La crisi c’è per tutti, ma non è per tutti uguale. Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi dei magistrati, aumenta del 5 per cento lo stipendio dei giudici, circa 8 mila euro all’anno in più. Le Toghe, dunque, non conoscono crisi. Nel 2010 Berlusconi tentò invano di congelare anche la loro remunerazione per 5 anni, ma l’intervento della Consulta fu categorico e fulmineo, gli stipendi dei magistrati non si toccano. Ad esempio, un magistrato della Corte dei Conti, come riporta una tabella del Sole 24 Ore, nel 2011 ha guadagnato 174.690 euro. Con l’aumento retroattivo dal 2012 nel 2014 incasserà 182.287 euro. Pare insomma che il salario “togato” sia sacro mentre quello dei dipendenti pubblici
può essere tranquillamente profanato a dispetto della specificità decantata di alcune categorie, di importi stipendiali ridotti all’osso, di turni di lavoro usuranti. Insomma, alla faccia della crisi, qualcuno è più statale degli altri. Eppure il governo non più tardi di una settimana fa, ha prorogato il blocco per gli statali di serie B, nonostante la Corte costituzionale abbia calendarizzato per il 5-6 novembre 2013, 17 ordinanze di remissione per la violazione di nove articoli della Costituzione. Ora pretendiamo giustizia, non possono essere congelati gli stipendi dei magistrati? Allora devono essere sbloccati anche gli stipendi, di insegnanti, medici, militari, forze di polizia. Attenderemo fiduciosi l’esito della Corte, nella speranza che la Giustizia possa premiare l’attesa anche di chi, evidentemente di second’ordine, non indossi una toga.
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» Agli statali stipendi bloccati, ai magistrati aumento del 5%
venerdì 16 agosto 2013
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