Chi parla di luce in fondo al tunnel, di segni più davanti al Pil, di Ue come modello DI SUCCESSO e visioni mistiche varie o prende dei potenti allucinogeni o semplicemente, questi erano gli obiettivi prefissati e stanno festeggiando il loro smisurato arricchimento ai danni della stragrande maggioranza delle persone. Il dramma, è che i popoli ancora ascoltano i loro aguzzini. Il 24 settembre ci sarà una manifestazione, forse la prima CONTRO IL VERO POTERE, ossia le banche. Vediamo quanta gente disposta ad aprire gli occhi c'è davvero. Di seguito, svariati articoli riproposti e consigliati per capire la reale entità di questo tunnel (si tratta di una "istantanea") CHE NON AVRA' FINE, almeno per noi 99%.
Barbara
estratto
Ma come!? Non era tutto sotto controllo? I
conti pubblici non erano a posto e non ci sarebbe stato bisogno
di una manovra finanziaria? Lettanipote oggi promette che
non
sforeremo il rapporto deficit/pil del 3% dopo che il commissario
europeo ha sbugiardato Saccomanni sbeffeggiando il suo
ottimismo.
E' la fotografia di una classe dirigente che
ha costruito le sue fortune sul falso in bilancio. A partire dal primo e mastodontico falso in
bilancio fatto con i derivati sottoscritti dal Tesoro
Italiano con a capo Mario Draghi per entrare in Europa (si
aspettano ancora la tanto annunciata trasparenza su quei
numeri), e poi via via con la non contabilizzazione di 80
miliardi di debiti verso i fornitori, la chiusura di tutti e
due gli occhi su Monte dei Paschi, Carige, Banca di Roma,
Unipol Fonsai, Telecom, per arrivare ai continui e ripetuti
annunci menzogneri sui conti pubblici.
ecco perché manca il reddito di cittadinanza, tanto a
parte i 5 stelle non lo chiede nessuno, tantomeno i sindacati.
Ed ecco perché non ci sono soldi per abbassare la pressione
fiscale, perché mai le sanguisughe dovrebbero avere pietà?
Chi salverà i salvatori?
Chi salverà i salvatori?
Che l’Italia sia un paese
fortemente indebitato è noto a tutti (debito pubblico 2.073
miliardi a luglio e un rapporto debito/Pil verso il 130%), ma
che l’Italia sia obbligata in base agli accordi comunitari a
destinare parte dei suoi mezzi ai paesi europei non è
altrettanto conosciuto (si veda anche l’Osservatorio
trimestrale Italia:
economia a metà 2013).
Le azioni che l’Unione Europea ha
messo in campo nel corso del tempo per fornire un salvataggio
ai paesi in difficoltà sono diverse e hanno visto un
coinvolgimento dei membri dell’Eurozona differenziato.
Il primo
intervento che ha visto impegnato il nostro paese è stato
quello di sostegno alla Grecia (Greek Loan Facility); a
partire dal 2010 l’Italia ha disposto un prestito iniziale
di 3,9 miliardi che ha raggiunto nel 2012 la somma di 10
miliardi. Non vi dovrebbero essere ulteriori aggravi per
questi prestiti bilaterali, semmai le incognite riguardano
la restituzione; ma va anche detto
che nel frattempo sono stati predisposti altri programmi che
potrebbero farsi carico di un rinnovo del prestito e
consentire il rimborso.
Dal 2011 infatti è entrato in
funzione l’EFSF, Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria,
sostituito dal giugno 2013 dall’ESM, Meccanismo Europeo di
Stabilità; l’EFSF continuerà comunque la sua attività fino a
quando tutti i prestiti emessi saranno rimborsati.
Dal 2011 al 2013 l’EFSF ha raccolto
98 miliardi mediante emissioni obbligazionarie e ha
distribuito contributi per 162 miliardi a Irlanda, Grecia e
Portogallo. Il programma di supporto per l’Irlanda sarà
completato nel 2013, mentre quello di Grecia e Portogallo
verrà ultimato nel 2014. Una volta completati i programmi,
l’EFSF curerà il rinnovo delle emissioni sino a che tutti gli
stati avranno restituito i finanziamenti concessi.
