giovedì 19 settembre 2013

La globalizzazione e la finanziarizzazione dell'economia hanno avvantaggiato le banche e impoverito i popoli di Stefano Di Francesco

a premessa è che un minimo livello di finanziarizzazione del sistema economico è indispensabile per poter permettere all’economia reale di espandersi, creare beni e servizi, migliorare la qualità di vita dei popoli.
Attraverso la finanza e specificamente attraverso l’erogazione del  credito, le imprese possono essere messe in grado di produrre e vendere prodotti e servizi, generando ricavi la cui tassazione dovrebbe essere destinata alla realizzazione e mantenimento di pubblici servizi (leggasi scuola,sanità, infrastrutture strategiche,welfare,..).
Purtroppo però la storia di questi ultimi venti anni, caratterizzati da una devastante globalizzazione, ci consegnano una realtà ben diversa rispetto a quella che c’era stata paventata negli anni 90, quando l’imperativo era “aprire le frontiere per dare maggiori opportunità alle imprese,ai capitali,ai lavoratori di creare ricchezza e benessere!”.
Lo aveva ben compreso il premio Nobel per l’economia Maurice Allais che dalla globalizzazione non si sarebbe avuto alcun miglioramento qualitativo della vita delle popolazioni occidentali; lo aveva scritto, studiato,spiegato ma la sua voce, benché autorevole, venne soverchiata da chiassosi economisti al soldo delle banche che ripetevano come era bella la globalizzazione e che non si poteva farne a meno.
Maledetti ciarlatani; per trenta denari avete sacrificato intere  generazioni sull’altare del profitto e dell’interesse bancario condannandole alla miseria e alla povertà!!

Giusto per chiarire in modo concreto perché si è contro questa globalizzazione, è opportuno osservare il seguente grafico che sintetizza sia  il debito totale che il PIL dei paesi del G7 cumulati fino al 2003 (colonne blu),sia la variazione  di debito e PIL realizzato
nella successiva decade 2003/20013 (colonne rosse).


Ci sono aspetti essenziali  da notare a dimostrazione che la odierna finanza rappresenta un cappio al collo dell’economia reale e non un aiuto od un sostegno allo sviluppo.
In primo luogo osserviamo il debito dei paesi del G7. Fino al 2003 era di 79,8 trilioni di dollari mentre in soli dieci anni è aumentato di altri 62,3 trilioni di dollari ( cioè in appena dieci anni è aumentato del 78%!!!) Ovviamente questo debito colossale  fuori controllo, genera una spesa per interessi passivi che obbligano i Governi ad imporre tasse e balzelli immorali, strangolando le economie più deboli e più esposte al debito.
In secondo luogo, rapportando il debito del 2003 ed il PIL del 2003 (79,8/22,1 = 3,6) otteniamo un valore che indica quanti dollari di debito erano necessari per produrre un incremento del PIL. Bene ; nel 2003 tale valore era di 3,6 dollari di debito per produrre 1 dollaro di crescita del PIL.
Nella decade successiva, considerando le colonnine blu, il rapporto cambia. Infatti si verifica come siano stati necessari ben 6,7 dollari di debito per incrementare di una unità il livello del PIL. La  finanza ha di molto peggiorato le cose, favorendo la crescita dei debiti e limitando lo sviluppo dell’economia reale.
Ancora una osservazione; in alcuni Paesi, tale indice è passato da 3,6 a 18!!...ovvero sono stati necessari prestiti per 18 dollari per realizzare beni per il valore di 1 dollaro!!
Ecco dunque spiegato come mai, oggi, il rapporto debito/PIL dei paesi del G7 arriva al valore del 450% !!!
Dunque la finanza non ha sicuramente servito le economie reali dei Paesi, limitando la crescita del PIL ed invece realizzando incrementi paurosi dei debiti globali.
Diamo ora uno sguardo  al tema occupazionale, tanto caro al prof. Allais, per vedere se in effetti dalla globalizzazione senza logica e dal WTO, si  siano avuti benefici tangibili per i lavoratori.
Anche in questo caso osserviamo un grafico che esprime  i concetti meglio di fiumi d’inchiostro.

Dall’osservazione si notano due componenti che si muovono all’opposto; dal 2001 ad oggi sono aumentati gli impieghi peggio pagati ( linea marrone) mentre sono fortemente diminuiti gli impieghi  della classe media (linea blu). Ecco dunque un altro esaltante risultato della globalizzazione e dell’utilizzo della leva finanziaria sull’economia reale e dunque sulla vita delle persone.
A questo punto qualcuno si chiederà come diamine facciano la stragrande maggioranza degli americani che non lavora a Wall Street, a vivere dignitosamente  e mangiare: ecco la risposta.

