lunedì 31 marzo 2014

d'altronde la civiltà moralmente superiore non misura la civiltà di un paese in base a quanta gente spinge sul lastrico e costringe al suicidio (non passa giorno che non ci sia un sacrificio umano, spesso sono più di una persona al giorno a decidere per il gesto estremo) e condanna alla miseria. 5 milioni di poveri in Italia, e la stima è decisamente bassa. L'importante è essere gay-friendly ed euro fanatici. Reddito di cittadinanza? Non è comodo alle banche, quindi non è una priorità certo per i paladini delle masse, come dimostra il Decreto Bankitalia imposto dalla compagna Boldrini.

LA GENERAZIONE DIPENDENTE: LA META’ DEI GIOVANI EUROPEI VIVE CON I GENITORI
Un rapporto di Eurofound riporta che non sono solo le persone che stanno per finire l’istruzione ad avere difficoltà a vivere in modo indipendente, ma anche i trentenni.
I nuovi dati dicono che quasi la metà dei giovani adulti europei vive con i propri genitori, un livello record di dipendenza che ha implicazioni sociali e demografiche per il futuro del continente.

Una delle indagini sociali più complete, che si è svolta in 28 paesi europei, ci ha rivelato martedì che la percentuale di persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni che nel 2011 viveva ancora con i genitori è salita era al 48 %, 36,7 milioni di persone, che sperimentano anche livelli di deprivazione e di disoccupazione che sono aumentati anch'essi nei primi cinque anni di crisi economica.

I dati provenienti dall'agenzia dell’Unione Europea Eurofound che sono stati ottenuti dal Guardian mostrano che solo pochi paesi sono immuni al fenomeno, e che non è esclusivo dei paesi indebitati nel bacino del Mediterraneo. Lo studio mostra un forte aumento del numero dei ventenni che rimangono a casa anche in paesi come Svezia, Danimarca, Francia, Belgio e Austria. In Italia quasi quattro quinti (il 79%) dei giovani adulti vivevano con i propri genitori.

Tuttavia, la Germania, i Paesi Bassi, l'Irlanda e il Regno Unito hanno registrato una diminuizione: in Gran Bretagna, è calato dal 30 al 26% .

Uno degli autori del rapporto, Anna Ludwinek, ha detto: "La situazione dei giovani è cambiata radicalmente. E sembra differente da quella dei loro genitori e nonni."

"Non è solo il mondo del lavoro che è cambiato, ma la società sta cambiando, di modo che le transizioni stanno diventando sempre più imprevedibili: le persone non hanno più un lavoro che dura tutta la vita e neppure vivono nello stesso posto per tutta la vita."

Ha anche detto che è un mito pensare che vivere con i bambini e i genitori in una famiglia multigenerazionale sia una meraviglia: "Abbiamo riscontrato che le famiglie multigenerazionali hanno una bassissima soddisfazione per la propria vita e un livello percepito altissimo di deprivazione e di esclusione sociale."

"Si potrebbe affermare che se avete trent’anni, vivete ancora con i genitori e se, oltre a questo avete anche una vostra famiglia, allora è davvero difficile iniziare una vita indipendente."

I dati evidenziano la situazione difficile della "Generazione Y", che è più istruita rispetto ai loro antenati, ma è condannata a prospettive più fosche della generazione dei loro genitori.

Il fenomeno sempre più diffuso degli adulti costretti a vivere nelle loro camerette d'infanzia ha anche sollevato preoccupazioni per la natalità e la demografia in un continente che invecchia.

La tendenza alla dipendenza verso i genitori, riportano gli autori dello studio, non può essere spiegata solamente con l'aumento del numero delle persone che studiano più a lungo, dato che altri milioni di 25-29enni ancora vivono con mamma e papà.

Per le donne di età compresa tra 25-29, il numero è salito di cinque punti fino al 26%, mentre la percentuale per gli uomini è salita di tre, arrivando al 34%. Anche tra coloro che hanno un lavoro, il dato complessivo è aumentato di un punto, siamo al 34% .