La quota italiana nell’EFSF è
passata dai 3,1 miliardi di fine 2011, ai 26,9 miliardi del
2012, per raggiungere i 32,7 miliardi a luglio 2013.
Dal 2012 è attivo anche l’ESM,
Meccanismo Europeo di Stabilità, che costituisce lo strumento
permanente dedicato alla risoluzione delle crisi finanziarie
dei paesi dell’Eurozona.
A regime l’ESM avrà una dotazione
di 700 miliardi (la quota iniziale di 250 miliardi è stata
ritenuta insufficiente) che è composta in:
- 80 miliardi versati in proporzione da ciascuno stato.
- 620 miliardi che gli stati sono tenuti “irrevocabilmente e incondizionatamente” a corrispondere in qualsiasi momento dietro richiesta, anche per compensare eventuali perdite sulla somma inizialmente versata.
Gli 80 miliardi hanno iniziato ad
affluire a partire dal 2012, i pagamenti sono suddivisi in 5
tranche da 16 miliardi e si completeranno nel 2014.
L’Italia verserà in totale 14,33
miliardi pari a una quota di partecipazione del 17,9137%, ma
risulta impegnata in modo inderogabile e a semplice richiesta
a contribuire per 125,396 miliardi sull’intero capitale di 700
miliardi. A luglio 2013 il nostro paese aveva già versato 8,6
miliardi, e quindi ne dovrà versare ancora 5,7 per raggiungere
la quota di propria competenza.
Nel Trattato di istituzione
dell’ESM, sottoscritto da tutti i paesi dell’Eurozona, si
possono trovare alcune particolarità:
- L’inserimento di Clausole di azione collettiva per i titoli di Stato di nuova emissione che disciplinano la modifica delle loro caratteristiche dopo il collocamento (si veda l’articolo Effetto sirtaki sui titoli di Stato).
- L’intervento a favore di salvataggi bancari, che possono avvenire solo in presenza di “bail-in”, cioè con la compartecipazione nel risanamento degli investitori e correntisti, salvaguardando i depositi sino a 100mila euro.
L’ESM ha già provveduto a versare
41,3 miliardi alla Spagna, che lo stato ha destinato al
salvataggio bancario aggirando la clausola di “bail-in”, e ha
fornito 3 miliardi a Cipro.
Per concludere, i contributi
italiani a sostegno dei paesi dell’Eurozona hanno raggiunto
nel tempo i 51,3 miliardi e sono ancora ben lungi dal vedere
un termine. La domanda che sorge spontanea è come potrà un
paese dall’equilibrio finanziario precario rispettare un
deficit del 3% rispetto al Pil, il pareggio di bilancio dal
2014 e il rientro dal debito (fiscal compact) dal 2016?
per Bill Gross l'uscita di scena
di Summers è positiva per i mercati e prevede wall street in
salita e il tasso del decennale in forte discesa con dollaro
debole. I futures in america toccano il record...(petrolio
ritraccia a 107).
non sarei sorpreso di vedere una
discesa dei tassi al 2,5%, una salita di wally del 4%-5% e un
dollaro a 1,38-1,40 (VERO DISASTRO PER L'ECONOMIA ITALIANA)
Former Obama aide
Summers withdraws from Fed chairman. Summers non si dice
disponibile per diventare capo della Fed. chiama Obama e gli
da un bel due di picche. Obama e' il presidente americano
peggiore della storia e verra' ricordato come il negro che ha
distrutto gli stati uniti. Durante i suoi mandati il debito
pubblico e' raddoppiato e il numero degli americani senza
lavoro e' a livelli record. (contando quelli che sono fuori
dal mondo del lavoro)
La Fed
detiene carta straccia e il recente rialzo dei tassi ha causato una perdita di 200
miliardi di dollari almeno...al bilancio...
