lunedì 31 marzo 2014

Sayyed Nashrallah, leader della formazione Hezbollah in Libano:
«uniamo i nostri sforzi per proteggerci dal conflitto siriano» resoconto di un discorso tenuto in occasione dell’inaugurazione del forum culturale della Monte Amel e l’apertura del teatro ‘al-Ikhwan’ (vittoria: ndr) nel villaggio del Libano meridionale, Ainata, Il Segretario generale di Hezbollah Sayed Hassan Nasrallah ha pronunciato il seguente discorso:

“Il piano sionista ha sempre minacciato la nostra regione araba e il nostro paese. L’unica opzione disponibile ancora davanti al popolo libanese è la resistenza in tutte le sue forme. La resistenza è una cultura.

Dirigere l’azione militare, fare guerra all’aggressore, il nostro attaccamento alla terra occupata, il consenso per i sacrifici, questi fattori riflettono lo spirito di resistenza. La polemica sopra la resistenza non ha nulla a che fare con il nostro intervento in Siria, né degli anni 2006, o nel 1982. Questo perché, come fu costituita dall’usurpatore l’entità sionista in Palestina (Israele), sorse la polemica circa la resistenza. Questa polemica è datata dal tempo di Sayed Moussa Sadr, ancor prima, e prima dell’inizio delle attività di Hezbollah e del movimento di Amal, questo dibattito esiste dal 1948. Ho sempre detto che non c’era mai stato un consenso nazionale sulla resistenza. Questo pretesto è fuorviante. Coloro che si oppongono alla resistenza si sono sempre opposti all’azione di questa resistenza. L’affermazione che l’opposizione a questa azione è nata a causa dell’intervento di Hezbollah in Siria è sbagliata. Questa resistenza e questo spirito della nostra cultura politica è in grado di riunire tutti coloro che credono, anche se si trovavano su fronti opposti ideologicamente o politicamente.
La resistenza libanese è presente in Libano all’inizio dell’occupazione, ossia dal 1948 e si è guadagnata la sua legittimità fin dal primo momento. Quelli che negano questo non sanno nulla delle sofferenze, delle ingiustizie, dei massacri e delle umiliazioni che subirono gli abitanti del sud del Libano, non sono informati degli attacchi israeliani e le violazioni contro la nostra terra. Per alcuni libanesi, le azioni israeliane contro il sud del paese sono solo una risposta alle azioni delle fazioni palestinesi in Libano.
Questa resistenza a cui crediamo iniziò nel 1948. L’attaccamento degli abitanti del Monte Amel alle loro terre occupate era l’unica forma di resistenza disponibile in quel momento. Ci furono quelli che morirono nelle loro case a causa del bombardamento sionista nei villaggi del sud, ci furono gli altri disposti a morire per le malattie pur di non acquistare farmaci da questa entità sionista… tutti questi fattori rappresentano una forma di resistenza.
Purtroppo, i media dell’ altro fronte continuano la loro campagna diffamatoria contro la resistenza. Se hanno le dispute con Hezbollah, parlare di Hezbollah e non di resistenza. Ma il loro vero problema è la resistenza.
L’equazione ‘esercito-popolo-resistenza’ è stata in grado di liberare la nostra terra, dove il mondo aveva fallito. La resistenza, accanto all’esercito e al popolo, ha contribuito a proteggere i confini del Libano. La resistenza del popolo libanese è simile all’oro.
L’oro sempre resterà oro. Se ci fosse l’oro davanti a noi e qualcuno ci dicesse che si tratta di rame o di legno, questo non significa che questo oro si sia trasformato in questi materiali. Altre descrizioni delle cose non cambiano la realtà delle stesse.
L’oro del Libano non esiste in nessuna altra parte del mondo e con il legno i libanesi hanno realizzato le bare dei soldati israeliani e continueranno a farlo per ogni occupante che venga ad invadere questa terra sacra”…
D’altra parte, ci chiedono quali sono le vostre realizzazioni? Questa resistenza rimarrà forte, tenace e chiusa a preservare il suolo di questo paese. Le minacce fatte da Israele non ci spaventano. Le Intimidazioni evocate da alcuni su una possibile guerra israeliana contro il Libano non sono esatte. I calcoli israeliani non prendono in considerazione la determinazione della resistenza a rispondere fermamente a qualsiasi aggressione. La Resistenza ora ha superato l’epoca del 2006 (anno della guerra Israele Libano) in termini di capacità militari, logistiche e anche a livello del numero di combattenti. Il nemico è consapevole della nostra crescente capacità di resistenza.
Attualmente la campagna diffamatoria contro la resistenza si concentra sulla lotta contro Hezbollah in Siria. Alcune persone dicono che questo intervento in Siria avrebbe rimosso qualsiasi legittimità alla resistenza. In realtà, l’opposizione di questi partiti politici libanesi all’intervento militare in Siria è arrivata con ritardo. Il vero problema di questi partiti è che sono contrari alla posizione politica di Hezbollah in Siria,il contrasto con le nostre scelte strategiche.
Altri volevano che noi si rimanesse passivi davanti alla tempesta che ha colpito la regione. Tuttavia noi ci siamo rifiutati di rimanere passivi ed abbiamo preso le armi. Abbiamo adottato la posizione politica che rifiuta l’idea di un cambio di regime in Siria e che incita alle riforme ed al dialogo.

