Bene, visto che vuoi svendere la sanità restituisci tutti i soldi che gli italiani hanno versato per costruire e finanziare la sanità nel corso degli ultimi decenni.
Da constatare come per le banche il Bilderberger Monti i soldi li trova sempre.
In Italia il governo dei banchieri filantropi tanto amati dalla società civile ci hanno provato ad eliminare i "costosi" malati di SLA. Situazione parzialmente rientrata, a quanto pare per un anno i gentiluomini e donne golpisti hanno promesso di ripristinare i fondi per almeno un
altro pò di tempo. Poi si vedrà. Il regime si comporta un pò come un plotone di esecuzione moderno, in nome dei mercati con il pallottoliere decide chi far crepare di fame o di assistenza sanitaria negata. Intanto, la "virutosa" ed umana Regione Toscana pensa bene di rivalersi con il ticket sui malati cronici, colpevoli ovviamente di gravare più degli altri sul bilancio della sanità. I miei complimenti a lor signori eugenetisti che si sono sostituiti a madre natura nella selezione della specie.
Barbara
LA GRECIA UCCIDE I SUOI PAZIENTI DI ALZHEIMER E PATOLOGIE CRONICHE AI RENI
FONTE: KEEPTALKINGGREECE.COM
La salute in Grecia è malata. Malata come le menti di coloro che prendono certe decisioni e costringono migliaia di persone ad una morte dolorosa, dal momento che li privano delle medicine per guarirli. Chiamatelo “Terzo Pacchetto d’Austerità”, chiamatelo “un paese in bancarotta”, chiamatelo come volete, ma il fatto è questo: i ministri ben pagati di questo governo insieme ai ben pagati deputati ed altri funzionari dello Stato che guadagnano diverse migliaia di euro al mese, lasceranno i bisognosi ed i malati senza le medicine essenziali e l’assistenza sanitaria di base.
La scorsa settimana il vice-ministro della ‘sanità’ Salmas ed il ministro del lavoro Vroutsis hanno deciso, indipendentemente dal “pacchetto di austerità”, di imporre una tassa del 10-25% sull’acquisto dei medicinali prescritti ai malati cronici delle seguenti categorie: insufficienza renale, epilessia, Alzheimer, demenza, vasculite di Burger, malattia di Charcot-Marie-Tooth, Parkinson, diversi tipi di diabete, malattia di Wilson ed altre patologie croniche (Qui, la lista completa in greco http://iatropedia.com/articles/read/3057).
Contributo dello zero per cento per il cancro, l’HIV ed altre malattie croniche, anche se solo per le medicine direttamente collegate alle loro patologie.
I pazienti dovranno pagare un 10% di tasse per le medicine direttamente collegate alle loro malattie ed un 25% per quelle non direttamente collegate e indipendentemente dal fatto che la malattia secondaria, come problemi cardiovascolari, diabeti, ipertensione, sono causate dalla malattia primaria.
Ora non è chiaro: chi deciderà se il collasso dei reni è collegato al diabete o viceversa, o se le medicine per l’Alzheimer richiederanno una tassa del 10% mentre i rimedi vascolari ne richiederanno una del 25%?
Senza nessuna esenzione per i redditi bassi, i pazienti cronici delle categorie menzionate, alcuni dei quali hanno bisogno di cure che valgono diverse centinaia di euro ogni mese, dovranno sborsare anche più di 100 euro. Anche se le loro pensioni sono inferiori ai 500-600 euro.
Il sistema Sanitario nazionale della Gran Bretagna sta facendo i conti con la recessione e i primi a rimetterci sono i più vunerabili: gli anziani, i malati terminali, le persone dichiarate morte ancor prima che lo siano, perché cercare di salvarle o di farle stare meglio costa troppo. Qualche giorno fa uno dei sottosegretari alla Sanità, il liberaldemocratico Norman Lamb, non ha esitato a invitare i medici di base a compliare una lista dei loro pazienti che potrebbero morire entro un anno. Una volta identificati, i malati terminali saranno chiamati a un incontro col medico che gli chiederà dove preferiscono morire e se vogliono scrivere o dettare un testamento biologico in cui danno il permesso ai medici di sospendere medicinali e nutrizione quando si annuncerà la fine.
Lamb, che ha annunciato il progetto del governo a una recente conferenza sul fine vita, ha detto di aspettarsi che per ogni medico almeno un paziente su cento entri nella lista dei "terminabili". I motivi sono molto pragmatici: «Un quarto dei letti negli ospdeali sono occupati da malati terminali – ha spiegato –, e tra loro quattro su dieci non richiedono cure mediche. Se queste persone fossero ammesse una volta in meno al pronto soccorso la Sanità risparmierebbe un miliardo e 350 milioni di sterline l’anno», circa un mliardo e mezzo di euro.
L’esponente del governo conservatore-liberale non ha specificato quale sarà il destino dei malati finiti in quella che vari giornali britannici hanno ribattezzato «lista della morte». Ma è molto probabile che saranno destinati al «Liverpool Care Pathway», un protocollo adottato per la prima volta negli anni Novanta in un ospedale della città portuale, e che dal 2004, dopo essere stato raccomandato dal National Institute for Health and Clinical Excellence, è diventato pratica comune nelle istituzioni sanitarie del Regno. Sulla carta «Lcp» si presenta come un programma di fine vita per rendere l’ultimo periodo di un paziente più tollerabile, nel Paese che è culla delle cure palliative. In realtà il protocollo ha finito col tradursi anche nella sospensione di cure e nutrizione e nella somministrazione di forti sedativi a persone classificate «vicine alla morte».