The Fed's balance sheet
liabilities, which are a broad gauge of its lending to the
financial system, stood at $3.6026 trillion SEPTEMBER 2013
The Fed's holdings of Treasuries
rose to $2.012 trillion as of Wednesday, up from $2.001
trillion the previous week.
The Fed's ownership of mortgage bonds guaranteed
by Fannie
Mae (FNMA.OB), Freddie
Mac (FMCC.OB)
and the Government National Mortgage Association (Ginnie Mae)
rose to $1.303 trillion
The Fed's holdings of debt issued
by Fannie
Mae, Freddie
Mac and the Federal Home Loan Bank system
totaled $65.713 billion
LA DURATION MEDIA E' MOLTO ALTA,
QUINDI, VISTO CHE I TASSI SONO SALITI DI CIRCA 1% E' STIMABILE
UNA PERDITA DI 200 MILIARDI..
INTANTO IL DOLLARO SI INDEBOLISCE
METTENDO IN CRISI LE ESPORTAZIONI ITALIANE
ECCO I NOMI DEI NUOVI CANDIDATI
PUTIN (dopo il suo articolo sul Nyt
è il nmenro 1)
TRAPATTONI (per il suo eccezionale
inglese)
BERLUSCONI (cosi' evita la
prigione)
Grazie Italia e
grazie EUROPA dei popoli, certamente non quello italiano e
se Napolitano dice che l'Ue è un modello di sviluppo
preparare bagagli, CI STANNO SFRATTANDO.
Mentre c'è chi, pur avendo sottoscritto il Trattato di Maachstricht, si "ribella" alla dittatura del 3%.
I Paesi Bassi, paladini del tetto al deficit, hanno deciso di non rispettarlo nel 2013
Il giullare Letta ci vuol far credere intanto che non sia già BRUXELLES a scrivere le finanziarie, COME concesso alla tecnocrazia europeide PROPRIO DA LORO CHE SONO I CAMERIERI DEI BANCHIERI.
Per poter redigere una finanziaria in totale libertà, è necessario possedere la sovranità nazionale, cosa che è stata demonizzata al fine di poter far pignorare popoli e nazioni dall'élite della finanza mondiale.
Mentre c'è chi, pur avendo sottoscritto il Trattato di Maachstricht, si "ribella" alla dittatura del 3%.
I Paesi Bassi, paladini del tetto al deficit, hanno deciso di non rispettarlo nel 2013
Il giullare Letta ci vuol far credere intanto che non sia già BRUXELLES a scrivere le finanziarie, COME concesso alla tecnocrazia europeide PROPRIO DA LORO CHE SONO I CAMERIERI DEI BANCHIERI.
Per poter redigere una finanziaria in totale libertà, è necessario possedere la sovranità nazionale, cosa che è stata demonizzata al fine di poter far pignorare popoli e nazioni dall'élite della finanza mondiale.
Fisco, ci
aspettano 3 mesi da incubo. Diluvio di tasse e adempimenti
17 settembre 2013
di MARIETTO CERNEAZ
Manco il passato fosse
stato rose e fiori. Ora, tre mesi da incubo attendono
contribuenti e imprese. Da ottobre a
dicembre li aspetta un ‘diluvio’ di adempimenti fiscali, in
totale 187 pratiche, al ritmo di 2 al giorno, per un valore di
100 miliardi di euro.
Dall’Imu, all’Irpef,
all’Ires, all’Iva fino alla Service Tax (un
travestimento dell’IMu). E’ la Confesercenti a fare il conto,
sottolineando che la mole di scartoffie in questi anni è
cresciuta, dal 2011 se ne sono aggiunte altre 17, oltre agli
obblighi formali. ”Le aziende muoiono di troppa burocrazia e
troppe tasse oltre che di crisi”, è l’allarme lanciato dal
presidente Marco Venturi, aprendo l’annuale appuntamento del
Meeting Confesercenti alla ripresa autunnale.
