L'ottima analisi di Qui Europa, in occasione della loro dichiarazione di voto per le europee, è estremamente interessante per i tanti elementi comuni tra struttura e politica della ex Urss e club massonici, caratteristiche ben inserite nella UE.
L’Europeismo è la distruzione dell’Europa. Ecco perchè non dobbiamo votare!
Giovedì, Maggio 22nd/ 2014
Storicamente l'UE è un'organizzazione mondialista e massonico-bancaria protesa all'annientamento delle nazioni e dei popoli europei, a partire dalle loro prerogative economico-sociali, ma soprattutto religiose e culturali
Il commissariamento dei popoli e delle nazioni, oggi come allora: analisi storica ed indagine sui fatti storici più occultati del Novecento e sui parallelismi con l'attuale assetto comunitario
► Video in allegato
di Sergio Basile e C.Alessandro Mauceri
Dietro l'europeismo e le cessioni di sovranità
Bruxelles, Londra, Roma – di Sergio Basile e C.Alessandro Mauceri – A tre giorni dall’elezione dei membri del Parlamento europeo è indispensabile per tutti i cittadini europei, e in modo particolare per quelli chiamati alle urne da Giorgio Napolitano e soci, fare una riflessione approfondita sull'opportunità, o meno, del voto (anzi del non-voto) e sul vero volto del cosiddetto "europeismo". Che una parte considerevole del potere di gestire la cosa comune, negli ultimi 57 anni, sia stata ceduta dai singoli Stati a chi comanda e gestisce l’Unione Europea è ormai cosa nota ed evidente. Anno dopo anno, passo dopo passo, parti considerevoli dell’autonomia di gestione e dell’indipendenza dei Paesi europei sono state regalate, senza avere nulla in cambio (e – aggiungiamo - in un mare di lacrime e sangue) all'élite di Bruxelles. Lo aveva annunciato perfino l'ex presidente della Commissione europea e padrino dell'euro, Romano Prodi, che tra l'altro ammise in un'intervista dei primi anni Novanta, rilasciata a Gianni Minoli che "chi ha troppo potere ne abusa per definizione". Evidentemente è proprio il caso dell'UE! (vedi video qui in basso, minuto 18:42)
Provvidenziali cessioni di sovranità?
Ma lo dichiarava in tempi non sospetti, senza scrupoli, con agghiacciante nonchalance, l'uomo dello Yale, Mario Monti (vedi qui – MARIO MONTI: «ABBIAMO BISOGNO DELLA CRISI» ); lo ha ripetuto di recente Enrico Letta; lo ha confermato anche il tutore dei diritti degli italiani, il presidente Giorgio Napolitano quando ha rimarcato (il suo discorso è andato in onda su diversi telegiornali – vedi qui Napolitano Cedere quote di sovranita' all'Europa) il fatto che “sia necessario cedere parti della sovranità nazionale….”. Quello che nessuno ha detto, né agli italiani né ai cittadini degli altri Paesi europei, è che questa “cessione” ha e avrà ancor di più in futuro conseguenze tutt’altro che “democratiche”. Si tratta di azioni condotte con la strategia dei piccoli passi. La strategia che – come vedremo – mira alla creazione degli Stati Uniti d'Europa sulle ceneri dei popoli e delle nazioni, e delle loro nobilissime tradizioni. Sulle ceneri dello stesso Cristianesimo! almeno è quello che i padrini dell'UE – come vedremo di seguito – si augurano!
Il modello "Fabian Society"
La stessa identica strategia (quella dei piccoli passi) studiata e sdoganata (senza troppa pubblicità) da una delle organizzazioni comunitariste/internazionaliste (o internazional-socialiste) più potenti ed organizzate, chiamata "Fabian Society". L'organizzazione anglosassone è considerata alla base dei processi di globalizzazione che molti falsi dissidenti (di destra, centro e sinistra) oggi fingono di combattere, senza fare alcun cenno a tale macroscopica realtà. Non a caso, infatti, il motto ufficiale della stessa organizzazione comunitarista ed élitaria è ancora oggi "When I strike, I strike hard!” (quando colpisco, colpisco duro) e non a caso i suoi simboli iconografici sono due: la tartaruga protesa all'attacco (determinata e dall'incedere deciso ed inesorabile, malgrado la lentezza dell'azione, spesso impercettibile…) e il lupo nascosto sotto la pelle dell'agnello.
