loro proprietà. Ma non si tratta di appropriazione indebita a quanto pare, bensì di "giusto" risarcimento. Se magari la famiglia ti da una mano, si dovrà emettere una ricevuta intestata a mamma e papà? E pagarci le tasse? Dichiararla nel 740?
C'è crisi. Si perdono posti di lavoro ad un ritmo impressionante. Ma gli unici soggetti di diritto "umano" nella Ue sono le banche, uniche a godere del diritto di essere salvate. Con i soldi di coloro che hanno perso il posto di lavoro, o degli imprenditori che si "suicidano" per dispetto, per sfuggire al fisco. Ma le aziende no. Loro EVADONO, non c'è recessione o crisi per loro. Sono parassite perché "rubano" soldi allo stato. E' l'impressione che ne ricavo quando leggo eventi allucinanti come quello accaduto alla SINTEA PLUSTEK. Il Corriere definisce il titolare "l'imprenditore che evade il fisco". Nei dettagli, si legge però  che NON ERA STATO PAGATO per le forniture alle Asl. Stranamente, la magistratura ha ripristinato quel buon senso che ancora nel 2013 manca al resto della normativa quella che esige che si paghi l'Iva su fatture NON INCASSATE. Sotto accusa non finiscono le Asl, quindi lo stato, ma l'imprenditore, evasore a prescindere. Ma nel caso in cui le imprese non abbiano tra i clienti enti pubblici, ma privati? Se non riescono ad essere pagate per il lavoro prestato o per i beni venduti, perché se non pagano quel 75% di pressione fiscale sono delinquenti? E se, come presumibile, le piccole imprese o liberi professionisti non possono permettersi una causa come quella della Sintea che succede? E' facile intuire il tragico epilogo, sia per i titolari che per i dipendenti.


Invece di cominciare a fare un bel mea culpa per i suicidi di massa di cui sono mandanti, per famiglie sbattute in mezzo alla strada, per le persone che moriranno di freddo perché non potranno permettersi di riscaldarsi o costrette a sospendere l'assunzione di medicine diventate ormai un lusso, Junker pensa ad un salario minimo in Ue.
Certo, e di che entità? Uguale per tutti? Vorremmo imporre salari greci ai tedeschi? Tanto se poi si rifiutano passano loro da cattivi della situazioni, venendo tacciati di scarsa solidarietà. O davvero pensiamo che il minimo salariale tedesco venga assicurato in Spagna, Portogallo ed a tutti i 17 paesi membri? E che tipo di salario, vincolato al lavoro? Perché se è così, il problema è di tutt'altro genere. Il lavoro, grazie anche ai loro "salvataggi", alla globalizzazione ed al dumping fiscale e sociale, si sta dissolvendo nella Ue. 
E che credibilità ha tale proposta, quando lo stesso Junker manda un messaggio alquanto inquetante
Barbara


IN IRLANDA PER LA PRESIDENZA DI TURNO. «EMERGENZA FINITA SENZA APOCALISSE DELL'EUROZONA»
Barroso: «Sleale accusare la Ue per l'austerity»
Il presidente della Commissione europea: «Le difficoltà dell'Italia? Derivano dai debiti eccessivi fatti dai governi precedenti»

«Il tempo delle decisioni d'emergenza dovrebbe essere finito. Lo scenario apocalittico di una rottura dell'Eurozona non si è avverato», ha detto Josè Manuel Barroso nella conferenza stampa con Enda Kelly, premier dell'Irlanda che nei prossimi sei mesi avrà la presidenza di turno della Ue. Per il presidente della Commissione europea «non è però tempo per compiacersi» e la priorità deve ora essere la crescita, «E per questa è necessario «completare l'aggiustamento del settore finanziario, perseguire il consolidamento fiscale e mettere in atto le riforme economiche per la competitività e fare investimenti mirati».