Ogni anno il sistema sanitario nazionale registra 450mila decessi nelle sue strutture; di questi, 130 mila sono di persone sottoposte al «Lcp» in modo proprio o improprio. Il Ministero della Sanità, dopo le molteplici controversie sollevate dal programma, ha più volte tenuto a ribadire che il Liverpool Care Pathweay non è equiparabile all’eutanasia, che i pazienti che vi sono sottoposti vengono monitorati e possono essere tolti dal protocollo se mostrano un miglioramento. Ma negli ultimi mesi sono fioccate sempre più insistenti e numerose le denunce di famiglie che accusano i medici di aver introdotto i loro cari nel programma quando in realtà questi non stavano affatto morendo e di averne accellerato il decesso a causa della sospensione di cure e nutrizione.
Mary Cooper, 79 anni, uno dei tanti esempi, è morta in giugno pochi giorni dopo il ricovero al Queen Elizabeth Hospital di King’s Lynn, nel Norfolk. La sua famiglia sostiene di non essere mai stata avvisata del fatto che la donna fosse stata inserita nel programma. «Ci hanno informati – denuncia il marito – quando ormai per Mary era troppo tardi». L’ospedale dice di aver discusso la questione con la famiglia e che questa era d’accordo. Ma secondo la figlia l’ospedale non è mai stato chiaro: «I medici ci hanno detto che l’avrebbero aiutata a sentire meno dolore possibile, ma non ci hanno spiegato esattamente quello che avrebbero fatto».
La settimana scorsa un uomo la cui madre è morta dopo essere stata sottoposta per trenta ore al Lcp al Western General Hospital di Edinburgo ha chiesto alla polizia di investigare. Paul Tulloch è convinto che la madre Jean di 83 anni potesse sopravvivere e sostiene di essere stato ignorato dai medici quando ha chiesto che venisse ritirata dal protocollo. L’anno scorso un rapporto del Royal College of Physicians ha rivelato che nel 4% dei casi i familiari non vengono informati della decisione di sottoporre un paziente al Lcp. E ora anche l’autorevole oncologo Mark Glaser condanna il Liverpool Care Pathway dicendo che si tratta di «un sistema corrotto e scandaloso che serve solo per liberare i letti degli ospedali occupati dagli anziani e per raggiungere obiettivi premiati con più soldi».
Elisabetta Del Soldato
Ue: in Italia poco Welfare per famiglie. Nulla per inclusione sociale
27 Novembre 2012 - 13:16
(ASCA) - Roma, 27 nov - Nel 2010 la spesa per la protezione sociale ha raggiunto in Italia il 29,9% del Pil, stabile rispetto al 2009, e e in deciso aumento rispetto al 2007 (26,6%), quando si era alla vigilia della crisi economico-finanziaria.
Dai dati diffusi da Eurostat, il Welfare tricolore e' soprattutto concentrato sugli anziani che assorbono il 60,6% delle prestazioni dell'intera protezione sociale. Tra i ventisette paesi dell'Unione solo la Polonia supera l'Italia con il 60,9%. La media Ue per i benefici sociali a favore degli anziani e' pari al 45%.
Le note dolenti arrivano su tutto il resto a partire da sanita' e disabilita' che pesano il 31,5% del Welfare, ben al di sotto della media Ue che viaggia al 37,4%.
Su famiglia e infanzia mentre la media Ue viaggia all'8% , il Belpaese si limita al 4,6%. Anni luce lontani dalla Germania (10,9%), dalla Francia (8,3%) ma anche da Spagna (6%) e Portogallo (5,7%). Peggio dell'Italia solo la Polonia al 4,2%.
Stessa musica per la disoccupazione che vale appena il 2,9% contro una media Ue del 6%.
Infine, le politiche per la casa e l'inclusione sociale valgono appena lo 0,3% dell'intero Welfare collocando l'Italia all'ultimo posto nell'Unione europea. Gli altri due paesi che dedicano meno risorse all'inclusione sociale e alla politiche abitative sono la Polonia e l'Estonia con l'1,1%, comunque quasi il triplo dell'Italia. La media Ue e' del 3,6%.
37 Mld alle Banche spagnole in cambio di ondata di licenziamenti
Grecia: Eurogruppo trova l'accordo tecnico, sì ad aiuti per 43,7 mld
".......Di questi 10,6 miliardi di euro saranno erogati gia' a dicembre - non prima del 13, dopo il voto nei parlamenti di Germania, Paesi Bassi e Finlandia - per finanziare l'Erario, 23,8 miliardi di euro saranno destinati sempre in dicembre alla ricapitalizzazione delle banche, e i rimanenti 9,3 miliardi di euro saranno versati in tre tranches nel primo trimestre 2013, a patto che le autorita' greche attuino alcuni impegni previsti dall'accordo con la Troika, fra cui la riforma del sistema fiscale a gennaio.".....
chiamiamoli aiuti
Tobin tax, ecco come il governo cambia la legge per salvare le banche
"È auspicabile che la Bce abbia più poteri, come del resto in Usa dovrebbe avere la Fed. Occorre levare le incrostazioni di protezionismo da parte dei Paesi forti". Lo ha affermato il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani, durante il proprio intervento al nono Annual dell'Economia e della Finanza, in corso a Milano. "Tutto ciò", ha tuttavia osservato il numero uno della Cá de Sass, "non ci esenta dal dover cercare di risolvere problemi di casa nostra. Un proverbio cinese dice: spazza davanti alla tua porta; se tutti lo faranno, le strade saranno pulite".
Draghi: “Nessun Paese è autorizzato a fare politiche che possano danneggiare gli altri” 19 nov 2012
La BCE si.
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