La strategia dei piccoli passi… il motto della Fabian Society
La Fabian Society (leggiamo dal Treccani) è "un'associazione socialista sorta a Londra nel 1893-94 attorno a intellettuali (G.B. Shaw, S. Webb, H.-G. Wells). Ispirata alla tattica militare temporeggiatrice di Fabio Massimo, era vicina alle elaborazioni del socialismo riformista del continente e si riallacciava ad alcuni tratti del pensiero politico inglese, risentendo altresì dell’influenza marxista (Fabian essays in socialism, 1889). Propugnatrice di programmi circoscritti e di una serie graduale di riforme, fu presente nei congressi delle Trade Unions e contribuì alla formazione del Labour Party (1900), del quale ha costituito il maggior centro di elaborazione strategica. Rinnovata nel 1938 da B. Webb e G.D.H. Cole, pur rimanendo limitata nel numero degli associati (massimo 8400, nel 1946) ha fortemente alimentato il dibattito politico e influenzato la pubblica opinione". Mai una riforma decisa e unica, piuttosto decine di piccoli significativi interventi, piccoli lentissimi passi: è questa la vera essenza della cosiddetta "rivoluzione liberale e democratica" che oggi si nasconde dietro la parola europeismo e dietro le organizzazioni comunitariste ed internazionaliste che lo sorreggono! Oggi si cede il potere militare, o sue parti, un’altra volta il potere di decidere in campo finanziario (es.: Two Pack – vedi qui -Two pack – Ora l’Ue potrà imporre anche modifiche alle leggi finanziarie), un’altra volta l’obbligo di adeguare le leggi dei singoli Paesi alle decisioni dell’Unione Europea. Poi è la volta della politica fiscale e di bilancio comune, con la scusa della lotta all'evasione o dell'implementazione di un sistema impositivo omogeneo a tutti i Paesi Ue (vedi qui – Dittatura UE ), e via così…
Premesse comunitariste dell'UE - Rossi, Favarelli e la via europeista
Molto illuminante, per la comprensione delle premesse comunitariste all'evoluzione del progetto di accentramento europeista è – suo malgrado – il libro "Il socialismo al bivio: l'archivio di Giuseppe Faravelli, 1945-1950". I carteggi pubblicati in questo volume degli "Annali" sono stati conservati da Giuseppe Faravelli e rappresentano una delle più ricche e preziose documentazioni sul socialismo italiano dal 1945 al 1950, vale a dire dalla Resistenza alla Guerra Fredda. Si legge nell'introduzione all'opera: "Attraverso un rapporto epistolare senza reticenze e diplomatismi è possibile ricostruire la trama e le motivazioni profonde dello scontro drammatico all'interno del PSI (allora PSIUP) e della Sinistra sul dilemma autonomia socialista/partito unico socialcomunista, che porterà alla scissione di Palazzo Barberini, e sul dilemma Fronte Popolare/Unità socialista che caratterizzerà il 18 Aprile 1948 e gli anni successivi. In modo particolare è possibile riscoprire (….) i dirigenti del sindacalismo americano (….) coinvolti nella partita che ha per posta l'Europa, la collocazione internazionale dell'Italia, le scelte della sinistra, la posizione del sindacato, la fine dell'alleanza antifascista, le possibilità o meno di una "terza via" europea e socialista".
Rossi – Origini federaliste, radicali e socialiste dell'europeismo
Ne "Il Socialismo al Bivio" spicca tra le altre la figura di primo piano di Ernesto Rossi, politico e giornalista italiano antifascista e radicale, tra i padri promotori (con Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni) del federalismo europeo, cioè del progetto d'ispirazione massonico-sionista chiamato "Unione europea" (vedi qui Il Piano Kalergi – Quello che Nessuno ti ha mai detto sull’Europa - qui – Europeismo, Federalismo e Mondialismo: facce della stessa medaglia – e qui – Europa, alzati e Cammina, ma fuori dall’UE!), destinato a confluire – in un livello successivo – in un progetto ancor più totalizzante chiamato "Stati Uniti d'Europa". Ernesto Rossi condivise con Altiero Spinelli, inoltre, la stesura del "Manifesto di Ventotene", considerato "il suo libro più importante, nonché il suo testamento morale" (Cfr.: A. Spinelli, Il Manifesto di Ventotene, Bologna, Il Mulino, 1991, pp. 1-3; Cfr. anche: E. Rossi, «Alleanza atlantica o neutralità?», in Il Ponte, XX, 1964, n. 4; A. Spinelli, Diario europeo. 1948-1969, Bologna, Il Mulino; G. Spadaccia, «Ernesto Rossi. La battaglia federalista (a colloquio con Altiero Spinelli)», in L’Astrolabio, V, 1967).
Rossi scrive a Favarelli – Comunitarismo e Stati Uniti d'Europa
Ne "Il Socialismo al Bivio" (Pag. 20) è riportata una lettera di Ernesto Rossi all'amico Giuseppe Favarelli, datata 16 Marzo 1945 ed inviata da Ginevra durante il confino in Svizzera. In essa emerge innanzitutto l'avvenuta fusione tra PC e Socialisti (PS), poi le simpatie per il partito laburista inglese, diretta derivazione della Fabian Society : "se fossi in Inghilterra – confessa Rossi a Favarelli – troverei il mio posto nel partito laburista. Mi trovo completamente d'accordo – continua – col Socialist Vanguard Group che pubblica la rivista "Socialist Commentary" ed ho molta stima per il "New Statesman" e per la "Fabian Society".