Per le Pmi il peso delle
tasse è ‘stellare’: ”addirittura al 68,3% (in
alcuni casi si arriva anche oltre l’80%), una pressione
fiscale che fa dello Stato il socio di maggioranza delle
imprese. E’ arrivato il momento di dire basta, non ci stiamo
più – ha detto – negli ultimi 18 mesi 101.000 imprese
commerciali hanno chiuso”. E la ripresa è timida, ancora
lontana. Ma dal suo inizio la crisi ha ‘bruciato’ mezzo
milione di piccole imprese che si somma al 1,5 milioni di
lavoratori dipendenti che non hanno più lavoro. E nel 2014 ci
sarà il picco disoccupazione, ogni famiglia avrà 4mila euro in
meno da spendere e questo produrrà un ulteriore calo dei
consumi per complessivi 60 miliardi. Uno scenario da incubo
rispetto al quale la Confesercenti tira le orecchie alla
politica. ”Basta galleggiare, non sono più sufficienti i
compitini – ha avvertito Venturi – la crisi fa paura e la
politica deve smettere di guardare se stessa, guardi invece ai
problemi reali di famiglie e imprese. Chiediamo che non ci
siano più aziende costrette a chiudere”.
Quante volte abbiamo
sentito imprenditori, cittadini e associazioni di categoria
lamentarsi? Cosa è cambiato? Nulla, se
non il fatto che la pressione fiscale aumenta, la burocrazia
peggiora e l’Italia è sempre più inferno fiscale. Se vi piace
così…
ECCO TUTTI I NUOVI RINCARI
IN VISTA
I prossimi mesi e a
partire dal nuovo anno entreranno in vigore moltissimi rincari
su adempimenti e imposte che andranno a colpire i contribuenti
italiani, soprattutto sul fronte dei consumi. La colpa è
delle ultime manovre attuate dal governo perlopiù mirate alla
cancellazione dell’Imu sulla prima casa. Vediamo nel dettaglio
cosa ci aspetta.
AUMENTO DELL’IVA
La data da segnare è il prossimo 1°
ottobre quando rischia di scattare l’aumento dell’aliquota
ordinaria dal 21% al 22%. Il nodo restano i fondi da trovare e
il governo ha allo studio un provvedimento che farebbbe
slittare nuovamente l’incremento.
Il rincaro colpirebbe, tra l’altro,
abbigliamento, elettrodomestici ed elettronica di consumo,
gran parte degli autoveicoli, servizi legali e professionali.
Un ulteriore rinvio di qualche mese, però, si potrebbe
accompagnare a una revisione – da attuare con la legge di
stabilità – degli attuali “panieri” vale a dire dei beni e dei
servizi a cui si applicano le aliquote agevolate (4% e 10%),
che potrebbe scattare proprio dal 1° gennaio.
TASSA ALCOLICI
La tassa sull’alcool aumenterà le
accise su birra, prodotti intermedi e superalcolici per
recuperare parte delle risorse (448 milioni) a copertura del
decreto scuola. Il tutto in tre fasi: un primo rincaro scatta
il 10 ottobre 2013, un altro il 1° gennaio 2014, il terzo il
1° gennaio 2015. Nel caso della “bionda”, l’imposta cresce da
2,33 a 2,66 euro per ettolitro e grado il 1° ottobre, per
passare poi a 2,70 da inizio 2014. Tenendo conto dell’Iva, che
a sua volta grava sull’accisa, il rialzo è del 33%.
Non va meglio a prodotti alcolici
intermedi e alcool etilico: il prelievo si allarga da 68,51 a
77,53 euro su tutte le bevande con gradazione inferiore ai 22
gradi, vino escluso, e addirittura da 800,01 a 905,51 euro per
ogni ettolitro di etanolo.
COOPERATIVE SOCIALI
Un aumento dell’Iva dal 1° gennaio
2014 è stato già previsto dalla legge di stabilità 2013 per le
cooperative sociali. Le prestazioni sociali fornite da
cooperative sociali e loro consorzi, in esecuzione di
contratti di appalto e di convenzioni in generale, sconteranno
l’Iva del 10 per cento. Aliquota ordinaria, invece, le
prestazioni svolte da cooperative non sociali e non Onlus e
che non abbiano le caratteristiche per rientrare
nell’applicazione delle esenzioni.