Mentre i giovani adulti tendono ad affidarsi alle istituzioni quanto i loro genitori, la loro fiducia per il governo nazionale, il sistema giuridico e la stampa è diminuita dal 2007 al 2011.

Bobby Duffy dell’istituto di sondaggi Ipsos Mori ha detto di aver trovato risultati simili nel Regno Unito: "La nostra analisi generazionale dell’attitudine nel Regno Unito ha mostrato quanta pressione sentono i giovani, che sono più propensi a considerarsi poveri anche se hanno iniziato da qualche anno una loro carriera, un fatto storicamente insolito."

"Ciò riecheggia la ricerca di Eurofound: non sono solo coloro che sono appena usciti dalla scuola o dalle università che trovano grandi difficoltà a diventare indipendenti, ma tutti quelli tra i 20 e i 30 anni."

Ha detto che questi risultati hanno dimostrato che il ceto sociale e il background stanno diventando sempre più un fattore di successo nella vita successiva..

"Quelli che appartengono a classi agiate o ricche saranno meglio equipaggiati per affrontare le pressioni. Il contesto non riguarda solo l’aspetto generazionale; è come questo si relaziona con la ricchezza e il ceto sociale, lasciando svantaggiati alcuni giovani."

Peter Matjašič , presidente del Forum Europeo della Gioventù, ha detto che i giovani europei erano ancora "nel mezzo della tempesta", nonostante si parli di una ripresa.

Ha detto che troppi erano ancora disoccupati o, se stavano lavorando, erano "precari e spesso senza la rete di sicurezza di un'adeguata protezione sociale".

"Questo rapporto ci fa preoccupare, perché fornisce ulteriori prove che, nel momento in cui i giovani adulti dovrebbero essere diventare esseri autonomi che vanno per la propria strada, sono costretti a continuare a vivere a casa con i genitori per un tempo molto più lungo rispetto a prima, e questo sta diventando la norma anche in molti paesi in cui non era una cosa comune.".

Ha anche invitato i dirigenti europei ad attuare misure concrete, e ha detto che i giovani adulti europei non devono essere discriminati in materia di spesa per la sicurezza sociale.

Il rapporto di Eurofound rivela anche che il 49% dei giovani adulti europei viveva in famiglie che avvertivano una qualche forma di deprivazione. Nel 2011 il 27% dei giovani adulti viveva in deprivazione di “medio livello", ossia che non avrebbe potuto sostituire i mobili usurati, invitare gli amici a casa o permettersi di prendere una vacanza ogni anno.

Più di un quinto (il 22% ) ha vissuto "grave deprivazione" e ha avuto difficoltà per riscaldare la casa o comprare vestiti nuovi. Questo dato è salito di sei punti percentuali dal 2007.

L'aumento della deprivazione per i giovani adulti è stata peggiore in Grecia (+15 %), Spagna (+20%) e Regno Unito (+10%) .

Anche se la loro situazione è meno grave  se confrontata a quella di altre epoche, i giovani europei se la passano peggio delle altre generazioni: "In quasi tutti i paesi i giovani possono andare incontro a livelli moderati di deprivazione rispetto alla popolazione generale, ma è meno probabile che affrontino le forme più gravi", dice il rapporto . Dal sondaggio di 7.300 giovani adulti sulla qualità di vita in Europa, gli autori del rapporto indicano una tendenza crescente di famiglie multigenerazionali in cui i genitori sono costretti a ospitare sia i figli che i nipoti.

Di conseguenza, il numero delle famiglie di lavoratori che crescono una famiglia nella propria casa è sceso di 3 punti percentuali.

I nuclei familiari in cui tre generazioni vivono tutti sotto lo stesso tetto sono più propensi a sperimentare una grave deprivazione, “suggerendo che per molti una tale modalità sia involontaria e una conseguenza della crisi economica".

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SHIV MALIK
The Guardian


24.03.2014

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE

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