1956 – Nascita del Partito Radicale
Più tardi, il 20 gennaio del 1956, Rossi fu tra i promotori della costituente del Partito Radicale, assieme a personaggi come Bruno Villabruna, Eugenio Scalfari (l'attuale direttore di "La Repubblica") e Leo Valiani. "L’assemblea si conclude con il reincarico al Comitato, denominato Giunta esecutiva, con la nomina di una direzione di quattordici membri. Viene inoltre formato uno speciale comitato di studio per i problemi economici, sociali e della scuola" (costituito oltre che da uomini come Calogero, Compagna, Boneschi, Messineo, da Rossi e dallo stesso Scalfari). "Il segretario della giunta e il vero animatore di un movimento politico che si presentava con caratteri del tutto originali – leggiamo - fu il direttore de "Il Mondo", Mario Pannunzio" (Cfr.: Verbale del Primo Convegno nazionale – Italia: Roma, 4/5 Febbraio 1956 - Sede radicale a Via della Colonna Antonina).
Convergenze storiche e humus che portò alla nascita dei "Radicali"
Ciò avveniva contestualmente a due fatti di non secondaria importanza. Anzi! La Rivoluzione Ungherese (vedi qui – Ungheria – La Grande Marcia per la Libertà: 23 Ottobre 2013 – Testimonianze sull’Inganno Comunista) e l'apertura dei lavori del XX Congresso del PCUS, nel quale Kruscev denunciava gli "errori" strategici di Stalin (senza ripudiare gli orrori del comunismo) e proponeva una nuova strategia di dominio, basata su una la coesistenza pacifica e – ovviamente – materialistica ed anticlericale, sulla scia dei principi del marxismo (Cfr.: Rapporto Kruscev XX Congressp PCUS). Il rapporto, proteso comunque ad osannare i meriti del comunismo (…) così terminava (tra gli applausi della sala): "Degni di gloria immortale sono i servizi resi dai soldati sovietici e dai loro comandanti, dai lavoratori politici di ogni rango; dopo l'annientamento di notevole parte dell'esercito, nei primi mesi di guerra, non persero la testa e seppero riorganizzarsi mentre i combattimenti proseguivano. Essi crearono a rafforzarono, (….) un esercito forte ed eroico (…). Le magnifiche imprese di centinaia di milioni di persone, in oriente ed occidente, durante la lotta contro la minaccia di un dominio fascista che pendeva su di noi, rimarranno per secoli e millenni nella memoria dell'umanità grata. La parte principale e il merito maggiore della vittoriosa conclusione della guerra spettano al partito comunista, alle forze armate dell'Unione Sovietica e a decine di milioni di cittadini sovietici educati dal partito" (Cfr.: Rapporto Kruscev XX Congressp PCUS).
L'europeismo del Manifesto di Ventotene
L'europeismo (osannato dal "Manifesto di Ventotene" di Rossi e Spinelli) nacque dunque – come visto in altre sedi – con lo zampino degli USA e delle forze massonico-sioniste (vedi qui -Il Piano Kalergi – Quello che Nessuno ti ha mai detto sull’Europa) mediante l'azione univoca e il contributo decisivo di formazioni partitiche internazionaliste (figlie di una ideologia di netto stampo marxista) tutte accomunate dal medesimo linguaggio ed animate dagli stessi obiettivi. Il vero problema, in realtà, è proprio questo: capire, alla luce di queste inconfutabili verità storiche, chi prende oggi le decisioni a livello europeo, surrogandosi alla volontà popolare di 530 milioni di cittadini.
Chi ha in mano il vero potere?
Ci chiediamo allora: chi ha in mano il vero potere? Chi e cosa si nasconde dietro quella bandiera blu e a stelle dorate? La questione, a ben vedere, va oltre l'esistenza e l'egemonia di gruppi mondialisti come Bilderberg, commissione Trilaterale, Club di Roma, ecc.. Infatti alle spalle di tali organizzazioni mondialiste vi sono ideologie ed un humus politico e religioso (esoterico) davvero poco indagato. Anche da personaggi come lo stesso Daniel Estulin, che si limita a tracciarne dei profili molto superficiali. Alla vigilia delle elezioni per il rinovo dell'Eurocamera, la risposta a questi interrogativi sopra esposti, potrebbe evincersi (come in parte riscontrato: vedi qui Europeismo, Federalismo e Mondialismo: facce della stessa medaglia) dall'analisi storica di alcuni dei personaggi più autorevoli delle istituzioni UE e del Parlamento europeo, vicini guardacaso a gruppi d'estrazione socialista, federalista, liberale e radicale, ma anche dall'analisi del funzionamento delle stesse strutture comunitarie. Questioni sulle quali i media di regime troppo spesso glissano, tra le pieghe di un silenzio assordante.