AUMENTO IVA EDITORIA
Il decreto sugli eco-bonus, prevede
l’innalzamento dal 4 al 21% dell’Iva sui “supporti
integrativi” dell’editoria. Cioè l’oggettistica venduta in una
confezione unica con quotidiani, periodici e libri. Il regime
speciale dell’aliquota scatta il 1° gennaio 2014, e si
applicherà a «nastri, i dischi, le videocassette e gli altri
supporti sonori o videomagnetici ceduti, anche gratuitamente,
in unica confezione, unitamente a giornali quotidiani,
periodici e libri». Si salvano dal rincaro i beni venduti con
i libri per la scuola e l’università, inclusi dizionari e
testi fruibili dagli ipovedenti. Nel rispetto di due
condizioni: per essere considerato “didattico”, il bene non
può essere commercializzabile separatamente e/o avere un
prezzo distinto.
TASSA SIGARETTE
ELETTRONICHE
Il dl lavoro, prevede una imposta
di consumo del 58,5% sulle sigarette elettroniche dal 1°
gennaio 2014. Ne pagheranno le conseguenze tutti i “i prodotti
contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il
consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici
ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne
consentono il consumo”. Quindi, le cosiddette svapore
(“prodotti contenenti nicotina”) e tutti gli accessori che le
fanno funzionare: batterie, ricariche ed essenze.
TASSE DISTRIBUTORI
AUTOMATICI
Dal primo gennaio, il caffè della
macchinetta sarà più salato del solito: l’aliquota fissa sui
distributori automatici di alimentari e bevande è in crescita
dal 4 al 10%. Il ritocco si scaricherà, testualmente, sulle
“”somministrazioni di alimenti e bevande effettuate mediante
distributori automatici collocati in stabilimenti, ospedali,
case di cura, uffici, scuole, caserme e altri edifici
destinati a collettività”.
SERVICE TAX
Nel 2014 ci sarà il debutto della
service tax, che di fatto sarà un prelievo sia sugli immobili
sia sul servizio rifiuti. La vera novità è che graverà per una
parte – che il Governo ha già anticipato sarà limitata – anche
sugli inquilini. Quindi non peserà solo su chi possiede
l’immobile ma anche su chi vive in affitto.
IMPOSTA DI REGISTRO
Dal 1° gennaio 2014 in tutti i casi
in cui si applica l’imposta fissa e non quella proporzionale
la somma da pagare passerà da 168 a 200 euro. L’intervento
contenuto nel decreto scuola (Dl 104/2013) riguarda tra gli
altri diversi atti societari ma anche i contratti di comodato
di beni immobili, gli atti costitutivi e modificativi di Onlus
e di associazioni in genere, l’accettazione e la rinuncia di
eredità, la pubblicazione del testamento, la procura, le
convenzioni matrimoniali, le associazioni temporanee di
impresa, l’atto istitutivo del trust, le convenzioni
urbanistiche, il contratto preliminare, gli atti notori, i
verbali di inventario.
POLIZZE VITA: MENO
DETRAZIONI
Già dalla dichiarazione dei redditi
2014 ci saranno meno sconti fiscali per il bonus sulle polizze
vita e infortuni. Il decreto Imu di fine agosto ha, infatti,
ridotto il tetto massimo della detrazione Irpef da 1.291 euro
all’anno a 630 euro per l’anno d’imposta 2013 e a 230 euro
dall’anno d’imposta 2014. Che cosa significa? Il bonus fiscale
(detrazione 19%) si riduce da 245 euro annui a 120 euro nella
dichiarazione dei redditi (Unico o 730 da presentare l’anno
prossimo) e a 44 euro per l’anno seguente.
ADDIZIONALI IRPEF
Sono 569 i comuni che alzeranno le
addizionali Irpef comunali per garantirsi maggiori entrate. I
lavoratori dipendenti cominceranno a sentire il rincaro a
partire dalla busta paga di marzo. Gli autonomi e le imprese
tassate a Irpef se ne accorgeranno in maniera più sostanziosa
al momento dell’autoliquidazione a giugno-luglio del 2014.
