d'altronde la civiltà moralmente superiore non misura
la civiltà di un paese in base a quanta gente spinge sul
lastrico e costringe al suicidio (non passa giorno che non ci sia un sacrificio umano, spesso sono più di una persona al giorno a decidere per il gesto estremo) e condanna alla miseria. 5 milioni di poveri in Italia, e la stima è decisamente bassa. L'importante è essere gay-friendly ed euro fanatici. Reddito di cittadinanza? Non è comodo alle banche, quindi non è una priorità certo per i paladini delle masse, come dimostra il Decreto Bankitalia imposto dalla compagna Boldrini.
LA GENERAZIONE DIPENDENTE: LA META’ DEI GIOVANI EUROPEI VIVE CON I GENITORI
LA GENERAZIONE DIPENDENTE: LA META’ DEI GIOVANI EUROPEI VIVE CON I GENITORI
Un rapporto di Eurofound riporta
che non sono solo le persone che stanno per finire
l’istruzione ad avere difficoltà a vivere in modo
indipendente, ma anche i trentenni.
I nuovi dati dicono che quasi la
metà dei giovani adulti europei vive con i propri genitori, un
livello record di dipendenza che ha implicazioni sociali e
demografiche per il futuro del continente.
Una delle indagini sociali più
complete, che si è svolta in 28 paesi europei, ci ha rivelato
martedì che la percentuale di persone di età compresa tra i 18
e i 30 anni che nel 2011 viveva ancora con i genitori è salita
era al 48 %, 36,7 milioni di persone, che sperimentano anche
livelli di deprivazione e di disoccupazione che sono aumentati
anch'essi nei primi cinque anni di crisi economica.
I dati provenienti dall'agenzia
dell’Unione Europea Eurofound che sono stati ottenuti dal
Guardian mostrano che solo pochi paesi sono immuni al
fenomeno, e che non è esclusivo dei paesi indebitati nel
bacino del Mediterraneo. Lo studio mostra un forte aumento del
numero dei ventenni che rimangono a casa anche in paesi come
Svezia, Danimarca, Francia, Belgio e Austria. In Italia quasi
quattro quinti (il 79%) dei giovani adulti vivevano con i
propri genitori.
Tuttavia, la Germania, i Paesi
Bassi, l'Irlanda e il Regno Unito hanno registrato una
diminuizione: in Gran Bretagna, è calato dal 30 al 26% .
Uno degli autori del rapporto, Anna
Ludwinek, ha detto: "La situazione dei giovani è cambiata
radicalmente. E sembra differente da quella dei loro
genitori e nonni."
"Non è solo il mondo del lavoro
che è cambiato, ma la società sta cambiando, di modo che le
transizioni stanno diventando sempre più imprevedibili: le
persone non hanno più un lavoro che dura tutta la vita e
neppure vivono nello stesso posto per tutta la vita."
Ha anche detto che è un mito
pensare che vivere con i bambini e i genitori in una famiglia
multigenerazionale sia una meraviglia: "Abbiamo
riscontrato che le famiglie multigenerazionali hanno una
bassissima soddisfazione per la propria vita e un livello
percepito altissimo di deprivazione e di esclusione
sociale."
"Si potrebbe affermare che se
avete trent’anni, vivete ancora con i genitori e se, oltre a
questo avete anche una vostra famiglia, allora è davvero
difficile iniziare una vita indipendente."
I dati evidenziano la situazione
difficile della "Generazione Y", che è più istruita rispetto
ai loro antenati, ma è condannata a prospettive più fosche
della generazione dei loro genitori.
Il fenomeno sempre più diffuso
degli adulti costretti a vivere nelle loro camerette
d'infanzia ha anche sollevato preoccupazioni per la natalità e
la demografia in un continente che invecchia.
La tendenza alla dipendenza verso i
genitori, riportano gli autori dello studio, non può essere
spiegata solamente con l'aumento del numero delle persone che
studiano più a lungo, dato che altri milioni di 25-29enni
ancora vivono con mamma e papà.
Per le donne di età compresa tra
25-29, il numero è salito di cinque punti fino al 26%, mentre
la percentuale per gli uomini è salita di tre, arrivando al
34%. Anche tra coloro che hanno un lavoro, il dato complessivo
è aumentato di un punto, siamo al 34% .