Le funzioni del Parlamento europeo
Non tutti sanno che le principali funzioni del Parlamento Europeo sono di semplice orientamento e proposta. Le funzioni dell'Eurocamera, infatti, sono: il “controllo” sull'operato della Commissione Europea; l'esame delle proposte legislative della Commissione (non da solo ma insieme al Consiglio UE); l'approvazione del bilancio annuale dell'Unione (sempre insieme al Consiglio). In realtà tali “decisioni” e “scelte” non sono delegate solo al Parlamento, ma devono essere prese e condivise con altri “enti”: nessuno dei quali, tuttavia, eletto dai cittadini dell’Unione Europea.
Un potere di facciata - Meri certificatori dei decisioni élitarie
Il potere del Parlamento europeo, in altre parole, è solo quello di avallare decisioni prese da “altri”. Soggetti che non sono stati eletti né scelti in base a criteri meritocratici né in base a criteri selettivi “trasparenti”: essi sono stati semplicemente “incaricati”. Ad esempio, abbiamo detto che molte delle decisioni del Parlamento devono essere “condivise” con il Consiglio. Ebbene il Consiglio UE è composto da un “rappresentante” a livello ministeriale per ciascuno Stato membro (art. 16 del Trattato sull'Unione europea) scelto in funzione della materia oggetto di trattazione. Questo “rappresentate”, quindi non è stato eletto o scelto dai cittadini, ma “incaricato” da qualcun altro con metodi che non hanno nulla a che vedere con processi elettorali equi o – come si dice – "democratici”. Metodi – aggiungiamo – introdotti per la prima volta nella storia durante l'epoca bolscevica, da Lenin in persona: il primo a sdoganare su larga scala il termine ed il concetto élitario e poco "democratico" di "commissione" (di nominati) dotata di pieni ed arbitrari poteri esecutivi.
alle origini del "commissariamento europeo"
La Čeka – da Večeka o "Commissione straordinaria di tutte le Russie per combattere la controrivoluzione e il sabotaggio" - fu il primo prototipo di "commissione" dotata di potere esecutivo ed arbitrario, istituita il 20 dicembre 1917 da Lenin e Feliks Edmundovic Dzerzinskij, con lo scopo di combattere i cosiddetti "nemici" del nuovo regime russo. Essa evolse poi nel KGB. Dalla Čeka si passò al GPU, all'NKVD, per finire all'FSB. La Čeka, nel 1918, cambiò ancora in: "Commissione straordinaria di tutte le Russie per combattere la controrivoluzione, la speculazione e l'abuso di potere".
I reali obiettivi della Čeka
«In nome del nostro domani – si leggeva su un documento ufficiale del gruppo - metteremo al rogo Raffaello, distruggeremo i musei, schiacceremo i fiori dell'Arte». Ovvio che, con una simile «rivoluzione totale» da portare a compimento, il Partito comunista e i suoi «ingegneri delle anime umane» non si sarebbero più fermati fino a quando gli individui sottoposti al suo imperio non si fossero finalmente trasformati in «rotelle» impersonali e sostituibili di un «ingranaggio tecnico». Come può evincersi – tra l'altro – anche da un altra formazione di potere comunista (arbitrario ed élitaria) del tempo: la "Lega dei senza dio Militanti" (vedi qui, video in allegato)
La pazzia del bolscevismo - Distruzione sistematica delle chiese
La Lega dei Senza Dio Militanti
Nuovi metodi, vecchi risultati, uguali obiettivi
Parliamo evidentemente di organizzazioni disumanizzanti e perfettamente allineate, al cosiddetto «demone della distruzione e demiurgo della creazione» che fu Lenin. Oggi, ovviamente, i metodi sono più sottili e meno appariscenti, più subdoli: non si reprime più il nemico delle "rivoluzionarie riforme" con la repressione fisica, ma con la repressione debitocratica esercitata attraverso armi finanziarie e speculative. Ma poco importa: i risultati, a ben vedere, sono gli stessi… In Grecia ad esempio, il sistema usurocratico imposto dall'Unione europea sta mietendo altrettante vittime. Le sacche di sangue negli ospedali, ad esempio, sono ad oggi insufficienti per tutti (vedi qui – Sangue – In Grecia è Emergenza e qui Follia Grecia – Questa non è Austerity, sono Sacrifici Umani). Anche l'attenzione per la desacralizzazione dell'uomo e della società ha indubbie ed evidentissime attinenze. Allora i cristiani venivano uccisi fisicamente e perseguitati con ogni sorta di tortura… Oggi la "crisi" indotta e "sostenuta" (dall'UE e dai suoi organi) costringe le giovani mamme ad abortire e spinge i giovani alla convivenza quasi forzata. Conclude il quadretto l'attacco gender all'uomo ed alla sua identità e l'inesistenza programmata di politiche per la famiglia. L'Italia è uno specchietto esemplare di questa sottile e perversa realtà, in un momento storico che mai come prima ha visto – inoltre – un incremento esponenziale del numero dei suicidi e degli aborti ed un attacco così robusto e programmato verso il sacramento del matrimonio (vedi qui Lo Stato Uccide – Aborti e Suicidi da Record - e qui Indissolubilità del Matrimonio e Famiglia: esiste un antico Piano Massonico Sovversivo).