(Fonte: http://www.finanzautile.org)
LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2013
Finalmente anche i Giovani iniziano
a capire che questa Italia non fa per loro (il post offre in
omaggio una riflessione "sull'armata" del "torniamo alla
lira"...)
.
In primis
chi non avesse ancora visto questo
video se lo guardi e, se anche l'avesse già visto, se
lo riguardi...
In secundis...
Durante questa Grande Crisi...i
grandi assenti sono i GIOVANI.
Vi spiegavo il mio punto di vista
nel post Cari
GIOVANI...ma dove caxxo siete? del quale vi
consiglio la rilettura.
Analisi
socio-economico-generazionali a parte....
pare che FINALMENTE anche i Giovani
Italiani (particolarmente mammoni e ben poco globalist)
stiano iniziando a capire che
questa Italia "in un vicolo cieco" non è un posto che faccia
per loro...
(a meno che non siano ricchi di
famiglia od abbiano strette connessioni con qualche Casta)
Dunque, come consiglio da secoli in
questo blog (spesso accade che l'informazione indipendente
arrivi prima...), i Giovani italiani iniziano sempre di più a
CAPIRE che sono costretti ad andarsene in altri Paesi dove
abbiano maggiori possibilità di valorizzarsi.
La maggioranza dei giovani (51
per cento) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi
di lavoro.
E’quanto emerge da una analisi
Coldiretti/Swg che evidenzia gli effetti nel 2013 del crollo
del numero dei giovani al lavoro che sono passati da 6,3 a
5,3 milioni tra il 2010 e il 2013, sulla base dei dati Istat
relativi al secondo trimestre.
IL 51% DEI GIOVANI VUOLE
LASCIARE L’ITALIA......
.
L'INFORMAZIONE
INDIPENDENTE NON GODE DEL PRIVILEGIO DEI SUSSIDI STATALI.
CLICCATE SUI VIDEO
PUBBLICITARI
La visione negativa del futuro
è confermata dal fatto che in generale – continua la
Coldiretti – il 61 per cento dei giovani italiani che pensa
che in futuro la sua situazione economica sarà peggiore di
quella dei propri genitori, il 17 per cento uguale e solo il
14 per cento migliore, mentre il 9 per cento non risponde.
Per la prima volta dal
dopoguerra la nuova generazione sarà più povera di quella
che l’ha preceduta conclude la Coldiretti nel sottolineare
che «la voglia di fare meglio è stato il motore che ha fatto
crescere il Paese da generazione a generazione».....
Non perdere anche il mio post: Evviva
l'Australia! (anche se l'Italia sarebbe alla "mitica"
svolta da +0,5% di PIL vs. -10% in pochi anni...)
Del resto i Giovani che non si
fanno incantare dalle SIRENE
dei PALLISTI della Casta che
presidiano le Istituzioni
o dei Maghi della soluzione
miracolosa (per. es. MMT o Ritorno alla Lira...)
inziano a sperimentare sulla
propria pelle certe tendenze
sia nazionali:
Roma, 15 settembre 2013 -
L’Istat lancia l’allarme lavoro giovani: tra il 2010 e il
2013 è crollato il numero degli under 35 al lavoro, passati
da 6,3 a 5,3 milioni (-1 milione)
Dalle tabelle dell’Istat,
riferite al secondo trimestre, emerge la difficoltà nella
quale si trova soprattutto la fascia tra i 25 e i 34 anni
per la quale si è registrato un calo di 750.000 unità.
In maggiore difficoltà la
fascia di età tra i 25 e i 34 anni, ovvero chi ha terminato
gli studi o anche chi si è laureato e si cominciava a
lavorare, molte volte formando una famiglia.....
sia GLOBALI....
(anche se la seguente analisi la fa
troppo semplice scaricando la maggior parte delle colpe
sull'austerity...mentre le cause sono molto più complesse ed
articolate, come vi spiego da tempo)
Nel 2025, l’Europa sarà un
continente definitivamente povero.