GOVERNI IRRESPONSABILI - E rispondendo a una domanda sull'Italia, Barroso ha definito «sleali» le accuse alla Ue davanti all'opinione pubblica per l'austerity. «Le difficoltà vengono dal debito eccessivo fatto dai governi precedenti» e, ha aggiunto Barroso, «per l'irresponsabilità» dei supervisori nazionali. Le misure di austerity, ha poi sottolineato, «ci sarebbero con o senza l'euro, con o senza l'Unione europea». Gli aggiustamenti di bilancio, ha continuato, «devono essere fatti nel Regno Unito che non è nell'euro, così come in Islanda che non è neppure nella Ue».

«SLEALE» - «C'è il mito che la Ue impone politiche dure, ma non è vero» ha continuato il presidente, affermando di essere consapevole che «molti» portano questa posizione all'opinione pubblica. «Ma questo è sleale», ha affermato argomentando che la riduzione degli squilibri di bilancio è «necessaria per riconquistare la fiducia», indispensabile per recuperare gli investimenti «senza i quali non si può avere crescita».

Redazione online

Economia mondiale 2013: Illusioni e realtà

Quando si scriverà la storia economica dell'ultimo periodo, può anche darsi che l'anno 2012 sarà considerato  importante quasi quanto il 2008.


Il crollo della Lehman Brothers quattro anni e mezzo fa, è stato la scintilla che ha messo in moto il crollo del sistema capitalistico mondiale. Ma l'anno scorso ha lasciato il segno. Ha visto la distruzione di una serie di finzioni assiduamente promosse dai portavoce delle élite al potere in seguito alla scoppio della crisi finanziaria globale.



Prima di tutto, ha portato allo scoperto la tesi secondo cui l'economia mondiale si sarebbe in qualche modo raddrizzata attraverso le operazioni del ciclo economico, e che la "magia del mercato" sarebbe venuta in soccorso. Ma proprio nel quinto anno della crisi globale, il sistema finanziario è stato sostenuto solo dalle attività delle principali banche centrali del mondo, che stanno fornendo centinaia di miliardi di dollari alle grandi banche e agli istituti finanziari attraverso varie forme di "quantitative easing" - un eufemismo per indicare la stampa di banconote.



Lungi dal creare le condizioni per il "recupero", tuttavia, tali operazioni stanno semplicemente finanziando l'accumulo di profitti attraverso la speculazione, la stessa cosa che ha portato al crollo del 2008, e ponendo le basi per un altro collasso.



Scrivendo sull'edizione di Lunedì del Financial Times, Mohamed El-Erian, amministratore delegato e co-direttore responsabile per gli investimenti del gigante operatore di titoli Pimco, ha osservato che "molte categorie di asset hanno prezzi fortemente manipolati a causa di attività bancarie sperimentali, concrete e segnalate, "e che" questa situazione ricorda quella del 2006-07."



Gli ultimi 12 mesi hanno messo fine all'illusione che, dopo un periodo di turbolenze finanziarie, il "recupero" sarebbe stato proprio dietro l'angolo. Tutti i dati dell'economia mondiale puntano al continuo calo della crescita o recessione in tutti i principali paesi.



Nella loro relazione sull'economia mondiale pubblicata il mese scorso, le Nazioni Unite hanno sottolineato che vi sono "debolezze nelle principali economie sviluppate" alla base dei continui "guai economici globali", e che la maggior parte di queste economie, in particolare in Europa, stanno "precipitando in una spirale verso il basso" con elevata disoccupazione, riduzione dei consumi, continuo rischio bancario, inasprimento fiscale e rallentamento della crescita" che si alimentano l'un l'altro in un circolo vizioso." I rapporti di tutte le altre principali istituzioni finanziarie internazionali mettono in rilievo gli stessi processi.



Secondo le Nazioni Unite, l'area dell'euro dovrebbe crescere solo dello 0,3 per cento nel 2013 e solo dell'1,4 per cento nel 2014, dopo una contrazione dello 0,5 per cento nel 2012. Per gli Stati Uniti è previsto l'abbassamento del tasso di crescita all'1,7 per cento nel 2013, dopo aver raggiunto appena il 2,1 per cento, ben al di sotto del livello sperimentato durante qualunque altro "recupero" nel periodo post guerra mondiale. Il Giappone, che ha registrato un trimestre di contrazione, è destinato a crescere solo dello 0,6 per cento nel 2013, dopo una crescita dell'1,5 per cento nel 2012.