Mentre i giovani adulti tendono ad
affidarsi alle istituzioni quanto i loro genitori, la loro
fiducia per il governo nazionale, il sistema giuridico e la
stampa è diminuita dal 2007 al 2011.
Bobby Duffy dell’istituto di
sondaggi Ipsos Mori ha detto di aver trovato risultati simili
nel Regno Unito: "La nostra analisi generazionale
dell’attitudine nel Regno Unito ha mostrato quanta pressione
sentono i giovani, che sono più propensi a considerarsi
poveri anche se hanno iniziato da qualche anno una loro
carriera, un fatto storicamente insolito."
"Ciò riecheggia la ricerca di
Eurofound: non sono solo coloro che sono appena usciti dalla
scuola o dalle università che trovano grandi difficoltà a
diventare indipendenti, ma tutti quelli tra i 20 e i 30
anni."
Ha detto che questi risultati hanno
dimostrato che il ceto sociale e il background stanno
diventando sempre più un fattore di successo nella vita
successiva..
"Quelli che appartengono a
classi agiate o ricche saranno meglio equipaggiati per
affrontare le pressioni. Il contesto non riguarda solo
l’aspetto generazionale; è come questo si relaziona con la
ricchezza e il ceto sociale, lasciando svantaggiati alcuni
giovani."
Peter Matjašič , presidente del
Forum Europeo della Gioventù, ha detto che i giovani europei
erano ancora "nel mezzo della tempesta", nonostante
si parli di una ripresa.
Ha detto che troppi erano ancora
disoccupati o, se stavano lavorando, erano "precari e
spesso senza la rete di sicurezza di un'adeguata protezione
sociale".
"Questo rapporto ci fa
preoccupare, perché fornisce ulteriori prove che, nel
momento in cui i giovani adulti dovrebbero essere diventare
esseri autonomi che vanno per la propria strada, sono
costretti a continuare a vivere a casa con i genitori per un
tempo molto più lungo rispetto a prima, e questo sta
diventando la norma anche in molti paesi in cui non era una
cosa comune.".
Ha anche invitato i dirigenti
europei ad attuare misure concrete, e ha detto che i giovani
adulti europei non devono essere discriminati in materia di
spesa per la sicurezza sociale.
Il rapporto di Eurofound rivela
anche che il 49% dei giovani adulti europei viveva in famiglie
che avvertivano una qualche forma di deprivazione. Nel 2011 il
27% dei giovani adulti viveva in deprivazione di “medio
livello", ossia che non avrebbe potuto sostituire i
mobili usurati, invitare gli amici a casa o permettersi di
prendere una vacanza ogni anno.
Più di un quinto (il 22% ) ha
vissuto "grave deprivazione" e ha avuto difficoltà
per riscaldare la casa o comprare vestiti nuovi. Questo dato è
salito di sei punti percentuali dal 2007.
L'aumento della deprivazione per i
giovani adulti è stata peggiore in Grecia (+15 %), Spagna
(+20%) e Regno Unito (+10%) .
Anche se la loro situazione è meno
grave se confrontata a quella di altre epoche, i giovani
europei se la passano peggio delle altre generazioni: "In
quasi tutti i paesi i giovani possono andare incontro a
livelli moderati di deprivazione rispetto alla popolazione
generale, ma è meno probabile che affrontino le forme più
gravi", dice il rapporto . Dal sondaggio di 7.300
giovani adulti sulla qualità di vita in Europa, gli autori del
rapporto indicano una tendenza crescente di famiglie
multigenerazionali in cui i genitori sono costretti a ospitare
sia i figli che i nipoti.
Di conseguenza, il numero delle
famiglie di lavoratori che crescono una famiglia nella propria
casa è sceso di 3 punti percentuali.
I nuclei familiari in cui tre
generazioni vivono tutti sotto lo stesso tetto sono più
propensi a sperimentare una grave deprivazione, “suggerendo
che per molti una tale modalità sia involontaria e una
conseguenza della crisi economica".
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SHIV MALIK
The Guardian
24.03.2014
Scelto e tradotto per
www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE
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