Un nuovo tipo di terrore…
Anche allora, come oggi, a dettare le regole (poi ratificate da un gruppetto di fedeli passacarte chiusi nei recinti di presunte assemblee popolari "democratiche") vi fu l'azione di una "Commissione" investita dei più ampi poteri esecutivi. Nella prima metà del Novecento, la propaganda mediatica era di certo più debole ed impreparata rispetto ad oggi (non esisteva internet, la TV satellitare, il cinema di massa). Ma come riuscire, dunque, ad imporre al mondo intero un simile programma di "riforme rivoluzionarie" in così breve tempo? Semplice, i gerarchi comunisti si servirono del cosiddetto «Terrore rosso di massa» (Cfr.: Stephane Courtois. Il libro nero del comunismo. Capitolo 4: Il Terrore rosso. Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1998). La commissione comunista permise allo stato totalitario di reggersi sull'arbitrio più totale. A tale riguardo va ricordato come un alto funzionario della Ceka, Iosif Unslicht, nelle sue memorie su Lenin (datate 1934), osservava con sconcertante e compiaciuto orgoglio: «Lenin trattava con implacabile brutalità i gretti membri del partito che deprecavano la spietatezza della Ceka (…)».
La mente e il braccio – Obiettivo "Homo Sovieticus"
Il partito, dunque, forniva l'Ideologia (un costrutto che nessuno poteva mettere in discussione ed uniformato al motto machiavelliano: «tutto è lecito, lavoriamo per la Storia» (Cfr.: Donald Rayfield – Stalin e i suoi boia. Un'analisi del regime e della psicologia stalinisti, Garzanti 2005), la Commissione (Ceka) rappresentava invece una «meravigliosa macchina per distruggere l'essere umano» fornendo il braccio operativo che attuava l'arbitrio assoluto dettato dall'ideologia stessa. Omicidi, torture e clima del sospetto – come nota Paolo Sensini in "Lenin l'Architetto del Terrore" - non furono eccessi dovuti alla guerra civile, ma piani preordinati per creare il nuovo «homo sovieticus». Tema trattato magistralmente ne "Il terrore rosso in Russia: 1918-1923" dello storico russo Sergej Mel'gunov: il libro fu tradotto in diverse lingue in tutta Europa, fuorché in Italia, paese-colonia (anglo-americana e sovietica) nel quale – guardacaso – non ha mai trovato nessun editore disposto a farne conoscere i compromettenti contenuti.
28 Commissari – 520 milioni di cittadini commissariati
Ma – a proposito di curiosi e calzanti parallelismi storici – analizziamo un altro degli aspetti (legato alla sfera del potere decisionale a livello comunitario) della Commissione Europea che si rifà a ben vedere sempre ai metodi decisionali della stessa commissione comunista detta Ceka. Sarà un caso – ci chiediamo – che il primo embrione dell'UE si chiamo CECA? L'organo esecutivo che ha sede a Bruxelles, infatti, è colui che emana le leggi ed i decreti, gestisce il bilancio, soprassiede all’applicazione delle norme comunitarie nei vari settori, riprende gli Stati membri che non si adeguano ai regolamenti, sanziona gli Stati inadempienti (spesso e volentieri in ragione a meccanismi ingannevoli e assurdi – vedi qui Patto di Stabilità – Come l’Europa dal 97 chiede il suicidio dell’economia italiana) rappresenta l’Unione nella politica estera ed invia le direttive ai governi. Ebbene, la Commissione, come noto, è composta da 28 commissari, scelti tra “personalità di spicco” degli Stati membri (cui si aggiungono il Presidente e l'Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la politica di Sicurezza, PESC, in veste di vicepresidente). I commissari non sono legati da alcun titolo di rappresentanza con lo Stato da cui provengono, anzi: in quanto membri della Commissione devono agire nell'interesse generale dell'Unione e non nell’interesse dei singoli Paesi (art. 17 del Trattato sull'Unione Europea, TUE). È per questo che la Commissione viene definita come "organo di individui" (a differenza del Consiglio che è definito come "organo di Stati"). Anche il diritto di cedere agli elettori il potere dei eleggere il Presidente della Commissione, preannunciato da alcuni media e sancito dal TUE, pare sia stato messo in discussione nei giorni scorsi (del resto, alzi la mano chi ha visto in Italia un solo spot con la candidatura a presidente della Commissione Europea).