Il rapporto delle Nazioni Unite ha anche sottolineato i dati relativi al commercio che evidenziano i processi che sono alla base della contrazione dell'economia mondiale. Il commercio mondiale è diminuito del 10 per cento nel 2009, ma poi è rimbalzato in maniera significativa nel 2010. Tuttavia nel 2011, la crescita delle esportazioni ha cominciato a rallentare e poi ha subito un forte rallentamento nel 2012, "principalmente a causa del calo della domanda di importazioni in Europa ... e della scarsa domanda aggregata negli Stati Uniti e in Giappone."



L'economia britannica quest'anno è destinata a muoversi verso una recessione a "triplo minimo", dopo che l'attività nel settore dei servizi, che compromette circa il 75 per cento dell'economia britannica, ha subito un forte calo nel mese di dicembre.



La produzione alla base dell'economia tedesca si avvia lungo la stessa strada. Secondo l'ultimo rapporto pubblicato dall'Istituto per l'economia mondiale di Kiel, la Germania si trova ora di fronte ad un "pronunciato rallentamento economico" dopo aver sperimentato una "decelerazione della crescita" per tutto il 2012. Si prevede che la produzione globale diminuirà dell'1,2 per cento nel quarto trimestre a causa delle "esportazioni lente" e di una "riduzione significativa della spesa per gli investimenti delle imprese."



Gli eventi economici nel 2012 hanno anche portato alla luce la finzione secondo cui, nonostante la stagnazione dei paesi capitalisti avanzati, le economie dei cosiddetti paesi BRIC  potrebbero fornire una nuova base per l'espansione del capitalismo globale. L'affermazione secondo cui i mercati "emergenti" sarebbero in grado di "separarsi" dalle maggiori economie è stata distrutta, la loro dipendenza dai principali mercati è dimostrata dai tassi di crescita in calo.



Lo scorso anno, il tasso di crescita in Cina è sceso dal 10,4 per cento al 7,7 per cento. Il Brasile, dove la crescita è stata del 7,5 per cento nel 2010, ha registrato un tasso di appena l'1,3 per cento nello scorso anno, mentre la crescita in India è scesa dall'8,9 al 5,5 per cento.



Un recente rapporto pubblicato dal McKinsey Global Institute (MGI) rende chiaro che l'economia capitalistica mondiale non sta attraversando una crisi congiunturale, ma un crollo analogo a quello che ebbe inizio nel 1914 e continuò nei successivi tre decenni. Questa analisi, che è stato anticipata dal World Socialist Web Site più di quattro anni fa, è in fase di conferma nei fatti e nelle cifre.



Il rapporto McKinsey ha scoperto che alla base della recessione in Europa c'è stato un crollo degli investimenti privati. Tra il 2007 e il 2011, gli investimenti privati ??nei 27 Stati membri dell'Unione europea sono diminuiti di oltre 350 miliardi di Euro, "un calo superiore a qualsiasi precedente calo in termini assoluti." Si è trattato di più di 20 volte il calo dei consumi privati ??e quattro volte il calo del prodotto interno lordo.



L'investimento privato è ora 15 per cento in meno rispetto al 2007, questo significa che alle aziende non sarà possibile produrre, tra il 2009 e il 2020, i circa 543 miliardi di Euro di fatturato che avrebbero avuto in altre circostanze. Il rapporto MGI ha sottolineato che le imprese europee avevano liquidità in eccesso per 750 miliardi di euro per i quali non riuscivano a trovare sbocchi redditizi. L'accumulo di cash points insieme ad una rottura nella dinamica di base della produzione capitalistica, in cui gli investimenti portano all'accumulo del profitto, che si traduce poi in ulteriori investimenti ed espansione economica.



Lo stesso processo è in corso per l'economia degli Stati Uniti, dove le aziende stanno accumulando denaro, mentre i profitti vengono sempre più creati attraverso la speculazione sui mercati finanziari.



La logica oggettiva del sistema del profitto è la forza trainante dietro i programmi di austerità che le classi dirigenti stanno realizzando negli Stati Uniti, in Europa e in tutto il mondo. Stanno cercando di risolvere la crisi attraverso l'impoverimento della classe operaia, riducendo le sue condizioni a quelle del 1930 e anche peggio.