Il nostro primo intervento in Siria risale all’arrivo dei primi gruppi terroristi armati a pochi metri dal Santuario di Sayeda Zeinab, la nipote del Profeta Mohammad. Abbiamo ritenuto che la distruzione del mausoleo avrebbe provocato una divisione sunnita-sciita nella regione.
Siamo andati a difendere un mausoleo rispettato e riverito da tutti i musulmani, la Turchia ha minacciato, in questi ultimi giorni, una guerra regionale se il gruppo di al-Qaeda, EIIL, dovesse distruggere la tomba di una personalità turca sepolta, quando nessun arabo ne conosce neppure l’esistenza.
Data la portata dell’intervento internazionale e regionale in Siria, non è più da discutere la questione della nostra partecipazione al conflitto in questo paese. Molti individui attualmente stanno combattendo contro l’asse della resistenza in Siria. Dopo tre anni di guerra in Siria, il Vertice arabo chiede una soluzione politica in quel paese. Erano necessari tre anni di guerra, di distruzione, di divisioni, di sofferenza, per finalmente richiedere una soluzione politica in questo paese.
Fin dall’inizio, abbiamo detto che la guerra in Siria agita divisioni settarie e minaccia i paesi della regione e anche del mondo. Dopo tre anni di finanziamento di gruppi armati e di sabotaggio di una soluzione politica, avete terminato di scrivere una lista di organizzazioni terroristiche in cui sono inclusi i gruppi di al-Qaeda, l’ “EIIL”, il fronte “Al Nusra” e la “Fratellanza Musulmana”. Quali gruppi armati non terroristi pertanto rimangono in Siria?
La corrente takfira è quella che controlla il terreno che occupano i gruppi armati in Siria. Guardate come i gruppi takfiri si uccidono a vicenda per semplici differenze strutturali, come volete preservare la vita dei libanesi, siriani o di altri popoli se essi dovessero vincere?
Di fronte a questa realtà, io chiamo l’altro campo politico del Libano perché facciano un riesame delle loro posizioni. A coloro che ripetono che il problema di Hezbollah del Libano è quello di essere intervenuti in Siria, dico loro: il vero problema è che Hezbollah ha tardato tropo tempo per operare in Siria.
Bisogna essere consapevoli che se la corrente dei terroristi takfiri dovesse vincere in Siria, saremmo tutti noi annientati. Chiedete agli islamisti non takfiri come vivono in Siria, in Iraq e altrove dove esiste quella corrente. Se l’asse della resistenza vince in Siria, saremo tutti liberi dalle minacce in Libano. Questo asse della resistenza non è alla ricerca di vendetta.
In Libano, dobbiamo cogliere l’opportunità della formazione del governo. Dobbiamo lavorare insieme sulla questione sicurezza nel paese, dobbiamo affrontare gli aspetti vitali, sociali ed economici. Veniamo a lavorare insieme per eleggere un nuovo Presidente. Il Libano può tenersi lontano dalla tragedia che sta avvenendo in Siria. (…)
Che Dio conserva la Siria e la sua gente, ma Godetevi questo Libano, abbiate occasione di parlare con calma. Interrompete ogni discorso di avversione. Non aspettatevi grandi cambiamenti nella regione e non scommettere su questi cambiamenti. Per quanto riguarda l’elezione della Presidenza, siamo a favore di elezioni anticipate e per un nuovo capo di stato.

Ringraziamo Khodr Hadi per la traduzione

Fonte: Al-Ahednews
Controinformazione

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