La recessione e le misure di
austerità imposte per sconfiggere la crisi economica
porteranno i cittadini sul lastrico e, secondo le stime
pubblicate oggi, in Europa almeno una persona su tre vivrà
in condizioni di povertà.
Secondo le stime pubblicate
oggi da Oxfam, i nuovi poveri saranno 25 milioni, portando
così il totale a 146 milioni, ovvero circa un terzo
dell’intera popolazione Europea. Una volta raggiunta questa
degradazione sociale ed economica, stima l’organizzazione,
ci vorranno almeno altri 25 anni per recuperare gli standard
di vita che conoscevamo 5 anni fa......
........Questi sono i dati
sulla disoccupazione in Europa secondo la fonte della
Commissione Europea e per l’Eurozona siamo al 12.1%.
Ma il peggio arriva quando si
guardano ai dati sulla disoccupazione giovanile che in
Europa si attesta ad una media del 24% e che peggiora
andando a guardare i singoli paesi (in Italia siamo al
39.5%).......
Alla faccia della tanto decantata
ripresina di Sakkommanis....
immaginatevi dunque cosa accadrà in
Italia entro il 2025
se persino altri stati europei ben
più efficienti di noi sperimenteranno queste tendenze....
vedi il mio post: Italia:
Il Rischio "Atomico" dell'ABISSO GENERAZIONALE
E sono tendenze difficilissime da
invertire, tanto più in questa Italia marcia ed i mano alla
Casta ed agli italioti che continuano a supportarla...
Vedete...
purtroppo NON CI SONO SOLUZIONI NE'
DI BREVE NE' DI MEDIO PER QUESTA ITALIA (di lungo chissà...)
Questa è LA DURA REALTA'. Punto.
E bisogna avere il coraggio di
guardarla in faccia e di adattarsi...
senza credere nelle BALLE
ISTITUZIONALI DELLA CASTA
e nemmeno nelle PANACEE a tutti i
mali...come MMT o "torna alla Lira che ti passa"...
L'Italia è sommersa da un coacervo
di problemi lungamente stratificati e profondamente
radicati...e non basta agire su una sola variabile,
purtroppo...(anche se potrebbe dare un po' di sollievo).
punto saliente poi continua qui Il grande Bluff
ed i paladini dei deboli ci
dissero che la Ue era un grande progetto per i popoli europei
contro i nazionalismi che ci spingevano alla guerra.....se
vede per chi lavorano sti paladini
E questo è il loro devastante corollario. (FONDAMENTALE DA LEGGERE)
E questo è il loro devastante corollario. (FONDAMENTALE DA LEGGERE)
Dato per assodato che:
a) il governo dell’Italia intera
risiede a Bruxelles presso la Commissione Europea e a
Francoforte presso la Banca Centrale Europea, e NON più a
Roma, in virtù dei Trattati europei ratificati dall’Italia
(Maastricht, Lisbona, Fiscal Compact, MES, Europact et al.)
che hanno privato il nostro governo di ogni reale potere
(esecutivo, monetario e parlamentare) trasferendoli appunto a
Bruxelles e a Francoforte.
b) di conseguenza il governo di
Roma e il Parlamento italiano sono oggi istituzioni di
facciata con poteri risibili e nessun potere sovrano di
sostanza…
… vi mostro quale è il vero
devastante corollario di tutto l’odierno
funzionamento della UE e soprattutto dell’Eurozona, in
particolare dei principali Trattati di cui sopra.