Mangiano grazie ai programmi di assistenza statale e federale: un americano su tre dipende direttamente dallo stato. Però!! Che affare sta globalizzazione!!!
Ma allora, da questa maledetta globalizzazione finanziaria,voluta da un manipolo di persone ed imposta all’umanità senza che alcuno avesse mai dichiarato espressamente di volerla( ricordate un programma di partito in cui tra le prime voci vi fosse scritto “Si alla globalizzazione”??) chi ne ha tratto vantaggio?
Eccovi serviti.


Per il 90% della popolazione americana la crescita del reddito reale si è fermata prima degli anni 70; per il più ricco 10% invece la crescita è continuata fino ai giorni attuali con percentuali imbarazzanti ( più del 200%). Dunque anche grazie a questo ultimo grafico possiamo renderci conto di come la ricchezza stia  sempre più concentrandosi nelle mani di pochi a danno di molti, troppi individui.
Questa  finanza dunque non serve a nulla, se non a quei pochi che sono in grado di dettarne le linee operative.
Non si può più permettere a tale  sistema di continuare ad esistere. Non saranno certo le banche ad autoregolamentarsi, né le imprese finanziarie e porre limiti alla loro capacità di creare denaro dal nulla.
Dobbiamo abbattere questo sistema che ha svilito l’essere umano a “risorsa umana”, rendendolo succube del danaro e dell’interesse, allontanandolo da Dio e dal suo insegnamento.

grafici al link
15/09/13
BAGNAI E BORGHI PROFESSORINI INUTILI E DANNOSI ANCHE IL SITO DI VINCITORI E VINTI LA PENSA COME MERCATO LIBERO IL GRANDE BLUFF.

-NON RACCONTIAMOCI CAZZATE-
Ok, Bagnai ha spiegato che l'euro è una merda, e lo ha fatto anche in maniera eccellente e scientifica, con il grande merito di squarciare il velo di omertà e di inconsapevolezza regnanti sul tema.

Ma ora che si fa?
Diamo pure per certo che, con l'uscita dell'Italia dall'euro, si avrebbero più possibilità di riemergere dalla fogna in cui siamo precipitati. Omettiamo anche di dibattere sul come uscirne e diamo per assodato che, le varie teorie postulate al riguardo, siano tutte valide e praticabili, anche se non tutte lo sono. Ma lasciamo stare.
La domanda è: quand'è che si uscirà?

Si uscirà domani, tra una settimana, un mese, un anno, o dieci?
Pensate davvero questo?
Pensate che nel contesto europeo, e soprattutto in italia, esista una leadership politica ed economica capace di sposare questa rivoluzione e traghettare l'Italia fuori dall'euro?
E che sia in grado di farlo oggi, o, al più tardi, domani?
Non penso che esista un coglione capace di credere a questo.

La nascita dell'euro ha presupposto l'investimento di un capitale politico inestimabile che, in mezzo secolo di storia, a torto o a ragione (sicuramente nel torto), ha condotto alla nascita di quell'aborto di moneta chiamata (N)EURO, che è più un modo di governo, che una valuta.
Pensate che l'oligarchia finanziaria regnante, che ha tutto l'interesse a mantenere l'euro, consenta la transizione in maniera facile o indolore?
Pensate anche che qualsiasi politico europeo possa dissipare l'enorme capitale politico investito dai suoi predecessori, in almeno 50 anni di storia, o che si possa uscire con una consultazione referendaria?

Pensate che dare ai cialtroni che ci governano la possibilità di stampare moneta ad oltranza, magari per finanziare anche i loro porci abusi, sia la soluzione che consenta, da domani, a dieci milioni di persone che ballano con la povertà, di mettere insieme il pranzo con la cena?
Non siate folli e non raccontiamoci cazzate.
Non so quanto durerà l'euro e se durerà. Ma di certo, se dovesse implodere, questo non accadrà per mano italiana. Penso che, eventualmente, potrà avvenire per mano francese. Loro sono abituati a tagliare le teste. Noi no.
Il tema da affrontare, almeno in questo momento, è tutt'altro.
Le imprese, le famiglie, il sistema bancario e l'economia in generale, vogliono soluzioni e risposte ora. Non domani.
Le persone che hanno fame, devono poter mangiare stasera, domani e dopodomani. No tra dieci anni quando l'euro, Dio lo voglia, magari non esisterà più.
A quell'epoca saranno morti.

Poi voi siete liberi di sognare e fantasticare quanto vi pare.
Ma la realtà è questa, maledettamente questa.
Mercato libero news

1 commenti:

  1. Guarda che al mondo non esiste solo il benessere degli italiani, e i loro problemi. La globalizzazione a portato una crescita del benessere mondiale più negli ultimi 10 anni che negli ultimi 100... Cerca di offrire vere soluzioni non sparate populiste. Se vuoi qualche spunto leggiti questo articolo.

    http://senzacasta.blogspot.it/2013/12/il-xix-secolo-viene-ricordato-dalla.html?m=1

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