Il Commissariamento del potere monetario – la BCE
Altro organo dotato di forti poteri decisionali (dato anche il potere economico che detiene) è la Banca Centrale Europea. L'organizzazione della BCE, creata sulla falsariga della FED Usa e della Bundesbank tedesca, la quale prevede che organi direttivi siano (art. 109 del Trattato) il Comitato esecutivo (presieduto dal Presidente o Governatore e da quattro membri nominati dal Consiglio europeo: quindi nessuno eletto dai cittadini) e il Consiglio direttivo, che è costituito dai membri del Comitato esecutivo e dai rappresentanti delle altre banche appartenenti all'eurosistema (con l'esclusione dei rappresentanti delle Banche centrali dei Paesi non aderenti all'euro). Ancora una volta, come vedete, nessuno che sia stato eletto legittimamente! Per tacere sui privati proprietari che di fatto gestiscono la proprietà della BCE. La Banca Centrale Europea, infatti, (come pochi sanno) e come si può vedere dal suo sito ufficiale (vedi giù, link in allegato) non è di proprietà dei popoli europei o degli stati, ma è di proprietà delle banche centrali degli stati, cioè di banche private (spacciate per pubbliche) territorialmente presenti in ciascuno dei paesi Ue aderenti all’Eurosistema (vedi SEBC).
Dietro la BCE
Come molti ignorano, ipnotizzati dalla propaganda "europeista" di regime, le suddette banche centrali, non hanno affatto l’obbligo di essere inquadrate come pubbliche. L'esempio emblematico e più diretto è quello di Bankitalia: istituto cui partecipanti al capitale sono per il 96% banche private in virtù da quanto deciso col celeberrimo Decreto Carli-Amato dell'11 Luglio 1992 (vedi qui -Britannia & Co – Quel che Renzi avrebbe dovuto ricordare alla Merkel). Ovviamente essendo la banca centrale una S.P.A., le quote appartengono agli azionisti – specie a quelli di maggioranza – e di conseguenza ai proprietari di tali banche. Rothschild in testa. Possiamo facilmente prendere coscienza del fenomeno analizzando il seguente diagramma strutturale:
I Proprietari della Banca d'Italia dopo il Decreto Carli-Amato del 1992
Gruppo Intesa (27,2% + 17,23% San Paolo) Banca Carige (3,96%)
Gruppo Capitalia (11,15%) BNL (2,83%)
Gruppo Unicredito (10,97%) MPS(2,50%)
Assicurazioni Generali (6,33%) Gruppo La Fondiaria (2%)
Altri privati (5,65%) Gruppo Premafin (2%)
INPS (5%) Cassa di Risp. di Firenze (1,85%)
Banca Carige (3,96%) RAS (1,33%)
I Proprietari della Banca Centrale Europea
Banca Nazionale della Germania (23,40%) Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca della Francia (16,52%) Banca nazionale d'Austria (2,30%)
Banca d’Inghilterra (15,98%) Banca del Portogallo (2,01%)
Banca d'Italia (14,57%) Banca Naz. della Danimarca (1,72%)
Banca della Spagna (8,78%) Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Grecia (2,16%) Banca Centrale d’Irlanda (1,03%)
Banca d’Olanda (4,43%) Banca del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
N.B.:
La Banca d’Inghilterra (nazione imperiale posta alla base del Commonwealth)
è proprietaria – azionista – della BCE, pur non essendo parte dell'Eurozona.
Non lo trovate alquanto strano e rivelatorio?