La classe operaia internazionale deve rispondere con una sua strategia indipendente basata sul rovesciamento del corrotto sistema del profitto e l'instaurazione del socialismo. Il peggior errore che si potrebbe fare è quello di credere che le mezze misure basteranno o che l'economia capitalistica finirà col raddrizzarsi. Gli eventi del 2012 hanno mandato in frantumi l'illusione e posto le basi per importanti lotte sociali nel prossimo anno.



Nick Beams



Fonte: Global Research 8 Gennaio 2012 

Traduzione: Anna Moffa per I lupi di Einstein


La tecnocrazia europea ora teme una rivolta diffusa

Juncker (Eurogruppo) propone un salario minimo garantito in tutta l’area dell’Euro e ammette che la moneta unica non ha diminuito gli squilibri sociali 

Filippo Ghira

I governi e i tecnocrati dell’Unione europea si stanno finalmente rendendo conto in quale situazione di degrado senza ritorno hanno ridotto i cittadini con l’adozione di  politiche ultra-liberiste volute e imposte dall’Alta Finanza internazionale e dalle multinazionali che per guadagnare sempre più alti profitti hanno bisogno di un grande mercato globale nel quale valga la legge della giungla e all’interno del quale il lavoro sia un fattore produttivo come gli altri (merci, materie prime, prodotti finiti e capitali) e che come tale si possa spostare e ricollocare a piacimento.
Le rivolte di piazza ad Atene e Salonicco con l’assalto ai Palazzi del governo e alle sedi delle banche hanno ben evidenziato quale sia la rabbia sociale che serpeggia tra i cittadini. Perdere il lavoro e vedere bruciati i propri risparmi viene infatti sentita come una ipotesi molto spiacevole ma che può essere messa in preventivo. Ma vedersi tassata a dismisura la propria casa, la tana in cui si vive, rischiare di perderla, e vedere che quei soldi vengono utilizzati per ricapitalizzare le stesse banche responsabili delle speculazioni finanziarie, come è successo in Italia con una autentica legge porcata quale è quella sull’Imu, è un fatto di una gravità inaudita.
Una realtà di cui si è resa conto pure la canaglia liberista al potere a Bruxelles annidata negli uffici della Commissione europea e dell’Eurogruppo. Si avverte insomma che il Mercato (Libero ovviamente) non rappresenta la medicina per risolvere la crisi ma semmai la sta aggravando considerato che la crisi ha comportato un trasferimento di ricchezza dai cittadini alle banche.
Così, il lussemburghese Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, ha osservato che la disoccupazione, che nell’Unione ha superato il livello dell’11%, sta schiacciando l’economia europea e che si deve introdurre subito la misura di un salario minimo per tutta l'area euro. Nel corso di una audizione al Parlamento europeo, Juncker ha ammesso che l’euro non ha mantenuto le sue promesse, soprattutto quella di un miglioramento degli squilibri sociali. Appunto. I quali semmai si sono aggravati, ma questo Juncker non lo ha detto. I tempi che viviamo sono difficili, ha continuato, e non si deve dare all'opinione pubblica l'impressione che il peggio sia alle nostre spalle perché ci sono ancora cose da fare molto difficili. Della serie: cari cittadini dovete fare ancora molti sacrifici ma noi forse vi daremo qualcosa per affrontarli meglio. In ogni caso, si è compiaciuto Juncker, la zona euro c'è ancora e la Grecia continua a farne parte. E per salvare l’euro, è necessario trovare i soldi per finanziare il salario minimo di sussistenza. Una idea non nuova ma che non si capisce bene con quali soldi potrà essere realizzata, vista la recessione in corso che ha diminuito ovunque le entrate fiscali (in Italia con l’Imu no) e contributive. A meno che non si voglia innescare una guerra sociale tra nuovi poveri (i disoccupati) e quelli che rischiano di diventarlo dopo che gli è rimasta soltanto la casa, peraltro oberata di tasse e di balzelli vari.



11 Gennaio 2013  Rinascita

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