Dovete sapere che i primari
Trattati di Maastricht, il Fiscal Compact, il MES, l’Europact,
cui si aggiungono le concessioni di spesa pubblica offerte il
3 luglio all’Italia dalla Commissione Europea e il futuro
Trattato per la nascita del Redemption Fund per i debiti
pubblici dell’Eurozona, dovete sapere che tutti questi
contengono la seguente clausola:
“A PATTO CHE IL PAESE
ADERENTE ADOTTI STRINGENTI MISURE DI AGGIUSTAMENTO DELLA
SPESA PUBBLICA”
Cioè, la nazione che ha ratificato
o che ratificherà quegli accordi, come l’Italia, dovrà
impegnarsi obbligatoriamente a
a) TAGLIARE LA SPESA
PUBBLICA IN SERVIZI, SANITA’, ISTRUZIONE E INFRASTRUTTURE
b) TAGLIARE I SALARI
PUBBLICI E LE PENSIONI
c) PRIVATIZZARE TUTTO
CIO’ CHE E’ RIMASTO PUBBLICO, INCLUSA L’ACQUA E LE
INFRASTRUTTURE VITALI DEL PAESE
d) LICENZIARE FETTE
D’IMPIEGO PUBBLICO, ANCHE FRA GLI IMPIEGHI VITALI COME
INSEGNANTI, VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA E SANITARI
e) LIBERALIZZZARE OGNI
SETTORE DELL’ECONOMIA, ANCHE QUELLI STRATEGICI PER
L’INTERESSE PUBBLICO
f) RIDURRE AL MINIMO IL
WELFARE E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
Ripeto che tutti i primari Trattati
europei e quelli costituenti l’Eurozona contengono queste
imposizioni, TUTTI.
Ora, la cosa da capire è che esse
sono il dogma, la Bibbia, la spina dorsale dell’ideologia
Neoliberista e Neoclassica delle elite del Vero Potere, cioè
degli speculatori finanziari, dei tecnocrati bancari e dei
mega industriali. Esse sono la loro linfa vitale, la loro mira
primaria, il loro tutto. Sono in realtà questi dogmi,
Bibbia, spina dorsale, raccolti in quella clausola, che
devono essere imposti a milioni di cittadini e ai loro
governi,e i Trattati assieme alla UE stessa e
all’Eurozona sono solo IL VEICOLO per imporli.
Capite? Non il contrario. Cioè:
A noi hanno raccontato che i
Trattati, la UE e l’Eurozona sono il cuore di tutto, sono il
goal finale di un grande lavoro, che sono le istituzioni
cardine del futuro europeo. Ma non è vero. Il cuore di tutto,
il goal ultimo, l'istituzione cardine del futuro europeo è quella
clausola Neoliberista e Neoclassica socialmente
distruttiva, che deve devastare intere società ed esautorare
gli Stati per il profitto di pochi, mentre il resto, cioè i
Trattati, la UE stessa e l’Eurozona sono solo uno scivolo ben
oliato con cui imporre quella distruzione del bene pubblico.
Oltre a questo scopo, i Trattati, la UE e la zona euro sono
cose irrilevanti.
Ed ecco che oggi quell’impotente
pupazzetto anemico di Letta deve in realtà obbedire all'ADOZIONE
DI STRINGENTI MISURE DI AGGIUSTAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA perché
l'Italia le ha ratificate, quindi continuerà senza scampo a
a) TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA
IN SERVIZI, SANITA’, ISTRUZIONE E INFRASTRUTTURE
b) TAGLIARE I SALARI PUBBLICI E
LE PENSIONI
c) PRIVATIZZARE TUTTO CIO’ CHE
E’ RIMASTO PUBBLICO, INCLUSA L’ACQUA E LE INFRASTRUTTURE
VITALI DEL PAESE
d) LICENZIARE FETTE D’IMPIEGO
PUBBLICO, ANCHE FRA GLI IMPIEGHI VITALI COME INSEGNANTI,
VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA E SANITARI
e) LIBERALIZZZARE OGNI SETTORE
DELL’ECONOMIA, ANCHE QUELLI STRATEGICI PER L’INTERESSE
PUBBLICO
f) RIDURRE AL MINIMO IL WELFARE
E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI…
… per l’esclusivo profitto di un
nugolo di grandi speculatori del Vero Potere, e portando
ulteriore distruzione all’economia vitale per noi cittadini, e
noi siamo milioni. Sta accadendo.
Tutto il resto sono fole, bugie,
specchietti per le allodole, illusioni ottiche. Io vi ho
avvisati.
Fonte: Paolo Barnard
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