I Proprietari della Federal Reserve USA
Rothschild Bank di Londra Kuhn Loeb Bank di New York
Warburg Bank di Amburgo Israel Moses Seif Banks d’Italia
Rothschild Bank di Berlino Goldman, Sachs di New York
Lehman Brothers di New York Warburg Bank di Amsterdam
Lazard Brothers di Parigi Chase Manhattan Bank di New York
Schiavizzazione delle masse mediante la Moneta-Debito
Queste banche private, ovviamente, non hanno mai avuto a cuore – né allora, né tantomeno oggi - il bene comune e lo sviluppo delle società, ma – ovviamente – la massimizzazione dei loro profitti e l'annientamento degli uomini, costretti a regime di schiavitù reale mediante l'espropriazione dell'universalità dei loro beni riconducibile al diabolico meccanismo della moneta-debito. Meccanismo del quale abbiamo gìà ampliamente parlato in molteplici contesti (vedi qui es.: Nell’era della moneta-debito, tutto il male viene raccolto dentro un simbolo e qui – Ogni strumento è progettato per raggiungere uno scopo… Anche l’Ue) palesando l'inganno più occultato della storia: l'esistenza di un debito che non si potrà mai estinguere (vedi qui – Inganno monetario – La Consapevolezza del bene e le chiavi del Regno). Attraverso questo meccanismo, tali gruppi di potere possono decidere le sorti di intere nazioni: farle fallire oppure salvarle, forzarle ad adottare una forte politica di privatizzazione in modo da far divenire ciò che prima era di tutti, acquistabile da chi ha più denaro perchè può crearlo dal nulla…. Non a caso i comunisti sotto Stalin furono i primi a privatizzare (da cosiddetti "paladini del proletariato") la Banca Centrale Russa, facendo gli interessi dei veri padri della rivoluzione: i massoni e banchieri statunitensi ed ebraico-sionisti (vedi qui – Giacinto Auriti – Schiavi del sistema bancario imperialista e qui – Giacinto Auriti – Governo Occulto e Nuovo Ordine Mondiale). Tale logica scriteriata e diabolica (ricordiamo che Stalin e Lenin oltre ad essere esoteristi, erano anche massoni appassionati di esoterismo e satanismo – vedi video giù in allegato) fu causa di numerosi suicidi di piazza e della morte per fame e freddo di milioni di persone. Le analogie con l'attuale deriva europeista sono davvero impressionanti. Ma oggi come allora (nella prima metà del Novecento), il mostro unico massonico-bancario (o liberal-capitalista e social-comunista, che dir si voglia) non esitò ad avviare una campagna di espropriazioni, privatizzazioni ed accorpamenti di immense proprietà – nelle mani di pochi eletti – di proporzioni uniche nella storia, incentrate su opere di "collettivizzazione forzata" e su genocidi programmati (Vedi giù, video in allegato).
Stalin e la vergogna comunista (e liberal-capitalista)
La "Democratica" Corte di Giustizia europea
Ma la nostra analisi non finisce qui! La storia ed i parallelismi continuano con la Corte di Giustizia, che è composta – come pochi sanno - da un giudice per ogni Stato membro, assistito da otto avvocati generali. Naturalmente sia i giudici che gli avvocati generali sono nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri (e non dai Parlamenti, cioè da chi è stato eletto). Ancora una volta si tratta di soggetti scelti da persone non elette democraticamente e vicine all'élite europeista. E così, via discorrendo per le varie “agenzie” (sono diverse decine) sparse in giro per l’Europa e delegate alla gestione o all’analisi di problemi specifici (dall’immigrazione clandestina alla ricerca, dalla formazione ai problemi del traffico marittimo): nessuna di queste (sebbene gestite grazie ai soldi dei contribuenti europei) è diretta da persone elette dai cittadini europei. Si tratta – ovviamente – di personaggi eletti (illuminati dalla fulgida luce dell'europeismo) e fedelissimi alla causa mondialista (vedi qui Europeismo, Federalismo e Mondialismo: facce della stessa medaglia ).
MES
Per non parlare dei fondi autonomi e degli enti ultimi nati, come il Redemption Found e i suoi oscuri ed ambigui reggenti o il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), detto anche Fondo salva-Stati permanente, istituito nel 2011, in seguito alle modifiche al Trattato di Lisbona (art. 136) e nato come fondo finanziario europeo per la presunta (ed illusoria) "stabilità finanziaria" della zona Euro (e quindi non legato a tutti i Paesi UE). Esso, tuttavia, ha assunto ben presto il ruolo di organizzazione intergovernativa: infatti la sua struttura è organizzata con un “consiglio di governatori” formato da “rappresentanti” degli Stati membri ed un consiglio di amministrazione. Tutte persone mai elette da nessun cittadino europeo e non assoggettabili a processi o perquisizioni, poste a garanzia della gabbia usurocratica europeista (vedi qui -L’euforia di Regling, il MES avrebbe Raggiunto il suo Obiettivo). Eppure a questo ente è stato attribuito il potere di imporre ai singoli Stati alcune scelte sulla politica macroeconomica interna. Quindi un potere enorme ben al di là dei confini nazionali, sebbene lasciato nelle mani di persone selezionate non si sa sulla base di quali criteri (e di certo non elette). E si potrebbe continuare a lungo. La verità è che, passo dopo passo, goccia dopo goccia, tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi decenni (anche quelli nominati da Parlamenti illegittimi, eletti con un sistema elettorale incostituzionale) hanno permesso che si creasse un sistema di gestione della “cosa pubblica” italiana, che, non solo non è più italiano (dato che è stato ceduto e continua a esserlo, giorno dopo giorno, senza che nessuno dica una sola parola), ma (cosa ancora peggiore) non è diretto da soggetti eletti dai cittadini europei.
Una strategia antica di 300 anni e più…
Oggi, tutte le decisioni che riguardano gli oltre 500 milioni di europei, vengono prese da gruppi di potere a trazione massonico-bancaria (questo è il loro vero nome) durante riunioni a porte chiuse. Ma a ben vedere questo andazzo è la naturale conseguenza di un sistema nato all'indomani dei grandi sconvolgimenti epocali che interessarono l'Inghilterra e la Francia durante l'Ottocento e la fine del Settecento. Sconvolgimenti che furono posti quali pilastri alla nascita dello stato liberale e che furono suggellati con la celeberrima tripartizione del potere dettata dal Barone di Montesquieu, che nel suo schema, liquidò provvidenzialmente il potere monetario, che da allora in poi – col benestare dei governi liberal-massonici che sostituirono le monarchie cattoliche cadute sotto il peso dei debiti bancari – fu una prerogativa ad esclusiva spettanza dell'élite illuminata (liberal-capitalistica e social-comunista) provvidenzialmente distinta dall'intellighenzia occulta in partiti ed ideologie apparentemente opposti e conflittuali. Questo se ci pensate è stato il grande limite di un filosofo ed economista come Karl Marx. Non aver compreso – o meglio aver nascosto ed a tratti alimentato – tale incredibile inganno.
Ecco perchè la democrazia e l'europeismo sono balle!!!
Alla luce di ciò, si comprendono due cose: 1) la democrazia dal 1789 in poi è stata solo una favola enfatizzata a dovere per catturare ed imprigionare attraverso il "diritto-non-diritto" quanti più polli possibili; 2) l'europeismo, ultima creatura nata da questa matrigna secolare chiamata "democrazia" (liberale, liberal-capitalista o social-comunista che dir si voglia) è un grande inganno retto per l'annientamento programmato dei popoli e delle nazioni. Per chi avesse ulteriori dubbi, dopo aver letto questo articolo, consigliamo di indagare la storia delle vere origini dell'UE mediante la conoscenza dello sconcertante "Piano Kalergi" (vedi qui Il Piano Kalergi – Quello che Nessuno ti ha mai detto sull’Europa - e qui – Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta -Seconda Parte. Vedi anche il video giù in allegato).
L'europeismo e lo squarcio del velo
Allora comprendiamo il vero motivo per il quale il bilancio dello Stato italiano, la spesa sociale, gli aiuti alle imprese, ma anche le medicine da prendere o la scelta dei prodotti da mangiare o meno, le opere pubbliche da realizzare, tutto viene deciso da “soggetti”non-eletti. Comprendiamo perchè i fondi comunitari siano stati trasformati in strumenti elitari e atti ad alimentare un vergognoso clientelismo politico-elettorale e capiamo anche perchè anziché ascoltare le istanze di giustizia e libertà levate dai popoli europei, l'élite di Bruxelles abbia pensato (sotto l'ala protettrice di Usa e Nato) di creare i super-poliziotti europei, con poteri praticamente illimitati, chiamati eurogendfor, con compiti repressivi di eventuali tumulti e proteste, ben definiti (vedi qui – Eurogendfor: l’esercito comune Ue contro i disperati). E mentre in Italia i gruppi politici si scambiano fittizie accuse e mettono in scena scaramucce teatrali preelettorali (inutili dato che i candidati sono spesso gli stessi esemplari di Homo Politicus che hanno causato disastri nella prima e nella seconda repubblica – per la terza si stanno dando da fare – e che provengono dagli stessi gruppi di potere decisionale paralleli alle istituzioni repubblicane - vedi qui Nulla di Nuovo nel Toto Europa – un favore all’Aspen Institute Italia) in Europa il potere è stato concentrato nelle mani di poche decine di persone.
Ecco perchè non andremo a votare
Tra pochi giorni gli elettori europei (quelli più illusi) andranno alle urne (anche se molti prevedono, ovviamente, un’affluenza irrisoria). Per quei pochi che entreranno nei seggi elettorali la cosa più triste non sarà trovare in cima alle varie liste, esemplari di Homo Politicus ormai arcinoti (magari riciclati dagli scarti delle istituzioni nazionali e regionali) né sapere che queste persone parteciperanno solo sporadicamente alle sedute del Parlamento europeo (pur godendo di lauti compensi). La cosa più triste è che andranno a votare forse coscienti, dopo un’attenta riflessione, che la loro vita e quella dei loro figli sarà nelle mani non dei rappresentanti eletti dalla maggioranza dei cittadini europei, ma di altri, nessuno dei quali mai eletto, nessuno dei quali mai “scelto”, nessuno dei quali si curerà mai dei loro interessi, ma solo ed esclusivamente degli interessi (bancari) di chi li messi come pedine a ricoprire quella posizione… E dalle ricostruzioni storiche ed i parallelismi posti in essere, forse oggi abbiamo le idee più chiare sui fatti ed i presupposti ideologici che portarono alla nascita di questa gabbia chiamata "Unione Europea". Noi la nostra scelta l'abbiamo fatta: Domenica 25 andremo a goderci il sole in spiaggia assieme a tutti gli esponenti della lista del non-voto!
Sergio Basile, C.Alessandro Mauceri (Copyright © 2014 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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